Terra
già distrutta
ancora
PUBBLICITÀ
inRead invented by Teads
non è troppo tardi
ancora
si può far qualcosa
si può far qualcosa
Terra
Terra
già distrutta
ancora
non è troppo tardi
ancora
si può far qualcosa
si può far qualcosa
se gli uomini della terra
sono diversi per il loro aspetto
essi hanno però uguale dignità di persona
e uguale diritto a vivere liberi e felici
il colore della pelle
la differenza di usi e costumi
non possono costituire motivo
per considerare alcuni uomini superiori
ed altri inferiori
Terra
Terra
già distrutta
ancora
non è troppo tardi
ancora
si può far qualcosa
si può far qualcosa
Terra
Terra
già distrutta
ancora
non è troppo tardi
ancora
si può far qualcosa
si può far qualcosa
Nessun popolo ha il diritto
di imporre ad un altro
il proprio modo di vivere, di pensare
le proprie tradizioni
o la propria religione
Terra.
già distrutta
ancora
PUBBLICITÀ
inRead invented by Teads
non è troppo tardi
ancora
si può far qualcosa
si può far qualcosa
Terra
Terra
già distrutta
ancora
non è troppo tardi
ancora
si può far qualcosa
si può far qualcosa
se gli uomini della terra
sono diversi per il loro aspetto
essi hanno però uguale dignità di persona
e uguale diritto a vivere liberi e felici
il colore della pelle
la differenza di usi e costumi
non possono costituire motivo
per considerare alcuni uomini superiori
ed altri inferiori
Terra
Terra
già distrutta
ancora
non è troppo tardi
ancora
si può far qualcosa
si può far qualcosa
Terra
Terra
già distrutta
ancora
non è troppo tardi
ancora
si può far qualcosa
si può far qualcosa
Nessun popolo ha il diritto
di imporre ad un altro
il proprio modo di vivere, di pensare
le proprie tradizioni
o la propria religione
Terra.
envoyé par Dq82 - 11/5/2017 - 17:03
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Terra” non è altro che un’onesta traccia in stile eurodance corredata da qualche elemento trance, caratterizzata però da una componente alquanto bizzarra: è cantata (o forse sarebbe meglio dire recitata) in italiano. Con uno strano accento, è vero, ma pur sempre italiano.
Questo in barba all’imperante moda dell’epoca che imponeva anzitutto l’inglese come lingua abbligatoria, una strofa rappata da voce maschile e il ritornello cantato da voce femminile. Ma qui il mistero s’infittisce perché, se ai tempi l’Italia si ritrovava al centro dell’attenzione per le produzioni di musica dance (sic!) ed era in grado di attrarre ed esportare i suoi prodotti in modo molto influente anche sui mercati esteri, sugli Onda del Futuro non si sa molto, le notizie sono poche e confuse eppure, a parte il linguaggio utilizzato, nulla sembra indicare una loro provenienza dalla nostra penisola.
Dietro questo progetto si nasconderebbero i produttori Matthias Wunderlich e Michael Pradel (di chiare origini franco-germaniche) sotto gli psedudonimi rispettivamente di Mess-U e Frère Michèle, mentre alla voce troviamo l’enigmatica Y (nota anche come Yps) che leggenda vuole si tratti di una fantomatica professoressa tedesca di nome Yvonne. Insomma, nulla che suoni neppure vagamente italiano.
Eppure, guardando la loro discografia, possiamo notare come gli Onda del Futuro fossero veramente innamorati della nostra lingua inanellando una serie impressionante di brani nella lingua di Dante come “Disperazione”,“Storia d’amore”, “Universo”, “Elementi” e “Mondo progressivo”. Una vera fissazione insomma.
Ciò che all’epoca colpì di “Terra” non fu nulla di tutto questo, quanto piuttosto l’inconsueta e tutt’altro che scontata profondità del testo e il messaggio ecologico-sociale che trasmetteva. Perché, diciamocelo pure, la musica da discoteca non era certo nota per veicolare messaggi particolarmente complessi o culturalmente elevati.
orrorea33giri