Kochanie moje, kochanie,
dobranoc, już jesteś senna -
i widzę Twój cień na ścianie,
i noc jest taka wiosenna.
Jedyna moja na świecie,
jakże wysławię Twe imię?
Ty jesteś mi wodą w lecie
i rękawicą w zimie.
Tyś szczęście moje wiosenne,
zimowe, latowe, jesienne -
lecz powiedz mi na dobranoc,
wyszeptaj przez usta senne:
za cóż to taka zapłata,
ten raj przy Tobie tak błogi?...
Ty jesteś światłem świata
i pieśnią mojej drogi.
Konstanty Ildefons Gałczyński
Stalag Altengrabow, 19 III 1942
dobranoc, już jesteś senna -
i widzę Twój cień na ścianie,
i noc jest taka wiosenna.
Jedyna moja na świecie,
jakże wysławię Twe imię?
Ty jesteś mi wodą w lecie
i rękawicą w zimie.
Tyś szczęście moje wiosenne,
zimowe, latowe, jesienne -
lecz powiedz mi na dobranoc,
wyszeptaj przez usta senne:
za cóż to taka zapłata,
ten raj przy Tobie tak błogi?...
Ty jesteś światłem świata
i pieśnią mojej drogi.
Konstanty Ildefons Gałczyński
Stalag Altengrabow, 19 III 1942
envoyé par L'Anonimo Toscano del XXI Secolo - 17/1/2017 - 01:38
Langue: italien
Traduzione italiana di Giuseppe Mariano
Dalla rivista: L'Europa Letteraria, Anno I, n° 5/6, Edizioni Rapporti Europei, 1960; p. 113.
Dalla rivista: L'Europa Letteraria, Anno I, n° 5/6, Edizioni Rapporti Europei, 1960; p. 113.
Lettera del prigioniero
(Mio caro amore, amore mio)
Mio caro amore, amore mio
buonanotte, già hai sonno -
guardo la tua ombra sulla parete,
è notte, com'è notte d'autunno!
Mia unica donna al mondo,
come debbo tesser le lodi del tuo nome?
Sei acqua per i miei giorni amari
e guanto per le gelate.
Sei la felicità in primavera,
d'estate, d'autunno, per l'inverno, -
ora dimmi buonanotte,
sussurrami con le labbra addormentate:
Con che mi sono meritato
il felice paradiso che è in te?
Sei la luce del mondo in cui sono vissuto,
sei il canto di questo mio pellegrinaggio.
Konstanty Ildefons Gałczyński
Campo di concentramento di Altengrabow, 19 III 1942
(Mio caro amore, amore mio)
Mio caro amore, amore mio
buonanotte, già hai sonno -
guardo la tua ombra sulla parete,
è notte, com'è notte d'autunno!
Mia unica donna al mondo,
come debbo tesser le lodi del tuo nome?
Sei acqua per i miei giorni amari
e guanto per le gelate.
Sei la felicità in primavera,
d'estate, d'autunno, per l'inverno, -
ora dimmi buonanotte,
sussurrami con le labbra addormentate:
Con che mi sono meritato
il felice paradiso che è in te?
Sei la luce del mondo in cui sono vissuto,
sei il canto di questo mio pellegrinaggio.
Konstanty Ildefons Gałczyński
Campo di concentramento di Altengrabow, 19 III 1942
envoyé par L'Anonimo Toscano del XXI Secolo - 17/1/2017 - 01:50
Beh, sono davvero molto lieto che alcune poesie di Gałczyński siano state messe in musica e, quindi, tolte dagli "Extra". A dire il vero...ci speravo proprio quando ho fatto l' "appello" sull'unica che ancora rimane soltanto poesia, Konstanty Ildefons Gałczyński: Na śmierć Esteriny, deportowanej przez hitlerowców, Wenecjanki...che è bellissima e sulla quale ho sistemato la mia lunga introduzione. Grazie a Krzysiek Wrona, davvero. Mi riprometto di cercare qualcosa anche su quel Giuseppe Mariano che traduceva dal polacco nel 1960...
L'Anonimo Toscano del XXI Secolo - 19/1/2017 - 03:51
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Poesia di Konstanty Ildefons Gałczyński
Musicata da A. Panas e interpretata da Michał Bajor
Nell'album"83'-93': Czwarta Płyta" del 1998
(con il titolo "Kochanie moje, kochanie")
La moglie di Konstanty Ildefons Gałczyński si chiamava Natalia Avalov, e doveva essere un grande amore. Si erano sposati nel 1930. La seguente è una lettera in forma di poesia che il prigioniero Gałczyński le indirizzò dal campo di concentramento nazista di Altengrabow il 19 marzo 1942: la Lettera del prigioniero. Il testo originale è ripreso anch'esso da questo sito. [AT-XXI]