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Muntuñmageyiñ tayiñ mapu

Rayen Kvyeh
Langue: mapudungun


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Poesia di Rayen Kvyeh
Da "Luna dei primi germogli" (We coyvn ñi kvyeh)
Edizioni Gorée, Iesa (SI), 2006
Cura e traduzione di Antonio Melis e Luciano Giannelli

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Così hanno ritrovato Santiago Maldonado.

Martedì scorso, a sera, dentro al Río Chubut, a soli trecento metri di distanza dalla comunità Mapuche di Pu Lof a Cushamen, dove il 1° agosto, durante dei violenti scontri con la polizia argentina, Santiago Maldonado era stato prelevato desapareciendo.

E' ricomparso così. Sommerso e agganciato a dei rami, dentro un fiume.

Vorrei quindi dedicare a Santiago Maldonado questa composizione di Rayen Kvyeh, poetessa del popolo mapuche.

So da me che dedicare qualsiasi cosa a un morto ammazzato da una polizia qualsiasi, di qualsiasi parte di questo mondo maledetto, non serve assolutamente a niente.

So bene che il popolo mapuche, come tanti altri popoli della terra, è semplicemente destinato a scomparire perché la sua terra non è sua. E' delle multinazionali, è dei governi democratici assassini al loro servizio.

Ciononostante, gliela dedico lo stesso.

Rayen Kvyeh era poche sere fa a Firenze, al “Rovo”. Il “Rovo” è terra occupata. Ci è arrivata ingessata con due polsi spezzati; glieli ha spezzati la polizia cilena, poco tempo fa, durante una manifestazione.

E' anche per questo che dedico questa sua cosa a Santiago Maldonado. E basta così. [AT-XXI]
Pikum kvrvf
ka kurv fvxake xomv
kvpalnieygvn kom ba dugu.

Wadkvwadkvgey fvxa bafkeh
ka kiñe fvxa mewbeh kvrvf
vxvfentuyefi ci kvla nafiw
ka lepvxipayey fij mvlelu pu lelfvn
ka mawida mew.

Wadkvn lafeley vxirvwvn,
mija ñi duwam, ka ñi gvnegeam kom,
nvkvtiefigvn ka reqgeyefigvn
tayiñ pu ce kurv fvhgelu,
coyvlu tayiñ mapu mew.

Pañuskvleci kuwv mew,
home bafkeh kvpaci pu wingka,
pvheygvn kurv fvxake xalka
cafentumageymi tami xawa,
mapu ñuke.

Kiñe mojfvñ bewfv
weflu pikum mapu mew,
rupay mewbeh reke
tayiñ mapu mew
puwi cew ñi afnawvn mapu.

Awkaleci ñi kuralge,
gage ce pu wingka,
kaxvñmapafi ñi puñ mew niel
tvfaci mapu ñi pu coyvn,
muntun dugu mew konkey
tañi kvrus egvn ka ñi imperiw.

envoyé par L'Anonimo Toscano del XXI secolo - 23/10/2017 - 23:33



Langue: italien

Traduzione italiana di Antonio Melis e Luciano Giannelli
(Op. cit., pp. 5/7)
HANNO RUBATO LA NOSTRA TERRA

Il vento del nord
e grandi nuvole nere
portano voci di morte.

Il grande mare che ribolle
e un grande vento vorticoso
scagliano tre navi
e devastano pianure
e montagne.

Una ribollente lava di morte
oro, potere e dominio totale
travolge e sottomette
i semi neri
dei figli della terra.

Con mani morbide
lo straniero dell'altro lato del mare
impugna grandi cannoni neri,
lacera il tuo ventre
madre terra.

Un fiume di sangue
appare nella terra del nord,
passa come un uragano
per la nostra terra
fino ai limiti del mondo.

Occhi guerrieri
dello straniero invasore
tagliano le viscere
delle figlie di questa terra
con violenze carnali
in nome della croce e dell'impero.

envoyé par L'Anonimo Toscano del XXI secolo - 23/10/2017 - 23:37




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