Die kleinen Männer mit der riesengroßen Macht
waren am Gymnasium
und haben Krawatten um.
Sie haben auch Fakten und Familien oder auch Sachzwänge zur Hand
und wollen das Beste fürs abstrakte Vaterland.
Die kleinen Männer mit der riesengroßen Macht
haben sehr viel Ambition.
Nur wir haben nichts davon.
Sie sind frisiert und jovial und auf Diät und fotogen
und wollen andere Menschen immer übersehen.
Sie wachen auf und sind bereit,
haben auch beim Schlafen keine Zeit
und auch Musik ist Zeitverschwendung mit Gesang.
Sie denken nie an einen Traum,
an ein Gedicht, an einen Baum.
Sie lachen höchstens zwei bis drei Sekunden lang.
Die kleinen Männer mit der riesengroßen Macht
sind schon seit Jahr und Tag
ein eigener Menschenschlag.
Selbst ihre Fehler sind die falschen, ihre Tugenden fatal,
nur ihre Spießigkeit ist absolut normal.
Sie haben Frauen, die sind noch schlimmer.
Die haben vor Stolz gar kein Gesicht.
Worauf sie stolz sind, weiß man nicht.
Und ihre Kinder sind verschreckt und auf der Flucht und ganz absurd.
Die kriegen Hämorrhoiden kurz nach der Geburt.
Sie haben Freundinnen, die sind am schlimmsten.
Die sind für Einfluß und für Geld
als Sekretärin angestellt,
sind da und dort und überall und geben den Dingen ihren Lauf
und lächeln bös und reden drein und passen auf.
Ein kleiner Mann hat mich gefragt: Was soll ich machen?
Die Macht war nah, ich sagte Ja
und hatte Glück: Jetzt steh ich da
mit Militär und Polizei.
Und daß ich klein bin, ist vorbei.
Ich trinke Sekt
und wenn er schmeckt,
bin ich gedeckt.
Als kleiner Mann hab ich bei Gott nicht viel zu lachen.
Ich schlucke viel. Ich schlucke Dreck
und ganze Aktenberge weg.
Doch was ich tu, tu ich für dich.
Ich laß mein Volk doch nicht im Stich.
Das wäre unverantwortlich.
Ich opfere mich.
Die kleinen Männer mit der riesengroßen Macht
denken an Mut und Pflicht,
nur an den Rücktritt nicht.
Man selbst sitzt immer in der Scheiße.
Aber kaum kämpft man sich raus,
steht irgendwo ein kleiner Mann und lacht dich aus.
Die kleinen Männer haben uns nicht sehr weit gebracht.
Man hört zwar viel Geschrei,
aber es bleibt dabei.
Ich kann nur bitten: Liebe Leute, nehmt euch unbedingt in Acht
vor kleinen Männern mit riesengroßer Macht.
waren am Gymnasium
und haben Krawatten um.
Sie haben auch Fakten und Familien oder auch Sachzwänge zur Hand
und wollen das Beste fürs abstrakte Vaterland.
Die kleinen Männer mit der riesengroßen Macht
haben sehr viel Ambition.
Nur wir haben nichts davon.
Sie sind frisiert und jovial und auf Diät und fotogen
und wollen andere Menschen immer übersehen.
Sie wachen auf und sind bereit,
haben auch beim Schlafen keine Zeit
und auch Musik ist Zeitverschwendung mit Gesang.
Sie denken nie an einen Traum,
an ein Gedicht, an einen Baum.
Sie lachen höchstens zwei bis drei Sekunden lang.
Die kleinen Männer mit der riesengroßen Macht
sind schon seit Jahr und Tag
ein eigener Menschenschlag.
Selbst ihre Fehler sind die falschen, ihre Tugenden fatal,
nur ihre Spießigkeit ist absolut normal.
Sie haben Frauen, die sind noch schlimmer.
Die haben vor Stolz gar kein Gesicht.
Worauf sie stolz sind, weiß man nicht.
Und ihre Kinder sind verschreckt und auf der Flucht und ganz absurd.
Die kriegen Hämorrhoiden kurz nach der Geburt.
Sie haben Freundinnen, die sind am schlimmsten.
Die sind für Einfluß und für Geld
als Sekretärin angestellt,
sind da und dort und überall und geben den Dingen ihren Lauf
und lächeln bös und reden drein und passen auf.
Ein kleiner Mann hat mich gefragt: Was soll ich machen?
Die Macht war nah, ich sagte Ja
und hatte Glück: Jetzt steh ich da
mit Militär und Polizei.
Und daß ich klein bin, ist vorbei.
Ich trinke Sekt
und wenn er schmeckt,
bin ich gedeckt.
Als kleiner Mann hab ich bei Gott nicht viel zu lachen.
Ich schlucke viel. Ich schlucke Dreck
und ganze Aktenberge weg.
Doch was ich tu, tu ich für dich.
Ich laß mein Volk doch nicht im Stich.
Das wäre unverantwortlich.
Ich opfere mich.
Die kleinen Männer mit der riesengroßen Macht
denken an Mut und Pflicht,
nur an den Rücktritt nicht.
Man selbst sitzt immer in der Scheiße.
Aber kaum kämpft man sich raus,
steht irgendwo ein kleiner Mann und lacht dich aus.
Die kleinen Männer haben uns nicht sehr weit gebracht.
Man hört zwar viel Geschrei,
aber es bleibt dabei.
Ich kann nur bitten: Liebe Leute, nehmt euch unbedingt in Acht
vor kleinen Männern mit riesengroßer Macht.
Contributed by Bernart Bartleby - 2018/6/19 - 13:34
Language: Italian
Traduzione italiana di Riccardo Venturi
20 giugno 2018 20:57
Con zanzara spiaccicata sul PC gridando "Tie' Matteo!"
Due parole del traduttore. Zanzara spiaccicata a parte, e senza specificare a quale Matteo mi riferivo (probabilmente tutti e due), avverto che, nella seguente traduzione, ho in alcuni punti un po' forzato la mano.
20 giugno 2018 20:57
Con zanzara spiaccicata sul PC gridando "Tie' Matteo!"
Due parole del traduttore. Zanzara spiaccicata a parte, e senza specificare a quale Matteo mi riferivo (probabilmente tutti e due), avverto che, nella seguente traduzione, ho in alcuni punti un po' forzato la mano.
GLI OMUNCOLI CON ENORME POTERE
Gli omuncoli con enorme potere
hanno fatto il liceo
e sono incravattati.
Si occupano anche di fatti, di famiglie o di obblighi materiali
e vogliono il meglio per un'astratta patria.
Gli omuncoli con enorme potere
hanno un'enorme ambizione.
Soltanto noialtri non ne abbiamo.
Sono ben pettinati, gioviali, a dieta e fotogenici
e vogliono sempre valutare gli altri.
Appena svegli sono già pronti,
non hanno tempo nemmeno quando dormono
anche la musica è una perdita di tempo cantata.
Non pensano mai a un sogno,
a una poesia, a un albero.
Ridono al massimo per due o tre secondi.
Gli omuncoli con enorme potere
formano ormai da tempo imprecisato
una razza umana a sé.
Falsi persino negli sbagli. Nefastamente virtuosi.
Solo la loro mentalità piccoloborghese è del tutto normale.
Hanno mogli che sono ancora peggio.
Dall'alterigia sono sfigurate.
Per che cosa siano altere, non si sa.
E hanno figli spaventati, in fuga e completamente assurdi.
Si beccano le emorroidi quasi appena nati.
Hanno amanti che sono, poi, quanto di peggio.
Fanno le segretarie, amano il tipo influente
E danaroso. Sono qua, là, dappertutto,
Lasciano stare le cose come stanno,
ma vi si immischiano attente, con risolini stronzi.
Un omuncolo mi ha chiesto: Che dovrei fare?
Il potere era a portata di mano, e ho detto sì.
Ho avuto culo: ora sono qui
Con la scorta militare e di polizia.
Tutto finito: non sono più un omuncolo.
Bevo champagne,
E quando è buono
Mi sento al sicuro.
In quanto omuncolo, di fronte a Dio non ho molto di che ridere.
Pappo parecchio. Mi sbafo merda
E intere montagne di scartoffie.
Ma quel che faccio, lo faccio per te.
Non lascio il mio popolo andare alla malora.
Sarebbe irresponsabile.
Io mi sacrifico.
Gli omuncoli con enorme potere
Pensano al coraggio e al dovere
Ma mai a dare le dimissioni.
Si è sempre nella merda fino al collo
Però si fa fatica a lottare per uscirne,
Se da qualche parte c'è un omuncolo che ti prende per le mele.
Gli omuncoli non ci hanno portati molto lontano.
Certo, si sente sbraitare parecchio
Ma tutto rimane come prima.
Solo una preghiera: Cara gente, fate assolutamente attenzione
Agli omuncoli con enorme potere.
Gli omuncoli con enorme potere
hanno fatto il liceo
e sono incravattati.
Si occupano anche di fatti, di famiglie o di obblighi materiali
e vogliono il meglio per un'astratta patria.
Gli omuncoli con enorme potere
hanno un'enorme ambizione.
Soltanto noialtri non ne abbiamo.
Sono ben pettinati, gioviali, a dieta e fotogenici
e vogliono sempre valutare gli altri.
Appena svegli sono già pronti,
non hanno tempo nemmeno quando dormono
anche la musica è una perdita di tempo cantata.
Non pensano mai a un sogno,
a una poesia, a un albero.
Ridono al massimo per due o tre secondi.
Gli omuncoli con enorme potere
formano ormai da tempo imprecisato
una razza umana a sé.
Falsi persino negli sbagli. Nefastamente virtuosi.
Solo la loro mentalità piccoloborghese è del tutto normale.
Hanno mogli che sono ancora peggio.
Dall'alterigia sono sfigurate.
Per che cosa siano altere, non si sa.
E hanno figli spaventati, in fuga e completamente assurdi.
Si beccano le emorroidi quasi appena nati.
Hanno amanti che sono, poi, quanto di peggio.
Fanno le segretarie, amano il tipo influente
E danaroso. Sono qua, là, dappertutto,
Lasciano stare le cose come stanno,
ma vi si immischiano attente, con risolini stronzi.
Un omuncolo mi ha chiesto: Che dovrei fare?
Il potere era a portata di mano, e ho detto sì.
Ho avuto culo: ora sono qui
Con la scorta militare e di polizia.
Tutto finito: non sono più un omuncolo.
Bevo champagne,
E quando è buono
Mi sento al sicuro.
In quanto omuncolo, di fronte a Dio non ho molto di che ridere.
Pappo parecchio. Mi sbafo merda
E intere montagne di scartoffie.
Ma quel che faccio, lo faccio per te.
Non lascio il mio popolo andare alla malora.
Sarebbe irresponsabile.
Io mi sacrifico.
Gli omuncoli con enorme potere
Pensano al coraggio e al dovere
Ma mai a dare le dimissioni.
Si è sempre nella merda fino al collo
Però si fa fatica a lottare per uscirne,
Se da qualche parte c'è un omuncolo che ti prende per le mele.
Gli omuncoli non ci hanno portati molto lontano.
Certo, si sente sbraitare parecchio
Ma tutto rimane come prima.
Solo una preghiera: Cara gente, fate assolutamente attenzione
Agli omuncoli con enorme potere.
Language: French
Version française – LES PETITS HOMMES AU POUVOIR ÉNORME – Marco Valdo M.I. – 2020
Chanson allemande – Die kleinen Männer mit der riesengroßen Macht – Georg Kreisler – 1979
Paroles et musique de Georg Kreisler (1922-2011), satiriste, cabarettiste et compositeur viennois. (georgkreisler.info) Étazunien d’adoption, sa famille, de religion juive, dut fuir l’Autriche après l’Anschluss en 1938.
Album : « Mit dem Rücken gegen die Wand » (Avec le dos au mur).
Chanson allemande – Die kleinen Männer mit der riesengroßen Macht – Georg Kreisler – 1979
Paroles et musique de Georg Kreisler (1922-2011), satiriste, cabarettiste et compositeur viennois. (georgkreisler.info) Étazunien d’adoption, sa famille, de religion juive, dut fuir l’Autriche après l’Anschluss en 1938.
Album : « Mit dem Rücken gegen die Wand » (Avec le dos au mur).
Dialogue Maïeutique
« Les petits hommes », ha, ah !, dit Lucien l’âne, mais tous les hommes sont petits, même comparés à un cheval ou à une vache, ou à un cochon.
Lucien l’âne mon ami, je t’arrête tout de suite. Certes, tu as raison, vu comme ça, les hommes sont tous petits, mais ce n’est pas de cette grandeur-là qu’il s’agit ; il s’agit de la grandeur au sens moral, pas de la taille de leur corps, ni de la taille de leur richesse matérielle relative, mais de la taille de leur personnalité.
En quelque sorte, dit Lucien l’âne, il s’agit de leur petitesse intérieure.
Juste, reprend Marco Valdo M.I., et comme on le sait, les hommes et les femmes peuvent considérer leurs semblables de divers points de vue. Dans ce cas, on considère les gens du point de vue de la personnalité, chose qui englobe toutes sortes d’éléments et singulièrement, le caractère, la posture morale et pour tout dire, la psychologie globale de l’individu et pas de son physique.
Oh, dit Lucien l’âne, ainsi un homme grand peut être un petit homme et un homme petit un grand homme et bien entendu, pareil pour les femmes, avec certaine nuance ; ainsi, on dira de Christine de Suède ou de Catherine de Russie qu’elles étaient de grandes dames – elles étaient de la noblesse et occupaient de hautes fonctions avec un certain brio et d’Hypatie d’Alexandrie ou de Marie Curie que c’étaient de grandes femmes, car leur grandeur se mesure à leur intelligence, à leur valeur scientifique ainsi qu’à leur humanité – qui n’ont aucun pouvoir coercitif sur les autres. Pour les mêmes raisons, on pense assurément de Voltaire que c’est un grand homme, pareillement pour Socrate, Aristote, Einstein ou Bertrand Russell. Ce n’est pas le cas pour Jules César, Alexandre le Grand ou Louis XIV, qu’on dit aussi le Grand, qui sont des gens qui doivent leur grandeur à d’autres critères.
Bref, dit Lucien l’âne, je vois de quoi il s’agit quand on parle de grands hommes et donc, que seraient alors les petits hommes de la chanson ?
Eh bien, dit Marco Valdo M.I., je voudrais quand même insister sur le fait qu’on peut être un grand homme sans aucune renommée et être à jamais ignoré comme tel. De tels grands hommes sont heureux, car ils appliquent à la lettre la morale du grillon de Florian : « Pour vivre heureux, vivons cachés ». Maintenant, voyons ces petits hommes de la chanson. Ce sont des nains moraux, leur petitesse est morale ; il faut les considérer du point de vue de leur personnalité (ou de l’absence de celle-ci) ; ils sont petits moralement et ce, quel que soit le poste, le rang qu’ils ont dans la société. En clair, ils peuvent occuper la plus haute fonction d’une société ou la plus basse, détenir les plus grands ou le plus petit pouvoirs, ils n’en restent pas moins de petits hommes.
Et ces petits hommes, dit Lucien l’âne, le mot qui les qualifie le mieux ne serait-il pas : mesquin ?
Exactement, dit Marco Valdo M.I., c’est le bon mot ; ce qui les caractérise, c’est la mesquinerie, c’est leur principale qualité. Ceci dit, ils ont également un égo inversement proportionnel à leur taille morale. Plus ils sont médiocres et mesquins, plus leur égo est gigantesque. Du point de vue éthique, ce sont des imbéciles heureux, ceux de la Ballade des gens qui sont nés quelque part. Le problème, c’est qu’il y en a beaucoup dans la société humaine. Ils sont nombreux et se démènent – c’est leur but essentiel – pour être les premiers, pour dominer, pour commander, pour diriger ; ils aiment le pouvoir, ils apprécient aussi de faire sentir aux autres l’importance qu’ils s’attribuent ou celle qu’ils se sont attribuée, quel que soit le niveau où ils se situent ; de même les pouvoirs démesurés dont ils disposent peuvent s’appliquer à n’importe quel poste ou niveau : du vigile au président le plus grand. Ils développent le syndrome de la peste émotionnelle, telle que al décrivait Wilhelm Reich ; ils la véhiculent et l’imposent. Et chose facile à comprendre, plus le niveau de pouvoir auquel ils accèdent, plus grande est la nuisance qu’ils représentent, plus – on me passera l’expression – ils emmerdent (littéralement) le monde.
Oufti, dit Lucien l’âne, je me demande comment ils peuvent vivre avec eux-mêmes, ce doit être écœurant, insupportable. Cependant, restons-en là, sinon, on n’en sortira pas aujourd’hui. Ça nous mènerait je ne sais où et en tout cas, trop loin. Pour l’heure, tissons le linceul de ce vieux monde pestilentiel, tout petit, trop grand, rond, plat, multiple, unique et cacochyme.
Heureusement !
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
« Les petits hommes », ha, ah !, dit Lucien l’âne, mais tous les hommes sont petits, même comparés à un cheval ou à une vache, ou à un cochon.
Lucien l’âne mon ami, je t’arrête tout de suite. Certes, tu as raison, vu comme ça, les hommes sont tous petits, mais ce n’est pas de cette grandeur-là qu’il s’agit ; il s’agit de la grandeur au sens moral, pas de la taille de leur corps, ni de la taille de leur richesse matérielle relative, mais de la taille de leur personnalité.
En quelque sorte, dit Lucien l’âne, il s’agit de leur petitesse intérieure.
Juste, reprend Marco Valdo M.I., et comme on le sait, les hommes et les femmes peuvent considérer leurs semblables de divers points de vue. Dans ce cas, on considère les gens du point de vue de la personnalité, chose qui englobe toutes sortes d’éléments et singulièrement, le caractère, la posture morale et pour tout dire, la psychologie globale de l’individu et pas de son physique.
Oh, dit Lucien l’âne, ainsi un homme grand peut être un petit homme et un homme petit un grand homme et bien entendu, pareil pour les femmes, avec certaine nuance ; ainsi, on dira de Christine de Suède ou de Catherine de Russie qu’elles étaient de grandes dames – elles étaient de la noblesse et occupaient de hautes fonctions avec un certain brio et d’Hypatie d’Alexandrie ou de Marie Curie que c’étaient de grandes femmes, car leur grandeur se mesure à leur intelligence, à leur valeur scientifique ainsi qu’à leur humanité – qui n’ont aucun pouvoir coercitif sur les autres. Pour les mêmes raisons, on pense assurément de Voltaire que c’est un grand homme, pareillement pour Socrate, Aristote, Einstein ou Bertrand Russell. Ce n’est pas le cas pour Jules César, Alexandre le Grand ou Louis XIV, qu’on dit aussi le Grand, qui sont des gens qui doivent leur grandeur à d’autres critères.
Bref, dit Lucien l’âne, je vois de quoi il s’agit quand on parle de grands hommes et donc, que seraient alors les petits hommes de la chanson ?
Eh bien, dit Marco Valdo M.I., je voudrais quand même insister sur le fait qu’on peut être un grand homme sans aucune renommée et être à jamais ignoré comme tel. De tels grands hommes sont heureux, car ils appliquent à la lettre la morale du grillon de Florian : « Pour vivre heureux, vivons cachés ». Maintenant, voyons ces petits hommes de la chanson. Ce sont des nains moraux, leur petitesse est morale ; il faut les considérer du point de vue de leur personnalité (ou de l’absence de celle-ci) ; ils sont petits moralement et ce, quel que soit le poste, le rang qu’ils ont dans la société. En clair, ils peuvent occuper la plus haute fonction d’une société ou la plus basse, détenir les plus grands ou le plus petit pouvoirs, ils n’en restent pas moins de petits hommes.
Et ces petits hommes, dit Lucien l’âne, le mot qui les qualifie le mieux ne serait-il pas : mesquin ?
Exactement, dit Marco Valdo M.I., c’est le bon mot ; ce qui les caractérise, c’est la mesquinerie, c’est leur principale qualité. Ceci dit, ils ont également un égo inversement proportionnel à leur taille morale. Plus ils sont médiocres et mesquins, plus leur égo est gigantesque. Du point de vue éthique, ce sont des imbéciles heureux, ceux de la Ballade des gens qui sont nés quelque part. Le problème, c’est qu’il y en a beaucoup dans la société humaine. Ils sont nombreux et se démènent – c’est leur but essentiel – pour être les premiers, pour dominer, pour commander, pour diriger ; ils aiment le pouvoir, ils apprécient aussi de faire sentir aux autres l’importance qu’ils s’attribuent ou celle qu’ils se sont attribuée, quel que soit le niveau où ils se situent ; de même les pouvoirs démesurés dont ils disposent peuvent s’appliquer à n’importe quel poste ou niveau : du vigile au président le plus grand. Ils développent le syndrome de la peste émotionnelle, telle que al décrivait Wilhelm Reich ; ils la véhiculent et l’imposent. Et chose facile à comprendre, plus le niveau de pouvoir auquel ils accèdent, plus grande est la nuisance qu’ils représentent, plus – on me passera l’expression – ils emmerdent (littéralement) le monde.
Oufti, dit Lucien l’âne, je me demande comment ils peuvent vivre avec eux-mêmes, ce doit être écœurant, insupportable. Cependant, restons-en là, sinon, on n’en sortira pas aujourd’hui. Ça nous mènerait je ne sais où et en tout cas, trop loin. Pour l’heure, tissons le linceul de ce vieux monde pestilentiel, tout petit, trop grand, rond, plat, multiple, unique et cacochyme.
Heureusement !
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
LES PETITS HOMMES AU POUVOIR ÉNORME
Les petits hommes au pouvoir immense
Ont été à l’école
Et portent des cravates.
Ils ont des biens et des familles et des dettes
Et veulent le meilleur pour leur patrie abstraite.
Les petits hommes au pouvoir énorme
Ont énormément d’ambition,
C’est nous qui en manquons.
Ils sont photogéniques, peignés, joviaux et au régime
Et regardent de haut les autres hommes.
Ils s’éveillent et sont prêts à l’instant,
Pour dormir, ils n’ont pas assez de temps.
Pour eux, la musique et le chant sont une perte de temps.
Ils ne pensent jamais à un rêve,
À un poème, à un arbre.
Ils rient peu et très rarement.
Les petits hommes au pouvoir colossal
Ont été depuis des ères immémoriales
Une race d’hommes spéciale.
Leurs erreurs sont fausses, leurs vertus sont fatales,
Leur arrogance est absolument normale.
Leurs femmes sont encore pires,
Avec leur air de deux airs.
On ne sait pourquoi ils en sont fiers.
Leurs enfants sont peureux, frivoles et stupides.
Dès après leur naissance, elles ont des hémorroïdes.
Ils ont des maîtresses, encore plus pires,
Qu’ils engagent comme secrétaires,
Qui sont là pour l’argent et l’influence,
Qui papillonnent et se moquent des choses,
Sourient de travers, parlent à tort et s’imposent.
Un petit homme m’a demandé : « Que devais-je faire ?
Le pouvoir était proche, j’ai dit oui
Et j’ai eu de la chance : maintenant je suis ici
Avec la police et les militaires.
Et le fait que je sois petit est oublié.
Je bois du champagne doux
Et comme il a bon goût,
Je suis comblé.
Petit homme, Dieu ne m’a pas gâté.
J’encaisse beaucoup. J’avale la saleté
Et je boucle des tas de dossiers.
Mais ce que je fais, je le fais pour la patrie.
Je n’abandonnerai pas mon peuple.
Ce serait irresponsable.
Je me sacrifie.
Les petits hommes au pouvoir démesuré
Pensent au courage et aux responsabilités,
Jamais à démissionner.
Nous, on est dans la merde jusqu’au cou.
Dès qu’on se bat pour s’en échapper,
Un petit homme arrive et se moque de nous.
Les petits hommes ont beaucoup promis,
On a entendu vraiment beaucoup leurs cris,
Mais rien n’a changé.
Un seul conseil : Méfiez-vous, chers amis,
Des petits hommes aux pouvoirs démesurés.
Les petits hommes au pouvoir immense
Ont été à l’école
Et portent des cravates.
Ils ont des biens et des familles et des dettes
Et veulent le meilleur pour leur patrie abstraite.
Les petits hommes au pouvoir énorme
Ont énormément d’ambition,
C’est nous qui en manquons.
Ils sont photogéniques, peignés, joviaux et au régime
Et regardent de haut les autres hommes.
Ils s’éveillent et sont prêts à l’instant,
Pour dormir, ils n’ont pas assez de temps.
Pour eux, la musique et le chant sont une perte de temps.
Ils ne pensent jamais à un rêve,
À un poème, à un arbre.
Ils rient peu et très rarement.
Les petits hommes au pouvoir colossal
Ont été depuis des ères immémoriales
Une race d’hommes spéciale.
Leurs erreurs sont fausses, leurs vertus sont fatales,
Leur arrogance est absolument normale.
Leurs femmes sont encore pires,
Avec leur air de deux airs.
On ne sait pourquoi ils en sont fiers.
Leurs enfants sont peureux, frivoles et stupides.
Dès après leur naissance, elles ont des hémorroïdes.
Ils ont des maîtresses, encore plus pires,
Qu’ils engagent comme secrétaires,
Qui sont là pour l’argent et l’influence,
Qui papillonnent et se moquent des choses,
Sourient de travers, parlent à tort et s’imposent.
Un petit homme m’a demandé : « Que devais-je faire ?
Le pouvoir était proche, j’ai dit oui
Et j’ai eu de la chance : maintenant je suis ici
Avec la police et les militaires.
Et le fait que je sois petit est oublié.
Je bois du champagne doux
Et comme il a bon goût,
Je suis comblé.
Petit homme, Dieu ne m’a pas gâté.
J’encaisse beaucoup. J’avale la saleté
Et je boucle des tas de dossiers.
Mais ce que je fais, je le fais pour la patrie.
Je n’abandonnerai pas mon peuple.
Ce serait irresponsable.
Je me sacrifie.
Les petits hommes au pouvoir démesuré
Pensent au courage et aux responsabilités,
Jamais à démissionner.
Nous, on est dans la merde jusqu’au cou.
Dès qu’on se bat pour s’en échapper,
Un petit homme arrive et se moque de nous.
Les petits hommes ont beaucoup promis,
On a entendu vraiment beaucoup leurs cris,
Mais rien n’a changé.
Un seul conseil : Méfiez-vous, chers amis,
Des petits hommes aux pouvoirs démesurés.
Contributed by Marco Valdo M.I. - 2020/10/2 - 19:41
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Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Parole e musica di Georg Kreisler (1922-2011), scrittore satirico e di cabaret e compositore viennese, statunitense d’adozione. Infatti la sua famiglia, di religione ebraica, fu costretta a fuggire dopo l’Anschluss hitleriano nel 1938.
Nel suo album intitolato “Mit dem Rücken gegen die Wand”, con Barbara Peters.
Testo trovato su georgkreisler.info
“Gli uomini piccoli con un grande potere non ci hanno portato mai molto lontano… Posso solo dire: caro popolo, stai attento agli uomini piccoli con un potere enorme!”