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Das neue Deutschland

Erich Mühsam
Language: German


Erich Mühsam

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Der Gefangene (Sich Fügen heißt Lügen!)
(Erich Mühsam)
Freiheit ist alles
(Christoph Holzhöfer)
Das Lied der Sozialdemokraten
(Christoph Holzhöfer)


[1919]
Parole di Erich Mühsam, nella raccolta “Revolution. Kampf-, Marsch- und Spottlieder” pubblicata a Berlino nel 1925
Originariamente pensata sulla melodia di “Preisend mit viel schönen Reden”, verso di apertura de “Der reichste Fürst” del poeta tesesco Justinus Kerner (1786-1862), divenuta poi inno del Württemberg.
Il testo di Mühsam è stato più recentemente ripreso dal solito Christoph Holzhöfer, “sinistro” e prolifico cantautore tedesco originario di Bestwig, Renania-Vestfalia.

Estate 1919. Noske ed Ebert immortalati, in tenuta non proprio marziale, in una campagna di discredito sui giornali di destra.
Estate 1919. Noske ed Ebert immortalati, in tenuta non proprio marziale, in una campagna di discredito sui giornali di destra.


Canzone satirica indirizzata alla dirigenza socialdemocratica delle Repubblica di Weimar, responsabile della feroce repressione della Novemberrevolution. Due su tutti: Friedrich Ebert, allora Cancelliere, e Gustav Noske, ministro della Difesa, mandante ed esecutore della reazione, coloro che diedero mano libera ad esercito e paramilitari (Freikorps) per fare a pezzi i lavoratori e i militanti rivoluzionari, comunisti, socialisti ed anarchici.
Sich empfehlend den Genossen
Für die nächste Reichstagswahl,
Saßen viele deutsche Sozi
Jüngst bei Sklarz im Speisesaal.

Grinsend rief der dicke Ebert
Von dem Präsidentensitz:
»An mein Volk! Du hältst die Schnauze!«
Und gleich schrie man: »Bravo, Fritz!«

Scheidemann, der mit der Glatze,
Sprach in überlegnem Ton:
»Ich erwürgt' zwar nicht die Feinde,
Doch die Revolution!«

Dann erhob sich Parvus-Helphand
Und begehrt' das höchste Lob,
Weil im ganzen Land kein Schieber
Soviel in die Tasche schob.

Erhard Auer sprach aus München:
»Ich bin meines Siegs gewiß.
Mir bestätigt Lindners Kugel,
Daß ich Bayerns Volk beschiß.«

Aber plötzlich ward es stille.
Noske ballte seine Faust,
Und es rollten seine Augen,
Daß es den Genossen graust,

Und er rief: »Euch lobt der Bürger,
Denn ihr meint's ja alle gut.
Aber hier, seht meine Hände:
Jeder Finger trieft von Blut.

Ruhe, Sicherheit und Ordnung
tun dem Kapitale not.
Fünfzehntausend Proletarier
schlugen meine Garden tot.«

Stürmisch schrieen: »Prosit, Noske!«
Ebert Parvus, Scheidemann.
Bauer, David, Landsberg, Heine
Stießen mit dem Sektglas an.

»Heil dir, Justav, Held und Sieger,
Dir verneigen wir uns stumm.
Wir betrügen unser Volk nur,
Aber Du, Du bringst es um!«.

Contributed by Bernart Bartleby - 2015/2/23 - 13:21



Language: Italian

Traduzione italiana di Francesco Raucea

Sarcasmo lacerante ma di qualità eccelsa!
Noske era il ministro della guerra che aveva arruolato e scatenato i temibili Frei Korps,

responsabili sia d'infami stragi, della deposizione della bavarese Repubblica dei Consigli (di cui era ministro delle finanze l'eccelso GESELL) sia dell'assassinio di Rosa LUXEMBURG.

Mi meraviglio solo di trovar coinvolto e maltrattato anche Parvus HELPHAND,il russo-tedesco che aveva ideato ed organizzato l'interessato ritorno di LENIN in Russia, attraverso la Germania in guerra con la Russia,

nonché – a quanto si dice – il socialista che ebbe per primo l'intuizione della Rivoluzione Permanente, poi teorizzata dal suo grande amico TROCKIJ, da me venerato.

Ma M. stava là, e bisogna quindi credergli, mentre io mi trovo a 100 anni di distanza.
LA NUOVA GERMANIA

Per raccomandare i compagni
- nelle prossime elezioni generali -
nella sala da pranzo di Sklarz, recente-mente erano convenuti molti socialisti tedeschi.

Sogghignando gridò il grasso Ebert,
dal seggio di Presidente:
"Per la mia gente! Chiudete le boccacce!"
E fu un grido unanime: "Bravo, Fritz!"

Con la testa pelata Scheidemann
parlò nello stesso tono:
"A dire il vero io non strangolo i nemici,
ma la rivoluzione!"

Poi s'alzò Parvus Helphand
e ricercò la più alta lode,
perché in tutto il paese non s'era fatto
scivolare alcuna mazzetta in tasca.

Erhard Auer parlò da Monaco di Baviera:
"Sono certo della mia vittoria:
che io abbia cannoneggiato il popolo bavarese
me lo ha confermato Lindners Kugel!

Ma d'un tratto ci fu silenzio.
Noske strinse il pugno,
e roteò i suoi occhi,
affinché ciò intimidisse i compagni.

E gridò "Il cittadino loda Voi,
un gran bene si pensa inoltre di Voi,
ma per merito mio: guardate le mie mani:
ogni dito gronda sangue!

Poiché la pace, la sicurezza e l'ordine
rispondono al bisogno del capitale,
le mie guardie hanno bastonato a morte
quindicimila proletari."

Tumultuoso rimproverarlo, ma con i calici in mano
di Ebert, Parvus, Scheidemann,
Bauer, David, Landsberg,
Heine, Stiessen:

"Alla tua salute, Noske! Salve, Gustav,
eroe e vincitore, a te riverenti chiniamo il nostro capo:
noi solo facciamo col bastone gli interessi del nostro popolo, ma tu, tu proprio lo accoppi!"

Contributed by Francesco RAUCEA - 2017/4/14 - 19:06




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