Lampi e trona ‘n celu, chianti (1) e grida ‘n terra,
fimmini c’u velu e ommini a la guerra.
Lampi e trona ‘n celu, focu di mitraglia,
acqua picca e nenti, suli chi t’abbaglia.
Quelque part sur la terre
il y a la lumière sans la guerre.
Qualchi banna ‘nta ‘sta terra (2)
ci sù lampi senza guerra.
Lampi e trona ‘n celu, chianti e grida ‘n terra,
uomini bambini che fanno la guerra,
picciriddi scausi (3) in cerca di un futuro,
ombra d’acchiappare su questo suolo duro.
Quelque part sur la terre
il y a la lumière sans la guerre.
Qualchi banna ‘nta ‘sta terra
ci sù lampi senza guerra.
Lampi e trona ‘n celu, bagnaroli a mari,
scappi di la guerra, veni ccà a annijari (4).
Vuci di gabbiani, vuci di spiranza,
mentre il sole muore ed il buio avanza.
Qualchi banna ‘nta ‘sta terra
c’è ‘a spiranza c’av’a (5) finiri ‘a guerra.
Quelque part sur la terre
il y a la lumière sans la guerre.
Qualchi banna ‘nta ‘sta terra
ci sù lampi senza guerra.
fimmini c’u velu e ommini a la guerra.
Lampi e trona ‘n celu, focu di mitraglia,
acqua picca e nenti, suli chi t’abbaglia.
Quelque part sur la terre
il y a la lumière sans la guerre.
Qualchi banna ‘nta ‘sta terra (2)
ci sù lampi senza guerra.
Lampi e trona ‘n celu, chianti e grida ‘n terra,
uomini bambini che fanno la guerra,
picciriddi scausi (3) in cerca di un futuro,
ombra d’acchiappare su questo suolo duro.
Quelque part sur la terre
il y a la lumière sans la guerre.
Qualchi banna ‘nta ‘sta terra
ci sù lampi senza guerra.
Lampi e trona ‘n celu, bagnaroli a mari,
scappi di la guerra, veni ccà a annijari (4).
Vuci di gabbiani, vuci di spiranza,
mentre il sole muore ed il buio avanza.
Qualchi banna ‘nta ‘sta terra
c’è ‘a spiranza c’av’a (5) finiri ‘a guerra.
Quelque part sur la terre
il y a la lumière sans la guerre.
Qualchi banna ‘nta ‘sta terra
ci sù lampi senza guerra.
(1) trona ‘n celu, chianti: tuoni in cielo, pianti
(2) il y a… ‘sta terra: c’è la luce senza la guerra. Da qualche parte in questa terra
(3) picciriddi scausi: bambini scalzi
(4) veni ccà a annijari: vieni qua ad annegare
(5) c’av’a: che deve
(2) il y a… ‘sta terra: c’è la luce senza la guerra. Da qualche parte in questa terra
(3) picciriddi scausi: bambini scalzi
(4) veni ccà a annijari: vieni qua ad annegare
(5) c’av’a: che deve
envoyé par Dq82 - 11/7/2017 - 16:21
×
Fatti di terra
Testo e musica di Pippo Barrile
“Fatti di Terra” è questo il titolo del disco nato dal sodalizio artistico e sentimentale tra la cantautrice Giana Guaiana e lo storico frontman dei Konsertu Pippo Barrile i quali, dopo l’incontro tra le loro voci avvenuto nel 2012, hanno intrapreso un percorso di ricerca comune volto a vivificare la tradizione musicale siciliana, attraverso la composizione di brani inediti. Complice la scelta di vivere in campagna a contatto con la natura, e il desiderio di condividere ispirazioni e suggestioni, i due artisti siciliani hanno trovato il proprio comun denominatore nei rispettivi back ground artistici e ciò li ha condotti in modo quasi naturale alla realizzazione dei dieci brani che compongono l’album. Inciso con la collaborazione del polistrumentista ed arrangiatore Peppe Corsale, di Antonino Lala alla batteria e Rosario Saladino al basso, il disco è una sorta di concept album che nella duplice lettura del titolo trova il suo senso più profondo, laddove “fatti” può essere interpretato tanto come “avvenimenti”, quanto nel senso di “composti di”. Si tratta di storie legate alle meraviglie della natura, della terra e dei suoi quattro elementi, ma anche un grido di dolore contro le ferite inflitte dall’uomo, nelle quali emergono temi come l’immigrazione, l’inquinamento e la proliferazione di cibi industriali. L’ascolto ci conduce attraverso sonorità differenti che spaziano dalla tradizione musicale isolana al rap passando per il pop e il reggae il tutto impreziosito da testi in cui il siciliano si mescola al francese e all’italiano. Nelle trame dei brani scopriamo il vento che avvolge i monti, l’acqua cristallina del mare, la terra dei campi assolati della Sicilia ma soprattutto il fuoco dell’Etna quel Mungibeddu che incarna lo spirito e l’incanto dell’Isola. A spiccare sono così il canto contro la guerra “Qualchi Banna” firmata da Barrile che apre il disco, la vibrante denuncia di “Ogni Jornu” ma soprattutto gli struggenti canti d’amore “Fare a meno di te”, “Senza Luna”e “’Mmenzu a st’unni”, ma il vertice del disco arriva con “Ventu di Mari”, in cui viene evocato quel vento che attraversa le onde e porta “grida di raggia e malasorti”. Non mancano un rimando più diretto alla musica tradizionale con “U Sceccu” con testo di Rocco Pollina e una interessante divagazione nel rap con “Grani Sani” in cui si canta dell’esigenza di recuperare le colture degli antichi grani siciliani. Insomma “Fatti di Terra” è un disco di puro artigianato sonoro nel quale convivono la passione per la musica e l’amore per la propria terra.
blogfoolk.com