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Kopf Hoch!

Anonymous
Language: German


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KZ Ravensbrück, 1942
Canto delle prigioniere di Ravensbrück, di autrice anonima, ripreso – con un paio di marginali modifiche nell’ultima strofa – da Rita Sprengel, anch’essa internata in quel campo con la mansione di operaia nel capannone della Siemens.

Der rote Faden

Rita Sprengel (1907-1993) era un avvocato berlinese specialista nelle cause di lavoro, militante di sinistra, e all’avvento del nazismo fu subito arrestata e detenuta prima a Moringen e poi a Ravensbrück. Voce dissidente nella DDR, le sue memorie raccolte in “Der rote Faden” furono pubblicate solo nel 1994, dopo la sua morte.

La copertina del manoscritto originale di “Europa u boji 1939 – 1944” (Europa im Kampf 1939–1944)


Trovo il testo su Chants Protestants, come ripreso da “Europa im Kampf 1939–1944. Internationale Poesie aus dem Frauen-Konzentrationslager Ravensbrück”, volume e CD a cura di Constanze Jaiser e Jacob David Pampuch, Metropol Verlag, Berlino, 2005. Si tratta dell’edizione tedesca dell’antologia intitolata “Europa u boji 1939 – 1944”, realizzata segretamente a Ravensbrück da due prigioniere di nazionalità ceca, Vlasta Kladivová e Vera Hozáková. Su queste due donne coraggiose, sopravvissute all’Olocausto e in seguito docenti universitarie e perseguitate dai comunisti in Cecoslovacchia ed Unione Sovietica, si legga il commento alla canzone Рафенсбрюклид.
Welch Fäden auch das Schicksal spinnt,
Kopf hoch und straff gespannt die Nerven!
Denn nichts vermag uns umzuwerfen,
wenn wir nur bleiben, die wir sind.

Nach außen still, im Sinn der Haft,
die zu Gehorsam uns verpflichtet.
Doch innerlich hoch aufgerichtet
Im Wissen um die eigene Kraft.

So wollen [müssen] wir, so lang sich's fügt, (1)
uns beugen vor dem Zwang, dem Warten [harten] (2)
und gläubig auf das Leben warten,
das jenseits der Baracken liegt.
(1) e (2) Tra parentesi le variazioni introdotte da Rita Sprengler.

Contributed by Bernart Bartleby - 2016/1/26 - 16:53




Language: French

Traduzione francese del pastore luterano Yves Kéler Chants Protestants
TÊTE HAUTE!

Quels que soient les fils que tisse le destin,
Tête haute et bien tendus les nerfs !
Car rien ne peut nous renverser
Si telles qu’ainsi nous restons.

Vers l’extérieur, prisonnières muettes,
Sans un mot, obligées, obéissantes,
Mais à l’intérieur toutes dressées,
Conscientes de notre pugnacité.

Aussi, tant qu’il faudra, nous voulons
Nous plier devant la force, attendre,
Avec l’espoir en la vie, attendre.
Car la vie est au-delà des baraques.

Contributed by Bernart Bartleby - 2016/1/26 - 16:54




Language: Italian

Versione italiana di Francesco Mazzocchi
TESTA ALTA!

Quale che sia il filo che tesse il destino,
Testa alta e ben tesi i nervi!
Perché niente ci possa abbattere,
se noi solo rimaniamo quelle che siamo.

Di fuori tranquille, al pensiero della prigione
che ci costringe all’obbedienza.
Ma dentro dritte in alto,
nella consapevolezza della nostra forza.

Così noi vogliamo [dobbiamo], finché va così,
piegarci alla costrizione, all’attesa [resisterle]
e fiduciose attendere la vita
che sta al di là delle baracche.

Quale che sia il filo che tesse il destino,
Testa alta e ben tesi i nervi!
Perché niente ci possa abbattere,
se noi solo rimaniamo quelle/i che siamo.

Di fuori tranquille/i, al pensiero della prigione
che ci costringe all’obbedienza.
Ma dentro dritte/i in alto,
nella consapevolezza della nostra forza.

Così noi vogliamo [dobbiamo], finché va così,
piegarci alla costrizione, all’attesa [resisterle]
e fiduciose/i attendere la vita
che sta al di là delle baracche.
il plurale in tedesco non fa differenze tra maschile e femminile; la traduzione sopra, al femminile, fa riferimento al fatto che, come dice l'introduzione, si tratta di un canto delle prigioniere di Ravensbrück; grammaticalmente però è altrettanto corretta una traduzione neutra, che non saprei rendere in altro modo che col brutto e/i.
Lascio agli amministratori l'esame di questo problema

Contributed by Francesco Mazzocchi - 2019/2/24 - 15:59




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