Dorme la barca in fondo al mare
dormono i grilli con le cicale
dorme un bambino lì sulla spiaggia
viaggio di gente che più non viaggia
Dorme per sempre l’ipocrisia
la scalda il lume della bugia
dorme il pirata nel salvagente
chiusa nel camion dorme la gente
Dorme la fiaba, la culla l'onda
Stella di mare, il cielo affonda
E la coscienza sopra il sofà
Dorme abbracciata con la pietà
Urla risacca contro lo scoglio
Si spegne il faro con l'erba voglio
Dormono un sonno molto profondo
tutti quei sogni del sud del mondo
I pra i sogne l’onti ce ca ta te strùmmari
Ignà i piscaduri fracheste cestefàri
Anà i cananduri camentelè marine
Fracasse persette e nun tiré cunfine
Urà ichistisorti fra ceste muraturi
E l’undesaline frammenteré i cunduri
La praie s’assorti e buttanendefore
I zarti, i strupenti, i lundandussimmori
Col pescecane dorme speranza
senza più un letto, senza una stanza
senza ritorno, senza più niente
senti una nenia, viene da oriente,
che sale piano come preghiera
dormi bambino che adesso è sera
che sale piano come preghiera
dormi bambino che adesso è sera
Ca tutte stundate l’arrà s’arrimmeschette
E futtestrummù le rie c’arripendette
Ci sbunzeru scardi, rapistri e ruvinossi
Lundàta nesciò e sburze chisti morti
Ca ‘ntigneru e misi i lussi a sbunza a sbunza
E lonza e capuscu strummari a cirripunza
L’annotta ascinnette e spasse u mantu stisu
Sull’uttu d’infierzu castessi umparavisu
Allurda saccursire ‘u sire du munnu
Casiera urdimmatu l’ignaviu rusunnu
E non ceri nienzi da spìrtari ancùra
O nienzu ennìntisu l’intierda parùra
Tutti quei sogni del sud del mondo
dormono un sonno molto profondo
Dormono i grilli con le cicale
dorme la barca in fondo al mare
dormono i grilli con le cicale
dorme un bambino lì sulla spiaggia
viaggio di gente che più non viaggia
Dorme per sempre l’ipocrisia
la scalda il lume della bugia
dorme il pirata nel salvagente
chiusa nel camion dorme la gente
Dorme la fiaba, la culla l'onda
Stella di mare, il cielo affonda
E la coscienza sopra il sofà
Dorme abbracciata con la pietà
Urla risacca contro lo scoglio
Si spegne il faro con l'erba voglio
Dormono un sonno molto profondo
tutti quei sogni del sud del mondo
I pra i sogne l’onti ce ca ta te strùmmari
Ignà i piscaduri fracheste cestefàri
Anà i cananduri camentelè marine
Fracasse persette e nun tiré cunfine
Urà ichistisorti fra ceste muraturi
E l’undesaline frammenteré i cunduri
La praie s’assorti e buttanendefore
I zarti, i strupenti, i lundandussimmori
Col pescecane dorme speranza
senza più un letto, senza una stanza
senza ritorno, senza più niente
senti una nenia, viene da oriente,
che sale piano come preghiera
dormi bambino che adesso è sera
che sale piano come preghiera
dormi bambino che adesso è sera
Ca tutte stundate l’arrà s’arrimmeschette
E futtestrummù le rie c’arripendette
Ci sbunzeru scardi, rapistri e ruvinossi
Lundàta nesciò e sburze chisti morti
Ca ‘ntigneru e misi i lussi a sbunza a sbunza
E lonza e capuscu strummari a cirripunza
L’annotta ascinnette e spasse u mantu stisu
Sull’uttu d’infierzu castessi umparavisu
Allurda saccursire ‘u sire du munnu
Casiera urdimmatu l’ignaviu rusunnu
E non ceri nienzi da spìrtari ancùra
O nienzu ennìntisu l’intierda parùra
Tutti quei sogni del sud del mondo
dormono un sonno molto profondo
Dormono i grilli con le cicale
dorme la barca in fondo al mare
Langue: italien
Il testo originale di Nini Giacomelli con alcune piccole differenze rispetto alla versione cantata
NINNA NANNA IN FONDO AL MARE
Dorme la barca in fondo al mare
dormono i grilli e le cicale
dorme un bambino lì sulla spiaggia
viaggio di gente che più non viaggia
Dorme per sempre l’ipocrisia
la scalda il lume di una bugia
dorme il pirata col salvagente
e dentro al camion dorme la gente
Dormono le favole, le culla un'onda
Stelle di mare, il cielo affonda
Dorme coscienza sopra il sofà
Da troppo tempo dorme pietà
Urla risacca contro lo scoglio
Si spegne il faro con l'erba voglio.
Dormono un sonno molto profondo
fatto con i sogni del sud del mondo
Col pescecane dorme speranza
senza più un letto, senza una stanza
senza ritorno, senza più niente
senti una nenia che viene da oriente,
che sale piano come preghiera
dormi bambino che adesso è sera.
Dorme la barca in fondo al mare
dormono i grilli e le cicale
dorme un bambino lì sulla spiaggia
viaggio di gente che più non viaggia
Dorme per sempre l’ipocrisia
la scalda il lume di una bugia
dorme il pirata col salvagente
e dentro al camion dorme la gente
Dormono le favole, le culla un'onda
Stelle di mare, il cielo affonda
Dorme coscienza sopra il sofà
Da troppo tempo dorme pietà
Urla risacca contro lo scoglio
Si spegne il faro con l'erba voglio.
Dormono un sonno molto profondo
fatto con i sogni del sud del mondo
Col pescecane dorme speranza
senza più un letto, senza una stanza
senza ritorno, senza più niente
senti una nenia che viene da oriente,
che sale piano come preghiera
dormi bambino che adesso è sera.
Ho messo a posto il testo inserendo il testo del "coro greco" in questa lingua inventata da Alessio Lega come ce lo ha fornito lo stesso autore.
A proposito del testo Alessio dice che è una lingua "inventata sì, ma non improvvisata... ha echi sonori del leccese, del siculo e del grico (per come risuonano nella mia testa), e ovviamente non significa nulla."
In realtà però non è vero che il testo non significa nulla: significa invece moltissimo, anche se niente di preciso, anzi il coro dà supporto e senso ed è un complemento necessario al testo italiano che dà forza e originalità alla canzone.
A proposito del testo Alessio dice che è una lingua "inventata sì, ma non improvvisata... ha echi sonori del leccese, del siculo e del grico (per come risuonano nella mia testa), e ovviamente non significa nulla."
In realtà però non è vero che il testo non significa nulla: significa invece moltissimo, anche se niente di preciso, anzi il coro dà supporto e senso ed è un complemento necessario al testo italiano che dà forza e originalità alla canzone.
Lorenzo - 15/5/2018 - 23:14
Come si permette il signor Vega DI DARE DEI delinquenti al nuovo governo eletto democraticamente dal popolo italiana. La solita inteligentia sinistrorsa, non ha capito che gli italiani ne hanno le tasche piene di gente come lui.
(Franco )
(Franco )
Il popolo italiana marciare compatti verso l'avveniro con inteligentia! Eia eia onestà! [CCG/AWS Staff]
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Testo di Nini Giacomelli
Sonetto "in una lingua inventata" di Alessio Lega
Musica di Alessio Lega, Rocco Marchi e Francesco Magnelli
Canta Ginevra Di Marco
Cori Alessio Lega
Accompagnano l'Orchestra Multietnica di Arezzo, Francesco Magnelli, Andrea Salvadori.
Videoclip di Riccardo Pittaluga
Interpretata anche da Ascanio Celestini
Nini Giacomelli aveva scritto un’intensa filastrocca ispirata ai bimbi migranti morti in mare, illustrata con molto gusto per un libro. Mi ha chiesto di metterla in musica.
Ora, musicare un brano è sempre un terno a lotto, per di più se su un tema del genere: c’è il rischio di banalizzare o di essere didascalici e sentimentali. Quando è necessario dare peso alle parole per fortuna la musica popolare ci indica la via: una Ninna Nanna è un canto intimo, né allegro né triste, né maggiore né minore, ma pendola fra i due modi. Sentivo inoltre bisogno di un coro greco, di ulteriori sillabe, ma non volevo sovrappormi con le frasi della canzone, tutte essenziali. Allora ho costruito una sorta di sonetto in una lingua inventata, che allude senza dire.
L’insistenza di Nini ha coinvolto l’adesione di Ginevra Di Marco e del maestro Francesco Magnelli, nonché dell’amico Andreino Salvadori che hanno costruito uno sfondo sonoro di impatto sensazionale. Ginevra ha cantato al di là di ogni aspettativa (che pure era altissima): ascoltate la sua naturalezza nel sussurrare sui toni bassi e la sua asciutta monumentalità su quelli alti. Scrivere per la migliore cantante italiana è un lusso.
Il (quasi) architetto Rocco Marchi - il mio collaboratore storico - ha messo assieme tutto quanto. Riccardo Pittaluga cui già devo due video e un intero documentario sul mio lavoro ha girato un video davvero sobrio e toccante.
Insomma, davanti a quest’epocale tragedia di profughi e migranti, forse noi non conteremo poi molto, senz’altro meno dei delinquenti che si apprestano a gestire il Governo, ma ci siamo e ci saremo, perché se siamo vivi non potremo mai essere indifferenti.
Alessio Lega