Don Abbondio
nello strazio del mio mare violentato
dello stato delle cose che ormai è dato per scontato
nella farsa tragicomica di una tratta autostradale
nelle morti per errore sopra un letto di ospedale
Don Abbondio
nel silenzio
Don Abbondio
nell'assenza
Don Abbondio
ai funerali della nostra coscienza
Don Abbondio sono io
affacciato alla finestra
a guardare le macerie
a contare quel che resta
E no, stasera no...
Don Abbondio
pasta al forno e salsiccia di maiale
Don Abbondio
è mio nipote, lo dobbiamo sistemare
tra le sedie e le poltrone di un consiglio comunale
tra le mani che si allisciano ed un seggio elettorale
Don Abbondio
negli inchini
nella schiena che si piega
Don Abbondio
che alla fine, a noi che cazzo ce ne frega?
Don Abbondio sono io
affacciato alla finestra
a guardare le macerie
a contare quel che resta
E no, stasera no...
Don Abbondio
è mia madre, la mia terra e il mio dialetto
la Madonna che si inchina
per paura e per rispetto
per un pomodoro rosso
come il sangue di un Cristo
che ha la pelle così nera
che nessuno l'ha mai visto
lavorare al buio nero
nero come è nero il lutto
di chi non avrà mai niente
perché gli hanno preso tutto
Don Abbondio nel mio sguardo
che si poggia sempre altrove
per paura che agli indizi
poi si aggiungano le prove
E no, stasera no...
Don Abbondio nelle scuse, nelle giustificazioni
nelle statue, nelle piazze, nelle commemorazioni
nella voce di un padrone che non devi nominare
nella bocca che si apre solamente per mangiare
E no, stasera no...
nello strazio del mio mare violentato
dello stato delle cose che ormai è dato per scontato
nella farsa tragicomica di una tratta autostradale
nelle morti per errore sopra un letto di ospedale
Don Abbondio
nel silenzio
Don Abbondio
nell'assenza
Don Abbondio
ai funerali della nostra coscienza
Don Abbondio sono io
affacciato alla finestra
a guardare le macerie
a contare quel che resta
E no, stasera no...
Don Abbondio
pasta al forno e salsiccia di maiale
Don Abbondio
è mio nipote, lo dobbiamo sistemare
tra le sedie e le poltrone di un consiglio comunale
tra le mani che si allisciano ed un seggio elettorale
Don Abbondio
negli inchini
nella schiena che si piega
Don Abbondio
che alla fine, a noi che cazzo ce ne frega?
Don Abbondio sono io
affacciato alla finestra
a guardare le macerie
a contare quel che resta
E no, stasera no...
Don Abbondio
è mia madre, la mia terra e il mio dialetto
la Madonna che si inchina
per paura e per rispetto
per un pomodoro rosso
come il sangue di un Cristo
che ha la pelle così nera
che nessuno l'ha mai visto
lavorare al buio nero
nero come è nero il lutto
di chi non avrà mai niente
perché gli hanno preso tutto
Don Abbondio nel mio sguardo
che si poggia sempre altrove
per paura che agli indizi
poi si aggiungano le prove
E no, stasera no...
Don Abbondio nelle scuse, nelle giustificazioni
nelle statue, nelle piazze, nelle commemorazioni
nella voce di un padrone che non devi nominare
nella bocca che si apre solamente per mangiare
E no, stasera no...
envoyé par Bernart Bartleby - 22/1/2017 - 11:52
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Parole e musica di Dario Brunori
Nell'album “A casa tutto bene”, uscito il 20 gennaio 2017.