Pour ce rythme inférieur dont t'informe la Mort
Pour ce chagrin du temps en six cent vingt-cinq lignes
Pour le bateau tranquille et qui se meurt de Port
Pour ce mouchoir à qui tes larmes font des signes
Pour le cheval enfant qui n'ira pas bien loin
Pour le mouton gracieux le couteau dans le rouge
Pour l'oiseau descendu qui te tient par la main
Pour l'homme désarmé devant l'arme qui bouge
Pour tes jeunes années à mourir chaque jour
Pour tes vieilles années à compter chaque année
Pour les feux de la nuit qui enflamment l'amour
Pour l'orgue de ta voix dans ta voix en allée
Pour la perforation qui fait l'ordinateur
Et pour l'ordinateur qui ordonne ton âme
Pour le percussionniste attentif à ton cœur
Pour son inattention au bout du cardiogramme
Pour l'enfant que tu portes au fond de l'autobus
Pour la nuit adultère où tu mets à la voile
Pour cet amant passeur qui ne passera plus
Pour la passion des araignées au fond des toiles
Pour l'aigle que tu couds sur le dos de ton jeans
Pour le loup qui se croit sur les yeux de quelqu'un
Pour le présent passé à l'imparfait du spleen
Pour le lièvre qui passe à la formule Un
Pour le chic d'une courbe où tu crois t'évader
Pour le chiffre évadé de la calculatrice
Pour le regard du chien qui veut te pardonner
Pour la Légion d'Honneur qui sort de ta matrice
Pour le salaire obscène qu'on ne peut pas montrer
Pour la haine montant du fond de l'habitude
Pour ce siècle imprudent aux trois quarts éventé
Pour ces milliards de cons qui font la solitude
Pour tout ça le silence
Pour ce chagrin du temps en six cent vingt-cinq lignes
Pour le bateau tranquille et qui se meurt de Port
Pour ce mouchoir à qui tes larmes font des signes
Pour le cheval enfant qui n'ira pas bien loin
Pour le mouton gracieux le couteau dans le rouge
Pour l'oiseau descendu qui te tient par la main
Pour l'homme désarmé devant l'arme qui bouge
Pour tes jeunes années à mourir chaque jour
Pour tes vieilles années à compter chaque année
Pour les feux de la nuit qui enflamment l'amour
Pour l'orgue de ta voix dans ta voix en allée
Pour la perforation qui fait l'ordinateur
Et pour l'ordinateur qui ordonne ton âme
Pour le percussionniste attentif à ton cœur
Pour son inattention au bout du cardiogramme
Pour l'enfant que tu portes au fond de l'autobus
Pour la nuit adultère où tu mets à la voile
Pour cet amant passeur qui ne passera plus
Pour la passion des araignées au fond des toiles
Pour l'aigle que tu couds sur le dos de ton jeans
Pour le loup qui se croit sur les yeux de quelqu'un
Pour le présent passé à l'imparfait du spleen
Pour le lièvre qui passe à la formule Un
Pour le chic d'une courbe où tu crois t'évader
Pour le chiffre évadé de la calculatrice
Pour le regard du chien qui veut te pardonner
Pour la Légion d'Honneur qui sort de ta matrice
Pour le salaire obscène qu'on ne peut pas montrer
Pour la haine montant du fond de l'habitude
Pour ce siècle imprudent aux trois quarts éventé
Pour ces milliards de cons qui font la solitude
Pour tout ça le silence
envoyé par L'Anonimo Toscano del XXI secolo - 11/10/2016 - 02:38
Langue: italien
La versione italiana di Léo Ferré [1977].
Dall'album in italiano La musica mi prende come l'amore , pubblicato nel 1977.
Dall'album in italiano La musica mi prende come l'amore , pubblicato nel 1977.
REQUIEM
Per il ritmo inferiore che ti dice la morte
Per il tempo che soffre sul secondo canale
Per la barca tranquilla e morente di porto
Per il pianto perduto che vorresti asciugare
Per il cavallo bimbo che non andrà lontano
Per l’agnello grazioso col coltello nel rosso
Per l’uccello abbattuto che ti tiene per mano
Per l’uomo inerme davanti all’arma che si sposta
Per i giovani anni da morire ogni giorno
Per gli anni da vecchio da contare ogni anno
Per i fuochi notturni di cui brucia l’amore
Per l’organo che suona nella tua voce andata
Per la perforazione che fa il programmatore
Per l’anima forata che diventa un programma
Per il percussionista che sta attento al tuo cuore
Per la sua disattenzione in fondo al cardiogramma
Per il bimbo che hai dentro in fondo all’autobus
Per la notte infedele dove alzi la vela
Per l’amante traghetto che non passerà più
E il calvario dei ragni inchiodati alla tela
Per l’aquila cucita sul dietro dei tuoi jeans
Per il lupo che appare negli occhi di qualcuno
Per il presente perso nel tempo dello spleen
Per la lepre che corre alla Formula Uno
Per lo stile dell’abito dove credi di evadere
Per la cifra inevasa dalla calcolatrice
Per lo sguardo del cane che ti vuol perdonare
Per la bandiera rossa che fa la tua matrice
Per il salario osceno che non si può mostrare
Per l’odio che riaffiora in fondo all’abitudine
Per questo incauto secolo per tre quarti appassito
Per gli stronzi a miliardi che fan la solitudine
Per tutto questo: il Silenzio.
Per il ritmo inferiore che ti dice la morte
Per il tempo che soffre sul secondo canale
Per la barca tranquilla e morente di porto
Per il pianto perduto che vorresti asciugare
Per il cavallo bimbo che non andrà lontano
Per l’agnello grazioso col coltello nel rosso
Per l’uccello abbattuto che ti tiene per mano
Per l’uomo inerme davanti all’arma che si sposta
Per i giovani anni da morire ogni giorno
Per gli anni da vecchio da contare ogni anno
Per i fuochi notturni di cui brucia l’amore
Per l’organo che suona nella tua voce andata
Per la perforazione che fa il programmatore
Per l’anima forata che diventa un programma
Per il percussionista che sta attento al tuo cuore
Per la sua disattenzione in fondo al cardiogramma
Per il bimbo che hai dentro in fondo all’autobus
Per la notte infedele dove alzi la vela
Per l’amante traghetto che non passerà più
E il calvario dei ragni inchiodati alla tela
Per l’aquila cucita sul dietro dei tuoi jeans
Per il lupo che appare negli occhi di qualcuno
Per il presente perso nel tempo dello spleen
Per la lepre che corre alla Formula Uno
Per lo stile dell’abito dove credi di evadere
Per la cifra inevasa dalla calcolatrice
Per lo sguardo del cane che ti vuol perdonare
Per la bandiera rossa che fa la tua matrice
Per il salario osceno che non si può mostrare
Per l’odio che riaffiora in fondo all’abitudine
Per questo incauto secolo per tre quarti appassito
Per gli stronzi a miliardi che fan la solitudine
Per tutto questo: il Silenzio.
envoyé par L'Anonimo Toscano del XXI secolo - 11/10/2016 - 03:09
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Paroles et musique: Léo Ferré
Testo e musica: Léo Ferré
1ère enregistrement: Ferré muet...dirige [1975]
2ème enregistrement: Je te donne [1976]
Orchestre symphonique de Milan
Orchestra sinfonica di Milano
Éditions Musicales La Mémoire et la Mer, 1976.
Come ogni anarchico che si rispetti, Léo Ferré ha molto ripreso dalla tradizione liturgica; dato che qui, "pour tout ça le silence", di un vero e proprio Requiem si tratta, e non solo nel titolo. Si potrebbe però dire: un Requiem, on un Anti-requiem? Cristo o Anticristo? Ferré, o Anti-Ferré? Lo stesso formato del brano autorizza tutti questi dubbi, del resto più che consueti quando si ha a che fare col Monegasco chiantigiano. Accompagnamento orchestrale originale (dell'Orchestra Sinfonica della città di Milano) e corale, carattere di litania (non certamente l'unico caso in Léo Ferré, ultimo grande litanista nel solco della tradizione medievale cristiana), alternanza di recitato e cantato, andamento decisamente da poema sinfonico. Léo Ferré compone il suo Requiem nel 1975 e lo incide originariamente soltanto nella parte musicale, dirigendo lui stesso l'orchestra milanese (nell'album "Ferré muet...dirige"); nel successivo album "Je te donne" (1976) compare anche il testo. Nel 1977 Léo Ferré incide un album interamente in italiano, La Musica mi prende come l'amore, nel quale compare anche la versione italiana di questo brano.
Procedimenti consueti, come si diceva: l'emistichio come attrezzo poetico, l'anafora, le enumerazioni di parole. L'enumerazione è un procedimento assai ricorrente in Léo Ferré, che spiegò il suo frequente utilizzo col fatto che gli permetteva di escludere dal tessuto poetico tutti gli elementi giudicati inutili per mettere in valore la nudità della parola. In Requiem, l'enumerazione è chiusa bruscamente soltanto dall'ultimo semialessandrino. [AT-XXI]