Rido come un bambino che non trova le parole
Come un palloncino rosso che si alza verso il sole
E le briciole sulla tovaglia e la tazzina del caffè
Invidio anche la pioggia quando cade… su di te… su di te
E adesso che dormo sola e che l’attesa si fa importante
Come quella di chi resta durante il viaggio di un emigrante
E i cacciatori sparano e giocano senza pietà
Il filo dell’innocenza è solo un filo… e la verità… è così distante
Perché ci hai messo tanto?
I giorni si accorceranno e li starò a contare
Come le crepe di questa stanza e questo letto da rifare
Il vino sta nella brocca ne hai bevuto solo metà
E il tuo vestito a fiori mi sta aspettando, sempre la, vicino al mare
Perché ci hai messo tanto?
Soframda yeşil biber, tuz, ekmek.
Testimde sana sakladığım şarabı
içtim yarıya kadar bir başıma
seni bekleyerek.
Niye böyle geç kaldın?
Ma ecco sui rami, maturi, profondi
dei frutti carichi di miele.
Stavano per cadere senz'essere colti
se tu avessi tardato ancora un poco.
Perché ci hai messo tanto?
Niye böyle geç kaldın?
Perché ci hai messo tanto?
Niye böyle geç kaldın?
Perché ci hai messo tanto?
Come un palloncino rosso che si alza verso il sole
E le briciole sulla tovaglia e la tazzina del caffè
Invidio anche la pioggia quando cade… su di te… su di te
E adesso che dormo sola e che l’attesa si fa importante
Come quella di chi resta durante il viaggio di un emigrante
E i cacciatori sparano e giocano senza pietà
Il filo dell’innocenza è solo un filo… e la verità… è così distante
Perché ci hai messo tanto?
I giorni si accorceranno e li starò a contare
Come le crepe di questa stanza e questo letto da rifare
Il vino sta nella brocca ne hai bevuto solo metà
E il tuo vestito a fiori mi sta aspettando, sempre la, vicino al mare
Perché ci hai messo tanto?
Soframda yeşil biber, tuz, ekmek.
Testimde sana sakladığım şarabı
içtim yarıya kadar bir başıma
seni bekleyerek.
Niye böyle geç kaldın?
Ma ecco sui rami, maturi, profondi
dei frutti carichi di miele.
Stavano per cadere senz'essere colti
se tu avessi tardato ancora un poco.
Perché ci hai messo tanto?
Niye böyle geç kaldın?
Perché ci hai messo tanto?
Niye böyle geç kaldın?
Perché ci hai messo tanto?
envoyé par Dq82 - 27/7/2018 - 16:43
Langue: italien
Traduzione del testo turco di Hikmet di Franco De Poli
N. Hikmet, Poesie d’amore, Milano 1991, 40.
N. Hikmet, Poesie d’amore, Milano 1991, 40.
Sul mio tavolo, dei peperoni verdi, del sale, del pane.
Il vino che avevo conservato nella brocca
l'ho bevuto a metà, da solo, aspettando.
Perchè hai tardato tanto?
Il vino che avevo conservato nella brocca
l'ho bevuto a metà, da solo, aspettando.
Perchè hai tardato tanto?
envoyé par Dq82 - 27/7/2018 - 16:44
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Yayla musiche ospitali
Testo e musica di Andrea Parodi, Citazione di Nâzım Hikmet
Interpretata da Neri Marcoré e Giua
Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Edoardo Bennato che, insieme a Jono Manson e al cantante pakistano Salif Samejo, canta una “Isola che non c’è” senza tempo e senza luogo, gli americani Bocephus King, James Maddock e Thom Chacon (con una sorprendente Violante Placido), l’irlandese Ben Glover, la bravissima italo-somala Saba Anglana, i Gang e Giua. Vi sono poi quattro inserti recitati con Erri De Luca, Valerio Mastandrea, Donatella Finocchiaro e Evelina Meghnagi, che si esibisce anche in uno dei brani più toccanti del disco, la ninna-nanna “Hashemesh”. Scegliere alcuni brani e segnalarli come i migliori, specie in una compilation di questo tipo, può sembrare fuori luogo, ancor più vista la media decisamente alta delle canzoni, molte delle quali incise per l’occasione. Segnaliamo comunque la bellissima “Diventano Mare” del duo palermitano IO (ovvero Irene Ientile e Ornella Cerniglia), “By Foot, by Boat, by Train”, dell’inedito duo Saba Anglana/Bocephus King, le due belle canzoni scritte da Andrea Parodi per Alfina Sforza e per Neri Marcorè e Giua, l’ottima “Addhrai” dei Domo Emigrantes, che dell’integrazione e della multietnicità fanno una loro bandiera, ospitando il polistrumentista kurdo Ashti Abdo, la sempre brava Antonella Ruggiero, la sardo-umbra Sara Marini con “Una Rundine in sas Aeras” e il curdo Dyar Uren Mehrovi con la bella “Zozan”. Un disco che fa della qualità la sua cifra e che abbina una qualità non comuna alla corretta opera di sensibilizzazione al fenomeno migratorio e alla convivenza.
bloogfolk.com