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Zdravíme vás, pane prasidente

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Una canzone contro l'attuale presidente della Repubblica Ceca, Miloš Zeman, prima o poi doveva finire sulle CCG. Personaggio ambiguo, coinvolto in vari intrighi e scandali, leader di carattere arrogante che ama offendere in modo scriteriato.

Dalla sua elezione nel 2013 ha suscitato una serie di polemiche e scandali interni. Durante una delle prime cerimonie pubbliche del suo mandato, la presentazione dei “gioielli della corona”, non si reggeva in piedi e molti, a vedere la videoregistrazione, hanno attribuito il suo stato alla sua nota passione per il liquore boemo Becherovka. Secondo la versione ufficiale, Zeman in quei giorni si era preso un'influenza.

Miloš Zeman


Si parlava molto anche del suo rifiuto a conferire il titolo onorario di professore a Martin C. Putna (per la legge ceca il presidente della repubblica deve firmare le nomine a professore e consegnare il titolo ai candidati durante una cerimonia solenne). Ha motivato la mancata firma con “i comportamenti in pubblico inadeguati” del candidato, perché Putna aveva partecipato a Prague Pride con un cartello ironico rivolto al funzionario ministeriale Bátora che si era espresso contro l'organizzazione dell'evento. Forse però all'origine del rifiuto in realtà non è stata l'omofobia ma un semplice conflitto personale, dato che Putna durante la campagna elettorale sosteneva un avversario di Zeman e su di lui aveva scritto un articolo critico.

Zeman è noto per le sue posizioni filorusse ed è spesso ospite di Putin. La sua politica estera si concentra anche più a Est, con recenti accordi con la Cina. La visita del presidente cinese a Praga, preparata in grande stile quasi da sfilata di regime militare, con un corredo di bandiere cinesi per tutta la strada dell'aeroporto, però non si è svolta senza incidenti. C'era chi con l'occasione ha voluto ricordare che in Cina non vengono garantiti i diritti umani e ha manifestato il suo dissenso in modo pacifico, ad esempio esibendo sulla finestra la bandiera tibetana o la foto del Dalai Lama. Le proteste però sono state fortemente represse dalla polizia e non sono mancati arresti dei manifestanti.

Negli ultimi tempi Miloš Zeman dedica molta attenzione, a modo suo, alla crisi dei rifugiati. Si è schierato in modo estremo contro l'accoglienza degli immigrati da parte della Repubblica Ceca e l'ha ribadito in più occasioni. Alla ricorrenza del 17 novembre dello scorso anno, Giornata delle lotte studentesche per la libertà, ha pensato bene in che compagnia presentarsi: ha partecipato quel giorno a fianco di Martin Konvička, il presidente del Blocco contro l'islam, a una manifestazione contro l'immigrazione e in particolare contro i musulmani. Bisogna ricordare che il 17 novembre in Repubblica Ceca è una data con una valenza storica molto importante, si evocano allo stesso tempo due eventi di protesta. Il primo risale al 17 novembre 1939, l'ultimo giorno delle proteste di studenti e altri civili contro l'occupazione tedesca in cui persero la vita diverse persone, alcune fucilate al momento e altre internate in campi di concentramento. 60 anni dopo, invece, il 17 novembre finiva il regime comunista. È quindi una data che ricorda in qualche modo la lotta contro i due grandi mali che hanno attraversato nel secolo scorso quelle terre e da qualche anno è stata istituita come festa nazionale. E Zeman, per ricordare le sofferenze passate e anche le tante persone cadute vittime, non ha saputo far di meglio che salire sul palco accanto al leader del movimento più xenofobo di estrema destra che si possa immaginare e fare il discorsetto con tanto di approvazione e applausi da ospiti “illustri” quali il gruppo estremista tedesco Pegida e l'organizzazione britannica contro l'islam English Defence League. Tutto ovviamente sotto stretto controllo della polizia che, come riportano vari giornali nazionali, ha impedito l'ingresso a una ventina di studenti che volevano portare un mazzo di fiori al monumento delle vittime.

La sua antipatia per l'islam Zeman l'aveva espressa anche in precedenza in un discorso all'ambasciata israeliana a Praga, schierandosi con l'Israele contro la Palestina e chiamando la religione musulmana “anti-civiltà”, “religione dell'odio” e “nemici”. Accusava i musulmani di antisemitismo ed escludeva a priori altre forme dell'islam che quello estremista: “Un musulmano moderato è un controsenso.”

Ritornando ai rifugiati – che per lui ovviamente sono tutti musulmani e quindi vale per loro quanto sopra – durante una sua recente visita a České Velenice, una città nella Boemia meridionale al confine con l'Austria, ha affermato che bisognerebbe coinvolgere nella lotta contro l'immigrazione clandestina anche il corpo dei vigili di fuoco, in quanto i pompieri hanno a disposizione idranti e potrebbero sparare l'acqua su chi tenta di passare il confine. Quando il premier Sobotka ha cercato di rassicurare la popolazione che metodi del genere non verranno adottati, il portavoce dell'ufficio presidenziale Jiří Ovčáček si è fatto sentire che “il presidente almeno cerca di trovare una soluzione realistica, mentre al premier non gli importa nulla e non cerca soluzioni”. Bisogna aggiungere che Ovčáček è rimasto nella sua funzione di portavoce solo per forte volontà di Zeman e di fatto contro la legge perché non ha superato l'esame di affidabilità necessario per svolgere tale incarico. L'informazione è uscita pubblica e tutti si aspettavano le sue dimissioni, che però non sono mai arrivate.

Che tra Zeman e il premier socialdemocratico Sobotka non corre buon sangue ormai comunque si sa, ed è stato da Zeman confermato con una, diciamo, battuta che ha fatto eco su tutti i giornali del paese – tanto per rimanere in tema delle sue soluzioni pacifiche. Ad un incontro con la cittadinanza in Moravia, una seguace ha chiesto a Zeman come si potrebbe fare per allontanare Sobotka dalla politica. Il presidente ha risposto: “Esistono due soluzioni. La prima, quella democratica, è tramite le elezioni. Poi c'è quella non democratica: prendere un kalashnikov...”

Bene, direi che tutto ciò potrebbe bastare affinché questo personaggio potesse essere meritatamente contestato su questo sito. Ma, si sa, qui ci vuole sempre una canzone. Ebbene, la canzone contro Miloš Zeman esiste! Ci ha pensato Xindl X, ormai più di un anno e mezzo fa.

La canzone è una reazione a un'intervista di Zeman che è andata in onda radiofonica in diretta il 2 novembre 2014. L'intervista ha letteralmente diviso l'opinione pubblica perché il presidente ha utilizzato in essa una serie di espressioni volgari in contesti abbastanza pesanti, oltre a lanciare offese contro il suo antagonista politico Karel Schwarzenberg, contro il governo, contro tutti i giornalisti cechi (da sempre bersaglio preferito dei suoi motteggi) e contro il gruppo punk russo Pussy Riot – era proprio l'epoca in cui si parlava tanto delle loro proteste contro Putin. La canzone doveva esser stata scritta di getto, a giudicare dalla data di pubblicazione su Youtube. A leggere un po' i commenti delle persone, sembra che la discussione si limiti al semplice fatto se è lecito a un presidente usare in un discorso alla radio certe espressioni. E si vede che Zeman ha molti sostenitori che approvano questo modo di esprimersi (non a caso è stato il primo presidente eletto con suffragio universale, dai cittadini), motivandolo con “tanto parlano tutti così”, bollando di ipocrisia chi sostiene che un presidente, per tutti quei soldi che prende, potrebbe almeno saper parlare a modo, l'unica cosa che in fondo deve fare. Ma in tutto questo sembra come se sfuggisse il vero problema, cioè il resto del discorso. Pur volendogli concedere qualche sfogo linguistico (che però semplice sfogo non è, perché mirato contro persone concrete, e quindi offensivo), il problema non è tanto come lo dice, ma proprio quello che dice: la cosa più palese in una dimensione internazionale è la sua aspra condanna dei gesti di protesta in Russia mossi dal gruppo Pussy Riot – si conoscono i buoni rapporti che corrono tra Zeman e Putin, e qui Zeman ha fatto chiaramente capire da che parte sta, svalutando un'azione di protesta.

Per chi avesse voglia di farsi un'idea del discorso, c'è su Youtube una registrazione con “il meglio di” quest'intervista, dura circa tre minuti. Ovviamente è in ceco ma con fedeli sottotitoli in inglese.


La canzone, direi, gli è riuscita molto bene a Xindl X. Nel testo non appare nessuna delle espressioni volgari, sostituite sempre con un “beep”, ma grazie alla rima è facile individuare che parola viene “censurata”. Quello che è ovvio per un ascoltatore madrelingua, si perde naturalmente del tutto nella traduzione, per cui ho ritenuto indispensabile ricorrere a note esplicative, dove non c'è altro modo che scrivere le parolacce e tradurle. Mi perdonerete tali espressioni forti, d'altronde si tratta di citazioni letterali dal discorso di un capo di stato...
Jó letos na dušičky pěkná mela strhla se,
když prezident jako dycky kázal z Lán v rozhlase.
Když prezident mluví z Lán, a mluví zřejmě zlit,
tak co říká ten pán, nestačí se divit lid.

Letos dospěl k přesvědčení, že je zřejmě bžunda,
když prezident do rozhlasu řekne slovo *píp*.
Aby byla bžunda velká, tak že jí není rovno,
tak směle k slovu *píp* přidal ještě slovo *píp*.

Příště prosím vypípněte toho staříka,
a to radši úplně všechno, co říká.
Vždyť každýmu v týhle republice bude líp,
když místo jeho proslovů uslyšíme jen *píp*.

Letos byla překročena dobrých mravů míra,
když Miloš hájil režim svýho kámoše Vladimíra.
Říkal, že prej Pussy Riot nejsou politický vězni,
to proto, že jejich hudba jeho uším libě nezní.

Že prej mu u nich vadí, že maj holky sprostý texty,
když však mluví sprostě on, tak je to zřejmě sexy.
A že v rámci sex appealu Miloš z řetězu se urval,
když přiložil jazyk k dílu, zněla éterem i *píp*.

Příště prosím vypípněte toho staříka,
a to radši úplně všechno, co říká.
Vždyť každýmu v týhle republice bude líp,
když místo jeho proslovů uslyšíme jen *píp*.

Poučení z této písně každý jistě tuší,
a to, že když mluví Miloš, je si lepší zacpat uši.
Nebudete potom muset křičet Mama mia!
až se jeho briskní humor bude linout z rádia.

A že neříká se *píp*, ale dámské přirození,
jaké další si jen z toho vzít máme ponaučení?
Snad že lepší doma sedět a louskat buráky,
nežli nechat do rádia mluvit takový *píp*… ale ne … sprosťáky!

envoyé par Stanislava - 14/7/2016 - 19:54



Langue: italien

Versione italiana di Stanislava
LA SALUTIAMO, SIGNOR PRESIDENTE [1]

Ebbé, quest'anno, per il giorno dei morti, è successo un bel casino
quando il presidente, come sempre, predicava alla radio da Lány [2].
Quando il presidente parla da Lány – e parla evidentemente sbronzo –
il popolo non finisce di stupirsi di ciò che dice quel signore.

Quest'anno si è convinto che è uno spasso
se il presidente dice alla radio la parola *beep* [3].
E affinché lo spasso fosse grande, senza pari,
alla parola *beep* ha aggiunto ardito anche la parola *beep* [4].

La prossima volta, per piacere, fate il beep a quel vecchietto
e magari proprio su tutto quello che dice.
Tanto in questo paese staremo tutti meglio
se invece dei suoi sermoni sentiremo solo “beep”.

Quest'anno è stato oltrepassato il limite dei buoni costumi
quando Miloš difendeva il regime del suo amichetto Vladimir.
Diceva che Pussy Riot non fossero prigioniere politiche,
e questo perché la loro musica non suona soave alle sue orecchie.

A sentirlo, gli dà noia che le ragazze hanno testi volgari.
Quando però parla volgare lui, a quanto pare è sexy.
E visto che Miloš, per via del sex-appeal, si è scatenato,
ha impegnato la sua lingua, ed ecco che nell'etere echeggiava anche *beep* [5].

La prossima volta, per piacere, fate il beep a quel vecchietto
e magari proprio su tutto quello che dice.
Tanto in questo paese staremo tutti meglio
se invece dei suoi sermoni sentiremo solo “beep”.

Tutti sicuramente indovinano la morale di questa canzone:
quando parla Miloš, è meglio tapparsi le orecchie.
Non dovrete poi gridare Mamma mia!
quando il suo umorismo brusco si effonderà dalla radio.

E che non si dice *beep*, ma “genitali femminili”,
e poi che altro insegnamento dobbiamo trarre da questo?
Forse che è meglio starsene seduti in casa a sgranocchiare le noccioline,
piuttosto che lasciar parlare alla radio tali *beep* [6]
ma no... maleducati!
[1] In realtà qui non è la parola “presidente”, quella in ceco si scriverebbe “prezident”. La forma “prasident” è una creazione ad hoc, facendo assomigliare la prima parte della parola a “prase” - maiale.

[2] Hovory z Lán (Discorsi da Lány) era un programma radiofonico in cui il primo presidente cecoslovacco e ceco del dopo-regime Václav Havel commentava vari avvenimenti dell'attualità. Il suo successore Klaus non ha continuato la tradizione, a cui invece ha voluto riallacciarsi Zeman, il terzo presidente, forse sperando di poter recuperare il livello intellettuale e morale che avevano quelle trasmissioni ai tempi di Havel.

[3] Con “bžunda” - “divertimento, spasso” fa rima la parola “kunda” - letteralmente “fica”.

[4] Non poteva mancare la rima rovno – hovno, cioè “merda”, citando così un'altra parola dal discorso del presidente.

[5] La rima urval – kurva non è proprio precisa, ma ci si arriva bene lo stesso. “Kurva” – “puttana” è stato usato dal presidente in riferimento a Pussy Riot.

[6] E in finale Xindl X c'è andato giù pesante. Il penultimo verso – è meglio starsene seduti in casa a sgranocchiare le noccioline – è una citazione dalla canzone Buráky, tra l'altro presente in questo archivio con una mia traduzione un po' datata. Qui è stata usata chiaramente per insinuare la rima di “buráky” con “čuráky”, parola molto volgare che letteralmente significa “cazzo”, ma in riferimento a una persona è un offesa parecchio pesante. Quindi “meglio starsene a casa ecc. che far parlare alla radio tali teste di c...”, inutile poi la precisazione che l'autore intendeva dire “sprosťáky” - “maleducati”, “scostumati”, “persone volgari”, che fa sì rima anche quello, ma più forzata, e poi ormai il messaggio era arrivato.

envoyé par Stanislava - 14/7/2016 - 19:56


Bip... ! :)

krzyś - 15/7/2016 - 02:53


Scusa, volevo scrivere "Mama mia" :)
Bella canzone, non parlando poi del tutto il tuo lavoro per scrivere una recensione particolareggiata corredata di bel fior di note. Mi sono scompisciato dalle risate : D
Grazie Stanislava


...píp !


;)

Krzysiek - 16/7/2016 - 00:56


Grazie a te, Krzysiek, per aver letto e apprezzato :)
Capirai che per me è stato un po' uno sfogo personale scrivere tutte queste cose. Anche se ormai non vivo in Repubblica Ceca da più di dieci anni, spesso quando parlo con qualcuno che invece vive lì la realtà quotidiana, mi sento chiedere: O ma l'hai sentita l'ultima di Zeman? E segue il racconto di qualche nuova uscita. Io dico sempre che qui in Italia – forse per fortuna – non se ne parla (infatti ho trovato poco in rete in italiano, e tra quel poco c'era un articolo su Il Giornale con sotto tutti i commenti leghisti in sostegno di Zeman...) però d'altra parte è sempre bene che le cose si sappiano più possibile, così ho raccolto un po' di informazioni dai vari giornali cechi, andando a ricercare le varie cose che mi sono state raccontate, e altre uscivano via via, c'era da sbizzarrirsi. E temo che Zeman ancora ne combinerà delle belle. Meglio prenderlo con filosofia come l'autore di questa canzone :)
Un caro saluto!

Stanislava - 19/7/2016 - 19:46


Ovunque si parla poco e di niente.
Ma la tua voce è stata forte.

Ossequie

Krys

Krzysiek - 20/7/2016 - 00:03




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