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Itaca o Milano

Michele Gazich
Langue: italien


Michele Gazich

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2018
Yayla musiche ospitali


yayla

Artisti Vari – Yayla: Musiche Ospitali (Appaloosa/Ird, 2018)

Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Edoardo Bennato che, insieme a Jono Manson e al cantante pakistano Salif Samejo, canta una “Isola che non c’è” senza tempo e senza luogo, gli americani Bocephus King, James Maddock e Thom Chacon (con una sorprendente Violante Placido), l’irlandese Ben Glover, la bravissima italo-somala Saba Anglana, i Gang e Giua. Vi sono poi quattro inserti recitati con Erri De Luca, Valerio Mastandrea, Donatella Finocchiaro e Evelina Meghnagi, che si esibisce anche in uno dei brani più toccanti del disco, la ninna-nanna “Hashemesh”. Scegliere alcuni brani e segnalarli come i migliori, specie in una compilation di questo tipo, può sembrare fuori luogo, ancor più vista la media decisamente alta delle canzoni, molte delle quali incise per l’occasione. Segnaliamo comunque la bellissima “Diventano Mare” del duo palermitano IO (ovvero Irene Ientile e Ornella Cerniglia), “By Foot, by Boat, by Train”, dell’inedito duo Saba Anglana/Bocephus King, le due belle canzoni scritte da Andrea Parodi per Alfina Sforza e per Neri Marcorè e Giua, l’ottima “Addhrai” dei Domo Emigrantes, che dell’integrazione e della multietnicità fanno una loro bandiera, ospitando il polistrumentista kurdo Ashti Abdo, la sempre brava Antonella Ruggiero, la sardo-umbra Sara Marini con “Una Rundine in sas Aeras” e il curdo Dyar Uren Mehrovi con la bella “Zozan”. Un disco che fa della qualità la sua cifra e che abbina una qualità non comuna alla corretta opera di sensibilizzazione al fenomeno migratorio e alla convivenza.  
bloogfolk.com



La mia terra oggi è sabbia nelle tasche
La mia terra oggi polvere di vita vissuta
Lo sguardo del nemico è la mia casa
Il suo odio il mio campo da arare

Il mio fiume oggi non è il Tigri, non è il Nilo
Il mio fiume oggi scorre verticale
Al cuore di un’Europa sconosciuta
Fiume straniero portami lontano

Lontano più lontano
Dal mare della morte
Lontano più lontano
Di Itaca o Milano

Lontano più lontano
Dalla legge del più forte
Lontano più lontano
Di Itaca o Milano

La mia terra oggi è sale sull’altare
La mia terra oggi, la mia Bibbia, il mio Corano
Il mio libro è la mia casa
Un’altra notte di viaggio e di strada

Il mio cuore oggi è grande come un continente
Il mio cuore oggi è spalancato
Sono vivo, c’è qualcuno che mi sente?
Sono vivo, c’è qualcuno che mi sente?

Lontano più lontano
Dal mare della morte
Lontano più lontano
Di Itaca o Milano

Lontano più lontano
Dalla legge del più forte
Lontano più lontano
Di Itaca o Milano

envoyé par Dq82 - 27/7/2018 - 10:32




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