I - Sul Ponte di Hiroshima
Essi non devono giacere
e basta.
la loro
non è una morte abituale
ma
un monito,
un avvertimento.
orchestra
su un ponte di Hiroshima
un uomo
pizzica le corde di uno strumento
e canta.
dove vi aspettate di trovare il volto,
non troverete un volto,
ma una cortina:
perché non ha più volto.
dove vi aspettate di trovare la mano,
non troverete una mano,
ma un artigilio d’acciaio:
perché non ha più mano.
finché non avremo esorcizzato il pericolo,
che alla sua prima manifestazione
portò via 200.000 uomini,
quell’automa
sarà su quel ponte
e
canterà la sua canzone.
sarà su tutti i ponti
che conducono al nostro futuro comune
come atto di accusa
come messaggero.
facciamo quanto occorre
per potergli dire:
non sei più necessario;
puoi lasciare il tuo posto.
II - Djamila Boupacha
Quitadme de los ojos esta niebla de siglos.
Quiero mirar las cosas
como un niño.
Es triste amanecer
y ver todo lo mismo.
Esta noche de sangre,
este fango infinito.
Ha de venir un día,
distinto.
Ha de venir la luz,
creedme lo que os digo.
III – Tu
Sarà un cielo chiaro. S’apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell’aria ferma.
[I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite.] Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S’aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l’acqua nelle fontane -
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
[Le finestre sapranno
l’odore della pietra e dell’aria
mattutina.] S’aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.
Sarai tu - ferma e chiara.
Essi non devono giacere
e basta.
la loro
non è una morte abituale
ma
un monito,
un avvertimento.
orchestra
su un ponte di Hiroshima
un uomo
pizzica le corde di uno strumento
e canta.
dove vi aspettate di trovare il volto,
non troverete un volto,
ma una cortina:
perché non ha più volto.
dove vi aspettate di trovare la mano,
non troverete una mano,
ma un artigilio d’acciaio:
perché non ha più mano.
finché non avremo esorcizzato il pericolo,
che alla sua prima manifestazione
portò via 200.000 uomini,
quell’automa
sarà su quel ponte
e
canterà la sua canzone.
sarà su tutti i ponti
che conducono al nostro futuro comune
come atto di accusa
come messaggero.
facciamo quanto occorre
per potergli dire:
non sei più necessario;
puoi lasciare il tuo posto.
II - Djamila Boupacha
Quitadme de los ojos esta niebla de siglos.
Quiero mirar las cosas
como un niño.
Es triste amanecer
y ver todo lo mismo.
Esta noche de sangre,
este fango infinito.
Ha de venir un día,
distinto.
Ha de venir la luz,
creedme lo que os digo.
III – Tu
Sarà un cielo chiaro. S’apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell’aria ferma.
[I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite.] Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S’aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l’acqua nelle fontane -
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
[Le finestre sapranno
l’odore della pietra e dell’aria
mattutina.] S’aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.
Sarai tu - ferma e chiara.
Contributed by Bernart Bartleby - 2017/9/24 - 17:03
×
Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Musica di Luigi Nono, per soprano, tenore e orchestra
Sui seguenti tre testi:
Günther Anders (1902-1992), “Sul punte di Hiroshima”, da “Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki” [titolo originale: “Der Mann auf der Brücke. Tagebuch aus Hiroshima und Nagasaki”, C.H. Beck, Monaco 1959], tr. it. di Renato Solmi, con una prefazione di Norberto Bobbio, Einaudi, Torino 1961;
Jesús López Pacheco, “Djamila Boupacha” [titolo originale: “Esta noche”, poesia del 1962];
Cesare Pavese, “Tu”, [titolo originale: “Passerò per Piazza di Spagna”, da “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, 1950 (1951).
Testo trovato sull'Archivio Luigi Nono
La prima esecuzione di quest’opera avvenne il 22 agosto 1962 a Edimburgo. Le tre parti, dice Nono stesso, sono tre situazioni proprie del nostro tempo, diverse tra loro ma tutte riconducibili alla tematica della follia criminale e dell’oppressione e della possibilità di opporvisi, di contrastarle con l’amore e la libertà. Il trattamento della linea vocale è estremamente semplice e diretto, un lungo lamento che lentamente emerge dall’orchestra e, dopo un climax di grande impatto emotivo, nuovamente vi scompare. Nono ci indica il senso di questo breve inserto, che si colloca al vertice dell’intera composizione: un puro canto di speranza sorge dalla Spagna “sprofondata nelle tenebre” e trova la sua eco nella voce dell’algerina Djamila Boupacha, torturata dai Paras in Algeria, simbolo per noi tutti di una via d’amore, di libertà, contro tutte le forme d’oppressione e di tortura neonazista. “La mia tecnica di scrittura vocale, scrive Nono, vi si sviluppa per l’interazione reciproca tra le strutture intervallari e i differenti campi sonori da un lato e l’espressione umana dall’altro
(Cristiano Ostinelli, da “Luigi Nono e il suono elettronico”, nel catalogo del 10° Festival di Milano Musica, 2001)