Si tratta di un canto di galera raccolto da Caterina Bueno in provincia di Grosseto. Il testo proviene da La musica dell'altra Italia.
Battan le sette e mezzo a la mattina,
vien quattro sbirri a visitar le celle,
chi guarda l'inferriata e chi l'ascolto,
chi guarda il vaso e chi le catinelle.
O birro, birro, birro,
a te ritorneranno,
gli occhini che hanno pianto rideranno;
gli occhini che hanno pianto rideranno
quegl'occhi che hanno riso piangeranno.
Io me ne voglio andare all'Asinara
dove non c'è rilogi né campane,
dove non c'è rilogi né campane,
do' si sente rumori delle catene.
Sia maledetto chi 'nventò le chiave,
chi 'nventò le galere e' tribunali,
chi 'nventò le galere e' tribunali
e le corte d'assisi, bagni penali.
vien quattro sbirri a visitar le celle,
chi guarda l'inferriata e chi l'ascolto,
chi guarda il vaso e chi le catinelle.
O birro, birro, birro,
a te ritorneranno,
gli occhini che hanno pianto rideranno;
gli occhini che hanno pianto rideranno
quegl'occhi che hanno riso piangeranno.
Io me ne voglio andare all'Asinara
dove non c'è rilogi né campane,
dove non c'è rilogi né campane,
do' si sente rumori delle catene.
Sia maledetto chi 'nventò le chiave,
chi 'nventò le galere e' tribunali,
chi 'nventò le galere e' tribunali
e le corte d'assisi, bagni penali.
envoyé par Riccardo Venturi - 4/4/2007 - 21:44
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