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Rue des Longues-Haies

Père Aimé Duval
Language: French


Père Aimé Duval

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[1957]
Paroles et Musique: Aimé Duval
Testo e musica: Aimé Duval

prdvlUna sera di qualche tempo fa, a casa di Alessio Lega. Si parla del più e del meno (non mi ricordo se più del più o più del meno), quando il discorso cade sul padre Duval, quello sbeffeggiato da Brassens ne "Les trompettes de la rénommée" e nel "Mécréant", la "calotte chantante" (ma sembra che i due fossero quasi amici). "Ma guarda che il padre Duval scriveva delle canzoni bellissime", mi dice Alessio; imbraccia la chitarra e si mette a cantarmi "Rue des Longues-Haies". L'anarchico che canta il prete. In realtà non c'è di che stupirsi, se si considera quel che dice questa canzone nella quale non si va per il sottile: vi si parla, nientepopodimeno, che di Gesù Cristo. Ma il padre Duval dice una cosa semplicissima: Gesù Cristo non va cercato nei cieli, ma in terra (sembra quasi di sentir riecheggiare lo "Spiritual" di Fabrizio de André). Non va cercato in alto, ma nel basso di uno sconosciuto operaio tessile che ha lavorato per tutta la notte e che torna a casa all'alba coi vestiti sporchi, passando per una via di banlieue (in Francia, di "rues des Longues-Haies", cioè "via delle Lunghe Siepi", ne esistono a migliaia). Ê lui, il Signore che passa per l'ultima volta. Quanto basta per avermi fatto innamorare di questa canzone ascoltata una sola volta (ma dalla chitarra giusta). Quanto basta per avermene fatto cercare il testo per non so quanto, finché non l'ho trovato su questa pagina, grazie a un disco di cover eseguite da tale Gaëtan de Courrèges. La propongo come "extra". Mi sarebbe dispiaciuto troppo non recuperarla in qualche modo.

dvbl2E, tanto che ci sono, e poiché gli "Extra" non prevedono biografie specifiche, mi garberebbe parlare un po' anche del père Duval. Di questo singolare prete che divenne famoso come cantautore, di canzoni religiose, certamente, ma permeate di una religiosità "dal basso", vicina alla gente, dentro la gente. Era nato il 30 giugno 1918 a Val d'Ajol, nel dipartimento montano dei Vosgi. Novizio nel 1936, parte per la Siria; nel 1949 è ordinato sacerdote e dirige una corale, a Reims, dove insegna francese in un liceo. Scriveva canzoni da molto tempo, che cominciano ad essere note nel 1953; presto diventa una specie di fenomeno, raggiungendo una notorietà enorme in Francia e non solo. A Londra, ad un suo concerto assistono 18.000 spettatori. Tiene tournée in Sudamerica e in Europa. Registra il suo primo LP (allora si chiamavano "33 giri") nel 1956 e vende 45.000 copie in tre settimane; nel 1961 arriva al milione di dischi venduti. Nel 1965 è il primo sacerdote autorizzato a cantare oltre la "cortina di ferro", invitato a Varsavia dove si esibisce gratuitamente. Parla correntemente 9 lingue.

Come all'improvviso era arrivata, la fama va via in un attimo. Il padre Duval viene spazzato via all'improvviso. Le sue canzoni, notissime fino a un momento prima, vengono dimenticate. E, davanti a tutto ciò, Duval ha una reazione umanissima. Si mette a bere. Sempre di più, fino a diventare alcolizzato. Dichiara, dopo essere uscito a fatica dall'alcolismo: "Quel che mi ha fatto mettere a bere sono stati i soldi, gli stronzi, i decorati, il mio disadattamento congenito di fronte alla sporcizia del mondo. Volevo salvare il mondo e mi sono ritrovato alcolizzato."

Il padre Aimé Duval è morto il 3 maggio 1984; è sepolto nella basilica di Saint-Epvre a Nancy. Da un po' di tempo qualcuno ha riscoperto le sue canzoni. Aveva una faccia scavata, magrissima, ed era altissimo. Come un altro alcolizzato, livornese stavolta, chiamato Piero Ciampi. [RV]
Rue des Longues-Haies l'inconnu passait
Rue des Longues-Haies l'inconnu passait.

Pendant la nuit pleine, il a tissé la laine
Il rentre avec sa peine.

A l'heure matinale, dedans ses habits sales,
Mon Dieu, comme il est pâle!

O vous qui cherchez le bon Dieu dans les nuages,
Vous ne verrez jamais son visage.

O vous qui cherchez le bon Dieu dans les nuages,
Vous manquerez encore son dernier passage!

Pendant la nuit pleine, il a tissé la laine
Il rentre avec sa peine.

A l'heure matinale, dedans tes habits sales,
Mon Dieu, comme tu es pâle !

Rue des Longues-Haies, le Seigneur passait
Rue des Longues-Haies, le Seigneur passait.

Contributed by Riccardo Venturi - 2007/1/22 - 21:38




Language: Italian

Versione italiana di Riccardo Venturi
22 gennaio 2007
VIA DELLE LUNGHE SIEPI

Via delle Lunghe Siepi, lo sconosciuto passava
Via delle Lunghe Siepi, lo sconosciuto passava.

A notte fonda, ha tessuto la lana
e torna a casa con la sua pena.

All'alba, coi suoi vestiti sporchi,
Dio mio, com'è pallido!

Voi che cercate Dio nelle nuvole,
voi non vedrete mai il suo volto.

Voi che cercate Dio nelle nuvole,
vi perderete ancora il suo ultimo passaggio!

A notte fonda, ha tessuto la lana
e torna a casa con la sua pena.

All'alba, coi tuoi vestiti sporchi,
Dio mio, come sei pallido!

Via delle Lunghe Siepi, il Signore passava
Via delle Lunghe Siepi, il signore passava.

2007/1/22 - 21:43


Ciao, mi fa piacere che qualcuno si ricordi ancora di père Duval, non so se lo sai o se ti interessa, che a riguardo al suo alcolismo ha scritto un libro bellissimo, forse difficile da reperire, "il bambino che giocava con la luna". Lo consiglio per un mare di motivi, dolce e delicato anche se narra di una profonda sofferenza.

Alex - 2011/6/8 - 07:08


Ciao Alex, il libro di Duval edto dalle Paoline nel 1985 è fuori commercio ma si trova tranquillamente nell'usato. Fai una ricerca su http://www.comprovendolibri.it

Bartleby - 2011/6/8 - 13:58




Language: Italian

Ho ancora i tre dischi "45 giri" (in vinile) acquistati nel 1958-'59.
Sono 12 canzoni, quattro per disco.
Ho amato e riascoltato le canzoni di Duval continuamente, per 50 anni. Quei tre 45 giri sono ormai logori, scricchiolano, saltano qualche solco!
Di Aimé Duval 15 anni fa in Internet non c'era niente (tranne un tenero ricordo di lui, in francese, scritto – se non non ricordo male – da un suo nipote).
Poi, miracolosamente, (8 0 10 anni fa), è comparso tutto il suo repertorio in un sito-web di gesuiti messicani (sempre se la memoria non mi tradisce). Là c'erano (scaricabili in MP3 senza problemi) sia le 12 canzoni dei tre 45 giri (quelle che anch'io avevo) sia altre 7 canzoni registrate da radio quando Duval si era esibito dal vivo.
Mi sono fatto la traduzione in italiano di tutte le canzoni così come erano cantate, ascoltandole, parola per parola.
Trascrivo più sotto la mia traduzione di «Rue des Longues-Haies».
[NB. "Pendant la nuit pleine" non significa "A notte fonda"!
Non significa "in PIENA notte", bensì "per l'INTERA nottata".]
RUE DES LONGUES-HAIES [TRADUZIONE FEDELE IN ITALIANO]

[R] Via delle Lunghe-Siepi, lo sconosciuto passava.
Via di lunghe siepi, lo sconosciuto passava.

Durante la notte intera - ha tessuto la lana,
se ne torna con la sua fatica.

[R] Via delle Lunghe-Siepi, lo sconosciuto passava.
Via di lunghe siepi, lo sconosciuto passava.

A quell’ora mattutina - dentro i suoi vestiti sporchi,
Dio mio, com’è pallido!

[R] Via delle Lunghe-Siepi, lo sconosciuto passava.
Via di lunghe siepi, lo sconosciuto passava.

O voi che cercate il Buon Dio tra le nuvole,
voi non vedrete mai il suo volto.
O voi che cercate il Buon Dio tra le nuvole,
voi perderete anche il suo ultimo passaggio!

[R] Via delle Lunghe-Siepi, il Signore passava.
Via di lunghe siepi, il Signore passava.

Durante la notte intera - ha tessuto la lana,
se ne torna con la sua fatica.

[R] Via delle Lunghe-Siepi, il Signore passava.
Via di lunghe siepi, il Signore passava.

A quell’ora mattutina - dentro i tuoi vestiti sporchi,
Dio mio, come sei pallido!

[R] Via delle Lunghe-Siepi, il Signore passava.
Via di lunghe siepi, il Signore passava.
Oh, oh, oh...

Contributed by Arnaldo Vicentini - 2014/4/26 - 02:35


Ho avuto la fortuna di conoscere P. A. Duval negli anni '57/'58 ero riuscito ad avere tutti i suoi dischi.....per non usurarli li avevo registrati su nastro magnetico......poi è andato smarrito tutto. Ora finalmente posso ascoltare qualche brano con internet....Ogni volta che ascolto una sua canzone.....mi sembra di bere un sorso della mia giovinezza....ed è sempre un momento di intensa commozione.

Giovanni Lolli - 2015/1/27 - 11:13


Io questa canzone la toglierei dagli Extra per inserirla come DOCCG nel percorso sulla guerra del lavoro...

Bernart Bartleby - 2015/1/27 - 11:44


Sono felice che venga ricordato questo "enorme" poeta e "profeta" nel trasmettere come si fa a incontrare Gesù!
Come piacerebbe a Papa Francesco questo suo modo di annunciare il vangelo.
Perché non unire gli amici che lo hanno conosciuto per ""RIPROPORLO" ai giovani di oggi?
Ho organizzato io a Genova 4 dei suoi concerti, e proprio a Genova pochi giorni prima di morire ha tenuto il suo ultimo concerto nell'aprile del 1984.
Père Duval mi chiamava (bontà sua) il suo impresario per Italia. Questo lo ha anche scritto ne "Il Bambino che giocava con la luna" di cui ho curato la traduzione mettendo in contatto le Edizioni Paoline e trovando la traduttrice del testo originario "L'enfante che jouè avec la lune" MARINA ROBIOLIO.

NRICO CHIARELLA - 2016/2/2 - 15:13


Anch'io ho un filo di memoria, sottile ma tenace, che mi ricorda le canzoni di Padre Duval, ascoltate dallla sua voce in un concerto del 1961 al Metropolitan di Catania e cantate non solo durante le gite con i compagni della Scuola Apostolica, l'Istituto dei gesuiti che curava la nostra educazione. Per alcuni di noi le canzoni di Padre Duval sono state una sorta di 'manifesto musicale' di un umanesimo cristiano essenziale, concreto, immediato... Paolo Bozzaro

Paolo Bozzaro - 2020/4/20 - 15:28


Grazie per questo ricordo vivo di Padre Duval. Ho amato e cantato con i miei alunni le Sue canzoni negli anni 60.
Proprio stamani ho preso in biblioteca il libro: "Il bambino che giocava con la luna" per rileggerlo ancora una volta.
Grazie a tutti coloro che ricordano e amano questo " chitarrista del buon Dio".
Agostina Viale

carlaorsolina@gmail.com - 2021/5/27 - 12:03




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