Io dico tre uomini uccisi
io dico tre pene di sangue
io dico tre voci di lotta.
Era domenica quel quattro di settembre,
il mare era in tempesta e il cielo livido
il quattro di settembre del millenovecentoquattro.
Noi nascemmo in quel giorno
dal sangue che moriva
di Felice Lìttera, di Salvatore Montixi, di Giustino Pittau
imbattutisi nell’orrore del 42° fanteria.
I servi volevano essere meno servi,
gli uomini un po’ più uomini;
ma non ci fu pietà nel giorno del Signore.
Le fucilate le fucilate, furono venti le fucilate:
noi le sentiamo ancora nelle sere di silenzio,
se il cuore si fa attento al nostro destino di pianto,
provenire lente da Via Marina ancora dolorante
e vediamo Felice Lìttera, Salvatore Montixi, Giustino Pittau
camminare senza passi
lungo la strada della loro vittoria:
da Planu Sartu a Malfidano all’officina falegnami
e sorridono e ciascuno porta sulle spalle una bandiera rossa.
Io dico tre uomini uccisi
io dico tre pene di sangue
io dico tre voci di lotta.
Io dico tre eroi martirizzati.
Ce ne impipiamo di Pellico, di Gioberti, di Cavour,
ai nostri figli insegnamo altri eroi:
Felice Lìttera, assassinato a Buggerru;
Salvatore Montixi, assassinato a Buggerru;
Giustino Pittau, assassinato a Buggerru.
La maestra dagli occhiali spessi,
il professore morto di fame che non sciopera ancora
hanno voglia di dire storiche cretinerie
ché i nostri figli sono quel sangue lontano
che sa la verità del dolore, la verità della giustizia.
Io dico tre uomini uccisi
per il coraggio di essere uomini;
io dico tre pene di sangue
per sete di giustizia;
io dico tre voci di lotta
per conquistare un tempo di civiltà.
Il direttore era una lama affilata dentro le reni;
gli ordini, frustate a chinare teste già chine:
la vergogna non più sopportata fu la salvezza
dell’integrità dell’uomo.
E quando si tentò di levare sguardo d’uomo
(il cielo sapiente fu livido di pianto,
il mare sapiente s’agitò nell’angoscia)
arrivò da lontano l’orrore del 42° fanteria.
Non ci fu pietà nel giorno del Signore.
Le fucilate le fucilate, furono venti le fucilate.
Uccisi
pene
voci
Felice Lìttera
Salvatore Montixi
Giustino Pittau.
io dico tre pene di sangue
io dico tre voci di lotta.
Era domenica quel quattro di settembre,
il mare era in tempesta e il cielo livido
il quattro di settembre del millenovecentoquattro.
Noi nascemmo in quel giorno
dal sangue che moriva
di Felice Lìttera, di Salvatore Montixi, di Giustino Pittau
imbattutisi nell’orrore del 42° fanteria.
I servi volevano essere meno servi,
gli uomini un po’ più uomini;
ma non ci fu pietà nel giorno del Signore.
Le fucilate le fucilate, furono venti le fucilate:
noi le sentiamo ancora nelle sere di silenzio,
se il cuore si fa attento al nostro destino di pianto,
provenire lente da Via Marina ancora dolorante
e vediamo Felice Lìttera, Salvatore Montixi, Giustino Pittau
camminare senza passi
lungo la strada della loro vittoria:
da Planu Sartu a Malfidano all’officina falegnami
e sorridono e ciascuno porta sulle spalle una bandiera rossa.
Io dico tre uomini uccisi
io dico tre pene di sangue
io dico tre voci di lotta.
Io dico tre eroi martirizzati.
Ce ne impipiamo di Pellico, di Gioberti, di Cavour,
ai nostri figli insegnamo altri eroi:
Felice Lìttera, assassinato a Buggerru;
Salvatore Montixi, assassinato a Buggerru;
Giustino Pittau, assassinato a Buggerru.
La maestra dagli occhiali spessi,
il professore morto di fame che non sciopera ancora
hanno voglia di dire storiche cretinerie
ché i nostri figli sono quel sangue lontano
che sa la verità del dolore, la verità della giustizia.
Io dico tre uomini uccisi
per il coraggio di essere uomini;
io dico tre pene di sangue
per sete di giustizia;
io dico tre voci di lotta
per conquistare un tempo di civiltà.
Il direttore era una lama affilata dentro le reni;
gli ordini, frustate a chinare teste già chine:
la vergogna non più sopportata fu la salvezza
dell’integrità dell’uomo.
E quando si tentò di levare sguardo d’uomo
(il cielo sapiente fu livido di pianto,
il mare sapiente s’agitò nell’angoscia)
arrivò da lontano l’orrore del 42° fanteria.
Non ci fu pietà nel giorno del Signore.
Le fucilate le fucilate, furono venti le fucilate.
Uccisi
pene
voci
Felice Lìttera
Salvatore Montixi
Giustino Pittau.
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