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The Bhopal Disaster

Raised Voices
Langue: anglais


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Words: Mavis Cook (Raised Voices)


Il disastro di Bhopal è avvenuto il 3 dicembre 1984 nella città indiana di Bhopal a causa della fuoriuscita di 40 tonnellate di isocianato di metile (MIC), dallo stabilimento della Union Carbide India Limited (UCIL), consociata della multinazionale statunitense Union Carbide specializzata nella produzione di fitofarmaci.

La nube formatasi in seguito al rilascio di isocianato di metile, iniziato poco dopo la mezzanotte del 3 dicembre 1984, uccise in poco tempo 2.259 persone e avvelenò decine di migliaia di altre. Il governo del Madhya Pradesh ha confermato un totale di 3.787 morti direttamente correlate all'evento, ma stime di agenzie governative arrivano a 15.000 vittime.
All round the world, many people are dying
All for the sake of the world's richest few
They do all that they are told, with instructions complying
But pay with their lives for all that they do.

In Bhopal, in India, the Union Carbide
Paid with toxicity for each dollar gained
They poisoned the water, and the land, for the people
Their name as producers will forever be stained.

In nineteen eighty four, day to remember
Neglectful of safety in pursuit of mere gain
On that fateful morning of the second December
They caused a disaster when thousands were slain.

A leakage of water caused a gas cloud of poison
Thousands were killed in a matter of days
In Bhopal a gas cloud hung over the city
The people were choked in a death-dealing haze.

The factory was closed, but its toxic pollution
Without clean-up treatment remains on the ground
And these evil polluters offer nought of solution
Taking their wealth, leaving death all around

Today, in the aftermath, no-one is trying
To clean up the mess left by Union Carbide
With parents and children in Bhopal still dying
It's time that these villains were captured and tried.

envoyé par dq82 - 22/12/2016 - 07:32



Langue: italien

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 3-12-2019 10:09
IL DISASTRO DI BHOPAL

In tutto il mondo, tanta gente sta morendo
Tutto per colpa dei pochi più ricchi del mondo.
Fanno tutto quel che gli dicono attenendosi alle istruzioni
Ma pagano con le loro vite per tutto quello che fanno.

A Bhopal, in India, la Union Carbide
Ripagava coi veleni ogni dollaro guadagnato.
Avvelenavano l'acqua e la terra, e per la gente
La loro reputazione industriale resterà per sempre macchiata.

Nel 1984, un giorno da ricordare,
Infischiandosene della sicurezza per il puro profitto,
Quella mattina fatale del 2 dicembre [1]
causarono un disastro con migliaia di vittime.

Una perdita d'acqua sprigionò una nube tossica di gas,
Questione di giorni, e a migliaia rimasero uccisi.
A Bhopal, una nube tossica sovrastò la città
Le persone furono soffocate da una pioviggine mortale.

Lo stabilimento fu chiuso, ma il suo inquinamento velenoso
Non è stato ripulito e smaltito, e è restato sul suolo
E questi malvagi inquinatori non offrono nessuna soluzione
Prendendosi la loro ricchezza e lasciando morte tutt'intorno.

Oggi che tutto è successo, nessuno sta provando
A sistemare il casino fatto dalla Union Carbide.
Mentre a Bhopal genitori e bambini stanno ancora morendo,
È tempo che questi stronzi siano arrestati e processati.
[1] Così nella canzone.

3/12/2019 - 10:09


CCG/AWS Staff - 3/12/2019 - 10:14


INDIA: ARRESTATA E SEVIZIATA UNA GIOVANE DALIT SOLIDALE CON LA LOTTA
DEI CONTADINI


(Gianni Sartori)

Improbabile che il brutale arresto di una operaia dell'area industriale di Kundli (alla periferia di
Delhi) sia avvenuto casualmente.
In quanto esponente di MAS ( Majdoor Adhikar Sanghatar - Unione per i diritti del lavoro,
associazione formata da lavoratori e disoccupati) Nodeep Kaur partecipava attivamente alla CASR
( Campaign against state repression - Campagna contro la repressione dello stato), frutto
dell'alleanza tra numerose organizzazioni popolari.
In particolare la giovane, una dalit (paria, “intoccabili”) , era intervenuta su una questione molto
attuale nell'attuale fase della lotta di classe in India, ossia dei salari non corrisposti. Oltre
naturalmente che in merito alle questioni “croniche”: le angherie e il brutale sfruttamento subito da
molti lavoratori industriali, donne e uomini.
Privi di sindacati (nonostante questi siano costituzionalmente garantiti), in gran parte migranti
interni, per lo più a contratto interinale e quindi esposti a molteplici abusi.
Come se non bastasse subiscono periodicamente gli attacchi squadristici delle cosiddette QRT
( Quick Response Team – Squadre di risposta rapida), squadracce – appunto - armate al servizio
delle direzioni aziendali e in particolare delle agenzie interinali. Sul libro paga della KIA ( Kundli
Industrial Association ), tra i loro scopi principali quello di impedire – anche con la violenza - la
formazione di sindacati, gli scioperi e le proteste.
Ma a rincuorare gli animi dei lavoratori era giunta l'onda lunga di KISAN ANDOLAN, la grande
protesta dei contadini indiani recentemente arrivata fino alle porte di Delhi.
Una parte della sinistra radicale (in particolare, sembrerebbe, quella che si richiama al maoismo
delle origini, movimentista) vi ha riconosciuto l'opportunità per rilanciare lo slogan Kisan-Maidoor
Ekta (Unità operai-contadini). E – nel contempo – mobilitarsi concretamente con raduni, sit-in e
manifestazioni di solidarietà.
Talora ricambiati dai contadini che hanno voluto portare un loro attivo contributo ad alcune lotte dei
lavoratori dell'industria. Come a Kundli dove il loro sostegno ha consentito a qualche centinaio di
operai di ottenere i salari rimasti bloccati durante il lookdown (nonostante una ordinanza del
ministero risalente al marzo 2020).
Ovviamente il governo indiano guarda con apprensione alle possibili conseguenze di questa
saldatura tra classi subalterne e - quando può - interviene per stroncarla anticipatamente.
Questo sarebbe appunto avvenuto nel caso dell'arresto di Nodeep Kaur, una lavoratrice e attivista
che aveva collaborato alla distribuzione di generi alimentari (cereali) ai lavoratori in difficoltà.
Già per questo era finita nel mirino di Hindu Jagriti Manch (Forum per il risveglio indù),
associazione settaria di destra finanziata da industriali e latifondisti locali.
L'arrivo di Kisan Andolan aveva portato un raggio di sole nella desolata situazione dei lavoratori
senza salario consentendo le prime mobilitazioni congiunte operai-contadini. Ma fatalmente questo​
incrementava anche gli attacchi della QRT, soprattutto ai danni di quei lavoratori e militanti che si
prodigavano nel sostenere i contadini accampati a Kundli.
Il 2 gennaio contro gli operai che reclamavano i loro salari venivano esplosi diversi colpi di armi da
fuoco. L'immediata denuncia del MAS non venne nemmeno presa in considerazione dalla polizia
locale. In compenso veniva sporta denuncia per “estorsione” contro i lavoratori.
Dieci giorni dopo, un'analoga protesta per i salari veniva brutalmente repressa a bastonate da
scagnozzi di Hindu Jagriti Manch , mentre alle operaie venivano strappati i vestiti. Per il MAS, un
atteggiamento “discriminatorio e sessista riconducibile alla matrice brahmanica, patriarcale e
hindutva (in sintesi: fascista nda) di queste organizzazioni paramilitari”.
Considerazioni valide anche per le violenze a cui è stata sottoposta Nodeep Kaur dopo l'arresto.
La ventiquattrenne (operaia e attivista sindacale, proveniente da una famiglia di contadini senza
terra del Punjab), è stata arrestata il 12 gennaio nel corso dell'irruzione della polizia nella tendopoli
del MAS eretta in solidarietà con i contadini che protestavano al confine di Singhu. Contro di lei
svariate accuse più o meno fantasiose. Tra cui l'aver partecipato ad assemblee e a scontri
“brandendo arma mortale”. Viene inoltre accusata di “ferite a pubblico ufficiale, aggressione e uso
criminale della forza, violazione, estorsione, furto, intimidazione criminale e tentativo di omicidio”.
Il tutto si basa sulle dichiarazioni di un ispettore di polizia e del commercialista dell'azienda che non
aveva corrisposto gli stipendi ai dipendenti. Secondo il MAS, mentre si trovava nel commissariato
(poi in un carcere di Karnal) sarebbe stata “brutalmente picchiata da agenti maschi, anche sui
genitali”. Una forma di violenza sessuale quindi.
Sempre in un comunicato del MAS si denunciava “la collusione tra i padroni delle fabbriche, la
direzione, le loro forze armate, gruppi locali come l'indù Jagriti Manch e la polizia di Haryana”.
Così come il fatto che “lavoratori-attivisti come Nodeep Kaur vengano arrestati e abusati
sessualmente in carcere mentre nei media viene lanciata una sistematica campagna diffamatoria nei
loro confronti”. E si proseguiva sostenendo che “le forze fasciste brahmaniche indutva sono aiutate
e incoraggiate dalla polizia complice della loro agenda anti-donne, anti-dalit, anti-lavoratori e anti-
contadini che – quando ogni altro metodo risulta fallimentare - si trasforma in pura e semplice
repressione statale”. Con tali precedenti l'arresto di Nodeep Kaur e le sevizie a cui è stata sottoposta
appaiono nella loro luce autentica. Ossia, una ritorsione, una rappresaglia contro una lavoratrice,
una dalit (termine in genere tradotto con “intoccabili”, ma sinonimo anche di “oppressi”) che ha
osato ergersi contro l'oppressione nelle sue molteplici e svariate forme.

Gianni Sartori

Gianni Sartori - 5/2/2021 - 10:04




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