La vien giù da le montagne
l'è vestita a partigiana
ha di fiamma la sottana
ed ha al collo il tricolor
ha di fiamma la sottana
ed ha al collo il tricolor.
Non è nata cittadina
e nemmeno paesana
essa è nata partigiana
e sui monti ha il casolar
essa è nata partigiana
e sui monti ha il casolar.
La montagna fu sua madre
ed il bosco fu suo padre
sue sorelle son le stelle
che scintillano nel ciel
sue sorelle son le stelle
che scintillano nel ciel.
Se la guarda un giovanotto
e l'invita a far l'amore
lei gli mostra il tricolor
è la fiamma del suo cuor
lei gli mostra il tricolor
è la fiamma del suo cuor.
Contro i vili e i traditori
essa ha dato la sua vita
e con gioia infinita
essa vuol la libertà
e con gioia infinita
essa vuol la libertà.
l'è vestita a partigiana
ha di fiamma la sottana
ed ha al collo il tricolor
ha di fiamma la sottana
ed ha al collo il tricolor.
Non è nata cittadina
e nemmeno paesana
essa è nata partigiana
e sui monti ha il casolar
essa è nata partigiana
e sui monti ha il casolar.
La montagna fu sua madre
ed il bosco fu suo padre
sue sorelle son le stelle
che scintillano nel ciel
sue sorelle son le stelle
che scintillano nel ciel.
Se la guarda un giovanotto
e l'invita a far l'amore
lei gli mostra il tricolor
è la fiamma del suo cuor
lei gli mostra il tricolor
è la fiamma del suo cuor.
Contro i vili e i traditori
essa ha dato la sua vita
e con gioia infinita
essa vuol la libertà
e con gioia infinita
essa vuol la libertà.
Contributed by Bernart Bartleby - 2016/9/17 - 14:53
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Canzone dedicata alle ragazze che facevano le staffette nelle Fiamme Verdi sulle Alpi lombarde
Il testo è di autore ignoto e si ispira a quello dell'omonimo canto popolare (La vien giù da le montagne / l'è vestida a la francese / da un bel giovane cortese / gli fu chiesto far l'amor...)
La melodia si ispira invece al canto intitolato “L'altro giorno andando in Francia”.
Il testo è di carattere marcatamente pastorale, canta il forte legame con i propri monti; la staffetta sembra non aver tempo per le “distrazioni amorose”, lei aspira innanzitutto a liberarsi dell’oppressore e conquistare la libertà [nella versione originale le esplicite avances del giovane incontrato vengono dalla bella fermamente rifiutate, tanto da irritarlo al punto da insultarla, ma lei rivendica con fierezza la sua vita umile e la sua purezza, ndr]
Le Fiamme Verdi si configurarono, nella resistenza italiana, organizzate come gli alpini, dai quali avevano mutuato le mostrine; operarono prevalentemente nelle valli lombarde, furono formazioni partigiane con chiare radici di ispirazione cattolica, secondo alcuni storici direttamente volute dalla nascente Democrazia Cristiana fondata clandestinamente nel 1942.
Tra le tante, ecco alcune brevi storie dei loro comandanti: il trentino Gastone Franchetti, nome di battaglia "Fieramosca", tenente degli Alpini [fascista, ma poi renitente alla alla leva forzata nell'esercito della Repubblica Sociale, ndr], parte da Riva del Garda e con un piccolo gruppo di giovani da origine alle prime formazioni. Già il 19 novembre per la città di Brescia veniva distribuito il giornale "Brescia Libera", che diventerà nel marzo successivo “Il Ribelle”. Il comando generale delle brigate venne assegnato al generale degli Alpini Luigi Masini. Il 28 giugno 1944 "Fieramosca" venne catturato per una delazione da parte dell'amico Fiore Lutterotti, e fucilato.
Altro comandante fu Teresio Olivelli [prima dell'8 settembre gran fascistone, convinto suprematista e volontario nella campagna di Russia, ndr], che nei primi giorni di novembre del 1943 giunse a Brescia, fuggito dal lager di Markt Pongau, e attraverso un amico prese i primi contatti con gli esponenti del movimento ribelle. Quindi, trasferitosi a Milano, si mise a disposizione del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che gli affidò l'incarico di mantenere i contatti tra il Comando generale delle Fiamme Verdi e le formazioni dipendenti delle province di Cremona e Brescia. Catturato, morì in prigionia nel campo di concentramento nazista di Hersbruck, sottocampo del lager di Flossenbürg.
Le Fiamme Verdi furono spesso tacciate di essere "clericali", ma la loro storia dimostrò che anche per molti cattolici fu lecito e necessario imbracciare le armi per liberarsi dell’oppressione nazifascista. [In realtà il regolamento delle Fiamme Verdi recitava, sensatamente: “Il volontario, di qualunque fede politica esso sia, rinuncerà ad ogni propaganda che non sia contro tedeschi e fascisti...”, ndr]
(dal sito del Coro provinciale ANPI di Torino, con alcune precisazioni di Bernart Bartleby)