Dalla mia cella scrivo a te così
t'aspetto in tribunale venerdì
la mia condanna è certa, già lo so
però con te negli occhi, me ne andrò
So che il coraggio, non ti mancherà
ma accendi ai nostri cari il tuo lumino
e lascia nostro figlio da un vicino
e la sentenza lui non sentirà.
Mia luce, mia colomba, amore mio
da questa cella già ti dico addio
però del tutto sola non sarai
dai miei compagni un po' d'aiuto avrai
della sua paga ognuno ti darà
quel che consente la sua povertà.
Mio bene, mia colomba, vita mia
al piccolo risparmia l'agonia
ma quando avrà dieci anni parlerai
e chi era suo padre gli dirai.
Ed io dirò ai giurati a modo mio
che per fermare la rivoluzione
dovrebbero ammazzare una nazione
al potere non basto solo io!
Da questa cella scrivo a te così
t'aspetto in tribunale venerdì
e quando la mia ora suonerà
la mia paura si rifugerà
nel ricordo di un bacio di mattina
il primo che mi desti, su in collina!
t'aspetto in tribunale venerdì
la mia condanna è certa, già lo so
però con te negli occhi, me ne andrò
So che il coraggio, non ti mancherà
ma accendi ai nostri cari il tuo lumino
e lascia nostro figlio da un vicino
e la sentenza lui non sentirà.
Mia luce, mia colomba, amore mio
da questa cella già ti dico addio
però del tutto sola non sarai
dai miei compagni un po' d'aiuto avrai
della sua paga ognuno ti darà
quel che consente la sua povertà.
Mio bene, mia colomba, vita mia
al piccolo risparmia l'agonia
ma quando avrà dieci anni parlerai
e chi era suo padre gli dirai.
Ed io dirò ai giurati a modo mio
che per fermare la rivoluzione
dovrebbero ammazzare una nazione
al potere non basto solo io!
Da questa cella scrivo a te così
t'aspetto in tribunale venerdì
e quando la mia ora suonerà
la mia paura si rifugerà
nel ricordo di un bacio di mattina
il primo che mi desti, su in collina!
envoyé par Bernart Bartleby - 20/8/2015 - 11:50
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Scritta da Herbert Pagani con A. Limentani e E. Lombardi
Nel LP intitolato “Palcoscenico”
Testo trovato su Megalopolis