Los que trabajan tienen miedo de perder el trabajo.
Los que no trabajan tienen miedo de no encontrar nunca trabajo.
Quien no tiene miedo al hambre tiene miedo a la comida.
Los automovilistas tienen miedo de caminar y los peatones tienen miedo de ser atropellados.
La democracia tiene miedo de recordar y el lenguaje tiene miedo de decir.
Los civiles tienen miedo a los militares, los militares tienen miedo a la falta de armas, las armas tienen miedo a la falta de guerras.
Es el tiempo del miedo.
Miedo la mujer a la violencia del hombre y miedo del hombre a la mujer sin miedo. Miedo a los ladrones, miedo a la policía.
Miedo a la puerta sin cerradura, al tiempo sin relojes, al niño sin televisión, miedo a la noche sin pastillas para dormir y miedo al día sin pastillas para despertar.
Miedo a la multitud, miedo a la soledad, miedo a lo que fue y a lo que puede ser, miedo de morir, miedo de vivir.
Los que no trabajan tienen miedo de no encontrar nunca trabajo.
Quien no tiene miedo al hambre tiene miedo a la comida.
Los automovilistas tienen miedo de caminar y los peatones tienen miedo de ser atropellados.
La democracia tiene miedo de recordar y el lenguaje tiene miedo de decir.
Los civiles tienen miedo a los militares, los militares tienen miedo a la falta de armas, las armas tienen miedo a la falta de guerras.
Es el tiempo del miedo.
Miedo la mujer a la violencia del hombre y miedo del hombre a la mujer sin miedo. Miedo a los ladrones, miedo a la policía.
Miedo a la puerta sin cerradura, al tiempo sin relojes, al niño sin televisión, miedo a la noche sin pastillas para dormir y miedo al día sin pastillas para despertar.
Miedo a la multitud, miedo a la soledad, miedo a lo que fue y a lo que puede ser, miedo de morir, miedo de vivir.
envoyé par Riccardo Venturi - 9/1/2007 - 13:29
Langue: italien
Versione italiana di Riccardo Venturi
9 gennaio 2007
9 gennaio 2007
LA PAURA GLOBALE
Quelli che lavorano hanno paura di perdere il lavoro.
Quelli che non lavorano hanno paura di non trovare mai un lavoro.
Chi non ha paura della fame ha paura del cibo.
Gli automobilisti hanno paura di andare a piedi, e i pedoni hanno paura di essere investiti.
La democrazia ha paura di ricordare e il linguaggio ha paura di dire.
I civili hanno paura dei militari, i militari hanno paura della mancanza di armi, le armi hanno paura della mancanza di guerre.
È il tempo della paura.
Paura la donna della violenza dell’uomo, paura l’uomo della donna senza paura. Paura dei ladri, paura della polizia.
Paura della porta senza serratura, del tempo senza orologi, del bambino senza televisione, paura della notte senza pillole per dormire e paura del giorno senza pillole per svegliarsi.
Paura della moltitudine, paura della solitudine, paura di quel che è stato e di quel che potrà essere, paura di morire, paura di vivere.
Quelli che lavorano hanno paura di perdere il lavoro.
Quelli che non lavorano hanno paura di non trovare mai un lavoro.
Chi non ha paura della fame ha paura del cibo.
Gli automobilisti hanno paura di andare a piedi, e i pedoni hanno paura di essere investiti.
La democrazia ha paura di ricordare e il linguaggio ha paura di dire.
I civili hanno paura dei militari, i militari hanno paura della mancanza di armi, le armi hanno paura della mancanza di guerre.
È il tempo della paura.
Paura la donna della violenza dell’uomo, paura l’uomo della donna senza paura. Paura dei ladri, paura della polizia.
Paura della porta senza serratura, del tempo senza orologi, del bambino senza televisione, paura della notte senza pillole per dormire e paura del giorno senza pillole per svegliarsi.
Paura della moltitudine, paura della solitudine, paura di quel che è stato e di quel che potrà essere, paura di morire, paura di vivere.
Langue: anglais
English version by Riccardo Venturi
January 9, 2007
January 9, 2007
GLOBAL FEAR
Those who have a job are afraid to lose their job.
Those who don’t have a job are afraid to never find a job.
Those who aren’t afraid of hunger are afraid of food.
Car drivers are afraid to walk and pedestrians are afraid to be run over by cars.
Democracy is afraid to remember and language is afraid to say.
Civilians are afraid of the military, the military are afraid of the lack of weapons, weapons are afraid of the lack of wars.
This is the time of fear.
Women are afraid of men’s violence, men are afraid of fearless women. Fear of robbers, fears of the police.
Fear of unlocked doors, of clockless time, of children without the TV, fear of the night without pills for sleeping and fear of the morning without pills for waking up.
Fear of multitude, fear of loneliness, fear of the past, fear of the future, fear of death, fear of life.
Those who have a job are afraid to lose their job.
Those who don’t have a job are afraid to never find a job.
Those who aren’t afraid of hunger are afraid of food.
Car drivers are afraid to walk and pedestrians are afraid to be run over by cars.
Democracy is afraid to remember and language is afraid to say.
Civilians are afraid of the military, the military are afraid of the lack of weapons, weapons are afraid of the lack of wars.
This is the time of fear.
Women are afraid of men’s violence, men are afraid of fearless women. Fear of robbers, fears of the police.
Fear of unlocked doors, of clockless time, of children without the TV, fear of the night without pills for sleeping and fear of the morning without pills for waking up.
Fear of multitude, fear of loneliness, fear of the past, fear of the future, fear of death, fear of life.
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Album: "Abrazos"
Letra/Testo: Eduardo Galeano
Sono appena stato a mangiare un'insalata e un panino al bar accanto all'ufficio, lo stesso dove lavora Ibrahim, il barista egiziano che ha trascritto il testo originale della parte introduttiva in arabo di Luglio, agosto, settembre (nero). C'era la TV accesa, sul TG4, uno dei consueti bollettini di orribili fatti di cronaca nera e di ogni sorta di notizie fabbricate ad arte e date in pasto alla gente per aumentare la paura. Reportages enormi sulla "strage di Erba", e gli usuali commenti del "popolo"; "ci vorrebbe la pena di morte!", "al muro!", "se ci fosse la pena di morte smetterebbero!". Eccoli, gli effetti della paura globale, del miedo global di questa ennesima, bellissima canzone su testo del grande Eduardo Galeano. Effetti che si possono benissimo cogliere anche in un qualsiasi bar di periferia, su un qualsiasi autobus. La creazione della paura è uno strumento perfetto di potere. Crea i forcaioli della porta accanto, del pizzicagnolo o del bar dell'angolo. Crea la richiesta di "legge e ordine". Crea la militarizzazione delle nostre città e della nostra vita. Crea qualcosa che, in definitiva, è ancora peggiore del fascismo. Crea quel nazismetto diffuso oramai in modo capillare e che aspetta solo un baio di baffetti qualsiasi per diventare nazismo in piena regola, crea il razzismo e l'esclusione, crea il controllo di ogni forma di libera espressione, crea la repressione di qualsiasi "no". Ma chi si oppone non si senta mai come in un fortino assediato, anche se la tentazione, a volte, è forte. Si rimbocchi piuttosto le maniche e si dia da fare, procuri di non cedere mai. [RV]