Dans le matin clair où meurt sa chanson,
Le bon paysan, qui jette à mains pleines
La bonne semence aux sillons des plaines
A l’espoir de faire un jour la moisson…
Mais les corbeaux dont le vol brun
Passe en l’air comme une tempête
En faisant du soir sur sa tête,
Le corbeaux mangeront son grain.
Après avoir mis ses sous dans son bas,
Le bon paysan ferme son armoire
Lorsqu’il s’en revient de vendre à la foire
Le veau que sa vache un jour a mis bas.
Mais les corbeaux dont jamais rien
Ne peut repaître l’avarice,
– Gens de loi et gens de justice –
Les corbeaux voleront son bien.
Tout en lui chantant « dodo, l’enfant do »
Le bon paysan demande à son mioche :
« Petiot, prendras-tu ma hotte et ma pioche
Quand le poids des ans courbera mon dos ? »
Mais les corbeaux cruels, – qui sont
Les puissants et les gens de guerre, –
Aux pauvres vieux ne songent guère :
Les corbeaux tueront son garçon.
Parmi la splendeur des soleils couchants,
Le bon paysan dont la tâche est faite
Pense avoir la fin d’une pauvre bête
Qui meurt de vieillesse au milieu des champs.
Mais les corbeaux viendront encor,
– Qui sont les marchands de prière, –
Et du défunt, clos dans sa bière,
Les corbeaux se feront de l’or !…
A la fin pourtant, l’heure sonnera
Où lassé de voir les corbeaux qui voltent
En prenant ses gars, ses sous, ses récoltes,
Le bon paysan se révoltera…
Et dam ! à grands coups de sabots,
A coups de faux, à coups de pioches,
Pour ses blés, ses biens et ses mioches
Il abattra tous les corbeaux !…
Le bon paysan, qui jette à mains pleines
La bonne semence aux sillons des plaines
A l’espoir de faire un jour la moisson…
Mais les corbeaux dont le vol brun
Passe en l’air comme une tempête
En faisant du soir sur sa tête,
Le corbeaux mangeront son grain.
Après avoir mis ses sous dans son bas,
Le bon paysan ferme son armoire
Lorsqu’il s’en revient de vendre à la foire
Le veau que sa vache un jour a mis bas.
Mais les corbeaux dont jamais rien
Ne peut repaître l’avarice,
– Gens de loi et gens de justice –
Les corbeaux voleront son bien.
Tout en lui chantant « dodo, l’enfant do »
Le bon paysan demande à son mioche :
« Petiot, prendras-tu ma hotte et ma pioche
Quand le poids des ans courbera mon dos ? »
Mais les corbeaux cruels, – qui sont
Les puissants et les gens de guerre, –
Aux pauvres vieux ne songent guère :
Les corbeaux tueront son garçon.
Parmi la splendeur des soleils couchants,
Le bon paysan dont la tâche est faite
Pense avoir la fin d’une pauvre bête
Qui meurt de vieillesse au milieu des champs.
Mais les corbeaux viendront encor,
– Qui sont les marchands de prière, –
Et du défunt, clos dans sa bière,
Les corbeaux se feront de l’or !…
A la fin pourtant, l’heure sonnera
Où lassé de voir les corbeaux qui voltent
En prenant ses gars, ses sous, ses récoltes,
Le bon paysan se révoltera…
Et dam ! à grands coups de sabots,
A coups de faux, à coups de pioches,
Pour ses blés, ses biens et ses mioches
Il abattra tous les corbeaux !…
Contributed by Bernart Bartleby - 2015/6/9 - 13:18
Language: Italian
Traduzione italiana / Traduction italienne / Italian translation / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 02-03-2020 00:11
Riccardo Venturi, 02-03-2020 00:11
CANZONE DEI CORVI
Nel mattino chiaro quando la sua canzone muore,
il bravo contadino, che getta e piene mani
la buona semenza nei solchi delle piane
sperando un giorno di mieterne la messe...
Ma i corvi col loro volo bruno
che passano nell'aria come una tempesta
oscurandogli il capo come fosse sera,
i corvi mangeranno i suoi chicchi.
Dopo aver infilato i soldi nella calza,
il bravo contadino chiude il suo armadio
quando ritorna venduto alla fiera
il vitello partorito un giorno dalla sua mucca.
Ma i corvi, di cui mai niente
può saziare la cupidigia,
- gente di legge, gente di giustizia -
i corvi gli ruberanno quel suo avere.
Mentre gli cantai “fai la ninna, fai la nanna”,
il bravo contadino chiede al suo marmocchio :
“Piccolo mio, prenderai la mia gerla e la mia zappa
quando il peso degli anni mi curverà la schiena?”
Ma i corvi crudeli – che poi sono
i potenti, quelli che fan la guerra -
ai poveri vecchi non ci pensano proprio:
i corvi gli uccideranno suo figlio.
Nello splendore del sole che tramonta
il bravo contadino, compiuto il suo dovere,
pensa di far la fine di una povera bestia
che muore di vecchiaia in mezzo ai campi.
Ma arriveranno ancora i corvi,
i mercanti, i venditori di preghiere,
e col defunto rinchiuso nella bara
quei corvi ci faranno i soldi...!
Ma suonerà finalmente l'ora
in cui, stanco di veder svolazzare i corvi,
il bravo contadino prenderà i suoi figli,
i suoi soldi e i suoi raccolti, e si ribellerà...
E sbàm! A gran zoccolate,
a gran falciate, a picconate,
per il suo grano, i suoi averi e i suoi bambini
tutti i corvi lui li abbatterà.
Nel mattino chiaro quando la sua canzone muore,
il bravo contadino, che getta e piene mani
la buona semenza nei solchi delle piane
sperando un giorno di mieterne la messe...
Ma i corvi col loro volo bruno
che passano nell'aria come una tempesta
oscurandogli il capo come fosse sera,
i corvi mangeranno i suoi chicchi.
Dopo aver infilato i soldi nella calza,
il bravo contadino chiude il suo armadio
quando ritorna venduto alla fiera
il vitello partorito un giorno dalla sua mucca.
Ma i corvi, di cui mai niente
può saziare la cupidigia,
- gente di legge, gente di giustizia -
i corvi gli ruberanno quel suo avere.
Mentre gli cantai “fai la ninna, fai la nanna”,
il bravo contadino chiede al suo marmocchio :
“Piccolo mio, prenderai la mia gerla e la mia zappa
quando il peso degli anni mi curverà la schiena?”
Ma i corvi crudeli – che poi sono
i potenti, quelli che fan la guerra -
ai poveri vecchi non ci pensano proprio:
i corvi gli uccideranno suo figlio.
Nello splendore del sole che tramonta
il bravo contadino, compiuto il suo dovere,
pensa di far la fine di una povera bestia
che muore di vecchiaia in mezzo ai campi.
Ma arriveranno ancora i corvi,
i mercanti, i venditori di preghiere,
e col defunto rinchiuso nella bara
quei corvi ci faranno i soldi...!
Ma suonerà finalmente l'ora
in cui, stanco di veder svolazzare i corvi,
il bravo contadino prenderà i suoi figli,
i suoi soldi e i suoi raccolti, e si ribellerà...
E sbàm! A gran zoccolate,
a gran falciate, a picconate,
per il suo grano, i suoi averi e i suoi bambini
tutti i corvi lui li abbatterà.
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Ignoro su quale aria sia stata pensata o se abbia avuto una musica propria, ma trovo raramente questa canzone nelle discografie attinenti Couté, soltanto in “Max Boyer chante Gaston Couté” del 2012 e nel repertorio di Jean-Luc Bansard del Théâtre du Tiroir di Laval, Loire.
Chi sono i corvi neri? Mica solo quelli che si mangiano il grano appena seminato, ma anche poliziotti e giudici (i signori della Legge e della “Giustizia”), i potenti e i signori della guerra (corvi crudeli), e i preti (i mercanti di preghiera)…
Ma verrà il giorno in cui il popolo oppresso caccerà e ucciderà i corvi neri a colpi di zoccolo, di falce, di accetta per difendere il proprio grano, i propri beni, i propri figli.