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Morning Thoughts

Gil Scott-Heron
Langue: anglais


Gil Scott-Heron

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[1981]
Parole e musica di Gil Scott-Heron
Nell'album “Reflections”

scottherefl


Una bellissima canzone d’amore, dedicata alla compagna Brenda Sykes e alla figlia Gia Louise, nata nel 1980, ma anche a tutti gli uomini che in ogni angolo della terra stavano lottando, soffrendo e morendo per la loro libertà.

Gil Scott-Heron e la figlia Gia sulla copertina dell’album “Real Eyes” del 1980
Gil Scott-Heron e la figlia Gia sulla copertina dell’album “Real Eyes” del 1980


“Mattino come principio di un nuovo giorno / con tutta la sua luminosa promessa / splende prima pallido poi brilla /sullo Zimbabwe / su El Salvador / sulla Namibia / sulla Polonia / ovunque un uomo osa protestare per un cambiamento. / Siamo nati alla mezzanotte del periodo più scuro / ma sicuramente il primo minuto di un nuovo giorno offre… nuova forza.”
(traduzione italiana da Potere alla Parola)
The sweet smell of my lady's love
her body blending with my own.
The time when the world is dark and quiet
and we're alone;
near the precipice that separates
noise form peace,
the hint of an ever-evolving magic;
a precious place
combines and still confirms the space
the oneness and togetherness.

And still a softer morning in March
a gift for me
from God with a darling face
and papa's eyes and Grandma's grace.
How there the light of
immortality shines
as wondrous fragile dreams taste light
and the slighest breeze for the first time.
And morning thoughts turn to smiles
to love to sunshine
to "Good morning"

Morning thoughts are of the storm
lightning flashing through the dawning sky
of Grandma's hands and younger days of life's
discovery from behind the veil of her guidance
of the music that forms our
historical biography - descriptive of previous heritage
of the aches and frustrations of city life blues
the threat of violence that provides the atmosphere
and observations from the balcony
of a "B movie"
as (thought) "all the world's a stage"

Morning thoughts begin
as Midnight black gives way
to morning cracks of sunshine
morning as a new day beginning
with all it's bright interpretive promise
shine down then sunshine
on Zimbabwe
on El Salvador
on Namibia
on Poland
wherever a man would dare stand up
for a change
we were born at Midnight in the darkest time,
but surely the first minute of a new day gives
a new strength.

Sometime near morning
there's a smile I really need
a chance to gather
our love together
and express everything we feel.

envoyé par Bernart Bartleby - 4/1/2016 - 19:10



Langue: italien

Traduzione italiana integrale di Riccardo Venturi
4 gennaio 2016

Due parole del traduttore. Per questo testo veramente arduo, la (parziale) traduzione esistente, menzionata anche da BB il contributore, oltre ad essere incompleta (ma aveva, senz'altro, carattere di citazione) presentava dei punti a mio parere problematici. Quindi mi sono deciso a rifarla di sana pianta, il che equivale in gran parte a una riscrittura. Non del tutto: si tratta di uno di quei tipici casi in cui una riscrittura totale non è possibile, ed occorre quindi, per il “traduttore”, chiudere gli occhi e lasciarsi guidare tentando di captare, per quanto possibile, una data atmosfera. Anche per questo motivo non inserisco note, lasciando a chi eventualmente legga questa “traduzione” la percezione di quel che ho scritto in dati punti.
PENSIERI DEL MATTINO

Il tenero profumo dell'amore della mia donna,
il suo corpo che si fonde col mio.
L'ora in cui il mondo è calma e tenebre,
soli siamo.
Vicini al baratro che divide
lo strepito dalla pace,
come fosse una magia che sempre si rinnova;
un luogo prezioso
racchiude in sé, ribadendo lo spazio,
l'essere unico e l'essere tra gli altri.

E una mattina di marzo ancor più lieve,
un dono che mi è fatto
da Dio con un volto amato,
e gli occhi di papà, e la grazia della nonna.
Quanto vi risplende
la luce dell'immortalità
mentre sogni fragili e mirabili gustano la luce
per la prima volta, e la brezza più soave.
E i pensieri del mattino si fanno sorrisi,
si fanno amore, splendere del sole,
si fanno un “buongiorno”.

I pensieri del mattino sono fortunale,
fulmini che guizzano nel cielo aurorale,
sono le mani della nonna, le scoperte dei giorni
più verdi della vita, velate dietro la sua guida,
sono la musica che forma la nostra
biografia storica, che descrive un patrimonio già esistente
sono i dolori e le frustrazioni del blues urbano,
sono la minaccia della violenza che fornisce l'atmosfera
e ciò che si vede dall'osservatorio
di un “film spazzatura”
così come (penso) “tutto il mondo è un palcoscenico”

I pensieri del mattino cominciano
quando il buio della notte lascia il posto
agli sprazzi di luce del mattino.
Mattino come inizio di un nuovo giorno,
con tutte le sue promesse luminose,
che prima barlumina per poi brillare
sullo Zimbabwe
sul Salvador
sulla Namibia
sulla Polonia
ovunque un uomo abbia il coraggio
di insorgere per un cambiamento
siamo nati alla mezzanotte dei tempi più bui,
ma certamente il primo minuto di un nuovo giorno
dà nuova forza.

A volte, avvicinandosi il mattino,
c'è un sorriso che mi occorre davvero,
un'occasione per raccogliere
tutti il nostro amore
ed esprimere ogni cosa che sentiamo.

4/1/2016 - 20:22


Grazie Riccardo, valeva proprio la pena tradurla!

Non so perchè la penultima strofa non sia stata chiusa... All'ascolto è evidente che Scott-Heron pronuncia "but surely the first minute of a new day gives a new strenght."

D'altra parte, sulla gran parte dei siti, per questa canzone non c'è nemmeno l'abbinamento corretto tra titolo e testo!

Saluti

B.B. - 4/1/2016 - 20:48


Accidenti se ne valeva la pena! Ad ogni modo, ho integrato il verso mancante (anche nella traduzione), e ne ho pure approfittato per una piccola modifica che -secondo me- rende meglio una cosa. Questa, e lo dico con convinzione, è poesia americana del XX secolo. Non sono un fanatico delle "antologie", anzi tutt'altro, ma trovare qualcosa di Gil Scott-Heron in un'eventuale florilegio dei poeti contemporanei americani non mi stupirebbe affatto.

PS. Ti devo ringraziare anche per una cosa che mi ha fatto sorridere. Non lo sai, ma in inglese esistono due parole il cui spelling, secondo le statistiche, è sbagliato da circa l'84% degli anglofoni. Una è weird (misterioso, soprannaturale), che tutti scrivono wierd; e l'altra è, giustappunto, strength, che tutti scrivono strenght (in inglese esistono molte più parole che terminano in -ght, eight, plight, sight, blight, flight...). Stesso destino per length, che diventa lenght nell'84% dei casi. Per essere nominato anglofono standard quindi ti manca solo di scrivere "Guiseppe" per "Giuseppe" (100% degli americani) e "masheen" per "machine" :-P

Dimenticavo. Un altro comunissimo misspelling è it's per its; tant'è vero che lo ha sbagliato anche Gil Scott-Heron nel suo testo. Però il testo è sacro è lo lascio :-P Ok, d'accordo, fine dell'accesso di pignoleria notturna prima che qualcuno mi spari...

Riccardo Venturi - 5/1/2016 - 03:25


Beh, io ho cercato il testo migliore reperibile in Rete e ho provato a controllarlo all'ascolto (cosa che non posso fare sempre, se non a posteriori... sai quali sono le condizioni in cui normalmente contribuisco!) ma non è detto che "it's" sia proprio di Scott-Heron...

Quanto al resto...

CHE LA STRENGHETE SIA CON TE, RICCARDO!

B.B. - 5/1/2016 - 11:31


Non è detto che sia ma potrebbe anche essere...ma come diceva Sant'Agostino d'Ippona (sic!!!), melius reprehendant nos grammatici quam non intelligant populi :-) E non c'è dubbio che il qui presente avrebbe fatto il pelo anche a Sant'Agostino, guadagnandosi immediatamente le fiamme dell'inferno. Tanto, poi, me le sono guadagnate lo stesso...

Riccardo Venturi - 5/1/2016 - 13:51


Così come l’Africa in generale, la Namibia (in precedenza colonizzata, massacrata dalla Germania, poi sottoposta all’apartheid degli occupanti sudafricani) sembra entrata ormai a pieno titolo nel mercato globale. Sia in quanto produttrice storica di uranio (oltre che di diamanti), sia più recentemente per i minerali strategici.

NAMIBIA IN PRIMA LINEA NEL MERCATO MONDIALE

Gianni Sartori

Vabbé, non era esattamente a questo che pensavamo quando - quattro gatti isolati, anzi tre della rimpianta Lega per i diritti e la liberazione dei popoli (sez. vicentina) - allestimmo tra la fine dei settanta e i primissimi anni ottanta una “mostra fotografica” con materiale recuperato da riviste, ciclostilati etc sulla Namibia sottoposta all’occupazione e all’apartheid sudafricani (con uno sfruttamento bestiale, soprattutto nelle miniere e nelle fattorie).

Poi la “mostra” si allargò fatalmente al Sudafrica, destinato (ma solo dopo qualche anno, ricordo bene) a diventare una questione internazionale.

Intanto della negletta e dimenticata Namibia non si occupava quasi nessuno, tranne ovviamente i benemeriti comboniani di Nigrizia. E - forse, ma per ragioni ben diverse- i turisti benestanti e irresponsabili che, invece di boicottare il regime segregazionista, vi si recavano per visitare i parchi nazionali.

Azzardo che - sempre forse - anche quelli della SWAPO avevano altro in mente.

Comunque ora come ora le cose stanno così. E la Namibia indipendente sembrerebbe inserita a pieno titolo nel mercato globale, planetario con un ruolo preponderante. Almeno come fornitrice di materie prime indispensabili per la rivoluzione dell’elettrico (la cosiddetta “transizione energetica”).

Risale alla fine dell’anno scorso (ottobre 2022) la notizia che - surclassata da tempo dalla Cina - l’Unione europea si riproponeva come acquirente di primo piano dei metalli strategici (litio, cobalto, terre rare…) del continente africano. E quindi della Namibia, uno dei maggiori produttori mondiali non solo di uranio (fornitrice di Francia, USA, Cina, India…) e diamanti, ma anche di litio e terre rare. Indispensabili, oltre che per le batterie dei veicoli elettrici, anche per l’eolico a magneti permanenti.

Era infatti dell’ottobre 2022 l’annuncio dell’avvenuta firma di un accordo in tal senso.

Notizia data pubblicamente da Tom Alweendo, ministro namibiano delle Miniere e dell’Energia.

Rivolgersi al Continente africano è diventato quasi obbligatorio per l’Unione europea a seguito dei  recenti “contenziosi” (vuoi per le differenti posizioni sulla guerra in Ucraina, vuoi per non inimicarsi Washington). Anche per potersi rifornire a una fonte alternativa (rispetto a quella cinese) in caso di crisi globali ulteriori.

Nonostante l’assicurazione formale che la trasformazione del materiale grezzo sarebbe avvenuta a livello locale, la questione rimaneva ancora aperta.
Ma proprio in questi giorni (13 giugno 2023) con un annuncio del Consiglio dei ministri letto in televisione, la Namibia alla fine ha confermato definitivamente una decisione storica.

Quella di “vietare l’esportazione del materiale di litio e altri materiali strategici (grafite, cobalto, manganese…) che non siano stati precedentemente lavorati in loco”. Anche se, stando sempre alla dichiarazione, tale affermazione non dovrebbe impedire “l’esportazione di piccole quantità” dei minerali citati.

Con questa decisione si intende "favorire lo sviluppo dell’industria di trasformazione locale dei metalli critici”.

Sempre il ministro delle Miniere e dell’Energia, un mese fa aveva anticipato l’eventualità che lo Stato acquisisse quote di minoranza delle società minerarie.

In quanto “le risorse naturali sotto e sopra la superficie terrestre appartengono allo stato se non sono legalmente detenute altrove”.

Ovviamente non siamo alla nazionalizzazione (tantomeno al socialismo), ma sarebbe - ancora forse - già un passo avanti in senso “anti-neocoloniale”.

In questo momento il settore minerario namibiano sta attraendo investimenti sempre più cospicui e numerosi da parte delle compagnie minerarie.

Sia per litio, stagno e tantalio (Andrada Mining, già AfriTin Mining,) che per le terre rare (Namibia Critical Metals).

Altri investitori di rilievo: E-Tech Resources e Ondoto Rare Earth. Entrambi avrebbero intenzione di creare una joint venture insieme a Namibia Critical Metals per realizzare un impianto in loco per la separazione delle terre rara.

Dal Sudafrica, ai primi di giugno, Anthony Viljoen, PDG d’Andrada Mining, auspicava un ulteriore aumento degli investimenti in Namibia. Un paese, declamava “dalla geologia semplicemente affascinante, in particolare nella regione di Elongo”. Essendo lecito sospettare che le sue non fossero considerazioni estetiche, tantomeno naturalistiche, sarebbe forse il caso di preavvertire gli abitanti della regione (ricca appunto di litio, uranio e stagno).

Anche se non tutti nel mondo (v. Il Fraser Institute, secondo cui la Namibia si collocherebbe addirittura solo al 38° posto mondiale per le politiche minerarie) condividono tale affermazioni entusiastiche, l’Andrada Mining in Namibia rimane operativa con vari progetti e si prepara a potenziarli ulteriormente. In particolare con Nai-Nais (per stagno, tantalio e litio), B1C1 (tantalio e stagno), Brandberg West (stagno), Uis (miniera già nota per la rilevante estrazione di stagno, ora anche di litio). Da segnalare che (sempre stando a notizie diffuse recentemente, nel giugno 2023) la compagnia mineraria (finora quotata unicamente sul mercato AIM della Borsa di Londra), si sarebbe recentemente collocata sulla piazza di mercato OTCQB negli USA. Così da favorire l’acquisizione di azioni da parte degli investitori statunitensi.
Fossi un indigeno namibiano inizierei a preoccuparmi, ma comunque staremo a vedere (non potendo fare altro).

Gianni Sartori

Gianni Sartori - 13/6/2023 - 12:08




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