Stati di ansia, squilibri emotivi collegati a stress situazionali o ambientali o ad affezioni organiche acute o croniche.
Distonie neurovegetative, somatizzazioni dell'ansia a carico di vari organi ed apparati.
Sindromi psiconevrotiche, nevrosi depressive, agitazione psicomotoria, stati psicotici a forte componente ansiosa.
Alterazioni dell'umore, disturbi del sonno di varia origine.
Mio marito mi osserva come se fossi un'altra.
Mi guarda negli occhi e mi chiede
"Come stai?"
Sonnolenza
e un torpore dentro che
non avevo mai sentito prima.
Confusione
e vertigini
e una gran tristezza che
non credevo avrei sofferto mai.
Emozioni
non ne provo più
verso tutte quelle cose che
mi sembravano così importanti.
E poi collera!
Di quelle incazzature che è meglio che non mi rivolgi la parola!
Incubi, incubi in continuazione, a volte ho paura di addormentarmi, altre invece non vedo l'ora di dormire!
Allucinazioni, psicosi, ansia, ed infine dipendenza!
L'uso di benzodiazepine può condurre allo sviluppo di dipendenza fisica.
Mio marito come se fossi un'altra.
Mi guarda negli occhi e mi chiede
"Come stai?"
Ma come vuoi che stia!
Come stai?
Come stai?
Ma no, ma dai, ma insomma,
non è per solitudine, non è neanche per noia, me l'ha detto il dottore!
Due di queste al giorno e si ritorna al lavoro
come se niente fosse.
Due di queste al giorno
due di queste al giorno
forse tre
(come se niente fosse, me l'ha detto il dottore!)
Due di queste al giorno
due di queste al giorno
forse tre
forse tre.
Due di queste al giorno
due di queste al giorno
forse tre
forse quattro, cinque, sei, dieci, e prenditi la scatola intera! Fai quello che ti pare!...
Distonie neurovegetative, somatizzazioni dell'ansia a carico di vari organi ed apparati.
Sindromi psiconevrotiche, nevrosi depressive, agitazione psicomotoria, stati psicotici a forte componente ansiosa.
Alterazioni dell'umore, disturbi del sonno di varia origine.
Mio marito mi osserva come se fossi un'altra.
Mi guarda negli occhi e mi chiede
"Come stai?"
Sonnolenza
e un torpore dentro che
non avevo mai sentito prima.
Confusione
e vertigini
e una gran tristezza che
non credevo avrei sofferto mai.
Emozioni
non ne provo più
verso tutte quelle cose che
mi sembravano così importanti.
E poi collera!
Di quelle incazzature che è meglio che non mi rivolgi la parola!
Incubi, incubi in continuazione, a volte ho paura di addormentarmi, altre invece non vedo l'ora di dormire!
Allucinazioni, psicosi, ansia, ed infine dipendenza!
L'uso di benzodiazepine può condurre allo sviluppo di dipendenza fisica.
Mio marito come se fossi un'altra.
Mi guarda negli occhi e mi chiede
"Come stai?"
Ma come vuoi che stia!
Come stai?
Come stai?
Ma no, ma dai, ma insomma,
non è per solitudine, non è neanche per noia, me l'ha detto il dottore!
Due di queste al giorno e si ritorna al lavoro
come se niente fosse.
Due di queste al giorno
due di queste al giorno
forse tre
(come se niente fosse, me l'ha detto il dottore!)
Due di queste al giorno
due di queste al giorno
forse tre
forse tre.
Due di queste al giorno
due di queste al giorno
forse tre
forse quattro, cinque, sei, dieci, e prenditi la scatola intera! Fai quello che ti pare!...
envoyé par Bernart Bartleby - 6/8/2016 - 16:36
“... una decina di mesi fa lessi 'Il manicomio chimico' di Piero Cipriano e ne rimasi molto colpito. Avevo appena scritto Benzodiazepina, che inizia proprio rapinandone il bugiardino. Il brano apre con l’elenco degli effetti collaterali. Li ho poi immaginati operanti nella vita reale di una persona che fa uso di questa sostanza. Contattai allora Piero, anche per avere un consiglio sul pezzo. Grazie a lui ho conosciuto il Forum Salute Mentale e ho cominciato ad approfondire. Ne sapevo poco. Sono rimasto impressionato da ciò che è il commercio degli psicofarmaci nel mondo. È uno scandalo. C’è una statistica incontrovertibile sulle speranze di vita di chi fa uso per lunghi periodi di psicofarmaci: diminuisce di circa 20anni. La cosa che stupisce di più è la loro diffusione epidemica. È un commercio enorme ed estremamente lucroso. Anche un veterinario può prescriverti uno psicofarmaco da dare al cane. Tante cose poi le avevo già vissute nella mia vita: mi viene in mente Cecilia, un’amica e artista che faceva uso di psicofarmaci e che una notte morì d’infarto, all’improvviso”. (Pierpaolo Capovilla de Il Teatro degli Orrori)
Bernart Bartleby - 6/8/2016 - 16:41
La panchina di Andrea Soldi, in piazza Umbria a Torino, vandalizzata nei giorni scorsi, è stata dipinta di rosso con la scritta "Andrea faremo tutto il possibile affinchè quello che è successo a te non accada mai più."
B.B. - 9/8/2016 - 22:13
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Nell'album “Il Teatro degli Orrori”
Nel loro forse meno riuscito album, trovo però questa canzone de Il TdO che mi ha fatto subito pensare ad Andrea Soldi – ve lo ricordate? - quel ragazzone con qualche problema psichico, ma che non aveva mai fatto male ad una mosca, che giusto un anno fa a Torino, nel corso di un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), venne strangolato da alcuni energumeni della Legge, alcuni “civich” troppo zelanti, e sbattuto a tirare le cuoia sul lettino di un'ambulanza, ammanettato e a faccia in giù, mentre lentamente soffocava.
“Violenta asfissia da compressione”, così morì Andrea Soldi, 45 anni.
Nei giorni scorsi, la panchina dove Andrea solitamente si fermava a sedere, in piazza Umbria, la stessa dove ebbe inizio il suo assassinio, è stata ripulita, da mano sconosciuta, di tutti i fiori, le foto, i pensieri che lì avevano posto quanti avevano conosciuto Andrea, o semplicemente avevano desiderio di ricordarlo...
Dopo questo sfregio, quest'ennesima condanna a morte, all'oblìo, l'anziano padre di Andrea Soldi ha rilasciato l'intervista che segue, pubblicata da La Repubblica. Mi ha molto colpito il passaggio in cui il signor Renato spiega come il figlio resistesse ad assumere la terapia farmacologica prescrittagli perchè “aveva l’effetto di tramortirlo”... E lui non feceva del male a nessuno, e solo voleva restare se stesso, e solo avrebbe voluto restare vivo...:
"Era tranquillo, tranquillo", ricorda Renato. Lo sa perché l’ha visto. Quel mercoledì, infatti, a seguire da lontano la scena, per non innervosire Andrea con la sua presenza, c’era anche lui. Solo fino all’arrivo dell’ambulanza, però, che lui stesso aveva chiamato d’accordo con lo psichiatra dell’Asl 2. "Andrea era schizofrenico, però non è mai stato violento o ha dato segni di squilibrio", precisa il padre. Solo non voleva sottoporsi alla terapia, che aveva l’effetto di tramortirlo. Tutte le volte bisognava fare in quel modo: un Tso “prenotato” con i servizi psichiatrici. Il padre che controlla da lontano e poi si dirige verso l’appartamento dove viveva il figlio, poco lontano, nei nuovi condomini di Spina 3, per approfittare della sua assenza e fare le pulizie domestiche. "Mi diceva: sei il migliore amico che ho".
Anche quel mercoledì il signor Renato segue il copione già sperimentato in passato: aspetta l’arrivo dell’ambulanza in piazza Umbria, verso le 14.30, poi lascia i sanitari al lavoro con suo figlio. Non sa che questa volta il finale sarà diverso. Lo scoprirà poche ore più tardi: dopo le 16. "Mi ha telefonato il medico — racconta il signor Soldi — e mi ha detto: “Guardi, ci sono dei problemi, Andrea è all’ospedale». Così, lascia la scopa appoggiata al muro e corre al Maria Vittoria. «Sono arrivato in ospedale e l’ho trovato morto".
Pensa a un malore, così forse gli viene fatto credere. Chiama la figlia Maria Cristina, la sorella di Andrea, che dalla Lombardia, dove risiede, si precipita a Torino. Piangono, pregano e insieme ricordano la mamma, morta pochi anni prima. Non immaginano quel che è successo ad Andrea. "Il giorno dopo, dai giornali ho saputo tutto. Dai giornali l’ho saputo", si dispera Renato. "A me quello che fa rabbia, quello che veramente ho dentro, è la sofferenza di questo ragazzo, che è stata una sofferenza che è andata avanti per qualche minuto. Mio caro figlio. Ma perché farlo soffrire? Perché?".
Il 14 ottobre inizierà il processo per i tre vigili e lo psichiatra. Sono accusati di omicidio colposo. "Io voglio giustizia per mio figlio. Mio figlio — accusa papà Renato, indicando la panchina — l’hanno ucciso qui". Il signor Soldi continua e parla del Tso: "Va fatto da gente altamente specializzata, non da tre vigili che probabilmente non sapevano neanche loro che cosa facevano. Non si può prendere per il collo un malato. Era ammalato Andrea"..
La rabbia per quel figlio che non c’è non si spegne. L’ultimo sfregio? La panchina spogliata dei ricordi, delle foto, dei fiori che familiari e amici avevano appoggiato come memoriale per Andrea. "Batoste ne ho prese tante. Ci sono abituato. Però questa è stata una cosa che mi ha dato il colpo di grazia", ammette. Renato Soldi si rifugia in una sola certezza: "Vado al cimitero. Ce l’ho lì, con sua madre. Almeno — confida — ha trovato la pace, la serenità”.