On the 17th day of april in 1961
They saw the ships a-coming
with all those smoking guns
To the Cuban shore
To the Cuban shore.
“Why don’t you stay in Miami
Drinking that Yankee beer?”
Fidel said, “You won't like it much
The banquet served you here”
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
They’re bringing back the gangsters
And the men from United Fruit
Led by Batistianos (1)
Who want to share the loot
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
[???] said to Adlai (2)
“No matter what you say
You are only temporary
Fidel is here to stay”
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
What gives with Allen Dulles (3)
Down at the C-I-A
Ho armed the invaders
And sent them on their way
To the Cuban shore
To the Cuban shore.
Kennedy said to Dulles
“What’s the lateat news
We are a great world power
And can’t afford to lose”
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
Here come Jacqueline Kennedy
All dressed in Paris blue
She said, “Jack you took some bad advice (4)
They made a monkey out of you”
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
His wise men from Harvard
Brought the news to Jack
The mercenary invaders
Have lost their fool attack
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
Most are taken prisoner
Some have lost their lives
Cut down by the Quatro Bocas (5)
And those sharp machete knives
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
Some came from Guatemala
Some from Key West
It was defeat and prison
And the sharks got all the rest
In the Bay of Pigs
Off the Cuban shore
In the Bay of Pigs
Off the Cuban shore
They saw the ships a-coming
with all those smoking guns
To the Cuban shore
To the Cuban shore.
“Why don’t you stay in Miami
Drinking that Yankee beer?”
Fidel said, “You won't like it much
The banquet served you here”
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
They’re bringing back the gangsters
And the men from United Fruit
Led by Batistianos (1)
Who want to share the loot
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
[???] said to Adlai (2)
“No matter what you say
You are only temporary
Fidel is here to stay”
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
What gives with Allen Dulles (3)
Down at the C-I-A
Ho armed the invaders
And sent them on their way
To the Cuban shore
To the Cuban shore.
Kennedy said to Dulles
“What’s the lateat news
We are a great world power
And can’t afford to lose”
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
Here come Jacqueline Kennedy
All dressed in Paris blue
She said, “Jack you took some bad advice (4)
They made a monkey out of you”
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
His wise men from Harvard
Brought the news to Jack
The mercenary invaders
Have lost their fool attack
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
Most are taken prisoner
Some have lost their lives
Cut down by the Quatro Bocas (5)
And those sharp machete knives
On the Cuban shore
On the Cuban shore.
Some came from Guatemala
Some from Key West
It was defeat and prison
And the sharks got all the rest
In the Bay of Pigs
Off the Cuban shore
In the Bay of Pigs
Off the Cuban shore
Note
1) Prima della Rivoluzione castrista Cuba era in mano alla multinazionale statunitense United Fruit i cui interessi erano “curati” nell’isola dal dittatore Fulgencio Batista.
2) Non capisco il nome (di tre sole lettere, ma non è Ike, per Dwight D. Eisenhower) del primo interlocutore. Il secondo è invece Adlai Stevenson II (1900-1965), politico e diplomatico, che nel 1961 era ambasciatore alla Nazioni Unite e che non venne informato da Kennedy dell’operazione contro Cuba, visto che Stevenson era stato sempre critico al proposito. Anzi, il presidente gli disse che il governo americano non era per nulla coinvolto nella cosa e lui lo riferì convinto all’Assemblea ONU, facendo una gran figura di merda quando tutto andò in vacca.
3) Allen Dulles (1893-1969), diplomatico ed avvocato statunitense, allora a capo della CIA. Famoso soprattutto per aver organizzato i golpe in Iran e Guatemala e per la feroce campagna di attentati terroristici sul suolo cubano che precedette l’invasione della Bahía de Cochinos
4) Jack era uno dei modi confidenziali con cui gli americani (non solo gli intimi) chiamavano il presidente John F. Kennedy.
5) Quatro Bocas: ignoro a cosa si riferisca, forse il nome di qualche unità delle Fuerzas Armadas Revolucionarias di Cuba
1) Prima della Rivoluzione castrista Cuba era in mano alla multinazionale statunitense United Fruit i cui interessi erano “curati” nell’isola dal dittatore Fulgencio Batista.
2) Non capisco il nome (di tre sole lettere, ma non è Ike, per Dwight D. Eisenhower) del primo interlocutore. Il secondo è invece Adlai Stevenson II (1900-1965), politico e diplomatico, che nel 1961 era ambasciatore alla Nazioni Unite e che non venne informato da Kennedy dell’operazione contro Cuba, visto che Stevenson era stato sempre critico al proposito. Anzi, il presidente gli disse che il governo americano non era per nulla coinvolto nella cosa e lui lo riferì convinto all’Assemblea ONU, facendo una gran figura di merda quando tutto andò in vacca.
3) Allen Dulles (1893-1969), diplomatico ed avvocato statunitense, allora a capo della CIA. Famoso soprattutto per aver organizzato i golpe in Iran e Guatemala e per la feroce campagna di attentati terroristici sul suolo cubano che precedette l’invasione della Bahía de Cochinos
4) Jack era uno dei modi confidenziali con cui gli americani (non solo gli intimi) chiamavano il presidente John F. Kennedy.
5) Quatro Bocas: ignoro a cosa si riferisca, forse il nome di qualche unità delle Fuerzas Armadas Revolucionarias di Cuba
Contributed by Bernart Bartleby - 2015/8/14 - 21:14
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Parole di Martha Case, autrice sconosciuta che credo abbia contribuito su Broadside solo questa canzone
Sull’aria di “Mr. McKinley” (canzone dedicata all’assassinio nel 1901 dell’allora presidente USA William McKinley da parte dell’anarchico Leon Czolgosz)
Testo pubblicato su Broadside #4, metà aprile 1962
Proprio oggi che sono state ripristinate le relazioni diplomatiche tra USA e Cuba, mi pare doveroso ricordare - pur attraverso la canzone dimenticata di una sconosciuta autrice - che cosa fu e rappresentò 54 anni fa la battaglia di Playa Girón, la fallita invasione di Cuba da parte del governo del democraticissimo ed amatissimo JFK, un’operazione che causò la morte di diverse centinaia di cubani e di un centinaio di invasori, quasi tutti esuli cubani anticastristi. Più di un migliaio di aggressori vennero fatti prigionieri e in seguito riscattati al costo di una cinquantina di milioni di dollari. Uno smacco totale per il governo americano, paragonabile solo ad episodi successivi come la sconfitta in Vietnam, il Watergate, il fallito blitz per la liberazione degli ostaggi a Teheran o la battaglia di Mogadiscio del 1993.