Aujourd'hui le travail à cessé
Dans l'usine que voici
Pas un bruit le portail est cadenassé
Qui sont donc les gens qui sont en grève ici
Vous devinez ce qu'on pourrait voir
Si c'étaient des ouvriers
Les rangs silencieux des uniformes noirs
Avec des chiens des casques et des boucliers
Ceux qui ont arrêté le travail
Sont les amis du patron
Pour la mort d'un homme écrasé sur les rails
Un juge a osé l'envoyer en prison
Ceux qui n'ont rien dit des accidents
Ceux qui pensent que la mort
D'un homme sur un chantier n'est qu'un incident
Pour ce patron ils ont crié plus fort
Je ne sais s'il fallait beaucoup chercher
Quand on voulait autrefois
Cracher à la gueule d'un gars qu'on méprisait
Aujourd'hui on n'a que l'embarras du choix
Une cour de justice de classe
Relâche le prisonnier
Un juge indépendant a bien de l'audace
Tant de robes cachent tant d'échines courbées
Loin de là les uniformes noirs
Quelques jours auparavant
En faisant respecter l'ordre du pouvoir
Ont crevé l'oeil d'une jeune fille de dix-sept ans
Quand on travaille dans la chaussure
Dans la ville de Fougères
Et qu'on proteste contre les fermetures
On subit les brutalité policière.
Dans l'usine que voici
Pas un bruit le portail est cadenassé
Qui sont donc les gens qui sont en grève ici
Vous devinez ce qu'on pourrait voir
Si c'étaient des ouvriers
Les rangs silencieux des uniformes noirs
Avec des chiens des casques et des boucliers
Ceux qui ont arrêté le travail
Sont les amis du patron
Pour la mort d'un homme écrasé sur les rails
Un juge a osé l'envoyer en prison
Ceux qui n'ont rien dit des accidents
Ceux qui pensent que la mort
D'un homme sur un chantier n'est qu'un incident
Pour ce patron ils ont crié plus fort
Je ne sais s'il fallait beaucoup chercher
Quand on voulait autrefois
Cracher à la gueule d'un gars qu'on méprisait
Aujourd'hui on n'a que l'embarras du choix
Une cour de justice de classe
Relâche le prisonnier
Un juge indépendant a bien de l'audace
Tant de robes cachent tant d'échines courbées
Loin de là les uniformes noirs
Quelques jours auparavant
En faisant respecter l'ordre du pouvoir
Ont crevé l'oeil d'une jeune fille de dix-sept ans
Quand on travaille dans la chaussure
Dans la ville de Fougères
Et qu'on proteste contre les fermetures
On subit les brutalité policière.
envoyé par Bernart Bartleby - 3/7/2017 - 22:24
Langue: italien
Traduzione italiana dell'Anonimo Toscano del XXI Secolo
5-7-2017 20:33
5-7-2017 20:33
CLASSI
Oggi il lavoro si è fermato
In questa fabbrica qui
Silenzio, il cancello inchiavardato
Ma allora, chi è in sciopero qui?
Immaginate quel che si vedrebbe
Se fossero operai,
Schiere silenziose di divise nere [1]
Con cani, caschi e scudi
Quelli che non lavorano
Sono gli amici del padrone
Per la morte di un uomo schiacciato sulle rotaie
Un giudice ha osato mandarlo in galera
Quelli che non han detto nulla degli incidenti
Quelli che pensano che la morte
Di un uomo in cantiere è solo un incidente
Per quel padrone hanno gridato più forte
Io non so se occorreva cercare tanto
Quando una volta si voleva
Sputare in faccia a uno che si disprezzava
Oggi non si ha che l'imbarazzo della scelta
Un tribunale classista
Rilascia il prigioniero
Un giudice indipendente deve avere fegato,
Sotto tante toghe ci sono schiene curve [2]
Lontano da là, le divise nere,
Qualche giorno prima,
Mentre facevan rispettare l'ordine del potere
Hanno fatto perdere un occhio a una ragazza di diciassette anni
Quando si lavora nel calzaturiero
Nella città di Fougères
E si protesta contro le chiusure
Si subisce la brutalità della polizia.
Oggi il lavoro si è fermato
In questa fabbrica qui
Silenzio, il cancello inchiavardato
Ma allora, chi è in sciopero qui?
Immaginate quel che si vedrebbe
Se fossero operai,
Schiere silenziose di divise nere [1]
Con cani, caschi e scudi
Quelli che non lavorano
Sono gli amici del padrone
Per la morte di un uomo schiacciato sulle rotaie
Un giudice ha osato mandarlo in galera
Quelli che non han detto nulla degli incidenti
Quelli che pensano che la morte
Di un uomo in cantiere è solo un incidente
Per quel padrone hanno gridato più forte
Io non so se occorreva cercare tanto
Quando una volta si voleva
Sputare in faccia a uno che si disprezzava
Oggi non si ha che l'imbarazzo della scelta
Un tribunale classista
Rilascia il prigioniero
Un giudice indipendente deve avere fegato,
Sotto tante toghe ci sono schiene curve [2]
Lontano da là, le divise nere,
Qualche giorno prima,
Mentre facevan rispettare l'ordine del potere
Hanno fatto perdere un occhio a una ragazza di diciassette anni
Quando si lavora nel calzaturiero
Nella città di Fougères
E si protesta contro le chiusure
Si subisce la brutalità della polizia.
Ho aggiunto un'introduzione storica (per quanto mi è stato possibile) relativa a questa canzone che riporta alle lotte operaie a Fougères alla metà degli anni '70. Mi riprometto di cercare altro, sempre per quanto sarà possibile: si tratta di episodi di cui in Rete ci sono tracce molto scarse. Se ne occupò molto il Quotidien du Peuple (quotidiano evidentemente maoista) che ha un corposo archivio in rete, ma che deve essere "spulciato" numero per numero). E' stato reperito anche un arcaico mp3 della canzone: sembra essere l'unica traccia audio presente in rete.
Un piccolo appunto testuale. Nei vari testi della canzone presenti in rete vi è un errore "fisso" (mérpisait) che si è tramandato. Qui è stato ovviamente corretto (méprisait).
Un piccolo appunto testuale. Nei vari testi della canzone presenti in rete vi è un errore "fisso" (mérpisait) che si è tramandato. Qui è stato ovviamente corretto (méprisait).
L'Anonimo Toscano del XXI Secolo - 5/7/2017 - 22:05
×
Parole e musica di Gilles Servat
Nel suo album intitolato “Le pouvoir des mots”
Testo trovato su Kalondour
La città bretone di Fougères ha avuto una tradizione nell'industria calzaturiera: fin dagli inizi del XX secolo diviene infatti come la “capitale” dell'industria calzaturiera femminile in Francia. In realtà, la “vocazione calzaturiera” di Fougères risale a molto prima, ma in un settore particolare: quello della produzione di ciabatte e pantofole. Verso il 1850, tale produzione ha una crisi, e allora il settore si riorienta verso la produzione di calzature vere e proprie; una produzione che ha talmente successo (specialmente nel comparto femminile), che Fougères diviene una città operaia aumentando del 124% la sua popolazione (9344 abitanti nel 1856, 20952 nel 1901, vale a dire la popolazione che all'incirca ha ancora oggi). Circa dodicimila operaie e operai vi lavorano in una quarantina di fabbriche. Nel 1946 si calcolava che circa il 10% di tutta la produzione francese di calzature femminili provenisse da Fougères, oltre a circa il 7% delle calzature da lavoro. Nel 1930 si ha però una crisi, con la chiusura di numerose fabbriche in quello che oramai è un vero e proprio distretto industriale; Fougères ne riemerge con la produzione concentrata in quattro grosse fabbriche, la Réhault (fondata da Hippolyte Réhault, e che ha un grosso stabilimento a forma di “H” dall'iniziale del nome del suo fondatore), la Morel et Gâté, la Maunoir e la JB Martin. Nel 1966 l'industria calzaturiera fougerese occupa circa 4500 lavoratrici e lavoratori. Nel 1973, sia per il rallentamento della domanda e sia per la crisi petrolifera che investì tutta l'Europa occidentale, l'industria calzaturiera di Fougères va però in una crisi nera, che diviene presto un vero e proprio massacro: gli anni horribiles sono il 1975 e il 1976: per Fougères e per l'intero distretto è una catastrofe, e si svolgono lotte diffuse, scioperi e occupazioni di fabbriche (in particolare la Réhault). Una manifestazione degli operai della Réhault, il 30 settembre 1975, viene repressa brutalmente dalla polizia; una ragazza di 17 anni che si era aggregata alla manifestazione viene colpita da un lacrimogeno sul viso e perde un'occhio, oltre a rimanere sfigurata (ma si parlerà, naturalmente, di una "pietra lanciata dai manifestanti"). Infine, nei mesi di febbraio e marzo chiudono in sequenza la Morel et Gâté, la Maunoir e infine la Réhault, lasciando sul lastrico quasi 1200 lavoratrici e lavoratori. E' in questo clima e in questo ambito che Gilles Servat scrive questa canzone, che peraltro va a cantare direttamente tra i lavoratori della Réhault in sciopero. E' pubblicata nell'album del 1976 "Le pouvoir des mots", ma sicuramente è stata scritta qualche mese prima dato che vi si fa menzione (nelle ultime due strofe) proprio degli eventi del 30 settembre 1975. Il Gilles Servat di allora, naturalmente, quello dei Prolétaires (che è di anni prima, del 1971). Non che serva a molto, purtroppo: i calzaturifici chiudono definitivamente, Fougères (che allora era arrivata ad avere 27000 abitanti) si spopola e resta aperta solo la JB Martin. La quale, però, negli anni '90 comincia a ridurre il personale, fino a chiudere lo stabilimento e a delocalizzare tutta la produzione in Asia (2008). Gilles Servat, nel frattempo, ha cominciato a fare altro e a cantare l'isola di Groix; ma non è certo un caso che, nel 1996 abbia sentito il bisogno di cantare La vie s'écoule, la vie s'enfuit. [AT-XXI]