No bombardeen Buenos Aires
no nos podemos defender
los pibes de mi barrio (1)
se escondieron en los caños (2)
espían al cielo
usan cascos, curten mambos (3)
escuchando a Clash
escuchando a Clash – ¡Sandinista! (4)
Estoy temiendo a un rubio ahora (5)
no sé a quién temeré después
terror y desconfianza por los juegos
por las transas, por las canas,
por las panzas, por las ansias,
por las rancias cunas de poder, (6)
cunas de poder – ¡Margarita! (7)
Si querés escucharé a la BBC
aunque quieras que lo hagamos de noche (8)
y si quieres darme un beso alguna vez
es posible que me suba a tu coche… (9)
¡Pero no bombardeen Buenos Aires!
No quiero el mundo de Cinzano
no tengo que perder la fe
quiero treparte pero no pasa nada
ni siquiera puedo comerme un bife
y sentirme bien
y sentirme bien - ¡Tengo hambre, tengo miedo! (10)
Los ghurkas siguen avanzando (11)
los viejos siguen en TV
los jefes de los chicos toman whisky con los ricos (12)
mientras los obreros hacen masa en la plaza
como aquella vez
como aquella vez. (13)
Si querés escucharé a la B.B.C.
aunque quieras que lo hagamos de noche
y si quieres darme un beso alguna vez
es posible que me suba a tu coche…
¡Pero no bombardeen Barrio Norte! (14)
¡Buenos Aires!
¡Buenos Aires!
¡Buenos Aires!
¡No bombardeen Buenos Aires
¡No bombardeen Buenos Aires
¡No bombardeen Buenos Aires!...
no nos podemos defender
los pibes de mi barrio (1)
se escondieron en los caños (2)
espían al cielo
usan cascos, curten mambos (3)
escuchando a Clash
escuchando a Clash – ¡Sandinista! (4)
Estoy temiendo a un rubio ahora (5)
no sé a quién temeré después
terror y desconfianza por los juegos
por las transas, por las canas,
por las panzas, por las ansias,
por las rancias cunas de poder, (6)
cunas de poder – ¡Margarita! (7)
Si querés escucharé a la BBC
aunque quieras que lo hagamos de noche (8)
y si quieres darme un beso alguna vez
es posible que me suba a tu coche… (9)
¡Pero no bombardeen Buenos Aires!
No quiero el mundo de Cinzano
no tengo que perder la fe
quiero treparte pero no pasa nada
ni siquiera puedo comerme un bife
y sentirme bien
y sentirme bien - ¡Tengo hambre, tengo miedo! (10)
Los ghurkas siguen avanzando (11)
los viejos siguen en TV
los jefes de los chicos toman whisky con los ricos (12)
mientras los obreros hacen masa en la plaza
como aquella vez
como aquella vez. (13)
Si querés escucharé a la B.B.C.
aunque quieras que lo hagamos de noche
y si quieres darme un beso alguna vez
es posible que me suba a tu coche…
¡Pero no bombardeen Barrio Norte! (14)
¡Buenos Aires!
¡Buenos Aires!
¡Buenos Aires!
¡No bombardeen Buenos Aires
¡No bombardeen Buenos Aires
¡No bombardeen Buenos Aires!...
(1) Pibe: lunfardo, rioplatense, per niño, ragazzo. Per esempio, uno dei soprannomi di Maradona era “El Pibe de Oro”…
(2) caños: paludi salmastre, devono essercene molte sulla costa bonaerense… Sono le stesse paludi dove l’oceano restituiva i corpi dei desaparecidos gettati in mare dagli aerei militari…
(3) curten mambos: altra espressione sicuramente lunfarda (curtar per cortar), credo che significhi “intrecciare danze”…
(4) Okkei, ballare sì, come suole la migliore tradizione latinoamericana, ma questa volta sulle note dei Clash (paradossalmente inglesi), e i Clash di “Sandinista!” (1980), mica ciccioli!
(5) rubio: biondo, l’“invasore” inglese… Ma non dimentichiamoci che all’epoca ancora più temibile era gente come l’Ángel rubio, o “Ángel de la Muerte”, due dei soprannomi assegnati ad Alfredo Astiz, capitano della Marina argentina negli anni della dittatura, infiltrato nei gruppi di difesa dei diritti umani, come le Madres de Plaza de Mayo, che contribuì a decimare, torturatore ed assassino dell’Escuela de Mecánica de la Armada (ESMA) a Buenos Aires, sede di una delle famigerate prigioni clandestine dove venivano torturati ed eliminati quanti venivano sequestrati illegalmente.
(6) Terrore e sfiducia per i giochi di potere, per le “transas” (lunfardo, per affari illeciti), le “canas” (lunfardo, per arresti di polizia, prigione), per le “panzas” (tutti quelli che si sono ingrassati negli anni della dittatura), per le “rancias cunas del poder” (cuna in spagnolo è culla, ma siccome qui è associato all’aggettivo rancido, corrotto, credo che si tratti di un lunfardismo per “corrotta gente di potere”.
(7) Margarita = Margaret, ossia la Thatcher. Continua l’implorazione a che gli inglesi non bombardino l’Argentina dopo averla castigata alle Malvinas… Certo che la cattivissima Lady di Ferro fu in questo cso benefica: la guerra accelerò e di molto il processo di dissoluzione del regime dittatoriale… Sicuramente si trattò per gli inglesi di un effetto secondario e non importante, vista la loro vicinanza a molti dei regimio dittatoriali dell’epoca (vedi il Cile di Pinochet).
(8) Così come “Radio Londra” trasmessa dalla BBC durante la seconda guerra mondiale…
(9) La intendo che, nel sua ironia sarcastica, Charly García sarebbe stato anche disposto ad un flirt con la Thatcher, purchè lei non bombardasse Buenos Aires…
(10) Attacco alle classi sociali che nel 1976 invocarono ordine e repressione in nome del “Dio patria Famiglia”, quelle che poi ne hanno approfittato per arricchirsi e fare la bella vita, non come tanti argentini che mangiarono solo paura e fame… C’è un verso che mi lascia perplesso, “quiero treparte pero no pasa nada”: potrebbe essere “vorrei conquistarti ma non succede nulla” ma non ha molto senso… Secondo me potrebbe essere piuttosto “No quiero treparme”, cioè “Non sono un arrampicatore sociale, non me ne importa nulla”, così come non mi interessa il mondo del Cinzano, delle pubblicità, così come non sono credente, così come non ho bisogno di mangiare fino a scoppiare…
(11) La Brigata Gurkha è una temutissima unità dell'esercito britannico i cui componenti sono arruolati tra la popolazione nepalese, un’eredità dell’Impero inglese…
(12) Viejos, governanti e ministri; chicos, i soldati mandati a morire alle Malvinas; jefes, i generali che brindano con i riccastri…
(13) La plaza è ovviamente Plaza de Mayo, dove sono passati tutti i momenti clou della storia argentina… Qui Charly García credo si riferisca agli eventi del 1945 e 1955. Il 17 maggio 1945 ci fu una grande manifestazione popolare ed operaia in favore dell’allora colonnello Perón, arrestato dal governo militare, che venne rilasciato ed acclamato presidente… Il 16 giugno del 1955, durante l’ennesimo tentativo di golpe militare, la piazza fu bombardata dall’aviazione navale. Il bombardamento causò oltre 300 morti fra i passanti…
Alle fine, quindi, gli unici ad aver bombardato Buenos Aires furono gli stessi argentini, sempre gli stessi militari che 20 anni dopo non avrebbero avuto nemmeno bisogno di bombardare per fare 30.000 desaparecidos…
(14) Barrio Norte: uno dei quartieri storici, e “bene”, di Buenos Aires…
(2) caños: paludi salmastre, devono essercene molte sulla costa bonaerense… Sono le stesse paludi dove l’oceano restituiva i corpi dei desaparecidos gettati in mare dagli aerei militari…
(3) curten mambos: altra espressione sicuramente lunfarda (curtar per cortar), credo che significhi “intrecciare danze”…
(4) Okkei, ballare sì, come suole la migliore tradizione latinoamericana, ma questa volta sulle note dei Clash (paradossalmente inglesi), e i Clash di “Sandinista!” (1980), mica ciccioli!
(5) rubio: biondo, l’“invasore” inglese… Ma non dimentichiamoci che all’epoca ancora più temibile era gente come l’Ángel rubio, o “Ángel de la Muerte”, due dei soprannomi assegnati ad Alfredo Astiz, capitano della Marina argentina negli anni della dittatura, infiltrato nei gruppi di difesa dei diritti umani, come le Madres de Plaza de Mayo, che contribuì a decimare, torturatore ed assassino dell’Escuela de Mecánica de la Armada (ESMA) a Buenos Aires, sede di una delle famigerate prigioni clandestine dove venivano torturati ed eliminati quanti venivano sequestrati illegalmente.
(6) Terrore e sfiducia per i giochi di potere, per le “transas” (lunfardo, per affari illeciti), le “canas” (lunfardo, per arresti di polizia, prigione), per le “panzas” (tutti quelli che si sono ingrassati negli anni della dittatura), per le “rancias cunas del poder” (cuna in spagnolo è culla, ma siccome qui è associato all’aggettivo rancido, corrotto, credo che si tratti di un lunfardismo per “corrotta gente di potere”.
(7) Margarita = Margaret, ossia la Thatcher. Continua l’implorazione a che gli inglesi non bombardino l’Argentina dopo averla castigata alle Malvinas… Certo che la cattivissima Lady di Ferro fu in questo cso benefica: la guerra accelerò e di molto il processo di dissoluzione del regime dittatoriale… Sicuramente si trattò per gli inglesi di un effetto secondario e non importante, vista la loro vicinanza a molti dei regimio dittatoriali dell’epoca (vedi il Cile di Pinochet).
(8) Così come “Radio Londra” trasmessa dalla BBC durante la seconda guerra mondiale…
(9) La intendo che, nel sua ironia sarcastica, Charly García sarebbe stato anche disposto ad un flirt con la Thatcher, purchè lei non bombardasse Buenos Aires…
(10) Attacco alle classi sociali che nel 1976 invocarono ordine e repressione in nome del “Dio patria Famiglia”, quelle che poi ne hanno approfittato per arricchirsi e fare la bella vita, non come tanti argentini che mangiarono solo paura e fame… C’è un verso che mi lascia perplesso, “quiero treparte pero no pasa nada”: potrebbe essere “vorrei conquistarti ma non succede nulla” ma non ha molto senso… Secondo me potrebbe essere piuttosto “No quiero treparme”, cioè “Non sono un arrampicatore sociale, non me ne importa nulla”, così come non mi interessa il mondo del Cinzano, delle pubblicità, così come non sono credente, così come non ho bisogno di mangiare fino a scoppiare…
(11) La Brigata Gurkha è una temutissima unità dell'esercito britannico i cui componenti sono arruolati tra la popolazione nepalese, un’eredità dell’Impero inglese…
(12) Viejos, governanti e ministri; chicos, i soldati mandati a morire alle Malvinas; jefes, i generali che brindano con i riccastri…
(13) La plaza è ovviamente Plaza de Mayo, dove sono passati tutti i momenti clou della storia argentina… Qui Charly García credo si riferisca agli eventi del 1945 e 1955. Il 17 maggio 1945 ci fu una grande manifestazione popolare ed operaia in favore dell’allora colonnello Perón, arrestato dal governo militare, che venne rilasciato ed acclamato presidente… Il 16 giugno del 1955, durante l’ennesimo tentativo di golpe militare, la piazza fu bombardata dall’aviazione navale. Il bombardamento causò oltre 300 morti fra i passanti…
Alle fine, quindi, gli unici ad aver bombardato Buenos Aires furono gli stessi argentini, sempre gli stessi militari che 20 anni dopo non avrebbero avuto nemmeno bisogno di bombardare per fare 30.000 desaparecidos…
(14) Barrio Norte: uno dei quartieri storici, e “bene”, di Buenos Aires…
Film del concerto del 26 dicembre del 1982 allo stadio Ferrocarril Oeste.
Bernart Bartleby - 2016/3/31 - 14:44
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Parole e musica di Charly García
Nell’album intitolato “Yendo de la cama al living”
Da un sito che raccoglie le canzoni che si riferiscono alla dittatura militare argentina
Un album inciso nell’agosto del 1982, solo qualche settimana dopo la fine della vergognosa avventura militare argentina alle Falklands/Malvinas (aprile-giugno), episodio che segnò anche la fine de Los Dinosaurios che avevano letteralmente ucciso il paese durante gli anni della dittatura.
L’implorazione a non bombardare Buenos Aires è ovviamente rivolto agli inglesi, i “rubio” della seconda strofa… Il tagliente sarcasmo di Charly García non è rivolto soltanto ai dinosauri, morenti ma ancora pericolosissimi, della dittatura ma anche a quanti nel paese li hanno invocati e sostenuti…
Il 26 dicembre del 1982, allo stadio Ferrocarril Oeste, davanti a 30.000 persone, Charly García tenne il suo primo concerto da solista. Ad un certo punto invitò sul palco Mercedes Sosa e poi attaccò "No bombardeen Buenos Aires”. Alla fine del brano, la scenografia che riproduceva la capitale argentina fu distrutta come in un diluvio di proiettili, mentre passavano immagini di aerei che lanciavano borse nere, come quelle con dentro i desparecidos che gli aerei della dittatura gettavano nottetempo in mare… Quando quella notte, finito il concerto, Charly García tornò a casa, la trovò tutta a soqquadro e con i dischi fatti a pezzi…
Y todos eran cómplices, y todos, sospechosos, y todos, el miedo. Por eso ese día, 25 de diciembre de 1982, cuando Mercedes Sosa subió a su escenario y la gente comenzó a reventar con saltos y bramidos de "sevacabar, sevacabar, la dictaduuuura militar, sevacabar…", él, Charly García, se aferró a un micrófono para gritar "No queremos ni milicos ni represión". Entonces se sentó ante su piano y tecleó, con fuerza, con rabia, y Mercedes Sosa cantó "Ayer soñé con los hambrientos los locos, los que se fueron, los que están en prisión".
La gente cantó, lloró, recordó. García aporreó el piano y comenzó a cantar "No bombardeen Buenos Aires, no nos podemos defender. Los pibes de mi barrio se escondieron en los caños, espían al cielo, usan cascos, curten mambos escuchando a Clash. Estoy temiendo al rubio ahora, no sé a quién temeré después. Terror y desconfianza por los juegos, por las transas, por las canas por las panzas, por las ansias, por las rancias cunas de poder, cunas de poder". Y dijo entre el estruendo del humo que tenía miedo, "tengo miedooooo, tengo mieedo". Y al final de aquel, su primer recital como solista, diciembre 25 de 1982, Ferrocarril Oeste, barrio Caballito, aparecieron bombas y cohetes y metralletas y decenas de aviones que lanzaban bolsas negras como las que los militares arrojaban al Río de la Plata con desaparecidos dentro.
Y la gente lloró y cantó y recordó y él entonces se largó a cantar "los amigos del barrio pueden desaparecer, los cantores de radio pueden desaparecer, los que están en los diarios pueden desaparecer, pero los dinosaurios van a desaparecer". Una hora más tarde, sobre las dos de la mañana, al regresar a su apartamento en la calle Acassuso, lo encontró todo revuelto, tirado por el piso, los papeles rotos y algunos discos hechos añicos. Nunca le dijeron quiénes habían sido, pero él lo sabía. Eran los esbirros de "Los Dinosaurios".
(Dal blog di Charly García)
(Bernart Bartleby)