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Elle reste là

Aram Sédèfian
Langue: français


Aram Sédèfian

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[1997]
Parole e musica di Aram Sédèfian (1944-), autore, compositore, interprete francese di origine armena, della regione di Erzurum, Anatolia orientale.
Nel disco intitolato “Ces moments là”
Testo trovato sul sito dell’autore



La famiglia di Aram Sédèfian era originaria di Erzurum (Karin, nella traslitterazione dall’armeno), una provincia dove tradizionalmente risiedeva una consistente comunità armena. Ma nel 1894–96 e poi nel 1915, nel periodo dei "Tre Pascià", il triumvirato retto Ismail Enver, Ahmed Djemal e Mehmed Talat Pasha, proprio Erzurum divenne uno dei luoghi dove gli armeni furono maggiormente perseguitati e massacrati dagli ottomani. E nel 1915 i “Giovani Turchi”, autori della rivoluzione nel 1908, erano già saldamente al potere, nucleo originario di quella che, dopo la Grande Guerra, sarebbe diventata la nuova Turchia kemalista.

Donna armena tatuata sul viso. Spesso le donne armene rese schiave dai turchi venivano tatuate dai loro “proprietari”, così come si fa col bestiame.
Donna armena tatuata sul viso. Spesso le donne armene rese schiave dai turchi venivano tatuate dai loro “proprietari”, così come si fa col bestiame.


Una donna sola e disarmata, nel giardino davanti alla sua casa, aspetta la venuta di coloro che voglio cacciarla dalla sua terra, aspetta con orgoglio e senza paura i suoi carnefici, che non mancheranno di stuprarla e seviziarla, prima di ucciderla, così come i turchi fecero sistematicamente e in modo pianificato negli anni (soprattutto tra il 1915 ed il 1916) in cui cercarono di annientare la minoranza armena.



Sui siti dedicati al genocidio si trovano immagini terribili delle violenze perpetrate dai turchi sia nel 1894-95 che negli anni della Grande Guerra… Le testimonianze sono così gravi e concordanti che riesce incomprensibile come il governo turco, anzi, la nazione turca, possa ancora oggi negare ogni responsabilità e l’esistenza storica stessa di quel genocidio… Una delle fotografie più agghiaccianti è quella che mostra la crocifissione di decine di giovani donne nude, verosimilmente violentate prima del martirio: forse l’episodio accadde veramente, non stupirebbe, ma quella immagine ricorrente è in realtà tratta da un film statunitense del 1919, basato sulla testimonianza di sopravvissuti che trovarono scampo in America e, in particolare, su quella di Aurora Mardiganian, autrice di “Ravished Armenia: The Story of Aurora Mardiganian, the Christian Girl, Who Survived the Great Massacres”, pubblicato a New York nel 1918…
Anni più tardi, la stessa Mardiganian precisò che le ragazze, dopo essere state ripetutamente violentate, non furono crocifisse ma impalate attraverso la vagina… Il produttore americano aveva però rifiutato che fosse mostrata una simile efferatezza… La realtà, quindi, supererebbe la finzione.
Elle reste là, à les attendre
Dans le jardin abandonné
Sous les lilas l'air est plus tendre
On se sent bien, comme apaisé

Elle reste là seule et sans armes
Elle ne veut pas verser de larmes
Des bruits de pas, bientôt la haine
Elle se tiendra comme une reine

Elle reste là, là c'est sa terre
Elle voudrait bien se reposer
Se coucher là, dessous la pierre
Avec ceux qu'elle a tant aimés

Pourquoi partir, pourquoi s'enfuir
Elle ne veut pas d'autre avenir
Elle reste là, là c'est terre
Cette fois c'est sa dernière guerre

Elle est déjà comme la poussière
Qu'elle fait glisser entre ses doigts
Elle tombera en pleine lumière
sans témoins, qui s'en souviendra

Peut-être l'eau de la rivière
Peut-être le vent dans les bois
Elle reste là, là c'est sa terre
Personne au monde ne l'empêchera
de rester là...

envoyé par Bernart Bartleby - 13/6/2016 - 13:57




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