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Oh, Jerusalem

Dean Reed
Langue: anglais


Dean Reed

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Hey Biladi
(Dean Reed)
Faris Odeh (The Green Fields of Palestine)
(Triz Nathaniel)
Frieden
(Dean Reed)


[1978]
Parole di Dean Reed
Musica di Jaromír Klempíř, compositore ceco

Oh, Jerusalem
My Song For You Моя Песня Для Тебя

Singolo del 1978 (lato A, sul lato B Hey Biladi) poi incluso nell’album “Píseň pro tebe - My Song For You” pubblicato in RDT e Cecoslovacchia nel 1979. In unione Sovietica nel 1980 (“Моя Песня Для Тебя”)

Dean Reed in Libano nel 1977, con tanto di kefiah e AK47…
Dean Reed in Libano nel 1977, con tanto di kefiah e AK47…


La carriera artistica di Dean Reed – in apparenza prototipo di WASP alto, bello, atletico e talentuoso – ebbe inizio nel 1958 con alcuni brani musicali che lo resero subito un idolo dei teenagers. Molto popolare anche in Sud America, ben presto Dean Reed si stabilì in Argentina dove rafforzò la sua fama insieme ad una band chiamata “Los Dominantes”.



Durante un tour in Cile il “golden boy” Dean Reed cominciò a rivelare inaspettatamente un interesse per i temi politici, si espresse in varie occasioni contro la povertà e l’oppressione delle masse lavoratrici ed indigene, partecipò a proteste contro l’escalation nucleare e contro la politica estera statunitense, tenne concerti gratuiti nei barrios più poveri delle grandi città. Il suo atteggiamento gli guadagnò l’ostilità dei potenti, tanto che nel 1966 il generale Juan Carlos Onganía - che aveva appena deposto il leggittimo presidente Illia con un colpo di Stato militare – lo espulse dall’Argentina.



Dean Reed visse per qualche tempo a Roma, interpretando alcuni spaghetti-western, tra i quali “Adiós, Sabata” (il cui fantasioso titolo italiano fu “Indio Black, sai che ti dico: Sei un gran figlio di...”) diretto da Gianfranco Parolini e con Yul Brynner come star… Poi, convinto della bontà del comunismo reale e allettato dal successo ottenuto nei paesi del blocco socialista, si trasferì a Berlino Est. Nella DDR recitò in una ventina di film e realizzò una dozzina di album, cimentandosi prevalentemente in cover di grandi successi occidentali.
Nel 1978 diresse ed interpretò il film “El Cantor” dedicato a Víctor Jara, nel quale suonava e cantava alcuni celebri brani del grande cantautore cileno.
Dean Reed – soprannominato ormai “The Red Elvis” - aderì in pieno al comunismo sovietico, arrivando a difendere l’invasione dell’Afghanistan ed il Muro di Berlino, ma continuò sempre a professare il proprio amore per la terra natale, di cui mantenne la cittadinanza e dove continuò a pagare le tasse.



Il 13 giugno 1986 - sei settimane dopo una dirompente intervista a “60 Minutes” della CBS nel corso della quale aveva difeso a spada tratta l’ormai agonizzante regime comunista – il corpo di Dean Reed fu ritrovato nelle acque del Zeuthener See a Berlino. Solo dopo la caduta del blocco sovietico si seppe che un biglietto d’addio era stato ritrovato nell’auto dell’attore. Fu suicidio? Così pare, ma anche in anni recenti si sono inseguite varie teorie “complottiste” che danno Reed per ammazzato dalla CIA, o dalla Stasi (per cui lavorò alla fine degli anni 70), o dal KGB.
My land I've not seen for years
My land is now wet with tears
And the soil in peace I tilled
Till my wife and child were killed
With broken heart I did go
Some day I'll dance in my land
Some day I'll work like a man
But just now I have to fight
For our land and what is right
Till the day of our return

Oh Jerusalem - Jerusalem
Salam to Palestine - Palestine
Oh Jerusalem
We shall all ...
Peace for all in Palestine

I think of you, mother, dear
I know that you have no fear
And the time has come for me
And our people to be free
Fighting for our Palestine
Some day we all shall return
That hope in our hearts always burns
Let us live in peace again
And with love as we did then
In our homeland Palestine

Oh Jerusalem - Jerusalem
Salam to Palestine - Palestine
Oh Jerusalem
We shall all ...
Peace for all in Palestine

Oh Jerusalem - Jerusalem
Salam to Palestine - Palestine
Oh Jerusalem
We shall all ...
Peace for all in Palestine

envoyé par Bernart Bartleby - 5/3/2015 - 15:38




Langue: allemand

Traduzione tedesca di Ilga Röder trovata sul sito dedicato a Dean Reed
OH JERUSALEM

Mein Land habe ich lange nicht gesehen.
Mein Land ist nun von Tränen nass.
Ich habe den Boden in Frieden gepflügt,
Bis meine Frau und mein Kind getötet wurden.
Ich ging mit gebrochenem Herzen fort.

Eines Tages werde ich tanzen in meinem Land.
Eines Tages werde ich wie ein Mann arbeiten.
Von nun an muss ich kämpfen
Für unser Land und das Recht
Bis zum Tag unserer Rückkehr.

Ich denke an Dich, meine liebe Mutter.
Ich weiß, Du hast keine Angst.
Für mich ist die Zeit gekommen,
Um unser Volk zu befreien
Und für Palästina zu kämpfen.
Eines Tages werden wir zurückkehren.
Diese Hoffnung brennt auf immer in unseren Herzen.
Lass uns wieder in Frieden leben
Und in Liebe, wie wir es früher konnten
In unserer Heimat Palästina.

Oh, Jerusalem, Frieden für Palästina.
Oh, Jerusalem, eines Tages kommen wir zurück.
Frieden für Palästina!

envoyé par Bernart Bartleby - 5/3/2015 - 15:48




Langue: russe

Traduzione russa di Irina Varlamovoj / Ирины Варламовой trovata su questo sito dedicato a Deen Reed
О, ИЕРУСАЛИМ!

Родина, не могу я петь для тебя.
В боли твоей задыхаюсь, скорбя,
В боли твоей… Для меня
Были счастье и мир - до черного дня,
Дня, когда мои дети были убиты.
И жена…Кровью залиты площади и плиты…
А теперь мне осталось лишь вспоминать,
Как я мог на земле своей танцевать,
Мог работать.
А теперь я могу лишь бороться.
О, Иерусалим, палестинское солнце!
Мы придем к тебе, Иерусалим,
И снова будет мир под небом твоим.
Я думаю о тебе, Родина.
Моя земля, которую украли,
И часто, в памяти, я прохожу в печали
По тем местам, где счастье мы встречали.
Но он наступит, грянет день свободы,
День возвращенья нашего народа.
И верю я – одной дорогой длинной
С надеждой мы вернемся
Домой, в Палестину!

envoyé par Bernart Bartleby - 5/3/2015 - 15:49




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