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Mostar

Lalli
Langue: italien


Lalli

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(Stefano Saletti & Piccola Banda Ikona)
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(Lalli)
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(Lalli)


[1998]
Testo e musica di Marinella Ollino [Lalli]
Da "Tempo di Vento"

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Una splendida canzone della grande, ma riservata cantautrice torinese.
Sul Mostar e il suo ponte vedi anche Neretva di Ginevra Di Marco, con un brano di Paolo Rumiz nell'introduzione.

A wonderful song by a great and reserved folksinger from Turin. On Mostar Old Bridge, see also Neretva by Ginevra di Marco, introduced by a passage by Paolo Rumiz.
[CCG/AWS Staff]

starimostEppure me lo ricordo sempre quel ponte senza pari, quello vero, non quello rifatto "più antico di prima" dopo la sua distruzione. Me lo ricordo liscio, rosato, scivoloso, i suoi gradini. E me lo ricordo come ponte tra due mondi, forse addirittura più di due; non soltanto un bello, un bellissimo ponte su un fiume. Un giorno hanno deciso di distruggerlo, stupidamente ma non inutilmente; l'utilità di chi ha voluto così era quella di annullare i collegamenti, concreti in ogni senso, tra quei mondi che dicono "diversi". Così è stato, sembra; poi lo hanno rifatto con le tecniche originali, addirittura con ogni minimo frammento recuperabile di quello originale; ma non è più un ponte. E' una finzione che rimarrà tale finché non si verranno a ricreare le condizioni che ne facevano davvero un ponte. Forse ciò non avverrà mai, ma "mai" è un avverbio che la storia non ama eccessivamente. Nel bene e nel male. Nel frattempo il Vecchio Ponte di Mostar, lo Stari Most da cui la città stessa prese nome, se ne sta lì sulla sua Neretva, o Narenta. Adempie al suo compito, sono tornati forse i turisti, sono tornati i ragazzini che vi si tuffano per qualche spicciolo. Che bello spettacolo. Uno spettacolo. Ma mi sento uno spiacevole testimone di quel che era la realtà, prima. Con la mia culata presavi scivolando in una torrida giornata di luglio. E un testimone della distruzione che rividi qualche tempo dopo, quando il ponte però era ancora fieramente in piedi. Non voleva morire, quel suo essere ponte vero. Qualche mese ancora e fu centrato in pieno, bombardato di imbecillità umana, polverizzato.[RV]
Senti la neve, com'è calda qui
Nessun rumore e anche il cecchino si dev'essere stupito
Senti la neve? Senti la neve?

Lavoravo qui con mio padre
e un pezzo di quel ponte, sai, era anche mio,
e di un poeta che non voleva morire per i confini dei potenti
Senti la neve? senti la neve?

Solo l'odio e le cicatrici, diceva,
ci sarebbero venuti dietro per sempre con le nostre ombre
come le nostre ombre,
come le nostre orme sopra la neve
Com'è fredda qui tra le mie dita
Senti la neve? Senti la neve?

Un colpo dietro l'altro ha coperto tutto
ha coperto tutto ma non proprio tutto
adesso i miei occhi vedono tutto bianco, senza confini,
vedono tutto quello che non c'è più,
ci distinguo ancora la luna,
ma sono così stanco ora, adesso mi riposo un po'
qui sulla neve
Senti la neve? Senti la neve?



Langue: croate

Versione croata di Monia
MOSTAR

Osjećaj snijeg, kako je ovdje vrući
Ni jedan štropot, i snajperist također mora
bit' začuden
Osjećaš snijeg? Osjećaš snijeg?

Radio sam tu sa svojem ocom
i jedan je dio toga mosta bio i moji, znaš,
bio je i moji i jednoga pjesnika
koji nije htio umrjeti
zbog granica gospodarih
Osjećaš snijeg? Osjećaš snijeg?

Rekao je da bi samo mržnja i ožiljaci
bili došli iza nas za uvijek
s našim sjenama
kao naše sjene
kao naše tragovi iznad snijega
Kako je hladan ovdje medju mojim prstima
Osjećaš snijeg? Osjećaš snijeg?

envoyé par Monia - 6/9/2005 - 22:04




Langue: français

Version française de Riccardo Venturi
4 septembre 2008
MOSTAR

Tu sens la neige, ce qu'elle est chaude ici...
Pas le moindre bruit, même le tireur doit s'être étonné
Tu sens la neige? Tu sens la neige?

Je travaillais ici avec mon père
Et un morceau de ce pont, tu sais, m'appartenait,
à moi aussi et à un poète qui ne voulait pas mourir
pour les frontières des puissants
Tu sens la neige? Tu sens la neige?

Seulement la haine et les cicatrices, disait-il,
nous auraient suivi à jamais avec nos ombres,
comme nos ombres,
comme nos traces sur la neige
Ce qu'elle est froide ici entre mes doigts,
Tu sens la neige? Tu sens la neige?

Un coup après l'autre a tout couvert,
a tout couvert, mais pas entièrement tout
maintenant mes yeux voient tout blanc, sans frontières,
ils voient tout ce que n'existe plus,
j'y distingue encore la lune,
mais je suis tellement fatigué, je vais me reposer un peu
ici sur la neige
Tu sens la neige? Tu sens la neige?

4/9/2008 - 00:33


"I confini sono nelle vostre teste"!
Su un ponte tra Mostar Est e Mostar Ovest

 "I confini sono nelle vostre teste"!


via Sarajevo Rewind

CCG Staff - 24/2/2015 - 21:39


in questo conflito si cerca ancora la colpa europea, quando la maggior colpa di maggior parte dei disastri allora avvenuti è della diplomazia russa, la russa politica imperiale che come sempre non guarda in faccia a nessuno!

Krzysiek - 25/2/2015 - 00:34


Mostar: trent'anni fa lo Stari Most in macerie

Mostar, vista da lontano la passerella di corde al posto del ponte abbattuto - 1994
Mostar, vista da lontano la passerella di corde al posto del ponte abbattuto - 1994


Il 9 novembre del 1993 Lo Stari Most, il Ponte Vecchio, simbolo di Mostar, veniva distrutto dall'esercito croato-bosniaco che teneva la parte est della città sotto assedio. Costruito nel 1557 dall’architetto Hajrudin Mimar, discepolo di Sinan, padre dell’architettura ottomana classica. Sono trascorsi trent'anni da quel giorno e lo ricordiamo con alcune foto di quegli anni scattate da Mario Boccia.

9/11/2023 - 22:35


Mostar 30 anni fa. Grazie Riccardo per aver ricordato la distruzione del ponte di Mostar con questo brano ed il link a Neretva di Ginevra di Marco.
Mi associo a questo ricordo senza aggiunger altro che la canzone Tra asilo ed esilio che avevo dedicato ad un grande figlio di Mostar Predrag Matvejevic pubblicata qui sul sito. Un abbraccip

Paolo Rizzi - 10/11/2023 - 09:43


Carissimo Paolo, non sono stato io a ricordare l'avvenimento; penso che sia stato Lorenzo, il Webmaster, e ha fatto benissimo anche a mettere in evidenza questa canzone. A me, sinceramente, era sfuggito, non lo nego, sebbene oltre vent'anni fa sia stato proprio io a proporla alla "raccolta primitiva" delle Canzoni Contro la Guerra, le 603 canzoni originali di questo sito raccolte ai tempi della mobilitazione internazionale contro l'attacco USA all'Iraq. E' una canzone che mi toccava direttamente, proprio nel senso letterale della cosa: il ponte di Mostar lo avevo visto e attraversato in tempo di pace, nell'ex Jugoslavia, (percorrendolo in discesa con una formidabile "culata", perché era lucido e scivolosissimo) e lo ho attraversato l'ultima volta nell'aprile del 1993, durante una spedizione di aiuto per la quale facevo da interprete, quando era ancora in piedi. Ma attorno c'era la distruzione totale, sia dalla parte croata che da quella musulmana. Non so se hai presente: conoscere un paesaggio, una città, e rivederla distrutta qualche anno dopo, distrutta da una guerra insensata. L'immagine che mi porterò sempre negli occhi è quella di un improbabile "ristorante italiano" (si chiamava "Da Leonardo"), che sorgeva proprio a pochi metri dallo Stari Most, e dove qualche anno prima avevo mangiato con una persona che allora mi era cara. Bene: al posto del ristorante, c'era una buca. Una voragine da bombardamento. La famosa voragine dei ricordi, verrebbe da dire. Pochi mesi dopo, il ponte fu abbattuto, col generale croato che -si dice- abbia pronunciato la celebre frase: "Era antico? Lo rifaremo più antico di prima". In realtà potrebbe essere una leggenda metropolitana, tipo la frase attribuita a Voltaire. Poco importa. Ad ogni modo, grazie a chiunque abbia ricordato questo episodio.

Riccardo Venturi - 10/11/2023 - 11:11




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