Geh du ruhig in die Schlacht, Soldat
Die blutige Schlacht, die bittere Schlacht
Aus der nicht jeder wiederkehrt:
Wenn du wiederkehrst, bin ich da.
Ich werde warten auf dich unter der grünen Ulme
Ich werde warten auf dich unter der kahlen Ulme
Ich werde warten, bis der Letzte zurückgekehrt ist
Und danach.
Kommst du aus der Schlacht zurück
Keine Stiefel stehen vor der Tür
Ist das Kissen neben meinem leer
Und mein Mund ist ungeküßt
Wenn du wiederkehrst, wenn du wiederkehrst
Wirst du sagen können: alles ist wie einst.
Die blutige Schlacht, die bittere Schlacht
Aus der nicht jeder wiederkehrt:
Wenn du wiederkehrst, bin ich da.
Ich werde warten auf dich unter der grünen Ulme
Ich werde warten auf dich unter der kahlen Ulme
Ich werde warten, bis der Letzte zurückgekehrt ist
Und danach.
Kommst du aus der Schlacht zurück
Keine Stiefel stehen vor der Tür
Ist das Kissen neben meinem leer
Und mein Mund ist ungeküßt
Wenn du wiederkehrst, wenn du wiederkehrst
Wirst du sagen können: alles ist wie einst.
Contributed by Bernart Bartleby - 2016/11/9 - 13:43
Language: Italian
Interpretata da Carla Mignone, in arte Milly (1905-1980) su arrangiamento di Gino Negri. Nella raccolta “MILLY Special 2”, curata da Filippo Crivelli
Interpretata pure da Franca Tamantini in “Poesie e canzoni di Bertolt Brecht” del 1972
Traduzione italiana trovata qui
Interpretata pure da Franca Tamantini in “Poesie e canzoni di Bertolt Brecht” del 1972
Traduzione italiana trovata qui
CANTO DI GRUSHA
Vai tranquillo in battaglia soldato,
nella battaglia sanguinosa, nella battaglia amara
da dove non tutti ritornano:
quando ritornerai, io sarò qui.
Ti aspetterò sotto l'olmo verde,
ti aspetterò sotto l'olmo spoglio,
ti aspetterò finché l'ultimo non sia tornato
e anche più tardi.
Quando ritornerai dalla battaglia
non ci saranno stivali davanti alla porta,
il cuscino accanto al mio sarà intatto,
e la mia bocca sarà stata senza baci.
Quando ritornerai, quando ritornerai,
potrai dire: tutto è come una volta.
Vai tranquillo in battaglia soldato,
nella battaglia sanguinosa, nella battaglia amara
da dove non tutti ritornano:
quando ritornerai, io sarò qui.
Ti aspetterò sotto l'olmo verde,
ti aspetterò sotto l'olmo spoglio,
ti aspetterò finché l'ultimo non sia tornato
e anche più tardi.
Quando ritornerai dalla battaglia
non ci saranno stivali davanti alla porta,
il cuscino accanto al mio sarà intatto,
e la mia bocca sarà stata senza baci.
Quando ritornerai, quando ritornerai,
potrai dire: tutto è come una volta.
Contributed by Bernart Bartleby - 2016/11/9 - 13:44
Language: Finnish
Traduzione / Translation / Traduction / Suomennos: Juha Rämö
GRUSHEN LAULU *)
Lähde rauhassa taisteluun, sotilas,
veriseen taisteluun, katkeraan taisteluun,
josta kaikki eivät palaa:
Kun sinä palaat, olen täällä.
Odotan sinua vihreän jalavan alla,
odotan sinua lehdettömän jalavan alla
odotan, kunnes viimeinenkin on palannut
ja vielä senkin jälkeen.
Jos palaat taistelusta,
ovenpielessä ei ole saappaita,
tyyny vieressäni on tyhjä
ja suuni vailla suudelmaa.
Kun palaat, kun palaat takaisin,
voit sanoa: Kaikki on niin kuin ennen.
Lähde rauhassa taisteluun, sotilas,
veriseen taisteluun, katkeraan taisteluun,
josta kaikki eivät palaa:
Kun sinä palaat, olen täällä.
Odotan sinua vihreän jalavan alla,
odotan sinua lehdettömän jalavan alla
odotan, kunnes viimeinenkin on palannut
ja vielä senkin jälkeen.
Jos palaat taistelusta,
ovenpielessä ei ole saappaita,
tyyny vieressäni on tyhjä
ja suuni vailla suudelmaa.
Kun palaat, kun palaat takaisin,
voit sanoa: Kaikki on niin kuin ennen.
* ) Grushe tai Grusha on rikkaan kuvernöörin palveluksesssa työskentelevä piikatyttö Bertolt Brechtin näytelmässä Kaukasialainen liitupiiri.
Contributed by Juha Rämö - 2016/11/9 - 15:35
Grusche in tedesco, sicuramente... Ma in italiano? Grusha, Groucha (come Groucho Marx) o Gruscia? In questa pagina è scritto in tutti quanti i modi...
B.B. - 2016/11/9 - 21:31
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Versi di Bertolt Brecht
Musica di Paul Dessau
Più recentemente il compositore americano Mark Nichols ne ha offerta una sua versione polifonica basata su musiche tradizionali georgiane.
Dall’opera teatrale “Der kaukasische Kreidekreis” (“Il cerchio di gesso del Caucaso”), andata in scena per la prima volta nel 1948 negli USA, con la traduzione inglese di Eric Bentley, ammiratore ed amico di Brecht.
“Questa di Brecht è una rielaborazione di un'antica leggenda orientale, che l'autore riprende e ambienta nel Caucaso. Nel regno scoppia una rivolta, il re viene ucciso, e la regina, madre di un neonato, non esita ad abbandonare il piccolo preferendogli il suo prezioso guardaroba e i suoi preziosi accessori. A salvare il piccolo principe è la balia Groucha, che attraverso numerosi pericoli, lo porta in salvo, crescendolo come fosse suo figlio in una piccola casa di campagna. Anni dopo, quando la situazione politica è ormai stabile ed è possibile tornare al potere, la regina torna con l'intenzione di riprendersi il bambino, poiché egli è il legittimo erede al trono e senza di lui ella non può riappropriarsi dei propri privilegi. La balia si oppone, reclamando il bambino come proprio in quanto l'ha cresciuto donandogli l'amore. Credendo di avere la vittoria in pugno, la regina si appella a un giudice, famoso nel territorio per la sua corruzione e la sua chiara tendenza a dare giudizi in favore di chi ha più moneta contante. La faccenda sembra ormai destinata a risolversi male, ma il giorno del processo, al posto del giudice, vi è un sostituto, un altro giudice di nome Azdak, incapace e ubriacone, che puntualmente si presenta in aula ubriaco. Nessuno può stabilire chi sia con certezza la vera madre, poiché entrambe reclamano il bambino come proprio. Per verificarlo, egli fa tracciare un cerchio di gesso a terra, nel cui centro viene posto il bambino. Le madri devono tirarlo verso di loro contemporaneamente, chi riuscirà a stringere il piccolo a sé sarà stabilito che sia la vera madre. Le donne si mettono in posizione, ma al via del giudice la balia non si muove, e la regina stringe a se il bambino. Credendo che forse la donna non avesse sentito, il giudice fa ripetere la prova, ma di nuovo la donna non si muove. La regina ha già la vittoria in mano, ma con il suo verdetto il giudice stupisce: la vera madre è la balia, poiché ha preferito lasciare il bambino piuttosto che fargli del male coinvolgendolo in quella specie di tiro alla fune, e per questo ella ha diritto a continuare a crescerlo.” (it.wikipedia)
La terra non è di chi ne rivendica la proprietà per legge o per sangue, pronto anche a distruggerla, ma di chi ne ha avuto cura… Questa potrebbe essere la morale brechtiana de “Il cerchio di gesso del Caucaso”.
La canzone viene intonata da Grusha salutando Simon, un soldato della regina che si è innamorato di lei e che reincontrerà e sposerà allla fine del dramma…