Fiorirono i mandorli
quando chiudemmo il pugno
contro il ministro Piccoli. (1)
“LE MI–NIE–RE
NON SI CHIU-DONO!
LE MI-NIE–RE
NON SI CHIU–DONO!”
La domenica si fece rossa
per i ricordi allo striscione:
“BUGGERRU
SIAMO GLI STESSI DEL ‘904”,
per la giovinezza delle bandiere Guspinesi. (2)
Andammo in pace, senza dinamite,
ma pronti a tutte le battaglie.
Giovanni Battista Melis, il Sardo, (3)
fu soltanto un grido d’amore
per la patria antica e martoriata:
ci sciolse la quarzite del cuore
e noi uomini delle miniere
fummo ragazzi all’assalto del futuro.
quando chiudemmo il pugno
contro il ministro Piccoli. (1)
“LE MI–NIE–RE
NON SI CHIU-DONO!
LE MI-NIE–RE
NON SI CHIU–DONO!”
La domenica si fece rossa
per i ricordi allo striscione:
“BUGGERRU
SIAMO GLI STESSI DEL ‘904”,
per la giovinezza delle bandiere Guspinesi. (2)
Andammo in pace, senza dinamite,
ma pronti a tutte le battaglie.
Giovanni Battista Melis, il Sardo, (3)
fu soltanto un grido d’amore
per la patria antica e martoriata:
ci sciolse la quarzite del cuore
e noi uomini delle miniere
fummo ragazzi all’assalto del futuro.
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(2) di Gùspini, comune del Sud Sardegna e, per estensione, della subregione storica del Monreale.
(3) Giovanni Battista Melis, non il parlamentare del Psd'Az e poi del PRI, ma il Melis (1922-1997) originario di Serramanna e che fu per molti anni consigliere (comunale, provinciale, regionale) del Partito Comunista, contadino e letterato autodidatta.