[Signore & signori, siamo qui riuniti questa sera
per raccontarvi una storia quasi vera.
E’ la fiaba del lupo e dell’agnello
storia di amore, di odio e di coltello.
Nella vita è sempre successo
che l’agnello ci ha sempre rimesso.
Ma questa qui è una storia speciale
e stavolta non va a finire male.
Se state zitti e state ad ascoltare
adesso ve l’andiamo a cominciare.
Taca mò, vè!]
per raccontarvi una storia quasi vera.
E’ la fiaba del lupo e dell’agnello
storia di amore, di odio e di coltello.
Nella vita è sempre successo
che l’agnello ci ha sempre rimesso.
Ma questa qui è una storia speciale
e stavolta non va a finire male.
Se state zitti e state ad ascoltare
adesso ve l’andiamo a cominciare.
Taca mò, vè!]
(I Movimento - Allegro)
- Le cause
L'aneddoto racconta che in riva ad un ruscello
s’eran fermati a bere un lupo ed un agnello
e il lupo, nonostante che si trovasse a monte
rimproverò l'agnello d'intorbidir la fonte.
Smentito su 'sto punto, il lupo tagliò corto:
«Tuo padre - disse - un giorno mi fece un grave torto!»
E prima che l'agnello muovesse un'obbiezione
apri la bocca e ne fece un bocco-o-ne.
La leggenda è vecchia e la sua morale
è già bell'e guasta
la contraddizione fondamentale
però è rimasta:
là nella foresta ci son due classi
i lupi e gli agnelli:
gli uni mangian gli altri, questa è la prassi
grazie a cui le bestie credono d'essere fratelli.
La legge della jungla si esprime in forme chiare:
«Se tu sei lupo, mangi, se no ti fai mangiare»
Perciò, fatti mangiare, se il lupo sono io
in quanto siamo entrambi figlioli del buon Dio.
Per evitar le scelte, la regola prevista
è fare lo sciacallo, ovvero il qualunquista
Si mangian le carogne uccise in eccedenza
le mani stan pulite e la coscie-e-nza.
Il funzionamento è garantito
a tutto il sistema
dal fatto che i lupi hanno appetito
a pranzo e a cena
Ma la debolezza molto evidente
è il fatto scontato
che chi vuol mangiare deve, ovviamente
essere in minore quantità di chi è mangiato.
Infatti a un certo punto in tutta la struttura
mancando ogni controllo vi fu una strozzatura:
la quantità di agnelli che al giorno si uccideva
divenne ben maggiore di quella che nasceva.
Paurosi di potere morire ad ogni passo
gli agnelli, a poco a poco, perdevan tutto il grasso
e i lupi e gli sciacalli si posero in esame
il rischio di dover morir di fa-a-me.
Ma per rimediare alla congiuntura
la programmazione
ti razionalizza questa struttura
che poi va benone:
gli uni mangian gli altri col vecchio schema
che è la condizione
che si mantenga in piedi il sistema
come, d'altra parte, dice la Costituzione.
[o altrimenti si risponde con la recessione]
(II Movimento - Valzer lento)
- I rimedi
A favore degli agnelli si fissò con un editto
che nessuno ne mangiasse oltre il massimo prescritto
Si uccidevano gli agnelli con sei mesi di preavviso
e seguendo sempre un turno regolare e ben preciso.
Gli animali più istruiti si associarono a difesa
dei diritti degli agnelli, coll'appoggio della Chiesa.
Poi, per opera di un gruppo di sciacalli un po' ribelli
fu votata un'altra legge a favore degli agnelli
che fissava per chiunque intendesse farli fuori
il dovere di adottare solo metodi indolori.
E così, poco per volta, ci si avviava, bene o male,
verso una democrazia veramente occidentale.
Colle mutue, le pensioni, l'assistenza agli orfanelli
fu deciso come premio per la classe degli agnelli
di donare l'erba e il fieno fino al giorno della morte
a un agnello su duecento legalmente estratto a sorte.
(III Movimento - Rumba)
- Le previsioni
Per abbassare i costi e per ridurre i tempi
gli agnelli erano uccisi in base a noti esempi
non più così al minuto o come merce sciolta
ma solo più all'ingrosso e tutti in una volta.
Ma il diavolo si sa che, per quanti trucchi cerchi
sa fare ben le pentole ma non i coperchi
cioè, per dirlo in forma più esatta e perentoria
ci ha sempre una dialettica la storia.
Gli agnelli messi in mucchio per esser quindi uccisi
capiron d'esser molti ma d'essere divisi
così, poco per volta, in seno a quelle masse
si aprì quella ch'è detta «coscienza della classe».
«Coscienza della classe», è facile a spiegare
vuol dire solo voglia di non farsi mangiare.
La fine del racconto, la storia che vien poi
è quella che viviamo adesso noi
è quella che viviamo adesso noi.
envoyé par Bernart Bartleby - 12/1/2016 - 22:41
Magnifico testo, pietra miliare della mia adolescenza. Oggi cercavo il pezzo per farlo ascoltare a scuola. Si potrebbe inserire su youtube? Da docente di storia e filosofia noto che è perfetto per spiegare persino le crisi di sovrapproduzione!
lavespateresa@virgilio.it - 14/10/2016 - 16:20
Lucien Lane - 27/10/2018 - 09:18
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Parole e musica di Fausto Amodei
Dal 7” intitolato “Canzoni didascaliche”
Ripresa con alcune minime variazioni testuali - vedi l’introduzione e una parentesi nell’ultima strofa del I movimento - dal Canzoniere delle Lame nel loro LP “Il prezzo del mondo” del 1975, interamente dedicato a canzoni scritte da Amodei.