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Ο ύμνος του Μάαστριχτ

Thanasis Gaïfyllias / Θανάσης Γκαϊφύλλιας
Langue: grec moderne


Thanasis Gaïfyllias / Θανάσης Γκαϊφύλλιας

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O ymnos tou Maastricht
[1992]
Parole e musica: Thanasis Gaïfyllias
Στίχοι και μουσική: Θανάσης Γκαïφύλλιας
Lyrics and music: Thanasis Gaifyllias

Maastricht, 11 dicembre 1991. I firmatari del Trattato in posa. Vediamo se li riconoscete.
Maastricht, 11 dicembre 1991. I firmatari del Trattato in posa. Vediamo se li riconoscete.


Canzone nel 1992. Dicono che, in Grecia, allora, tutti erano allegri, contenti, “europei”, democratici, socialisti, papandrei, spendevano e spandevano soldi inesistenti ipotecando tutto il paese e indebitandosi, indebitandosi, indebitandosi...dicevano anche che il “futuro” sarebbe stato della Grecia, mettendosi a tavola coi lupi che, intanto, firmavano il “trattato di Maastricht”, ve lo ricordate? 1992, già. Mentre in Italia correva l' “annus horribilis”, che sarebbe stato seguito da anni horribiliores, in Grecia si pensava al futuro radioso, già alle Olimpiadi del centenario (che sarebbero state scippate da Atlanta e dalla Coca Cola), e si diceva che bisognava essere molto furbi e nascondere bene le stronzate che venivano fatte, con un sorriso e una mano tesa. Qualcuno se ne stava già accorgendo, di che cosa sarebbe successo nel “radioso futuro”; tra questi, un omino con la barba e la chitarra, questo sig. Thanasis Gaïfyllias che, appunto nel 1992, compose quest' “Inno di Maastricht”, dedicato a quelli che ora, dalle loro belle presidenze, regni, banche e quant'altro berciano contro i “populismi” e i fascismi che hanno creato o ricreato. E così, tutti quanti, eccoci diventati “europei”. [RV]
Άγγλοι, Γάλλοι, Πορτογάλοι
και λοιποί ιθαγενείς
χώρεσαν σ’ ένα τσουβάλι
και στον πάτο του εμείς.

Εμείς βάλαμε υποθήκη
από Κρήτη μέχρι Έβρο
κι αφού μπήκαμε στα χρέη
έτσι γίναμ’ Ευρωπαίοι.

Άλλοι κάναν τα παζάρια
εν τω μέσω της νυκτός
κι όταν έφτασε η ώρα
νά 'ρθει ο λογαριασμός

Παραλήπτης πάντα ο ίδιος
ο υπέροχος λαός
παραλήπτης πάντα ο ίδιος
ο λεβέντης ο λαός.
Παραλήπτης πάντα ο ίδιος
το κορόιδο ο λαός.

Νιώθω λίγο σαν χαϊβάνι
πίσω απ’ τ’ ώριμο καρότο
λαχανιάζω και ιδρώνω
για τη τσέπη τους γαμώτο

Και μου λεν κάτι τζιμάνια
είναι θέμα υπομονής, 
οι κουτόφραγκοι στο μέλλον
θα’ ναι υπό και τούρλα εμείς. 

Λες να είμαι τέτοια μάρκα
και κανείς να μη το ξέρει
και να κρύβω τη μαγκιά μου
πίσω απ’ τ’ απλωμένο χέρι.

Όταν κάτσει με τους λύκους
στο τραπέζι ο καθείς
σίγουρα θ’ αφήσει πίσω
μαυροφόρους συγγενείς.

envoyé par Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 29/3/2018 - 11:01



Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
29 marzo 2018 11:04

Thanasis Gaïfyllias un po' prima del 1992.
Thanasis Gaïfyllias un po' prima del 1992.
INNO DI MAASTRICHT

Inglesi, francesi, portoghesi
insieme a altri indigeni
si son messi dentro a un sacco,
e, in fondo al sacco, noialtri.

Ci siamo ipotecati
da Creta fino all'Evro [1]
poi ci siamo indebitati,
Europei siam diventati.

Altri han mercanteggiato
nel bel mezzo della notte, [2]
e quand'è arrivata l'ora
di dover pagare il conto

Sempre lo stesso destinatario,
il popolo straordinario
Sempre lo stesso destinatario,
il popolo gagliardo
Sempre lo stesso destinatario,
il popolo stronzo.

Mi sento un po' un idiota,
dietro a una bella carota, [3]
ho il fiatone e sudo forte
per le loro tasche di merda.

E mi dicono dei cretini
che è questione di pazienza,
che quei dementi di europei [4]
dopo staranno in fondo, e in cima noi.

Mi dici: Devi essere furbo,
ma che nessuno lo sappia!,
e nascondi le tue stronzate
dietro alla mano tesa.

Quando ognuno assieme ai lupi
si mette a sedere a tavola,
di certo si lascerà dietro
parenti vestiti a lutto.
[1] Una semplice coincidenza, essendo la canzone del 1992; o addirittura una sorta di profezia? L'Evro (Evros) è il fiume che segna gli estremi confini settentrionali della Grecia, in Tracia; dire “da Creta fino all'Evro” è come il nostro “da Aosta a Capo Passero”. Però il termine è anche, curiosamente, omofono (sebbene non omografo) di “evro”, l'euro, la moneta unica insomma, sulle cui banconote c'è scritto anche in greco, ΕΥΡΩ. Il trattato di Maastricht, come tutti sanno, è stato il primo avvio alla “moneta unica”. Singolare, no?

[2] Da notare che, nel testo originale, l'espressione è totalmente in katharevousa, vale a dire praticamente in greco antico.

[3] Veramente nel testo originale sarebbe “una carota matura” (ώριμο) ; ma non ho resistito, qua, a fare la rima, e “una matura carota” suona ridicolo.

[4] Φράγκος è tradizionalmente, in Grecia, l' “europeo occidentale”.

29/3/2018 - 11:04




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