Buonanotte luce che non sfuochi negli occhi suoi stanchi,
tra coperte di ciglia abbassate sulla notte davanti.
Vagli a dire, se riesci, che lo veglia un’amante taciuta
e che gli farà coperta il mio sguardo, la più calda che ha avuta.
Buonanotte luce, fiamma che irradi il suo ardire,
fatti fievole lanterna accesa che gli culla il dormire.
Vagli a dire di me, dei miei respiri svelti ad uscire,
nell’affanno di un amore nuovo a cui non so più mentire.
Ho intrecciato le mie fantasie fino a farne la trama di un canto
che di sentir cantare ora bramo con la mia e la sua voce soltanto,
in quel giorno che i fiori di prato vedranno le mie alle sue labbra abbracciarsi
ed, unite, di mai più lasciarsi in silenzio giurarsi.
Buonanotte luce, febbre di folgore antico
che da sempre riluci sul viso di ogni ardente bandito,
vagli a dire, se puoi, che se ieri ordinava il mio agire
ora che è capitano di carne mi comanda il sentire;
che se nelle sue mani sino a ieri ho veduto il potere,
di carezze in attesa di un volto ora le vede piene.
Buonanotte amore - dico cosi perché non puoi sentire -
e da sveglio hai per primo pensiero quello di non morire.
Verrà il giorno che il giorno sarà di chiamar questo inferno “ricordo”,
di soffiar nell’armonica il fiato tenuto sospeso ad ogni torto
che questi anni d’ortica ci hanno calcato in fondo alla gola:
in quel giorno ti avrò per me sola, ti avrò per me sola.
tra coperte di ciglia abbassate sulla notte davanti.
Vagli a dire, se riesci, che lo veglia un’amante taciuta
e che gli farà coperta il mio sguardo, la più calda che ha avuta.
Buonanotte luce, fiamma che irradi il suo ardire,
fatti fievole lanterna accesa che gli culla il dormire.
Vagli a dire di me, dei miei respiri svelti ad uscire,
nell’affanno di un amore nuovo a cui non so più mentire.
Ho intrecciato le mie fantasie fino a farne la trama di un canto
che di sentir cantare ora bramo con la mia e la sua voce soltanto,
in quel giorno che i fiori di prato vedranno le mie alle sue labbra abbracciarsi
ed, unite, di mai più lasciarsi in silenzio giurarsi.
Buonanotte luce, febbre di folgore antico
che da sempre riluci sul viso di ogni ardente bandito,
vagli a dire, se puoi, che se ieri ordinava il mio agire
ora che è capitano di carne mi comanda il sentire;
che se nelle sue mani sino a ieri ho veduto il potere,
di carezze in attesa di un volto ora le vede piene.
Buonanotte amore - dico cosi perché non puoi sentire -
e da sveglio hai per primo pensiero quello di non morire.
Verrà il giorno che il giorno sarà di chiamar questo inferno “ricordo”,
di soffiar nell’armonica il fiato tenuto sospeso ad ogni torto
che questi anni d’ortica ci hanno calcato in fondo alla gola:
in quel giorno ti avrò per me sola, ti avrò per me sola.
envoyé par dq82 - 25/9/2017 - 10:15
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"La storia sbagliata" (2010)
Da questo incontro prende vita una complessa e ricca vicenda di misteri, eroismi e probabili tradimenti definita , nella prefazione di Marino Severini, la storia di tutte le storie, l’amore della Gianna e del Neri, un amore al tempo in cui il vento lacerava le liste dei fucilieri. Una storia infangata, umiliata, ingiuriata strappata alla memoria, soffocata bendata e poi scaraventata nel burrone della dimenticanza. Ma l’amore vince, vince sempre.
Filippo Andreani scrive e racchiude magistralmente questa storia , questa storia italiana , italiana lombarda, in un’opera pop realizzata per voce e chitarre , musicata, cantata e scritta in un essenziale libro cd edito da Nodo Libri i Suoni. E’ un coraggioso e riuscito tentativo di raccontare la storia della resistenza e del sacrificio con parole e musica da un brillante e geniale cantautore .
“Una libreria ancora vuota e scatole di libri da riporvi. Era la primavera di due anni fa. L’abitazione di ogni nuova casa è sempre preceduta dalla necessità di sentirla propria: a questo scopo, chi ama leggere ed ascoltare musica vi ci porta libri e dischi prima d’ogni altra cosa. Nel breve tragitto che dalla scatola porta al ripiano, i libri quasi ti guardano negli occhi, mentre li giri tra le mani per riporli nel senso corretto. E passano titoli che non ricordavi di avere, insieme a quelli che ti ricordano un’età, o il posto dove li hai letti e l’odore che c’era. Il cuore si ferma e riparte quando scorrono le copertine dei libri che hai quasi imparato a memoria. Tra questi, quelli che mi avevano svelato l’incredibile storia della “Gianna” e del “Capitano Neri”. Non so ancora dire perché mi sia perdutamente innamorato di questa vicenda: se sia stato piu’ per una curiosità diventata brama di riviverne i giorni, o se per un’emozione cullata sino a volerne riscrivere le sorti. Ma, di fatto, finivo di riempire la libreria con quei due nomi davanti, uno per occhio. Finché, terminato il lavoro, cominciai a scrivere su un foglio arrivato da chissà dove le prime parole….”se il punto di vista di Dio…”. L’inizio della prima canzone del mio primo disco…..”
da Babylonbus