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בּעריאָזקעלע

Viktor Ullmann / װיקטאָר אולמאַן
Langue: yiddish


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Beryozkele
Il testo di questa poesia yiddish viene comunemente attribuito a David Einhorn (1886–1973), oscuro poeta di fede ebraica, probabilmente originario di qualche luogo dello sconfinato impero russo.
La traslitterazione in caratteri latini potrebbe essere corretta perchè una delle fonti consultate (il libretto dello spettacolo “Jewish Cabaret in Exile” della New Budapest Orpheum Society) ne riporta come autori Menachem Kipnis (in un volume intitolato “Folkslider” edito a Varsavia) e Jaldati Lin ed Eberhard Robling nel loro volume “Es brennt Brüder, es brennt: Jiddische Lieder” edito a Berlino nel 1985. (Si veda qui.)
Per quanto riguarda l’originale in caratteri ebraici, rimando - per esempio - a “Jewish Music and Modernity” di Philip Bohlman, consultabile su Google Books



Per quanto riguarda la musica, questa fu scritta dal grande compositore ebreo austriaco Viktor Ullmann. La compose nel maggio del 1944 mentre si trovava internato a Theresienstadt. “Beryoskele” è il primo di tre movimenti riuniti nell’“Opus 53 - Březulinka, oder Drei jiddische Lieder für Singstimme und Klavier”. Nell’ottobre di quello stesso anno il campo di concentramento di Theresienstadt fu terminato, i prigionieri trasferiti in diversi campi di sterminio. Viktor Ullmann fu terminato al suo arrivo ad Auschwitz, il 18 ottobre del 1944.



Molte volte mi sono ripromesso di trovare il testo integrale del capolavoro di Viktor Ullmann, che egli compose, su testi di Peter Klein, a Theresienstadt nel 1943: s’intitolava “Der Kaiser von Atlantis oder Die Tod-Verweigerung” ed è un’operetta lirica antiautoritaria che ovviamente i nazisti non permisero mai fosse rappresentata. Libretto e spartiti furono salvati e la prima andò in scena ad Amsterdam nel 1975.



In attesa di trovare “L'imperatore di Atlantide, ovvero, Il rifiuto della morte” contribuisco questa splendida e malinconica poesia-canzone, invocazione e preghiera ad un essere non supremo, bensì molto terreno, che fu molto spesso silenzioso testimone dello sterminio degli ebrei d’Europa da parte di nazisti: un albero di betulla.



Sia in Boemia - dove sorge la fortezza di Terezín (Theresienstadt) - sia nel voivodato della Piccola Polonia - dove c’è Brzezinka (Birkenau), frazione a circa tre chilometri da Oświęcim (Auschwitz) il paesaggio era (e forse è ancora) dominato dalle foreste di betulle. “Birkenau” significa letteralmente “Posto delle betulle” (così come su queste pagine già rivela il titolo della canzone Il bosco di betulle dei Cantacunti). Ed erano betulle, in aiuole ben curate, che accoglievano i nuovi arrivi all’ingresso dell’inferno di Auschwitz...
רוּאיג, רוּאיג שׁאָקעלט איר געלאָקטעס גרינעס קעפעל
מײן װײסינקע בּעריאָזקעלע אוּן דאַװענט אָן אַ שׁיעוּר;
יעדעס, יעדעס בּלעטעלע איר'ס שׁעפּטשׁעט שׁטיל אַ תּפילה
זייִ שוֹין, קלײן בּעריאָזקעלע, מתפּלל אוֹיך פאַר מיר

איך בּין דאָ אַן עלענטער געקוּמען פוּן דער װײטען,
פרעמד איז מיר דער גאָט פוּן דאַן' אוּן פרעמד איז מיר זײן שפּראַך;
נישׁט ער װעט מײן טרוֹיער זען אוּן נישׁט פאַרשׁטײן מײן תּפילה,
כאָטשׁ איך װעל מתפּלל זײן, מתפּלל זײן אַ סך.

פוּן װײטען מערבֿ האָט זיך טרוֹיעריק פאַרגנבֿעט
אין די דינע צװײגעלעך אַ ראָזער צאַרטער שׁטראַל;
אוּן אַ שׁטילן קוּשׁ געטוּן די בּלעטעלעך די קלײנע,
װעלכע האָבּן דרעמלענדיק געהאָרכט דעם נאַכטיגאַל.

פוּן די װײטע פעלדער איז אַ װינטעלע געקוּמען
אוּן דערצײלט די בּלעטעלעך לעגענדעס אָן אַ שׁיעוּר,
עפּעס האָט אין האַרץ 'ן טיף בּײ מיר גענוּמען בּענקען
זייִ שוֹין, קלײן בּעריאָזקעלע, מתפּלל אוֹיך פאַר מיר.

envoyé par Bernart Bartleby (con assistenza da parte di RV) - 19/7/2016 - 23:01




Langue: yiddish

Trascrizione in caratteri latini in base ai criteri YIVO
(di Riccardo Venturi, 27 luglio 2016 09:27)

Le prime due strofe della canzone nell'alfabeto ebraico yiddish.
Le prime due strofe della canzone nell'alfabeto ebraico yiddish.
BERYOZKELE

Ruig, ruig shokelt ir geloktes grines kepel
mayn vaysinke beryozkele un davent on a shir;
yedes, yedes, bletele ir's sheptshet shtil a tfile
zey shoyn, kleyn beryozkele, mispalel oykh far mir.

Ikh bin do an elenter gekumen fun der vayten
fremd iz mir der got fun dan' un fremd iz mir zayn shprakh;
nisht er vet mayn troyer zen un nisht farshteyn mayn tfile,
khotsh ikh vel mispalel zeyn, mispalel zeyn a sakh.

Fun vayten mayrev hot zikh troyerik farganvet
in di dine tsvaygelekh a rozer tsarter shtral;
un a shtiln kush getun di bletelekh di klayne,
velkhe hobn dremlendik gehorkht dem nakhtigal.

Fun di vayte felder iz a vintele gekumen
un dertsaylt di bletelekh legendes on a shir,
epes hot in harts ’n tif bay mir genumen benken
zey shoyn, kleyn beryozkele, mispalel oykh far mir.

27/7/2016 - 09:27




Langue: italien

Traduzione italiana integrale di Riccardo Venturi
27 luglio 2016 09:50

beryo1


Due parole del traduttore. Integrata con la strofa mancante (la seconda) della canzone originale. La traduzione è stata fatta il più possibile alla lettera, stavolta non rinunciando neppure a qualche diminutivo (lo yiddish, come è noto, è tra le lingue che più al mondo esprime l'affettività per mezzo di diminutivi spesso impossibili da rendere in altre lingue). In un unico caso, il "raggio rosso" dell'originale è stato reso con "raggio di sole".
PICCOLA BETULLA

Lieve, lieve scuoti la tua verde testolina riccia,
mia piccola betulla bianca, e prega senza sosta;
ogni tua foglia dice una quieta preghiera,
cara mia betullina, dinne una anche per me.

Povero, misero son qua giunto da lontano,
straniero m'è il dio di qua, straniera la lingua;
non vedrà la mia pena, non capirà la mia preghiera,
anche se pregherò, anche se pregherò tanto.

Da lontano a occidente, triste s'è fatto strada
tra i tuoi fitti rametti, furtivo, un lieve raggio di sole;
e gentilmente ha baciato le tue piccole foglie
che, sognanti, ascoltavano l'usignolo.

Dai campi lontani è venuto un venticello
e raccontava, incessante, storie alle piccole foglie;
e profonda nel cuore m'è presa la tristezza,
cara mia betullina, di' una preghiera anche per me.

27/7/2016 - 09:48




Langue: anglais

La traduzione integrale inglese (probabilmente di Philip Bohlman stesso) ripresa da Jewish Music and Modernity di Philip Bohlman, 2008, p.234.

Nota. E' la medesima traduzione che era stata ripresa da “Jewish Cabaret in Exile” della New Budapest Orpheum Society, ma con la seconda strofa mancante. [RV]
THE LITTLE BIRCH

Peacefully, peacefully rock your little green-braided cap,
My little white birch, who prays without peace.
Each little leaf quietly makes a wish,
Dear little birch, accept my prayer among these.

I've come poor and miserable from afar.
The God of this place is foreign to me, and his words are also strange.
He will not see my sadness, or understand my prayer,
If I too pray like you, ceaselessly.

From faraway in the west a gentle red glow
Has begun sadly to find its way into your narrow branches.
It quietly kisses all the soft, tiny leaves,
Dreamily, they listened to the nightingale’s song.

A wind blew here across the wide fields,
Surely it told the leaves many stories.
Longing begins to arise, deep from within the heart,
Dear little birch tree, please pray also for me.

envoyé par Bernart Bartleby - 19/7/2016 - 23:11




Langue: français

Traduzione francese dallo spettacolo musicale “Terezín”, con la soprano Anne Sofie von Otter
LE PETIT BOULEAU

Doucement, balance doucement ta tendre cime verte,
mon petit bouleau blanc a la priere incessante ;
chacune de tes feuilles fait un voeu,
accepte donc aussi le mien, cher petit bouleau.

Du lointain couchant, une douce lueur rouge
trouve son chemin dans ton léger branchage
et éclaire gentiment le feuillage,
qui écoute, en revant, le chant du rossignol.

Le vent souffle a travers les prés,
et raconte a ta ramure de nombreuses histoires,
le désir monte du plus profond du coeur.
Cher petit bouleau, prie donc aussi pour moi.

envoyé par Bernart Bartleby - 19/7/2016 - 23:12




Langue: allemand

Traduzione tedesca di Heinz Kahlau, in “Es brennt Brüder, es brennt: Jiddische Lieder”, a cura di Lin Jaldati ed Eberhard Robling, Berlino 1969 (1985).
KLEINE BIRKE

Ruhig, ruhig wiegt sie ihr grünes Köpfchen,
meine kleine weiße Birke, sie betet ohne Ruh.
Jedes, jedes Blättchen flüstert leise ein Gebet,
liebe kleine Birke, nimm mein Gebet dazu.

Vom weiten Westen hat sich traurig eingeschlichen,
in die schlanken Zweige nun ein zarter roter Strahl.
All die kleinen zarten Blätter küsste er im stillen,
träumend haben sie gelauscht dem Lied der Nachtigall.

Über weite Felder ist ein Wind dahergekommen,
er erzählt den Blättern viel Geschichten sicherlich.
Etwas hat im Herzen tief zu sehnen angefangen,
liebe kleine Birke, bete du doch auch für mich.

envoyé par Bernart Bartleby - 20/7/2016 - 08:54


"Giganteee, pensaci tuuu!!!"
Grazie Riccardo, io non ho saputo fare di meglio...
Saluti

B.B. - 19/7/2016 - 23:04


E mi sà che pure qui c'è qualcosina da mettere a posto... Maledetto B.B.!

B.B. - 25/7/2016 - 21:54


Caro BB, il più lo hai fatto tu fornendo il link a Jewish Music and Modernity di Ph. Bohlman, col testo originale in caratteri ebraici che, stavolta, mi sono limitato a ricopiare. Che cosa ne è apparso? Due cose. La prima è che è redatto in un'ortografia (ebraica) diversa da quella standard, e più vicina all'ebraico biblico. Quando lo yiddish era veramente una lingua viva e diffusa nell'Europa orientale, aveva non soltanto le sue differenze dialettali (lo yiddish polacco era molto diverso da quello russo, ad esempio), ma non aveva nessuna ortografia standardizzata. Quella è venuta dopo, nel dopoguerra, quando lo yiddish è stato sterminato in Europa e ha dovuto emigrare negli Stati Uniti (e in Israele). La seconda, è che Ullmann, nella sua elaborazione, ha eliminato una strofa (la seconda), che qui ho ripristinato perché è quella da cui veramente appare la disperazione dell'esule in una terra dove è straniera la lingua e straniero persino Dio. La traduzione inglese è ripresa sempre dal Bohlman, comprende naturalmente tutte le strofe ma è decisamente "libera" (e in alcuni punti, secondo me, travisa un po' il testo originale). Le traduzioni nelle altre lingue le ho invece lasciate senza la strofa mancante, evidentemente è stato così per Ullmann. Ma, forse, io avrei attribuito questa cosa a David Einhorn. Un'ultima parola sulle traslitterazioni: quella da te utilizzata in origine è, in alcuni punti, sbagliata (ad esempio riportava "gletlekh" per "bletelekh") -il che conferma quel che dico sempre, vale a dire che fior fiore di studiosi pure sicuramente ebrei non sanno leggere l'alfabeto ebraico e farebbero bene a impararselo ammodino. Quella usata dal Bohlman è "tedeschizzante", ma ha naturalmente i suoi motivi. Saluti cari.

Riccardo Venturi - 27/7/2016 - 10:13


Grazie Riccardo, una volta ancora!

Hai ragione sull'attribuzione, solo che di David Einhorn non ho trovato quasi nessuna notizia e così... Come vedi, per quanto riguarda Gideon Klein, ho attribuito le sue composizioni sempre agli autori dei testi.

Saluti

B.B. - 27/7/2016 - 10:22


Dopo magari voglio vedere se trovo qualche notizia su David Einhorn cercando in (eventuali) siti in yiddish. Qualcosa di "mitico" lo ha persino nel suo nome: significherebbe "David Unicorno". Saluti!

Riccardo Venturi - 27/7/2016 - 10:27


David Einhorn

einhorn


Qualche cosa su David Einhorn si comincia a trovare. Nell'immagine, la copertina dei suoi Gezamelte shriften (Raccolta di scritti), 1° volume (erster band). Si deve trattare di ricordi di gioventù, dato che il volume si intitola Shtile yugent, vale a dire "Gioventù tranquilla", o "serena". Da notare che nell'illustrazione ci sono palesemente due betulle che stormiscono al vento.

Secondo Kedem Auctions (in lingua ebraica) si tratta di un libro raro pubblicato attorno al 1920 e che raccoglie le poesie e le canzoni scritte tra il 1905 e il 1912.

Riccardo Venturi - 27/7/2016 - 11:42




Langue: finnois

Traduzione / Translation / Traduction / Suomennos: Juha Rämö
PIENI KOIVU

Hiljaa, niin hiljaa huojuttaa vihreää latvustaan
pieni valkea koivuni, kun se rukoilee taukoamatta.
Sen jokainen pieni lehti kuiskaa rukouksen.
Rakas pieni koivu, lisää niihin minun rukoukseni.

Olen tullut kaukaa köyhänä ja kurjana.
Tämän paikan jumala on vieras ja hänen sanansa outo.
Hän ei näe murhettani eikä ymmärrä pyyntöjäni,
vaikka sinun laillasi rukoilen lakkaamatta.

Kaukaa lännestä hiipii hento punainen hehku
ja alkaa luoda surullista valoaan hennoille oksillesi.
Ääneti se suutelee kaikkia pieniä lehtiäsi,
jotka uneksien kuuntelivat satakielen laulua.

Halki avarien maiden kantaa tuuli,
joka varmaan keroo lehdillesi monia tarinoita.
Syvä kaipaus alkaa kyteä sydämessä.
Rakas pieni koivu, rukoilethan puolestani.

envoyé par Juha Rämö - 28/7/2016 - 08:23


9/4/2021 - 21:29




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