Et le village dormait
sous un voile de mariée
brumes et toits d'épousailles
et l'aube couvait l'été
qui dirait du haut de la colline
que les gueux roulent en chaumine
la peur du jour des lendemains
quand le village dormait
sous un voile de mariée
brumes et toits d'épousailles
et l'aube couvait l'été
Et le vent vint du Ponant
carder les laines d'été
fruits et fleurs de semailles
et l'aube ruissait les blés
qui dira que le tocsin de la guerre
menait alors les chants de la terre
avant le temps sans lendemain
quand le vent vint du Ponant
carder les laines d'été
fruits et fleurs de semailles
et l'aube ruissait les blés
Et le jour grinçait des dents
sur le seuil des reposés
cris et pleurs de bataille
et l'aube trempait l'épée
qui eut dit que pareille tendresse
couvait alors noble détresse
et guerre du jour née du matin
quand le jour grinçait des dents
sur le seuil des reposés
cris et fleurs de bataille
et l'aube trempait l'épée
Sous ton seul dais d'étoiles
toi qui dors à ciel ouvert
sais-tu le soleil qui dévoile
le dieu fourchu des enfers
qui dira qu'au matin des chaumières
les gueux se levaient pour la guerre
l'âme en tambour l'œil en chagrin
sous ton seul dais d'étoiles
toi qui dors à ciel ouvert
sais-tu le soleil qui dévoile
le dieu fourchu de la guerre
c'est bien le soleil qui dévoile
le dieu fourchu de la guerre
sous un voile de mariée
brumes et toits d'épousailles
et l'aube couvait l'été
qui dirait du haut de la colline
que les gueux roulent en chaumine
la peur du jour des lendemains
quand le village dormait
sous un voile de mariée
brumes et toits d'épousailles
et l'aube couvait l'été
Et le vent vint du Ponant
carder les laines d'été
fruits et fleurs de semailles
et l'aube ruissait les blés
qui dira que le tocsin de la guerre
menait alors les chants de la terre
avant le temps sans lendemain
quand le vent vint du Ponant
carder les laines d'été
fruits et fleurs de semailles
et l'aube ruissait les blés
Et le jour grinçait des dents
sur le seuil des reposés
cris et pleurs de bataille
et l'aube trempait l'épée
qui eut dit que pareille tendresse
couvait alors noble détresse
et guerre du jour née du matin
quand le jour grinçait des dents
sur le seuil des reposés
cris et fleurs de bataille
et l'aube trempait l'épée
Sous ton seul dais d'étoiles
toi qui dors à ciel ouvert
sais-tu le soleil qui dévoile
le dieu fourchu des enfers
qui dira qu'au matin des chaumières
les gueux se levaient pour la guerre
l'âme en tambour l'œil en chagrin
sous ton seul dais d'étoiles
toi qui dors à ciel ouvert
sais-tu le soleil qui dévoile
le dieu fourchu de la guerre
c'est bien le soleil qui dévoile
le dieu fourchu de la guerre
Contributed by Bernart Bartleby - 2017/7/14 - 08:37
Language: Italian
Versione italiana di Flavio Poltronieri
Glenmor: un nome dove il lavoro e la marea si sono uniti in matrimonio. Un uomo che per primo e da solo si alzò per forgiare parole nuove che portavano in sè il sale e la fiamma. Parole nate dalla rivolta del verbo di tutta una generazione, una generazione giovane che imbracciò arpe e bombarde come in America fece Guthrie con la sua chitarra ma è bene ricordarlo, all'inizio di questa storia, altri non ce n'erano, ce n'era solo uno ad opporsi ad ogni tipo di assolutismo: Glenmor. Colui che il suo amico Léo Ferré definiva Vichingo. Colui che amava e cantava gli spariti: Morvan Lebesque, Gribouille, Yann-Mikael Kernaleguen, Xavier-Marie Grall...Colui che cantava l'Indipendenza che significa libertà d'espressione, l'espressione che comincia con la lingua materna e questo la sua voce lo ha cantato sempre in francese, così da farsi ben capire. Una voce poetica, politica, celtica profetica, mitica, blasfema, una voce di denuncia che non cessava di cantare nemmeno quando era in sciopero della fame in sostegno di qualche compagno del FLB imprigionato. E' a lui che un giovane Gilles Servat si rivolge nel concludere la sua canzone manifesto Ki Du.
Glenmor: un nome dove il lavoro e la marea si sono uniti in matrimonio. Un uomo che per primo e da solo si alzò per forgiare parole nuove che portavano in sè il sale e la fiamma. Parole nate dalla rivolta del verbo di tutta una generazione, una generazione giovane che imbracciò arpe e bombarde come in America fece Guthrie con la sua chitarra ma è bene ricordarlo, all'inizio di questa storia, altri non ce n'erano, ce n'era solo uno ad opporsi ad ogni tipo di assolutismo: Glenmor. Colui che il suo amico Léo Ferré definiva Vichingo. Colui che amava e cantava gli spariti: Morvan Lebesque, Gribouille, Yann-Mikael Kernaleguen, Xavier-Marie Grall...Colui che cantava l'Indipendenza che significa libertà d'espressione, l'espressione che comincia con la lingua materna e questo la sua voce lo ha cantato sempre in francese, così da farsi ben capire. Una voce poetica, politica, celtica profetica, mitica, blasfema, una voce di denuncia che non cessava di cantare nemmeno quando era in sciopero della fame in sostegno di qualche compagno del FLB imprigionato. E' a lui che un giovane Gilles Servat si rivolge nel concludere la sua canzone manifesto Ki Du.
L'ALBA E LA GUERRA
E il villaggio dormiva
Sotto il velo nuziale
Foschia e tetti si sposavano
E l'alba covava l'estate
Chi direbbe dall'alto della collina
Che i pezzenti rotolino nelle catapecchie
La paura del giorno, del domani
Quando il villaggio dormiva
Sotto un velo nuziale
Foschia e tetti si sposavano
E l'alba covava l'estate
E il vento veniva da ponente
A cardare la lana d'estate
Frutti e fiori di semina
E l'alba macerava il grano
Chi dirà che le campane della guerra
Portavano allora i canti della terra
A bordo di tempi senza domani
Quando il vento veniva da ponente
A cardare la lana d'estate
Frutti e fiori di semina
E l'alba macerava il grano
E il giorno digrignava i denti
Sulla soglia della tana
Grida e pianti di battaglia
E l'alba temprava la spada
Chi l'avrebbe detto che simile tenerezza
Covava allora nobile sconforto
Dalle guerre del giorno, nate dal mattino
Quando il giorno digrignava i denti
Sulla soglia della tana
Grida e pianti di battaglia
E l'alba temprava la spada
Sotto il tuo solo baldacchino di stelle
Tu che dormi a cielo aperto
Sai tu il sole che svela
Il dio biforcuto degli inferi
Tu dirai che al mattino dalle capanne
I pezzenti si alzeranno per la guerra
L'anima a tamburo, l'occhio triste
Sotto il tuo solo baldacchino di stelle
Tu che dormi a cielo aperto
Sai tu il sole che svela
Il dio biforcuto degli inferi
E' il sole che svela
Il dio biforcuto della guerra
E il villaggio dormiva
Sotto il velo nuziale
Foschia e tetti si sposavano
E l'alba covava l'estate
Chi direbbe dall'alto della collina
Che i pezzenti rotolino nelle catapecchie
La paura del giorno, del domani
Quando il villaggio dormiva
Sotto un velo nuziale
Foschia e tetti si sposavano
E l'alba covava l'estate
E il vento veniva da ponente
A cardare la lana d'estate
Frutti e fiori di semina
E l'alba macerava il grano
Chi dirà che le campane della guerra
Portavano allora i canti della terra
A bordo di tempi senza domani
Quando il vento veniva da ponente
A cardare la lana d'estate
Frutti e fiori di semina
E l'alba macerava il grano
E il giorno digrignava i denti
Sulla soglia della tana
Grida e pianti di battaglia
E l'alba temprava la spada
Chi l'avrebbe detto che simile tenerezza
Covava allora nobile sconforto
Dalle guerre del giorno, nate dal mattino
Quando il giorno digrignava i denti
Sulla soglia della tana
Grida e pianti di battaglia
E l'alba temprava la spada
Sotto il tuo solo baldacchino di stelle
Tu che dormi a cielo aperto
Sai tu il sole che svela
Il dio biforcuto degli inferi
Tu dirai che al mattino dalle capanne
I pezzenti si alzeranno per la guerra
L'anima a tamburo, l'occhio triste
Sotto il tuo solo baldacchino di stelle
Tu che dormi a cielo aperto
Sai tu il sole che svela
Il dio biforcuto degli inferi
E' il sole che svela
Il dio biforcuto della guerra
Contributed by Flavio Poltronieri - 2017/7/15 - 08:01
Bernart, probabilmente per una trascrizione sbagliata viene riportato un errore, il titolo esatto come si può leggere dalla copertina del vinile originale è: L'aube Et La Guerre.
Flavio Poltronieri - 2017/7/14 - 18:47
Grazie Flavio per tutte le traduzioni e i commenti.
Mi dispiace per l'errore. Purtroppo ho dato per buono il titolo così come compare su Glenmor An Distro.
Saluti
Mi dispiace per l'errore. Purtroppo ho dato per buono il titolo così come compare su Glenmor An Distro.
Saluti
B.B. - 2017/7/16 - 22:14
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Paroles et musique: Milig ar Skañv [Glenmor]
Testo e musica: Milig ar Skañv [Glenmor]
Nell'album intitolato “Tous ces vingt ans déjà...”
Testo trovato su Glenmor an distro