A Fabriano le mura del cimitero
Portano ancora i segni degli spari
Viandante, rivolgi un pensiero
non tradirne, amico, il ricordo
Che non vinca il silenzio su due destini
Di due uomini al muro vicini
Elvio Pigliapoco o Ivan Silvestrini
non tradirne, amico, il ricordo
Chi muore non muore davvero
Se la memoria è il tuo sentiero
Su quel muro fiorisce la pervinca
Se tu ricordi, le morte è vinta
Se tu ricordi, le morte è vinta
Mentre agli speri il petto offriva
Ivan ero fermo, Ivan gridava
Era il due maggio. un giorno di sole
Nessuna lacrima sul viso degli eroi
Senti un grido nel'aria leggera
Di quella lunga e crudele primavera
Oggi quel grido è la nostra bandiera
Viva l'Italia, viva il Comunismo!
Chi muore non muore davvero
Se la memoria è il tuo sentiero
Su quel muro fiorisce la pervinca
Se tu ricordi, le morte è vinta
Se tu ricordi, le morte è vinta
Portano ancora i segni degli spari
Viandante, rivolgi un pensiero
non tradirne, amico, il ricordo
Che non vinca il silenzio su due destini
Di due uomini al muro vicini
Elvio Pigliapoco o Ivan Silvestrini
non tradirne, amico, il ricordo
Chi muore non muore davvero
Se la memoria è il tuo sentiero
Su quel muro fiorisce la pervinca
Se tu ricordi, le morte è vinta
Se tu ricordi, le morte è vinta
Mentre agli speri il petto offriva
Ivan ero fermo, Ivan gridava
Era il due maggio. un giorno di sole
Nessuna lacrima sul viso degli eroi
Senti un grido nel'aria leggera
Di quella lunga e crudele primavera
Oggi quel grido è la nostra bandiera
Viva l'Italia, viva il Comunismo!
Chi muore non muore davvero
Se la memoria è il tuo sentiero
Su quel muro fiorisce la pervinca
Se tu ricordi, le morte è vinta
Se tu ricordi, le morte è vinta
Contributed by Dq82 - 2018/7/5 - 15:13
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Sentieri Partigiani. Tra Marche e Memoria
Nel brano “Elvio e Ivan” a far capolino è una storia di amicizia tra Elvio Pigliapoco ed Ivan Silvestrini. I due, appartenenti al gruppo Lupo composto prevalentemente da giovani comunisti, vennero fucilati il 2 maggio 1944 a Fabriano, davanti alle mura di cinta del vecchio cimitero di Santa Maria; prima di morire Ivan riuscì a scrivere una lettera ai suoi genitori che riporta, come nel caso di Eraclio Cappannini, la significativa frase: “Siate forti come lo sono io”. Nel testo va rilevato come il ritornello rimanga impresso per le stupende parole usate (in questo caso le parole sono opera della coppia Brandoni-Gazich): “Chi muore non muore davvero, se la memoria è il tuo sentiero, su quel muro fiorisce la pervinca, se tu ricordi, la morte è vinta.” La parte cantata è affidata, e non poteva essere altrimenti, alla voce del fabrianese Marco Sonaglia con gli accompagnamenti vocali delle voci femminili e gli assoli al violino del solito Michele Gazich, con la fisarmonica di Storti a fare da sottofondo.
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