Que el mundo fue y será una porquería, ya lo sé,
en el quinientos seis y en el dos mil también;
que siempre ha habido chorros,
maquiavelos y estafaos,
contentos y amargaos, valores y dublés.
Pero que el siglo veinte es un despliegue
de malda insolente ya no hay quien lo niegue,
vivimos revolcaos en un merengue
y en el mismo lodo todos manoseaos.
Hoy resulta que es lo mismo ser derecho que traidor,
ignorante, sabio, chorro, generoso, estafador.
¡Todo es igual, nada es mejor,
lo mismo un burro que un gran profesor!
No hay aplazaos ni escalafón,
los inmorales nos han igualao...
Si uno vive en la impostura
y otro afana en su ambición,
da lo mismo que sea cura,
colchonero, rey de bastos,
caradura o polizón.
¡Qué falta de respeto, qué atropello a la razón!
¡Cualquiera es un señor, cualquiera es un ladrón!
Mezclaos con Stavisky van don Bosco y la Mignon,
don Chicho y Napoleón, Carnera y San Martin.
Igual que en la vidriera irrespetuosa
de los cambalaches se ha mezclao la vida,
y herida por un sable sin remache
ves llorar la Biblia contra un calefón.
Siglo veinte, cambalache, problematico y febril,
el que no llora no mama y el que no afana es un gil.
¡Dale nomas, dale que va,
que alla en el horno te vamo a encontrar!
¡No pienses mas, tirate a un lao,
que a nadie importa si naciste honrao!
Si es lo mismo el que labura
noche y dia como un buey
que el que vive de las minas,
que el que mata o el que cura
o está fuera de la ley.
en el quinientos seis y en el dos mil también;
que siempre ha habido chorros,
maquiavelos y estafaos,
contentos y amargaos, valores y dublés.
Pero que el siglo veinte es un despliegue
de malda insolente ya no hay quien lo niegue,
vivimos revolcaos en un merengue
y en el mismo lodo todos manoseaos.
Hoy resulta que es lo mismo ser derecho que traidor,
ignorante, sabio, chorro, generoso, estafador.
¡Todo es igual, nada es mejor,
lo mismo un burro que un gran profesor!
No hay aplazaos ni escalafón,
los inmorales nos han igualao...
Si uno vive en la impostura
y otro afana en su ambición,
da lo mismo que sea cura,
colchonero, rey de bastos,
caradura o polizón.
¡Qué falta de respeto, qué atropello a la razón!
¡Cualquiera es un señor, cualquiera es un ladrón!
Mezclaos con Stavisky van don Bosco y la Mignon,
don Chicho y Napoleón, Carnera y San Martin.
Igual que en la vidriera irrespetuosa
de los cambalaches se ha mezclao la vida,
y herida por un sable sin remache
ves llorar la Biblia contra un calefón.
Siglo veinte, cambalache, problematico y febril,
el que no llora no mama y el que no afana es un gil.
¡Dale nomas, dale que va,
que alla en el horno te vamo a encontrar!
¡No pienses mas, tirate a un lao,
que a nadie importa si naciste honrao!
Si es lo mismo el que labura
noche y dia como un buey
que el que vive de las minas,
que el que mata o el que cura
o está fuera de la ley.
Contributed by Riccardo Venturi - 2007/3/23 - 13:56
Language: Italian
Versione italiana
ROBIVECCHI
Che il mondo sia stato è sarà una porcheria lo so bene…
Nel cinquecentosei e anche nel Duemila.
Che sempre ci siano stati ladri,
ingannatori e truffati,
contenti e avviliti, valori e imitazioni…
Ma che il secolo venti sia un orizzonte
di male insolente, non c’è più nessuno che lo neghi.
Viviamo travolti in una baraonda
e in ugual fango tutti impastati…
Ed è lo stesso oggi esser retto o traditore !…
Ignorante, saggio, ladro, generoso o truffatore !
E’ tutto uguale ! Niente è migliore !
Lo stesso un asino che un grande professore !
Non ci sono bocciati ne’ graduatoria,
gli immorali ci hanno uguagliato.
Se uno vive nell’impostura
e un altro ruba per ambizione,
è lo stesso che sia prete,
materassaio, re di bastoni,
imprudente o clandestino !…
Che mancanza di rispetto, che assalto alla ragione!
Chiunque è un signore ! Chiunque è un ladro !
Va Don Bosco con Stavisky e “La Mignon”,
Don Chicho e Napoleone, Carnera e San Martìn…
Come la vetrina irrispettosa
dei robivecchi si mischia la vita
e ferita da una lama senza filo
vedi piangere la Bibbia accanto allo scaldabagno…
Secolo ventesimo disordinato problematico e febbrile!…
Chi non piange non poppa e chi non ruba è un fesso !
Dacci dentro dai ! Dai che tutto va bene !
Che tanto ci incontreremo laggiù all’inferno !
Non pensarci su, stattene da parte,
che a nessuno importa se sei un uomo d’onore !
Lo stesso chi fatica notte e giorno, come un bue,
e chi vive degli altri, chi uccide, chi guarisce
o sta fuori della legge…
Che il mondo sia stato è sarà una porcheria lo so bene…
Nel cinquecentosei e anche nel Duemila.
Che sempre ci siano stati ladri,
ingannatori e truffati,
contenti e avviliti, valori e imitazioni…
Ma che il secolo venti sia un orizzonte
di male insolente, non c’è più nessuno che lo neghi.
Viviamo travolti in una baraonda
e in ugual fango tutti impastati…
Ed è lo stesso oggi esser retto o traditore !…
Ignorante, saggio, ladro, generoso o truffatore !
E’ tutto uguale ! Niente è migliore !
Lo stesso un asino che un grande professore !
Non ci sono bocciati ne’ graduatoria,
gli immorali ci hanno uguagliato.
Se uno vive nell’impostura
e un altro ruba per ambizione,
è lo stesso che sia prete,
materassaio, re di bastoni,
imprudente o clandestino !…
Che mancanza di rispetto, che assalto alla ragione!
Chiunque è un signore ! Chiunque è un ladro !
Va Don Bosco con Stavisky e “La Mignon”,
Don Chicho e Napoleone, Carnera e San Martìn…
Come la vetrina irrispettosa
dei robivecchi si mischia la vita
e ferita da una lama senza filo
vedi piangere la Bibbia accanto allo scaldabagno…
Secolo ventesimo disordinato problematico e febbrile!…
Chi non piange non poppa e chi non ruba è un fesso !
Dacci dentro dai ! Dai che tutto va bene !
Che tanto ci incontreremo laggiù all’inferno !
Non pensarci su, stattene da parte,
che a nessuno importa se sei un uomo d’onore !
Lo stesso chi fatica notte e giorno, come un bue,
e chi vive degli altri, chi uccide, chi guarisce
o sta fuori della legge…
Contributed by Fabrizio Pasetti - 2011/3/27 - 22:58
NOTE SUI PERSONAGGI CITATI
a cura di Marcia Rosati
Alexander Stavisky
Truffatore internazionale morto suicida in un carcere di Baiona (Bayonne, in Francia) nel 1934.
Don Bosco
Fondatore dell'ordine dei Salesiani, canonizzato da Pio XI nello stesso anno. Qui citato ad emblema della santità e di una esistenza votata all'altruismo.
Don Chicho
Nomignolo di Juan Galiffi, capo della mafia argentina,arrestato e processato nel 1932.
Primo Carnera
Pugile italiano campione mondiale dei pesi massimi nel 1933.
..maquiavelos
Nel contesto colloquiale del testo si riferisce non tanto al Niccolò Machiavelli letterato e funzionario cinquecentesco (Il Principe) quanto alla accezione più consuetamente popolare di: "persona furba e calcolatrice".
La Mignón
Dal francese "mignonne", che significa graziosa, amata, prediletta ma anche "amante". E' con quest'ultimo significato che qui Discépolo usa il termine: come sinonimo di "mantenuta" appunto.
San Martín
José de San Martín, generale e politico argentino che concepì e mise in atto il piano dell'indipendenza dell'Argentina, del Cile e del Perù, nel quadro dell'emancipazione del continente sudamericano.
Napoleón
Insieme a San Martín, questo personaggio storico universalmente conosciuto per le sue imprese militari viene intenzionalmente mescolato da Discépolo agli altri più effimeri "eroi" da rotocalco sportivo o sensazionalista.
a cura di Marcia Rosati
Truffatore internazionale morto suicida in un carcere di Baiona (Bayonne, in Francia) nel 1934.
Fondatore dell'ordine dei Salesiani, canonizzato da Pio XI nello stesso anno. Qui citato ad emblema della santità e di una esistenza votata all'altruismo.
Nomignolo di Juan Galiffi, capo della mafia argentina,arrestato e processato nel 1932.
Pugile italiano campione mondiale dei pesi massimi nel 1933.
Nel contesto colloquiale del testo si riferisce non tanto al Niccolò Machiavelli letterato e funzionario cinquecentesco (Il Principe) quanto alla accezione più consuetamente popolare di: "persona furba e calcolatrice".
Dal francese "mignonne", che significa graziosa, amata, prediletta ma anche "amante". E' con quest'ultimo significato che qui Discépolo usa il termine: come sinonimo di "mantenuta" appunto.
José de San Martín, generale e politico argentino che concepì e mise in atto il piano dell'indipendenza dell'Argentina, del Cile e del Perù, nel quadro dell'emancipazione del continente sudamericano.
Insieme a San Martín, questo personaggio storico universalmente conosciuto per le sue imprese militari viene intenzionalmente mescolato da Discépolo agli altri più effimeri "eroi" da rotocalco sportivo o sensazionalista.
marcia - 2007/7/20 - 11:21
Language: English
[BAZAAR]
That the world was and it will be filth,
I already know...
In the year five hundred and six
and in the year two thousand too!
There always have been thieves,
traitors and victims of fraud,
happy and bitter people,
valuables and imitations
But, that the twentieth century
is a display
of insolent malice,
nobody can deny it anymore.
We lived sunk in a fuzz
and in the same mud
all well-worn...
Today it happens it is the same
to be decent or a traitor!
To be an ignorant, a genius, a pickpocket,
a generous person or a swindler!
All is the same! Nothing is better!
They are the same, an idiot ass
and a great professor!
There are no failing grades or merit valuations,
the immoral have caught up with us.
If one lives in a pose
and another, in his ambition, steals,
it's the same if it's a priest,
a mattress maker, a king of clubs,
a cad or a tramp.
What a lack of respect,
what a way to run over reason!
Anybody is a gentleman!
Anybody is a thief!
Mixed with Stavinsky, you have Don Bosco
and La Mignon
don Chicho and Napoleon,
Carnera and San Martin.
Like in the disrespectful window
of the bazaars,
life is mixed up,
and wounded by a sword without rivets
you can see a Bible crying
next to a water heater.
Twentieth century, bazaar
problematic and feverish!
If you don't cry you don't get fed
and if you don't steal you're a stupid.
Go ahead! Keep it up!
That there, in hell
we're gonna reunite.
Don't think anymore,
move out of the way.
Nobody seems to care
if you were born honest.
It's the same the one who works,
day and night like an ox,
than the one who lives from the others,
than the one that kills or heals
or than the one who lives outside the law.
That the world was and it will be filth,
I already know...
In the year five hundred and six
and in the year two thousand too!
There always have been thieves,
traitors and victims of fraud,
happy and bitter people,
valuables and imitations
But, that the twentieth century
is a display
of insolent malice,
nobody can deny it anymore.
We lived sunk in a fuzz
and in the same mud
all well-worn...
Today it happens it is the same
to be decent or a traitor!
To be an ignorant, a genius, a pickpocket,
a generous person or a swindler!
All is the same! Nothing is better!
They are the same, an idiot ass
and a great professor!
There are no failing grades or merit valuations,
the immoral have caught up with us.
If one lives in a pose
and another, in his ambition, steals,
it's the same if it's a priest,
a mattress maker, a king of clubs,
a cad or a tramp.
What a lack of respect,
what a way to run over reason!
Anybody is a gentleman!
Anybody is a thief!
Mixed with Stavinsky, you have Don Bosco
and La Mignon
don Chicho and Napoleon,
Carnera and San Martin.
Like in the disrespectful window
of the bazaars,
life is mixed up,
and wounded by a sword without rivets
you can see a Bible crying
next to a water heater.
Twentieth century, bazaar
problematic and feverish!
If you don't cry you don't get fed
and if you don't steal you're a stupid.
Go ahead! Keep it up!
That there, in hell
we're gonna reunite.
Don't think anymore,
move out of the way.
Nobody seems to care
if you were born honest.
It's the same the one who works,
day and night like an ox,
than the one who lives from the others,
than the one that kills or heals
or than the one who lives outside the law.
Contributed by Riccardo Venturi - 2007/3/23 - 14:27
Language: Dutch
Versione neerlandese (olandese/fiamminga) anonima
CAMBALACHE
Dat de wereld een zwijnerij
was en zal zijn, dat weet ik al
In het jaar 506
en in 2000 ook
Er waren altijd dieven
intriganten en oplichters
tevredenen en verbitterden
edelmannen en klatergoud.
Maar dat de twintigste eeuw
een uitstalraam is
van brutale boosaardigheid
wordt door niemand ontkend.
We leven wentelend in de wanorde
allemaal ploeterend
in de zelfde modder.
Vandaag maakt het niet uit
oprecht te zijn, of verrader
onwetend, geleerde of dief
edelmoedig of oplichter
Alles om het even, niets is beter
Een ezel of een grote geleerde,
geen verschil
Niemand wordt gebuisd,
niemand krijgt onderscheiding
De immorelen scheren ons over dezelfde kam
Als de ene van bedrog leeft
en de andere rooft uit ambitie
dan blijft het gelijk pastoor te zijn
of matrassenmaker, of klaverenheer,
schaamteloos of gemeen.
Wat een gebrek aan respect
welke belediging van het verstand
iedereen is een heer
iedereen is een dief
Alles door elkaar : Stavisky
Don Bosco en "La Mignón"
Don Chicho en Napoleon
Carnera en San Martín
Zoals in het oneerbiedige uitstalraam
van de brolwinkels,
het leven op een hoop,
en, gewond door een sabel
zie je de bijbel huilen
naast de radiator.
Twintigste eeuw, brolwinkel
dubieus en koortsachtig
Wie aandringt kan alles verkrijgen
en wie niet oplicht is een idioot
Genoeg ! Weg ermee !
We zien elkaar terug in de hel
Denk niet meer na, ga aan de kant staan.
Niemand geeft er om
dat je fatsoenlijk bent geboren
Allemaal om het even, hij die zwoegt
als een paard, dag en nacht,
hij die leeft van de anderen
hij die doodt, hij die geneest
of buiten de wet leeft.
Dat de wereld een zwijnerij
was en zal zijn, dat weet ik al
In het jaar 506
en in 2000 ook
Er waren altijd dieven
intriganten en oplichters
tevredenen en verbitterden
edelmannen en klatergoud.
Maar dat de twintigste eeuw
een uitstalraam is
van brutale boosaardigheid
wordt door niemand ontkend.
We leven wentelend in de wanorde
allemaal ploeterend
in de zelfde modder.
Vandaag maakt het niet uit
oprecht te zijn, of verrader
onwetend, geleerde of dief
edelmoedig of oplichter
Alles om het even, niets is beter
Een ezel of een grote geleerde,
geen verschil
Niemand wordt gebuisd,
niemand krijgt onderscheiding
De immorelen scheren ons over dezelfde kam
Als de ene van bedrog leeft
en de andere rooft uit ambitie
dan blijft het gelijk pastoor te zijn
of matrassenmaker, of klaverenheer,
schaamteloos of gemeen.
Wat een gebrek aan respect
welke belediging van het verstand
iedereen is een heer
iedereen is een dief
Alles door elkaar : Stavisky
Don Bosco en "La Mignón"
Don Chicho en Napoleon
Carnera en San Martín
Zoals in het oneerbiedige uitstalraam
van de brolwinkels,
het leven op een hoop,
en, gewond door een sabel
zie je de bijbel huilen
naast de radiator.
Twintigste eeuw, brolwinkel
dubieus en koortsachtig
Wie aandringt kan alles verkrijgen
en wie niet oplicht is een idioot
Genoeg ! Weg ermee !
We zien elkaar terug in de hel
Denk niet meer na, ga aan de kant staan.
Niemand geeft er om
dat je fatsoenlijk bent geboren
Allemaal om het even, hij die zwoegt
als een paard, dag en nacht,
hij die leeft van de anderen
hij die doodt, hij die geneest
of buiten de wet leeft.
Contributed by Marcia - 2008/7/3 - 13:44
Language: Spanish
Cari amici, stavo per mandarvi questa canzone non sapendo che c'era già. Io l'ho appena sentita nella versione che ne ha fatto Caetano Veloso nel 1969; ha il testo leggermente diverso.
Que el mundo fue y será
una porquería, ya lo sé.
En el quinientos seis
y en el dos mil, también.
Que siempre ha habido chorros,
maquiavelos y estafaos,
contentos y amargaos,
varones y dublés.
Pero que el siglo veinte
es un despliegue
de maldá insolente,
ya no hay quien lo niegue.
Vivimos revolcaos en un merengue
y en el mismo lodo
todos manoseaos.
Hoy resulta que es lo mismo
ser derecho que traidor,
ignorante, sabio, chorro,
pretensioso o estafador...
¡Todo es igual!
¡Nada es mejor!
Lo mismo un burro
que un gran profesor.
No hay aplazaos ni escalafón,
los inmoraleses nos han igualao.
Si uno vive en la impostura
y otro roba en su ambición,
da lo mismo que sea cura,
colchonero, Rey de Bastos,
caradura o polizón.
¡Qué falta de respeto,
qué atropello a la razón!
Cualquiera es un señor,
cualquiera es un ladrón...
Mezclao con Toscanini
Ringo Starr y Napoleón
Don Bosco y La Mignon,
John Lennon y San Martín...
Igual que en la vidriera
irrespetuosa
de los cambalaches
se ha mezclao la vida,
y herida por un sable sin remache
ves llorar La Biblia
junto a un calefón.
Siglo veinte, cambalache
problemático y febril...
El que no llora no mama
y el que no afana es un gil.
¡Dale, nomás...!
¡Dale, que va...!
¡Que allá en el Horno
se vamo' a encontrar...!
No pienses más; sentate a un lao,
que a nadie importa si naciste honrao...
Es lo mismo el que labura
noche y día como un buey,
que el que vive de las minas,
que el que mata, que el que cura,
o está fuera de la ley...
una porquería, ya lo sé.
En el quinientos seis
y en el dos mil, también.
Que siempre ha habido chorros,
maquiavelos y estafaos,
contentos y amargaos,
varones y dublés.
Pero que el siglo veinte
es un despliegue
de maldá insolente,
ya no hay quien lo niegue.
Vivimos revolcaos en un merengue
y en el mismo lodo
todos manoseaos.
Hoy resulta que es lo mismo
ser derecho que traidor,
ignorante, sabio, chorro,
pretensioso o estafador...
¡Todo es igual!
¡Nada es mejor!
Lo mismo un burro
que un gran profesor.
No hay aplazaos ni escalafón,
los inmoraleses nos han igualao.
Si uno vive en la impostura
y otro roba en su ambición,
da lo mismo que sea cura,
colchonero, Rey de Bastos,
caradura o polizón.
¡Qué falta de respeto,
qué atropello a la razón!
Cualquiera es un señor,
cualquiera es un ladrón...
Mezclao con Toscanini
Ringo Starr y Napoleón
Don Bosco y La Mignon,
John Lennon y San Martín...
Igual que en la vidriera
irrespetuosa
de los cambalaches
se ha mezclao la vida,
y herida por un sable sin remache
ves llorar La Biblia
junto a un calefón.
Siglo veinte, cambalache
problemático y febril...
El que no llora no mama
y el que no afana es un gil.
¡Dale, nomás...!
¡Dale, que va...!
¡Que allá en el Horno
se vamo' a encontrar...!
No pienses más; sentate a un lao,
que a nadie importa si naciste honrao...
Es lo mismo el que labura
noche y día como un buey,
que el que vive de las minas,
que el que mata, que el que cura,
o está fuera de la ley...
Contributed by Renato Stecca - 2010/9/11 - 19:11
Leggo quanto segue sul sito Bossa Nova Clube, nell’articolo Carlos Gardel. El mito del tango:
”... Carlos Gardel nunca cantó la canción Cambalache, por estar cronológicamente terminada, sólo unos meses después de su trágico accidente (24 junio 1935)....”
Il paio di video presenti su YouTube in cui si associano Gardel e Cambalache non riportano in realtà versioni di Gardel.
Nella ricca pagina su es.wikipedia dedicata a “Cambalache” non c’è alcun cenno a Gardel.
Credo che il brano vada assegnato al suo autore, Enrique Santos Discépolo, che lo scrisse per il film “El Alma Del Bandoneón” del 1935, nella quale era interpretato da Ernesto Famá con l’orchestra di Francisco Lomuto.
“Cambalache” racconta in particolare della cosiddetta “Década Infame”, il periodo dittatoriale iniziato nel 1930 con il golpe contro il presidente legittimo Hipólito Yrigoyen e (non) finito nel 1943. Ho scritto non perchè il realtà i regimi militari ed autoritari in Argentina si susseguirono, con la loro ininterrotta striscia di sangue, per oltre mezzo secolo, fino al 1983, quando terminò (ma con un lungo strascico successivo) la più feroce di tutte le dittature, quella di Videla, Massera e soci.
”... Carlos Gardel nunca cantó la canción Cambalache, por estar cronológicamente terminada, sólo unos meses después de su trágico accidente (24 junio 1935)....”
Il paio di video presenti su YouTube in cui si associano Gardel e Cambalache non riportano in realtà versioni di Gardel.
Nella ricca pagina su es.wikipedia dedicata a “Cambalache” non c’è alcun cenno a Gardel.
Credo che il brano vada assegnato al suo autore, Enrique Santos Discépolo, che lo scrisse per il film “El Alma Del Bandoneón” del 1935, nella quale era interpretato da Ernesto Famá con l’orchestra di Francisco Lomuto.
“Cambalache” racconta in particolare della cosiddetta “Década Infame”, il periodo dittatoriale iniziato nel 1930 con il golpe contro il presidente legittimo Hipólito Yrigoyen e (non) finito nel 1943. Ho scritto non perchè il realtà i regimi militari ed autoritari in Argentina si susseguirono, con la loro ininterrotta striscia di sangue, per oltre mezzo secolo, fino al 1983, quando terminò (ma con un lungo strascico successivo) la più feroce di tutte le dittature, quella di Videla, Massera e soci.
Bernart Bartleby - 2016/3/22 - 11:47
Bisognerebbe risistemare l'introduzione dato che la canzone non è mai stata cantata da Gardel
Lorenzo - 2017/12/10 - 00:35
Fatto, con la rimozione di qualsiasi riferimento a Carlos Gardel e un'ampliamento dell'introduzione. Salud!
Riccardo Venturi - 2017/12/10 - 22:34
×
Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Letra y música: Enrique Santos Discépolo
Testo e musica: Enrique Santos Discépolo
Lyrica and music: Enrique Santos Discépolo
Interpretata tra gli altri da Joan Manuel Serrat, Caetano Veloso, León Gieco, Luis Eduardo Aute, Liliana Felipe e Ismael Serrano.
Saldamente protetti dall'apparato repressivo, questi individui si dedicavano a "ripulire" il linguaggio della musica popolare bonaerense (quindi, tout court, del tango). La storia del tango è piena zeppa di episodi avvenuti durante i periodi in cui era costantemente sotto il tacco dei censori, i castratori dell'espressione sociale di una classe.
E' un comune errore supporre che i testi dei tanghi fossero scritti da illetterati o "gente della strada". Al contrario, da Pascual Contursi a Homero Manzi, gli autori più celebrati erano persone coltissime e poeti celebrati. Il fatto che scegliessero di scrivere poesia nel linguaggio della gente comune guadagnò loro il rispetto di tutti, tranne (ovviamente) che dell'elite "culturale" che appoggiava il potere dominante. Tra questi autori troviamo anche Enrique Discépolo, di cui è necessario leggere bene questo testo.
Si capirà così meglio perché, nel 1976, poco dopo il golpe militare che portò al potere la sanguinosa e rovinosa giunta di Videla, Massera e Galtieri, una "velina" impose alla radio e alla tv argentina di non trasmettere più "Cambalache". [RV]
Cambalache è un tango argentino composto nel 1934 da Enrique Santos Discépolo, che fu eseguito in pubblico alla fine dello stesso anno al Teatro Maipo di Buenos Aires. Su richiesta dello stesso Discépolo, fu cantato per la prima volta dalla cantante Sofía “La Negra” Bozán. Cambalache fu uno dei tanghi composti da Discépolo per la colonna sonora del film El Alma del Bandoneón, presentato il 20 febbraio 1935 e diretto dal regista Mario Soffici, nato a Firenze ma trapiantato in Argentina fin dall'età di nove anni. Alcuni altri tanghi presenti nel film erano stati composti assieme a Luis César Amadori, che era nato a Pescara (il padre di Enrique Discépolo, Santo Discepolo, era invece un affermato musicista napoletano); Cambalache, però, è di esclusiva composizione di Enrique Discépolo. Nel film, fu interpretato da Ernesto Famá accompagnato dall'orchestra di Francisco Lomuto.
Il tango fu originariamente composto durante il cosidetto ”Decennio Infame” della storia Argentina, che in realtà di anni ne durò circa tredici. E' il “Decennio Infame” che viene denunciato nel testo del tango di Discépolo. Ebbe inizio con il colpo di stato del 6 settembre 1930 che destituì il presidente Hipólito Yrigoyen, ed ebbe termine con l'altro colpo di stato del 4 giugno 1943, che destituì il presidente Ramón Castillo e portò praticamente al potere Juan Domingo Perón. Il “Decennio Infame” fu sinteticamente un periodo di restaurazione conservatrice, con tutti i suoi quattro presidenti che si succedettero; fu segnato anche da una pesante crisi economica, da un ristagno generalizzato della società e da campagne “moralizzatrici”. Così, i governi del Decennio Infame arrivarono a proibire qualsiasi espressione considerata “immorale” riguardo ai costumi o al paese, qualsiasi riferimento alle pratiche sessuali e all'ubriachezza, e persino il lunfardo, il linguaggio popolare bonaerense frammisto di italianismi (perlopiù liguri). La censura lavorava a pieno regime, e anche Cambalache vi ricadde con il divieto di trasmetterlo per radio.
Nel 1949, quando Perón era già saldamente al potere e capo del governo, gli amministratori della SADAIC, la SIAE argentina, richiesero al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni che le restrizioni su Cambalache fossero annullate, senza alcun risultato. Il 25 marzo 1949 vi fu un incontro diretto con Perón, durante il quale il primo ministro affermò di ignorare l'esistenza di tali direttive censorie, che rimosse. Sebbene la canzone avesse avuto un'origine contestualizzata, la denuncia che contiene dei mali della società ha assunto realmente un carattere universale e applicabile ad ogni paese del mondo. Cambalache non è un termine esclusivamente argentino: si usa anche in Bolivia, in Cile, in Paraguay e in Uruguay, e, come il rispettivo verbo cambalachar è di lontana origine portoghese (cambar “scambiare”). In genere indica un “robivecchi”, un “rigattiere”, ma si usa anche per indicare un luogo o una situazione dove predominano il disordine e il rumore. [RV, 10.12.17]