Inconnu, pourtant grand ami
J'te cause par les trous du tamis
Où, serein, un juge t'a mis
Pour goutte à goutter tes vingt ans
J' t'écris sans attendre et demain
Pouvoir le faire de vives mains
Partager le mitard commun
Et l'âcre mégot du mitan
Quand on jette un mec dans un puits
On ne balance pas que lui
Mais un rêve empli d'eau de pluie
D'astronomie et de forêts
C'est aussi Courbet, un taulard
Qui, dans la maîtrise de l'art,
Esquisse le cul de la Loire
Ou les seins bleus des Monts d'Arrée
"D'arrêt", le nom de la maison
Que marchands des quatre prisons
En noires salopettes ont
Édifiées pour les condamnés
Les sales morveux de Zola
La chipeuse de chocolat
Louise Michel et Mandela
Les baisers mordants de Genet
Genêt, le nom de cette fleur
Si lointaine quand le voleur
À toute heure interroge l'heure
Au cadran du pénitencier
Et guette le pas du maton
Qui, de sa manche de veston,
Essuiera les petits bâtons,
Renversera le lit d'acier
Le ciel est par-dessus les toits
Il faut plus te la faire, à toi
C'est l'orage qui nous tutoie
Drainant ses guerres à nos tympans
"Seghers", tiens ! Le nom d'un poète
Il confia au bon soin des mouettes
Pour des gars frappés de perpette
Son poème "Merde à Vauban"
Comme à se complaire des ombres
Pareil aux chasseurs de palombes
Il est des rimailleurs qui plombent
J'en serai un si tu le veux
Ou comment rectifier le tir
Prendre une miche et sans rien dire
Y glisser la clef du partir
Bon vent, camarade, et bons voeux !
Et j'ai juste la prétention
D'imaginer que ma chanson
Ta rouge gorge à l'unisson
D'un merle moqueur la fredonne
Mi la do fa do si la mi
Ôte ce manteau d'infamie
Plonge ton surin dans la mie
"Ami", le nom que je te donne
J'te cause par les trous du tamis
Où, serein, un juge t'a mis
Pour goutte à goutter tes vingt ans
J' t'écris sans attendre et demain
Pouvoir le faire de vives mains
Partager le mitard commun
Et l'âcre mégot du mitan
Quand on jette un mec dans un puits
On ne balance pas que lui
Mais un rêve empli d'eau de pluie
D'astronomie et de forêts
C'est aussi Courbet, un taulard
Qui, dans la maîtrise de l'art,
Esquisse le cul de la Loire
Ou les seins bleus des Monts d'Arrée
"D'arrêt", le nom de la maison
Que marchands des quatre prisons
En noires salopettes ont
Édifiées pour les condamnés
Les sales morveux de Zola
La chipeuse de chocolat
Louise Michel et Mandela
Les baisers mordants de Genet
Genêt, le nom de cette fleur
Si lointaine quand le voleur
À toute heure interroge l'heure
Au cadran du pénitencier
Et guette le pas du maton
Qui, de sa manche de veston,
Essuiera les petits bâtons,
Renversera le lit d'acier
Le ciel est par-dessus les toits
Il faut plus te la faire, à toi
C'est l'orage qui nous tutoie
Drainant ses guerres à nos tympans
"Seghers", tiens ! Le nom d'un poète
Il confia au bon soin des mouettes
Pour des gars frappés de perpette
Son poème "Merde à Vauban"
Comme à se complaire des ombres
Pareil aux chasseurs de palombes
Il est des rimailleurs qui plombent
J'en serai un si tu le veux
Ou comment rectifier le tir
Prendre une miche et sans rien dire
Y glisser la clef du partir
Bon vent, camarade, et bons voeux !
Et j'ai juste la prétention
D'imaginer que ma chanson
Ta rouge gorge à l'unisson
D'un merle moqueur la fredonne
Mi la do fa do si la mi
Ôte ce manteau d'infamie
Plonge ton surin dans la mie
"Ami", le nom que je te donne
Contributed by Bernart Bartleby - 2015/12/3 - 13:49
Language: Italian
Traduzione dal francese dell'avv. Jeanne Auban Colvieil
Arles 4-XII 2015
Arles 4-XII 2015
LO STACCIO
Sconosciuto, eppure grande amico
ti parlo dai fori dello staccio
dove, sereno, un giudice ti ha messo
come goccia, a stacciarti vent'anni
ti scrivo senza aspettare e domani
poterlo fare di viva mano
e dividere la cella in comune
e l'acre cicca dell'ora d'aria
Quando si butta qualcuno in un pozzo
non ci si butta dentro solo lui
ma anche un sogno pieno d'acqua piovana
di astronomia e di foreste
è anche Courbet, un carcerato
che, padrone assoluto dell'arte,
schizza il culo della Loira
o le tette blu dei Monts d'Arrée
« D'arresto », il nome della casa
che dei mercanti da quattro galere
in calzonacci neri da cacciatore
hanno costruito per i condannati
gli sporchi mocciosi di Zola
la ladruncola di cioccolata
Louise Michel e Mandela
i baci mordenti di Genet
Ginestra, il nome di quel fiore
così lontano quando il ladro
ad ogni ora chiede l'ora
all'orologio del penitenziario
e scruta il passo del secondino
che, con la manica della giacca
farà subire le bastonatine
e rovescerà il letto d'acciaio
Il cielo è sopra i tetti
non bisogna più fartela, a te
è il temporale che ci dà del tu
convogliandoci le sue guerre ai timpani
« Seghers », toh ! Il nome di un poeta,
la affidò alle buone cure dei gabbiani
per dei ragazzi colpiti da ergastolo
la sua poesia « Merde à Vauban »
Poiché compiacersi delle ombre
simile ai cacciatori di colombacci
lo fanno i poetastri plumbei,
io sarò uno di questi, se vuoi
oppure come aggiustare il tiro
prendere una pagnotta e alla zitta
infilarci dentro la chiave della fuga
buon vento e tanti auguri, compagno !
E ho appena la pretesa
di immaginare che la mia canzone,
la tua gola arrossata la canticchi
assieme a un tordo beffeggiatore
Mi la do fa do si la mi
Togliti questo mantello d'infamia
infila il coltello nella mollica
« amico », è il nome che ti do.
Sconosciuto, eppure grande amico
ti parlo dai fori dello staccio
dove, sereno, un giudice ti ha messo
come goccia, a stacciarti vent'anni
ti scrivo senza aspettare e domani
poterlo fare di viva mano
e dividere la cella in comune
e l'acre cicca dell'ora d'aria
Quando si butta qualcuno in un pozzo
non ci si butta dentro solo lui
ma anche un sogno pieno d'acqua piovana
di astronomia e di foreste
è anche Courbet, un carcerato
che, padrone assoluto dell'arte,
schizza il culo della Loira
o le tette blu dei Monts d'Arrée
« D'arresto », il nome della casa
che dei mercanti da quattro galere
in calzonacci neri da cacciatore
hanno costruito per i condannati
gli sporchi mocciosi di Zola
la ladruncola di cioccolata
Louise Michel e Mandela
i baci mordenti di Genet
Ginestra, il nome di quel fiore
così lontano quando il ladro
ad ogni ora chiede l'ora
all'orologio del penitenziario
e scruta il passo del secondino
che, con la manica della giacca
farà subire le bastonatine
e rovescerà il letto d'acciaio
Il cielo è sopra i tetti
non bisogna più fartela, a te
è il temporale che ci dà del tu
convogliandoci le sue guerre ai timpani
« Seghers », toh ! Il nome di un poeta,
la affidò alle buone cure dei gabbiani
per dei ragazzi colpiti da ergastolo
la sua poesia « Merde à Vauban »
Poiché compiacersi delle ombre
simile ai cacciatori di colombacci
lo fanno i poetastri plumbei,
io sarò uno di questi, se vuoi
oppure come aggiustare il tiro
prendere una pagnotta e alla zitta
infilarci dentro la chiave della fuga
buon vento e tanti auguri, compagno !
E ho appena la pretesa
di immaginare che la mia canzone,
la tua gola arrossata la canticchi
assieme a un tordo beffeggiatore
Mi la do fa do si la mi
Togliti questo mantello d'infamia
infila il coltello nella mollica
« amico », è il nome che ti do.
Contributed by Jeanne Auban Colvieil - 2015/12/4 - 20:30
Che traduzione veramente difficile ! Ma ne approfitto prima per presentarmi. Mi chiamo Jeanne Auban ved. Colvieil, sono un avvocato in pensione di Arles nel sud della Francia (la città di Van Gogh!) e parlo l'italiano fino dalla nascita perché mia mamma era di Borgo San Lorenzo in provincia di Firenze. Conosco da poco il vostro sito davvero molto bello e mi sono detta...perché non fare qualche traduzione dal francese e in francese, che è mia lingua paterna ? Grazie fin da ora per quelle che potrete e vorrete ospitare.
A proposito di questa, che mi ha fatto passare...tutta la giornata, devo forse rispondere alla domanda fatta nell'introduzione : non credo che si intendano le sbarre della prigione, ma proprio un setaccio, uno « staccio », un crivello dove il condannato è stato messo dal giudice a essere « stacciato », crivellato goccia a goccia per vent'anni. Come, insomma, se un essere umano venisse « filtrato » attraverso il carcere. E' una canzone in cui si usano diverse parole dell'argot carcerario, come « mitan », il cortile dell'ora d'aria (voleva dire semplicemente : « il mezzo, il centro ») o il « surin », il coltellaccio. Vi sono anche dei giochi di parole non traducibili direttamente, tra il termine di una strofa e l'inizio di quella seguente : ad esempio, tra la seconda e la terza tra « Monts d'Arrée » (una piccola catena collinare che si trova in Bretagna) e « d'arrêt » , da « maison d'arrêt » che indica il « carcere giudiziario » ; oppure tra la terza e la quarta, tra « Genet », il nome di Jean Genet, e « genêt » che vuole dire « ginestra ».
Vi ringrazio ancora se vorrete ospitare qualche mia traduzione perché trovo questo sito veramente unico, e pensare che non lo avevo mai conosciuto ! Avv. Jeanne Auban Colvieil.
A proposito di questa, che mi ha fatto passare...tutta la giornata, devo forse rispondere alla domanda fatta nell'introduzione : non credo che si intendano le sbarre della prigione, ma proprio un setaccio, uno « staccio », un crivello dove il condannato è stato messo dal giudice a essere « stacciato », crivellato goccia a goccia per vent'anni. Come, insomma, se un essere umano venisse « filtrato » attraverso il carcere. E' una canzone in cui si usano diverse parole dell'argot carcerario, come « mitan », il cortile dell'ora d'aria (voleva dire semplicemente : « il mezzo, il centro ») o il « surin », il coltellaccio. Vi sono anche dei giochi di parole non traducibili direttamente, tra il termine di una strofa e l'inizio di quella seguente : ad esempio, tra la seconda e la terza tra « Monts d'Arrée » (una piccola catena collinare che si trova in Bretagna) e « d'arrêt » , da « maison d'arrêt » che indica il « carcere giudiziario » ; oppure tra la terza e la quarta, tra « Genet », il nome di Jean Genet, e « genêt » che vuole dire « ginestra ».
Vi ringrazio ancora se vorrete ospitare qualche mia traduzione perché trovo questo sito veramente unico, e pensare che non lo avevo mai conosciuto ! Avv. Jeanne Auban Colvieil.
Jeanne Auban Colvieil - 2015/12/4 - 20:46
Grazie Jeanne, finalmente qualche francese(a) che parla (e scrive [a]) l'italiano :)
Bè, accomodati.
Bè, accomodati.
Krzysiek - 2015/12/4 - 21:45
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Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Parole di Allain Leprest
Musica di Gérard Pierron e Nathalie Fortin
Nell’ultimo album dell’ultraottantenne, indomita Solleville, intitolato “La Promesse à Nonna”
Credo che qui “tamis”, lettralmente setaccio, sia usato nel senso di “grille”, “grillage”, l’inferriata o la rete di una prigione…