Sigue jugando en tu playa,
Y escondido tras las cañas
Duerme mi primer amor,
Llevo tu luz y tu olor
Por dondequiera que vaya,
Y amontonado en tu arena
Guardo [1] amor, juegos y penas.
Yo, que en la piel tengo el sabor
Amargo del llanto eterno,
Que han vertido en ti cien pueblos
De Algeciras a Estambul,
Para que pintes de azul
Sus largas noches de invierno.
A fuerza de desventuras,
Tu alma es profunda y oscura.
A tus atardeceres rojos
Se acostumbraron mis ojos
Como el recodo al camino,
Soy cantor, soy embustero,
Me gusta el juego y el vino,
Tengo alma de marinero.
¿Qué le voy a hacer, si yo
nací en el Mediterráneo
nací en el Mediterráneo?
Y te acercas, y te vas
Después de besar mi aldea.
Jugando con la marea
Te vas, pensando en volver.
Eres como una mujer
Perfumadita de brea
Que se añora y que se quiere
Que se conoce y se teme.
Ay, si un día para mi mal
Viene a buscarme la parca.
Empujad al mar mi barca
Con un levante otoñal
Y dejad que el temporal
Desguace sus alas blancas.
Y a mí enterradme sin duelo
Entre la playa y el cielo.
En la ladera de un monte,
Más alto que el horizonte.
Quiero tener buena vista.
Mi cuerpo será camino,
Le daré verde a los pinos
Y amarillo a la genista,
Cerca del mar, porque yo
Nací en el Mediterráneo
Nací en el Mediterráneo
Nací en el Mediterráneo.
Contributed by Riccardo Venturi - 2007/1/14 - 22:46
Da: Gino Paoli canta Serrat (1974)
Live 1974.
Sono nato in riva al mare,
Son cresciuto sulla spiaggia,
E nell'ombra di uno scoglio
Dorme il mio primo amore
Come una barca che
Dondola allo scirocco,
E nascosti nella sabbia
Ho lasciato sogni e giochi
Io, che trascino addosso a me
L'amaro del pianto eterno
Che ha versato in te la gente
Da Marsiglia ad Istanbul
Per pitturare di blu
Le lunghe onde d'inverno...
Dei pieno d'avventure,
Di tesori e di sventure
Ai tuoi tramonti rosso fuoco
Sono abituati gli occhi
Di un bambino che correva.
Son cantante e son bugiardo,
Amo il gioco ed il buon vino,
Sono un uomo nato al mare.
Che ci posso fare se
Son nato in Mediterraneo,
Son nato in Mediterraneo.
Ti avvicini e te ne vai
Come il sonno di un bambino,
Giocando con la marea
Te ne vai ma tornerai
Come una donna che
Profuma di ginestre,
Che si ricorda e si vuole
Che si conosce e si teme...
Voi, se un giorno anche per me
Arriverà la Signora,
Butterete in mar la barca
Con un levante autunnale
Lasciando che il temporale
Apra la sua ala bianca,
E non piangete, io rivivo
Tra la mia terra e un ulivo
Lì nella stretta fascia di un monte
Più alto dell'orizzonte
Vedrò sotto il mio mare
Il mio corpo sarà sale,
Sarà il bianco di una vela,
Il giallo di una ginestra.
Vicino al mar perché
Son nato in Mediterraneo
Son nato in Mediterraneo
Son nato in Mediterraneo.
Contributed by ninosk - 2008/4/11 - 19:38
“Si tratta di una versione decisamente particolare...” Cominciava così la vecchia introduzione a questa versione italiana del Mediterraneo serratiano, introduzione che è rimasta qui per 17 anni, fino a stamani 23 febbraio 2024. E particolare rimane, non tanto in sé, quanto per le curiose e pittoresche modalità dell’inserimento in questo sito. Modalità che meritano di essere raccontate almeno per sommi capi. Il 14 gennaio 2007, quando inserii questa canzone originariamente negli “Extra”, inserii anche questa versione che mi ricordavo, più o meno a memoria, cantata da Chiara Riondino una caterva d’anni prima (1985? 86?) alla casa del popolo “Andreoni” di via Antonio d’Orso, Coverciano, Firenze (allora abitavo lì vicino, proprio a pochi metri). E’ stata l’unica volta che la ho ascoltata direttamente da Chiara Riondino, assieme a Mio nonno partì per l'Ortigara. Avevo 22 o 23 anni e ero capace di imparare canzoni a memoria al primo ascolto (ora non mi ricordo più nemmeno come mi chiamo, fra poco...ah ecco, Roberto Venturi!). Con tutto ciò, sapevo che Gino Paoli aveva fatto una versione di quella meravigliosa canzone di Serrat -versione, che, fra l’altro, compie 50 anni-, ma non la avevo mai ascoltata. Indi per cui, attribuii automaticamente a Gino Paoli la versione cantata da Chiara Riondino (al che, Chiara Riondino, se per caso legge, mi manda un killer e fa bene). E via così per decenni, fino all’inserimento qua dentro del 2007. Inserimento basato su quel che mi ricordavo del testo, perché già nel 2007 si trattava comunque di più di vent’anni. Tutto questo fino a stamani. Naturalmente non mi era mai venuto di guardare se per caso sul Tubo ci fosse quella versione della Riondino...e infatti c’era, la trovate qua sopra registrata nel 2020 (!!!), reperita in pochi minuti da Lorenzo Masetti. Insomma, vabbè: con un leggero ritardo, rimediamo alle cose attribuendo finalmente la versione (bellissima, e, secondo me, superiore a quella di Gino Paoli) alla sua autrice, con il testo esatto. Tanti saluti da Reginaldo Venturi, 23 febbraio 2024. Ormai so’ pell’ohe, parola di Rambaldo Venturi!
Sarà perché la mia infanzia
Ancora gioca sul mare
E perduto tra i canneti
Dorme il mio primo amore,
Porto il sapore e l'odore
Per ogni dove io vada,
E perso nella tua rena
Guardo amore, giochi e pena.
Io, che nella pelle ho il sapore
Amaro del pianto eterno,
Che han versato in te a migliaia
Da Algeciras a Istanbul
Per cui dipingi d'azzurro
Le lunghe notti d'inverno.
A forza di sventure
L'anima è fonda e scura.
Ai tuoi tramonti più rossi
Si adattarono i miei occhi
Come la curva alla strada.
Sono cantore, mercante
Mi piace il gioco e il vino,
Ho un cuore da marinaio.
E tutto questo perché
sono del Mediterraneo
sono del Mediterraneo
sono del Mediterraneo.
E ti avvicini e vai via
Baciando il mio paese,
Fuggendo con la marea
Tu vieni per ritornare,
Sei come una donna
Che profuma di pece,
Che si conosce e si teme
Che si interroga e si ignora.
Se un giorno per mia sventura
Verrà la Bianca Signora,
Metterò in mare la barca
Con un levante autunnale
E aspetterò che il temporale
Apra le sue ali bianche.
E seppellitemi sereno
Là tra la terra e il cielo.
Sul lato della collina,
Più in alto dell'orizzonte
Voglio avere buona vista.
Diventerò sentiero,
Sarò il verde del pino
E il giallo alla ginestra.
Vicino al mare, perché
Sono del Mediterraneo
Sono del Mediterraneo
Sono del Mediterraneo.
Voce: Juan Carlos "Flaco" Biondini
Sarà perché la mia infanzia
Rivive sulla tua spiaggia
Sotto un gabbiano che viaggia
Riposa il mio primo amore
Che porta ovunque il tuo odore
E la tua luce selvaggia
E sdraiato sulla sabbia
Rivedo amor, giochi e rabbia
Io, che porto dentro il sapore
Amaro del pianto eterno
Che ogni popolo ogni guerra
Da Istanbul a Gibilterra
Che han reso ancora più azzurra
Ogni tua notte di inverno
Per ogni tua sventura
Hai l'anima fonda e scura
Ad ogni tuo tramonto
Il mio sguardo è sempre pronto
Come una curva il cammino
Son cantore, pifferaio
Amo il gioco ed amo il vino
Ho il cuore di un marinaio
Che posso farci se io
Sono del Mediterraneo
Sono del Mediterraneo?
Ti avvicini e te ne vai
E la riva è una trincea
Giocando con la marea
Vai ma sai che tornerai
Sei come una donna che
Si fa aspettare in apnea
Tra il rimpianto e l'amore
E tra l'assenza e il timore
Eh... Se un brutto giorno mi tende
Un'imboscata la parca
Spingete in mar la mia barca
Con un levante autunnale
E fate che il temporale
Fasci quell'ala bianca
E interratemi in collina
Sotto una brezza marina
Sopra il crinale di un monte
Più alto dell'orizzonte
Ci sarà la mia finestra
Sarà il mio corpo cammino
Darò verde ad ogni pino
Darò giallo alla ginestra
Vicino al mare perché
Sono del Mediterraneo
Sono del Mediterraneo
Sono del Mediterraneo
→ Blog di Beppe Grillo
Forse perché la mia infanzia
Gioca ancora sulla tua spiaggia
E nascosto fra le canne
Dorme il mio primo amore,
Porto la tua luce e il tuo odore
Dovunque io vada,
E ammucchiati sulla tua sabbia
Conservo amori, giochi e tristezza
Io che sulla pelle ho il sapore
Amaro del pianto eterno
Versato in te da cento popoli
Da Algeciras a Istanbul,
Perché tu dipinga di azzurro
Le loro lunghe notti d'inverno
A forza di disavventure
La tua anima è profonda e scura
Ai tuoi tramonti rossi
I miei occhi si sono abituati
Come il cammino al deviare..
Sono un cantore, un incantatore
Mi piacciono il gioco e il vino,
Ho l'anima del marinaio.
Che ci posso fare, se
Sono nato sul Mediterraneo
Sono nato sul Mediterraneo?
E ti avvicini e te ne vai
Dopo aver baciato il mio villaggio
Giocando con la marea
Te ne vai, pensando già a tornare
Sei come una donna
Tutta profumata di resina
Che ci manca e che si ama
Che conosciamo e ci inquieta
Ah,se un giorno, per disgrazia
La parca venisse a prendermi,
Spingete al largo la mia barca
Con vento di levante autunnale
E lasciate che il temporale
Disfaccia le sue ali bianche
E a me inumatemi senza lutto
Fra la spiaggia ed il cielo
Sulla falda di un monte
Più alto dell'orizzonte
Voglio avere una bella vista
Il mio corpo sarà cammino,
Darò verde a dei pini
E darò il giallo alla ginestra.
Vicino al mare, perché io
Sono nato sul Mediterraneo
Sono nato sul Mediterraneo
Sono nato sul Mediterraneo.
Contributed by Riccardo Venturi - 2007/1/19 - 11:52
Llorenç de Santamaria [1985]
Album / Albumi: Entre cella i cella / Entre ceja y ceja
Parecchi credono che Mediterráneo sia stata scritta “originariamente in catalano” da Serrat. Assolutamente falso: la canzone è stata scritta in castigliano, e Serrat la ha sempre cantata soltanto in quella lingua. A lungo andare, l’unica versione reale in catalano è questa di Llorenç de Santamaria, del 1985 (nell’album Entre cella i cella / Entre ceja y ceja)
Pot esser la meva infància
Joguinejant per la platja,
I amagat en les canyes
Dorm el meu primer amor,
Duc aquell llum i el colora
Qualsevol lloc que vaja.
I acaramull l'arena
On guard amor, jocs i penes
Jo, que a la pell tinc aquell gust
Amargant dels plors eterns
Que han deixat en tu cent pobles
D'Algesíres a Istanbul
Perquè hi pintis de blau
Les llargues nits dels hiverns,
I a força de desventures,
L'ànima és fonda i obscura
A les hores baixes roges
S'acostumaren mos ulls
Com el revolt al camí.
Sóc cantant, sóc mentider,
M'agrada el joc i el vi,
Tinc l'ànima marinera.
Què li podem fer si jo
Vaig néixer en el Mediterrani
vaig néixer en el Mediterrani....
I t'atanses i te'n vas
Després de besar ma costa,
Jugant amb les ones blanques
Te'n vas pensant a tornar,
Ets talment una dona
Amb perfums de mar embreada,
Que s'enyora i que s'estima,
Que se coneix i que es tem.
Ai, si un dia pel meu mal
Ve a cercar-me la parca,
Espitjau al mar ma barca
Amb un llevant tardorenc,
Deixau que el temporal
Desfaci ses ales blanques,
I a mi enterrau-me sens dol
Entre la platja i el cel
Allà a la falda d'un puig
Nés alt que el bell horitzó.
Vull tenir una bona vista,
Mon cos serà el camí
Donaré verd als pins
I aquell groc a la ginesta.
Ran de la mar perquè jo
Vaig néixer en el Mediterrani
Vaig néixer en el Mediterrani
Vaig néixer en el Mediterrani
Clara Sanabras
Album / Albumi: Clara & The Real Lowdown (2007)
Ever since I was a child,
I bathed in your crystal waters
Built castles in your sands
Ever since my first romance,
I took every chance
To visit your secret quarters
Where hidden along the shore
I left my sorrows and so much more
On my skin there's still a trace of salt
And eternal teardrops
Like a never-ending pool
All the way to Istanbul
Where emperors make their rules
And poor people still tend their crops
With all these stories to tell
The sea is the deepest well
Mediterranean lights
Such a beautiful sight
A thousand colours, no veil heard
To her I'll sing my lines
Drink a glass of red wine
And lead the life of a sailor
Then return where I belong
Nací en el Mediterráneo
Nací en el Mediterráneo
Nací en el Mediterráneo
Like the waves you come and go
And cover the land with kisses
Then follow the beaten track
And never think of coming back
The constancy that you lack
Is what every woman misses
Who loves and fears her youth
Who knows and values and wants the truth
From now till the day I die
I'll treasure the final hours
Faithful to what I wrote
I'll disembark my boat
Watch it stay afloat
Adorn it with fragrant flowers
I'll be buried in the sand
Between water and land
Atop of the highest mountain
My tears flow like a fountain
Melt away in the distance
My body will be enshrined
In the thick forest
The finest proof of my existence
I return where I belong
Nací en el Mediterráneo
Nací en el Mediterráneo
Nací en el Mediterráneo
Chanson espagnole – Mediterráneo – Joan Manuel Serrat – 1971
Les chansons contre la guerre existent et il existe des chansons d'autres natures qui, à un certain moment, peuvent être écrites contre la guerre, contre l'impérialisme et le colonialisme politique et culturel, contre une injustice quelconque. Des exemples, il n'en manque certainement pas. Ainsi, en 1971, Joan Manuel Serrat écrivit, en castillan, même si beaucoup croient qu'il s'agit d'une chanson originairement composée en langue catalane, cette chanson célèbre, considérée en Espagne comme "la chanson du siècle." C'est une chanson qui parle de la Méditerranée et de son identité. On n'y trouve pas une allusion à un thème politique, ou de protestation, ou de nature sociale; pourtant, elle doit être, probablement lue entre les lignes. 1971: le franquisme est encore debout, et les chansons de protestation, si elles ne veulent pas être clandestines ou sévèrement censurées doivent se masquer. Ainsi, très souvent, dans ces années, l' "identité méditerranéenne" est un prétexte pour affirmer une diversité, un écart net par apport à la colonisation américaine en pleine action. Dans l'Espagne franquiste, très bien tolérée dans sa "fonction anticommuniste", dans la Grèce sous la dictature des Colonels à la solde directe de la CIA, et devenue centre de recrutement et formation de tout le fascisme subversif européen, dans l'Italie des massacres d'État et de Gladio, écrire et chanter une chanson comme celle-là était une forme de protestation masquée, mais très claire; et le jeune Serrat, (qui sur la petite couverture de l'album homonyme, "Mediterráneo" ne montre pas non plus ses 28 ans de l'époque) le fit de son côté.
Existe aussi une hypothèse , (mais pas confirmée) selon laquelle elle fut composée par Serrat dans le célèbre monastère catalan de Montserrat (!), où il s'était retiré en compagnie d'autres jeunes intellectuels catalans en signe de protestation contre le procès de Burgos et contre la peine de mort. La chanson se serait originairement intitulée Observo a los animales (Nací en el Mediterráneo).
Si on veut une preuve de la nature symbolique de cette chanson, il y a un an, qu'il me soit permis un souvenir tout personnel, qui se rapporte au même concert de Chiara Riondino auquel j'eus l'occasion d'assister à la maison du peuple "Raffaello Andreoni" de Coverciano, à Florence, et durant lequel Riondino interpréta, en me la fixant définitivement dans la mémoire, cette chanson incroyable qu'est « Mon grand-père partit pour l'Ortigara ». Ce devait être la période suivant de peu les faits de Sigonella. Chiara Riondino attaqua les premières notes de l'introduction musicale à une version italienne de "Mediterráneo". Je croyais qu’il s’agissait de la version écrite par Gino Paoli, mais en réalité c’était elle-même qui l’avait écrite (si l’on compare les deux versions, on voit bien qu’elles sont très différentes). Bien, avant de commencer à chanter prononça cette phrase qui, elle aussi, s'est instillée dans la mémoire: "Méditerranée. Parce que nous, même si nous sommes une colonie américaine, nous sommes très différents des Américains. Malgré tout." En scandant et en détachant bien les mots, surtout le "Malgré tout." Un petit épisode arrivé dans une maison du peuple de la banlieue florentine. Pourtant, il devait être bien clair à Riondino quelle valeur put et dut avoir cette chanson, que j'offre aux CCG aussi, inutile le nier, pour sa grande beauté intrinsèque. [RV]
Peut-être car mon enfance
Continue à jouer sur ta plage,
Et caché dans les cannaies
Dort mon premier amour,
J'emporte ta lumière et ton odeur
Partout où je vais.
Et à l'abri sous ton sable,
Je garde amour, jeux et peines.
Moi, qui sur ma peau retient le goût
Amer de ce pleur éternel,
Que cent peuples ont versé en toi,
D'Algésiras à Stamboul,
Pour peindre d'azur
Leurs longues nuits de l'hiver.
À force de mésaventures,
Ton âme est profonde et obscure,
À tes crépuscules rouges
Mes yeux se sont accoutumés
Comme le chemin au détour...
Je suis chanteur, je suis menteur,
J'aime le jeu et le vin
J'ai une âme de marin...
Que voulez-vous que j'y fasse si je suis né
Sur une rive de Méditerranée ?
Sur une rive de Méditerranée ?
Tu vas et tu viens
Embrasser mon village
En jouant à la marée
Tu pars, en pensant revenir.
Tu es comme une femme
Parfumée de brai
Qui se lamente et qui se tourmente
Qui se connaît et qui se craint
Ah ! Si un jour pour mon malheur
Vient me chercher la Parque
Mettez à la mer ma barque
Au levant automnal
Et attendez que la tempête
Déchire ses ailes blanches.
Et enterrez-moi sans deuil
Entre la plage et le ciel...
Sur le flanc d'un mont,
Plus haut que l'horizon.
Je veux avoir une belle vue.
Mon corps sera chemin,
Je donnerai le vert aux pins
Et le jaune aux genêts...
Au bord de la mer, car moi, je suis né
Sur une rive de Méditerranée
Sur une rive de Méditerranée
Sur une rive de Méditerranée.
Contributed by Marco Valdo M.I. - 2012/5/13 - 21:59
Vincent Milhou
Francamente trovo che l'interpretazione non renda assolutamente giustizia alla canzone, ma a livello di testo è un buon adattamento. [Lorenzo]
Mon enfance continue de jouer
Sur ta plage ou bien cachée
Derrière les roseaux, et dès lors
De mon premier amour qui dort
Je garde la lumière et l’odeur
Où que j’aille où que je demeure
Et en tas sur la fine arène
J’ai ton amour, tes jeux, tes peines.
Moi... Qui sur la peau porte la saveur
Amère des éternels pleurs
Que sur toi versèrent tant de races
D’Istambul à Algésiras
Tu peins l’horizon en bleu d’azur
Pour que tes nuits d’hiver soient moins dures
Après tant de mésaventures
Tu as l’âme profonde et obscure.
A tes crépuscules rouge feu
Se sont tant habitués mes yeux
Comme le virage au chemin
Je suis chanteur et malandrin
J’aime le jeu, j’aime le vin
J’ai en moi l’âme des marins
Que vais-je y faire si je suis né
Au bord de la Méditerranée?
Tu vas, tu viens, et au passage
Tu embrasses mon village
Au gré de tes marées volages
Tu pars songeant à revenir
Comme une femme qu’on ne peut retenir
Parfumée de goudron et d’embruns
Qu’on regrette et qu’on désire
Qu’on connaît, mais que l’on craint.
Ay... Si par malheur vient le moment
Où me trouveront les parques
Jusqu’à la mer poussez ma barque
Avec vent d’Automne au levant
Laissez-donc que le fil du temps
Vienne éroder ses blanches ailes
Et moi, enterrez-moi simplement
Sans deuil, entre plage et ciel.
Et sur le versant d’une colline
Promontoir perché qui domine
Le fond de l’horizon lointain
Mon corps formera le chemin
Qui fera verdir la cime des pins
Et fera jaunir le genêt
Près de la mer, car je suis né
Au bord de la Méditerranée
Au bord de la Méditerranée
Au bord de la Méditerranée.
Ίσως γιατί η παιδική μου ηλικία
Παίζει ακόμη στην παραλία σου,
Και κρυμμένος πίσω από τις καλαμιές
Κοιμάται ο πρώτος μου έρωτας,
Κουβαλώ το φως και το άρωμά σου
Όπου και να πάω,
Και απλωμένος στην άμμο σου
Φυλάω την αγάπη, τα παιχνίδια και τις πίκρες.
Εγώ, που στο δέρμα έχω την πικρή
Γεύση του αιώνιου μοιρολογιού,
Που έχουν ρίξει σε σένα εκατό λαοί
Από το Αλγεθίρας ως την Κωνσταντινούπολη,
Για να βάψεις με μπλε
Τις μεγάλες νύχτες του χειμώνα τους.
Kι από τα πολλά βάσανά σου
Η ψυχή σου είναι βαθιά και σκοτεινή.
Στα κόκκινα δειλινά σου
Συνήθισαν τα μάτια μου
Σαν τις στροφές στο δρόμο…
Είμαι τραγουδιστής, είμαι κατεργάρης,
μου αρέσει το παιχνίδι και το κρασί,
Έχω ψυχή ναυτικού.
Τι μπορώ να κάνω, αφού εγώ,
Γεννήθηκα στη Μεσόγειο;
Γεννήθηκα στη Μεσόγειο.
Και πλησιάζεις και φεύγεις
Αφού φιλήσεις το χωριό μου,
Παίζοντας με την παλίρροια
Φεύγεις με τη σκέψη να γυρίσεις.
Είσαι σα μια γυναίκα
Αρωματισμένη με πίσσα
Που τη νοσταλγούν και την αγαπούν
Που τη γνωρίζουν και τη φοβούνται.
Aχ, κι αν μία μέρα για το κακό μου
Έρθει να με ψάξει o Χάρος
Σπρώξτε στη θάλασσα τη βάρκα μου
Με έναν φθινοπωρινό λεβάντε
Kι αφήστε την καταιγίδα
Να ξεδιπλώσει τα λευκά φτερά της.
Και μένα θάψτε με χωρίς θρήνο
Ανάμεσα στην παραλία και στον ουρανό...
Στην πλαγιά ενός βουνού,
Πιο ψηλού κι απ’ τον ορίζοντα
Θέλω να έχω ωραία θέα.
Το σώμα μου θα είναι δρόμος
Θα δίνω το πράσινο στα πεύκα
Και το κίτρινο στα σπάρτα,
Κοντά στη θάλασσα. Γιατί εγώ
Γεννήθηκα στη Μεσόγειο!
Γεννήθηκα στη Μεσόγειο!
Γεννήθηκα στη Μεσόγειο!
Contributed by Raf - 2020/10/26 - 01:02
Fabrício Soares (L. Trans.)
Talvez porque minha infância
continua brincando na tua praia,
e escondido atrás dos juncos
dorme o meu primeiro amor,
levo tua luz e teu cheiro
aonde quer que eu vá,
e amontoado em tua areia
guardo amor, brinquedos e tristezas.
Eu, que na pele tenho o sabor
amargo do pranto eterno,
que derramaram em ti cem aldeias
de Algeciras a Estambul,
para que pintes de azul
tuas longas noites de inverno.
Por força de desventuras,
tua alma é profunda e escura.
A teus entardeceres vermelhos
se acostumaram meus olhos
como a curva na estrada.
Sou canto, sou mentiroso,
gosto do jogo e do vinho,
tenho alma de marinheiro.
O que vou fazer, se eu
nasci no Mediterrâneo
nasci no Mediterrâneo?
E te aproximas, e te vais
depois de beijar minha aldeia.
Brincando com a maré
te vais, pensando em voltar.
Sois como uma mulher
perfurmadinha de alcatrão
que anseia e que se ama
que se conhece e se teme.
Ai... Se um dia para meu mal
vem me buscar a morte.
Empurre ao mar minha barca
com um elevador outonal
e deixe que o temporal
raspe suas asas brancas.
E a mim enterre-me sem luto
entre a praia e o céu.
Na ladeira de um monte
mais alto que o horizonte.
Quero ter boa vista.
Meu corpo será caminho,
darei verde aos pinheiros
e amarelo à acácia.
Perto do mar. Porque eu
nasci no Mediterráneo
nasci no Mediterráneo
nasci no Mediterráneo.
Galit Giat (גלית גיאת)
אולי כי ילדותי עוד משחקת בחופיך
ומאחורי קניך אהבתי הראשונה
שוכבת שם ישנה, אסופה בחולותיך
אני אקח איתי את הריחות שלך
לכל מקום שאליו אלך
אני שבעורי שמור טעם המלח הדומע
ששפכו בך כבר מאה עמים
מגיברלטר לאיסטנבול בלילות של המבול
כשאיש אינו שומע
ועכשיו מרב עצב ודמעות נשמתך כהה ועמוקה מאד
ועיניי כבר רגילות אל שקיעותיך הסגולות
כמו השפה אל הדרך
אני זמרת שקרנית, מהמרת, שתיינית
יש לי נפש של צוענייה
כנראה מזה כבר לא אוכל לברוח, הים התיכון אני נולדתי בו
אם יום אחד אל שערי אלת המוות תבוא לפתע
דחפו לים את הסירה שלי לסערה
ותנו לרוח הרע לפרק את כנפיה
בלי לבכות תטמנו אותי בחול, שם בין השמים אל החוף
במורד ההר מעל האופק
ככה שיהיה לי נוף שאוכל לראות את כולו
גופי לא יהיה אלא דרך, צבע לעצי הארז ולצמחי הרותם
וככה אשאר תמיד תמיד קרוב
לים התיכון שנולדתי בו, הים התיכון אני נולדתי בו
Antonio Valén [1991]
«Mediterráneo» se ha convertido en un tema de referencia de la canción de autor española y ha sido, hasta ahora, la más expresiva reivindicación de un mar que lentamente se está convirtiendo en el sumidero de Europa. En 1991 Antonio Valén, en un nuevo intento de llamar la atención sobre este problema, la tradujo -admirablemente- a la lengua esperanto.
jmserrat.com
Eble ĉar infana mi
daŭre viastrande ludas,
eble ĉar la am' unua
en kanejo dormas nun,
tial do via parfum'
min akompanas alglua,
tial do ĉe via bordo
restas ludo, am' kaj zorgo.
Mi, kies haŭto gustas jam
l' akran ploron enverŝitan
de popoloj cent en maron
-Ĝibraltar' ĝis Istanbul'-
por ke venku la lazur'
la vintro-noktan vualon.
Ofta misfortun' dolora
igis vin profundakora.
Alkutimiĝis l' okuloj
al ruĝaj krepusko-luloj
samkiel lontan' al disto.
Kantas mi se l' vino bonas,
ludemas kaj fanfaronas
kun koro de navigisto.
Sed ĉe la mar', ĉar min,
min lulis Mediteraneo
min lulis Mediteraneo.
Vi alvenas kun petol'
la vilaĝon flirte kisi,
sed vi, post momenta kuno,
ludas re kaj re sen fin'
kvazaŭ estus vi virin'
en rava gudra parfumo
kaj alloga kaj amika
kaj ĉiama kaj timiga.
Ve!
Kiam tagon de fatal'
venos preni min la Morto,
fratoj, ĉe aŭtuna vento
tranĉu ŝnuron sen dolor',
ke disrompu kun sonor'
mian boaton tempesto
kaj sepultu min fidele
apud-mare al-ĉiele.
En dekliv' de spino-monto,
pli alte ol horizonto
por vidi la mar-ebenon.
Korpo ludos simfonion:
verdigos mi la pinion,
bluigos la rosmarenon.
Ĉiam ĉe l' mar', ĉar min,
min lulis Mediteraneo,
min lulis Mediteraneo,
min lulis Mediteraneo.
Lajlajla..
Ironia della sorte: ho ascoltato per puro caso questa canzone per la prima volta nel 1990, avevo dimenticato le cuffie alle orecchie addomertandomi quando mi sono risvegliato al suono dolce di questa canzone, costeggiavamo la costa del Sol diretti oltre Algeciras...
Pasquale G. (grazie a T.R.W.) - 2007/4/1 - 21:46
carla conti poeta - 2008/12/5 - 19:54
Riccardo Venturi - 2012/5/7 - 22:50
Gian Piero Testa - 2012/5/12 - 08:52
Il cantautore catalano Joan Manuel Serrat ha presentato il nuovo videoclip della sua canzone "Mediterraneo" per sostenere la campagna "Casa Nostra Casa Vostra" che aiuta i rifugiati. A 45 anni di distanza dalla prima incisione della canzone, Serrat ha inciso una nuova versione che conta sulla participazione di vari artisti tra cui Judit Neddermann, Sidonie, Manolo Garcia, Ismael Serrano, Gemma Humet, Gossos, Els Amics de les Arts, Jofre Bardagí, Antonio Orozco, Pablo López, Joana Serrat, Shuarma, Elèctrica Dharma, Santi Balmes, Marina Rossell, Estopa, Manu Guix e Feras Almalat.
Europapress.
Alla fine del video appare il seguente commento (in catalano)
Tra qualche anno ci chiederanno perché non abbiamo fatto niente per evitarlo.
Il momento è ora.
Merita il NOBEL..
Franceschininada@gmail.com - 2018/2/18 - 04:44
#Salvinistacce #chiudilaboccanoniporti
Riccardo Venturi - 2020/10/26 - 12:24
Diez versiones de “Mediterráneo”
Lorenzo - 2024/2/22 - 22:42
Lorenzo - 2024/2/22 - 22:46
Essendo stata tolta -dopo diciassette anni!- dagli "Extra", questa pagina viene sottoposta anche a una robusta risistemazione. In primis nella disposizione strofica del testo (visto che siamo del Mediterraneo, non ci piace dire "layout"), che era notevolmente "fantasiosa", per non dire proprio a cazzo di cane. Vattelappesca che avevo in testa il 14 gennaio 2007.
Riccardo Venturi - 2024/2/23 - 11:36
Riccardo Venturi - 2024/2/23 - 12:55
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Letra y música / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Joan Manuel Serrat
Album / Albumi: Mediterráneo
Nell'introduzione a En Méditerranée di Georges Moustaki ci eravamo ripromessi di inserire questa celeberrima canzone di Joan Manuel Serrat. Lo facciamo senz'altro, anche sulla scorta di un episodio personale.
Esistono le canzoni contro la guerra, ed esistono canzoni di altra natura che, in un qualsiasi momento, possono essere scritte cantate contro la guerra, contro l'imperialismo e il colonialismo politico e culturale, contro una qualsiasi ingiustizia. Di esempi non ne mancano certamente. Così, nel 1971, Joan Manuel Serrat scrisse (in castigliano, anche se molti credono che si tratti di una canzone originariamente composta in lingua catalana) questa famosissima canzone, da molti considerata in Spagna come "la canzone del secolo". È una canzone che parla del Mediterraneo e della sua identità. Neanche un accenno possibile vi è a tematiche politiche, o di protesta, o di natura sociale; eppure deve essere, probabilmente, letta sotto le righe. 1971: il franchismo è ancora in piedi, e le canzoni di protesta, se non vogliono essere clandestine o severamente censurate, devono mascherarsi. Così, molto spesso, in quegli anni l' "identità mediterranea" è un pretesto per affermare una diversità, uno stacco deciso rispetto alla colonizzazione americana in atto. Nella Spagna franchista, stato assai ben tollerato in "funzione anticomunista", nella Grecia sotto la dittatura dei Colonnelli al soldo diretto della CIA (e divenuta centro di reclutamento e addestramento di tutto il fascismo eversivo europeo), nell'Italia delle stragi di stato e di Gladio. Scrivere e cantare una canzone come questa era una forma di protesta mascherata, ma chiarissima; e un giovane Serrat (che sulla copertina dell'omonimo album, "Mediterráneo", non dimostra neppure i suoi 28 anni di allora) lo fece da par suo.
Esiste anche un'ipotesi (però non confermata) secondo la quale la canzone fu composta da Serrat nel famoso monastero catalano di Montserrat (!), dove si era ritirato assieme ad altri giovani intellettuali catalani in segno di protesta contro il processo di Burgos e contro la pena di morte. La canzone si sarebbe intitolata originariamente Observo a los animales (Nací en el Mediterráneo).
Se vogliamo una controprova della natura simbolica di questa canzone, a distanza di qualche anno, mi sia permesso un ricordo del tutto personale. Ha a che fare con quello stesso concerto di Chiara Riondino cui ebbi modo di assistere alla casa del popolo "Raffaello Andreoni" di Coverciano, a Firenze, e durante il quale la Riondino eseguì, facendomela fissare definitivamente nella memoria, quella incredibile canzone che è Mio nonno partì per l'Ortigara. Doveva essere il periodo di poco successivo ai fatti di Sigonella. La Riondino attaccò le prime note dell'introduzione musicale a una versione italiana di "Mediterráneo", che credevo scritta da Gino Paoli, ma che invece era stata scritta da lei stessa (perché non si tratta proprio della versione di Paoli). Ma prima di attaccare a cantare pronunciò questa frase che, anch'essa, mi si è fissata nella memoria: "Mediterraneo. Perché noi, anche se siamo una colonia americana, siamo molto diversi dagli americani. Nonostante tutto." Scandendo e staccando bene le parole, soprattutto il "Nonostante tutto" finale. Un piccolo episodio accaduto in una casa del popolo della periferia fiorentina. Eppure, doveva essere ben chiaro alla Riondino quale valore potesse e dovesse avere questa canzone, che "offro" alle CCG anche, inutile negarlo, per la sua intrinseca e grande bellezza. [RV]
Mediterráneo is the eighth studio album by Joan Manuel Serrat, released in 1971 by Novola. It is considered by both critics and audiences as one of the best albums in the history of Spanish music. In celebration of their 20th in 2004, Rockdelux published a special 198 page issue with a list of "the 100 greatest Spanish records of the 20th century" Mediterráneo placed in third. The album was inducted into the Latin Grammy Hall of Fame in 2007. The album went out of print in the decades that followed its release and was eventually reissued in 2000.
All the songs were written by Joan Manuel Serrat, except the lyrics of "Vencidos", which was based on a poem by León Felipe. The arrangements were done by Juan Carlos Calderón, Gian Piero Reverberi and Antoni Ros-Marbà and with Calderón and Reverberi also providing musical direction. - en.wikipedia