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By Foot, By Boat, By Train

Bocephus King
Langues: anglais, somali


Bocephus King

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2018
Yayla musiche ospitali

yayla

Artisti Vari – Yayla: Musiche Ospitali (Appaloosa/Ird, 2018)

Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Edoardo Bennato che, insieme a Jono Manson e al cantante pakistano Salif Samejo, canta una “Isola che non c’è” senza tempo e senza luogo, gli americani Bocephus King, James Maddock e Thom Chacon (con una sorprendente Violante Placido), l’irlandese Ben Glover, la bravissima italo-somala Saba Anglana, i Gang e Giua. Vi sono poi quattro inserti recitati con Erri De Luca, Valerio Mastandrea, Donatella Finocchiaro e Evelina Meghnagi, che si esibisce anche in uno dei brani più toccanti del disco, la ninna-nanna “Hashemesh”. Scegliere alcuni brani e segnalarli come i migliori, specie in una compilation di questo tipo, può sembrare fuori luogo, ancor più vista la media decisamente alta delle canzoni, molte delle quali incise per l’occasione. Segnaliamo comunque la bellissima “Diventano Mare” del duo palermitano IO (ovvero Irene Ientile e Ornella Cerniglia), “By Foot, by Boat, by Train”, dell’inedito duo Saba Anglana/Bocephus King, le due belle canzoni scritte da Andrea Parodi per Alfina Sforza e per Neri Marcorè e Giua, l’ottima “Addhrai” dei Domo Emigrantes, che dell’integrazione e della multietnicità fanno una loro bandiera, ospitando il polistrumentista kurdo Ashti Abdo, la sempre brava Antonella Ruggiero, la sardo-umbra Sara Marini con “Una Rundine in sas Aeras” e il curdo Dyar Uren Mehrovi con la bella “Zozan”. Un disco che fa della qualità la sua cifra e che abbina una qualità non comuna alla corretta opera di sensibilizzazione al fenomeno migratorio e alla convivenza.  
bloogfolk.com



Worki o rabdit ka baso ha!
Refugee, émigrée, global nomad, expat, Immigrant, asylum seeker
Tani ma bedeli doonto Sheekada indhahayga u sheegheyso
Somewhere in your blood there is a refugee
Somewhere in you there's another point of view
Somewhere in your heart there is a place for me
Somewhere in my heart there's a place for you too
People need love or people get lonely
The lonely get angry, the angry get lost
Lost souls, they scream at the world from the outside
Right under your feet, like the leaves and the moss
Like the leaves and the moss
By foot, by boat, by train
By foot, by boat, by train
By foot, by boat, by train
They're coming, They're running
Wayan le dahay ma bahakartid Ninki ilahaayo okkarrowo
Wa dimana
Badda waa cir weyn oo biyo ah
Sheeko xasuusno yo rabtan la'aan Konne laan
You wake up to the sound of machine guns
To the murder of loved ones, To the fear and the rage
You start running and you don't stop
'til you get to the border with its illusion of order
Then they put you in a cage
They might release you, you might escape
You pray the Lord your soul to take
Keep moving, staying out of view
Get on a boat with the others like you
Everyday this is how it goes down
Some make it, some drown
Some make it, some drown
Some make it, some drown
Some make it and then their boat goes down
By foot, by boat, by train
By foot, by boat, by train
By foot, by boat, by train
They're coming, They're running

envoyé par Dq82 - 27/7/2018 - 13:54



Langue: italien

Traduzione italiana da #failtuoaccordo
A PIEDI, IN BARCA, IN TRENO

Scegli la parola che preferisci: rifugiato, emigrato, nomade globale,
espatriato, immigrato, richiedente asilo, non cambierà le storie scritte
nei miei occhi
Da qualche parte nel tuo sangue c’è un rifugiato
Da qualche parte dentro di te c’è un altro punto di vista
Da qualche parte nel tuo cuore c’è un posto per me
Da qualche parte nel mio cuore c’è un posto anche per te
La gente ha bisogno di amore o finisce per sentirsi sola
Chi è solo diventa arrabbiato, chi è arrabbiato si perde
Anime perse, gridano al mondo da fuori
Proprio sotto i tuoi piedi, come le foglie e il muschio
Come le foglie e il muschio
A piedi, in barca, in treno
Stanno arrivando, Stanno fuggendo
Mi hanno detto che non potevo andarmene
Chi vuole sembrare dio è destinato a morire
Il mare è un cielo di acqua:
una narrazione aperta e sconnata senza memoria né volontà.
Ti svegli al suono delle mitragliatrici
Per l’assassinio di chi ami
Per la paura e la rabbia
Inizi a correre e non ti fermi
Finché non sei giunto al conne con la sua illusione di ordine
Poi ti mettono in una gabbia
Forse ti lasceranno andare, forse scapperai
Preghi il Signore che prenda la tua anima
Continui a muoverti, a evitare di farti vedere
Sali su una barca con gli altri come te
Ogni giorno è questo che accade
Alcuni ce la fanno, altri annegano
Alcuni ce la fanno, altri annegano
Alcuni ce la fanno, altri annegano
Alcuni ce la fanno e poi la loro barca aonda
A piedi, in barca, in treno
Stanno arrivando,
Stanno fuggendo

envoyé par Dq82 - 27/7/2018 - 13:57




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