Suenha, estima era Tèrra.
Sonque ei ua e li quede ben pòc,
damb es tempsi que corren,
ròde eth mon sense amor.
Guarda, escota era Tèrra.
Ei ua mair que met era votz
ath vent e plore.
Non la dèishes quèir...
Que praubi qu’èm,
mos an convençut de que deman
apariaram
es problèmes que creèrem,
es herides que daurírem
bèth temps a,
quan encara auíem fòrces
tà gastar,
e atau non i a deman....
Eth dia deth sòn enterrament,
ena consciéncia der Univèrs
quedarà alugada ua candela eterna,
en nòm dera nòsta umila Tèrra,
explotada, mautractada, mutilada e assassinada,
pes sòns pròpis hilhs.
Suenha, estima era Tèrra.
Sonque ei ua e li quede ben pòc,
damb es tempsi que corren,
ròde eth mon sense amor.
Sonque ei ua e li quede ben pòc,
damb es tempsi que corren,
ròde eth mon sense amor.
Guarda, escota era Tèrra.
Ei ua mair que met era votz
ath vent e plore.
Non la dèishes quèir...
Que praubi qu’èm,
mos an convençut de que deman
apariaram
es problèmes que creèrem,
es herides que daurírem
bèth temps a,
quan encara auíem fòrces
tà gastar,
e atau non i a deman....
Eth dia deth sòn enterrament,
ena consciéncia der Univèrs
quedarà alugada ua candela eterna,
en nòm dera nòsta umila Tèrra,
explotada, mautractada, mutilada e assassinada,
pes sòns pròpis hilhs.
Suenha, estima era Tèrra.
Sonque ei ua e li quede ben pòc,
damb es tempsi que corren,
ròde eth mon sense amor.
Contributed by adriana + Dq82 - 2018/7/11 - 09:03
Language: Italian
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
11 luglio 2018 23:42
11 luglio 2018 23:42
TERRA
Sogna, ama la Terra.
Non ce n'è che una, e le resta ben poco,
coi tempi che corrono
gira il mondo senza amore.
Guarda, ascolta la Terra.
È una madre che pone la voce
al vento e piange.
Non la lasciar cadere...
Facciamo davvero pena,
ci hanno convinti che domani
aggiusteremo
i problemi che abbiamo creato,
le ferite che abbiamo aperto
tanto tempo fa,
quando ancora avevamo forze
da spendere,
eppure non c'è domani...
Il giorno del suo funerale,
nella coscienza dell'Universo
resterà accesa una candela terna
in nome della nostra umile Terra,
sfruttata, maltrattata, mutilata e assassinata
dai suoi propri figli.
Sogna, ama la Terra.
Non ce n'è che una, e le resta ben poco,
coi tempi che corrono
gira il mondo senza amore.
Sogna, ama la Terra.
Non ce n'è che una, e le resta ben poco,
coi tempi che corrono
gira il mondo senza amore.
Guarda, ascolta la Terra.
È una madre che pone la voce
al vento e piange.
Non la lasciar cadere...
Facciamo davvero pena,
ci hanno convinti che domani
aggiusteremo
i problemi che abbiamo creato,
le ferite che abbiamo aperto
tanto tempo fa,
quando ancora avevamo forze
da spendere,
eppure non c'è domani...
Il giorno del suo funerale,
nella coscienza dell'Universo
resterà accesa una candela terna
in nome della nostra umile Terra,
sfruttata, maltrattata, mutilata e assassinata
dai suoi propri figli.
Sogna, ama la Terra.
Non ce n'è che una, e le resta ben poco,
coi tempi che corrono
gira il mondo senza amore.
Grazie a DQ82 e a Adriana mi fa piacere "dare il benvenuto" in questo sito alla lingua Aranese, vale a dire il dialetto guàscone occitano parlato da una decina di migliaia di persone nella Vath d'Aran, o Vall d'Aran in catalano, l'unica parte della Catalogna che si trova al di là dello spartiacque pirenaico (fa parte del bacino della Garonna). Impervia e del tutto appartata, la Valle d'Aran (che vorrebbe dire, a rigore, "Valle della Valle": la simpatica tautologia deriva dal fatto che "Aran" sembra essere il basco (h)aran, che vuol dire appunto "valle") ha mantenuto il suo occitano guascone (occore ricordare che "Guàsconi" = latino Vascones "abitanti della Vasconia, baschi"), che vi è lingua ufficiale a tutti gli effetti accanto al catalano e al castigliano.
All'interno dei parlari occitani, il guàscone ha uno status tutto suo e caratteristiche assolutamente speciali anche all'interno delle intere lingue romanze, che lo rendono famoso oltre che pressoché incomprensibile anche a chi parla un altro dialetto occitano. Questo deriva da caratteristiche fonetiche e sintattiche assolutamente uniche, in primis quelle fonetiche che magari non saranno sfuggite a qualcuno che si sia dato la pena di leggere i testi delle canzoni di Alidé Sans, e di ascoltarle.
In guàscone, e quindi anche in aranese, la [ ll ] in posizione finale (cfr. ad es. il catalano vall "valle") è diventata [ th ], che si pronuncia come in inglese: vath. Così anche bèth "bello" (cat. bell), eth "il" (lat. *illu-). La [ ll ] in posizione intervocalica diventa invece [ r ] : estèra "stella", era "la" (art. femminile singolare, lat. illa, barar "ballare" ecc. La [ f- ] iniziale seguita da vocale segue la stessa evoluzione del castigliano (ma non del catalano) e passa a [ h- ], che però in guàscone è ancora chiaramente aspirata: hilh (cast. hijo, lat. filiu-). Quest'ultimo fenomeno, anche in castigliano, viene da molti fatto risalire ad un antichissimo sostrato iberico (basco). A livello sintattico, la caratteristica del guàscone che più colpisce è la frase affermativa costruita spesso come relativa, con il que anticipatore: un esempio famosissimo è la frase della Madonna che apparve a Bernadette Soubirous (Lourdes si trova in area linguistica guàscone), e che le disse: Que sòn er inmaculada councepciòu "io sono l'immacolata concezione" (segno inequivocabile che il guàscone è veramente un linguaggio della madonna). Se ne trovano esempi anche nei nostri testi di Alidé Sans.
All'interno dei parlari occitani, il guàscone ha uno status tutto suo e caratteristiche assolutamente speciali anche all'interno delle intere lingue romanze, che lo rendono famoso oltre che pressoché incomprensibile anche a chi parla un altro dialetto occitano. Questo deriva da caratteristiche fonetiche e sintattiche assolutamente uniche, in primis quelle fonetiche che magari non saranno sfuggite a qualcuno che si sia dato la pena di leggere i testi delle canzoni di Alidé Sans, e di ascoltarle.
In guàscone, e quindi anche in aranese, la [ ll ] in posizione finale (cfr. ad es. il catalano vall "valle") è diventata [ th ], che si pronuncia come in inglese: vath. Così anche bèth "bello" (cat. bell), eth "il" (lat. *illu-). La [ ll ] in posizione intervocalica diventa invece [ r ] : estèra "stella", era "la" (art. femminile singolare, lat. illa, barar "ballare" ecc. La [ f- ] iniziale seguita da vocale segue la stessa evoluzione del castigliano (ma non del catalano) e passa a [ h- ], che però in guàscone è ancora chiaramente aspirata: hilh (cast. hijo, lat. filiu-). Quest'ultimo fenomeno, anche in castigliano, viene da molti fatto risalire ad un antichissimo sostrato iberico (basco). A livello sintattico, la caratteristica del guàscone che più colpisce è la frase affermativa costruita spesso come relativa, con il que anticipatore: un esempio famosissimo è la frase della Madonna che apparve a Bernadette Soubirous (Lourdes si trova in area linguistica guàscone), e che le disse: Que sòn er inmaculada councepciòu "io sono l'immacolata concezione" (segno inequivocabile che il guàscone è veramente un linguaggio della madonna). Se ne trovano esempi anche nei nostri testi di Alidé Sans.
Riccardo Venturi - 2018/7/12 - 00:13
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Eth paradís ei en tu