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Marenostro

Gang
Language: Italian


Gang

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"Le canzoni servono per sederci intorno al fuoco e tornare umani" ha esordito Marino Severini presentando il brano 'Mare Nostro'. "La canzone è nata anni addietro quando fu votata la legge Bossi Fini prendendo spunto dalle parole di padre Alex Zanotelli, dobbiamo smettere - ha continuato Severini - di trattare gli altri come fossero merci".


2015
Sangue e cenere
Sangue e cenere

Sangue e cenere

La scorsa estate i Gang hanno deciso di utilizzare la modalità del crowdfunding, con grandissimo successo, visto che hanno raccolto 10 volte la cifra richiesta, lo hanno fatto per finanziare la realizzazione del nuovo disco Sangue e cenere, che arriva quindi ben 14 anni dopo Controverso, il loro ultimo album di inediti.

Certo in questi anni c’è sempre stata una intensa attività live con oltre 100 concerti ogni anno, ci sono stati parecchi  dischi tra live, cover, riletture, collaborazioni ( La Macina, Daniele BiacchessiMassimo Priviero, Gaetano Liguori) ma gli amanti della band aspettavano sempre un nuovo lavoro di inediti, che ora è finalmente nel nostro lettore.

Con i fondi raccolti hanno potuto fare le cose per  bene, registrazioni in USA con una bella produzione di Jono Manson, una ricca strumentazione che vede ad accompagnare i fratelli Severini  Charlie Cinelli, basso e contrabbasso, Marzio Del Testa,  batteria e percussioni, e molti ospiti di qualità come Jason Crosby, piano,violino e tastiere, John Egenes, mandolino, banjo e pedal steel, Brant Leeper, organo e fisarmonica, Garth Hudson fisarmonica, Eric Ambel chitarra elettrica, una sezione fiati di lusso, quella di Bruce Springsteen, e addirittura  in un brano la presenza di un’intera orchestra, una splendida copertina, che per certi aspetti ricorda quella dei Basement tapes, con belle foto e ricco booklet almeno nella limited edition inviata a tutte le 1.186 persone, tutte citate nel libretto, nella veste  di co-produttori.   

In questi nuovi undici brani dei  fratelli Severini non ci sono più l’irruenza e la rabbia giovanile, ci sono meno chitarre e viene dato più spazio a vari tipi di tastiere, ai  fiati e altri strumenti, sono privilegiate le  atmosfere  più rilassate, le ballate, i momenti struggenti e melanconici, la poetica, la saggezza,  ma non mancano mai entusiasmo, passione e quei sani principi e valori, di  onestà, di impegno civile e sociale, di denuncia, insomma i Gang  sanno sempre, anche a distanza di molti anni, da che parte stare.

La title track Sangue e cenere apre questo nuovo lavoro ed è il brano  rock che ben rappresenta il nuovo corso di Marino e Sandro, Non finisce qui è una ballata  di denuncia e rabbia per le troppe morti impunite dovute all’amianto “… e polvere d’amianto prima ti avvelena il sangue poi diventa cancro …” , la successiva  Alle barricate è invece uno scatenato ed epico combat-rock con venature irish, omaggio  alla resistenza  della città di Parma che nel 1922 respinse per cinque giorni i fascisti, vero nuovo  inno per i concerti dei Gang.

Ci sono due brani che ci ricordano la terribile guerra  negli  anni ’90 nella ex- Jugoslavia, Gli angeli di Novi Sad  lungo, toccante ed emozionante brano con L’Orchestra Pergolesi diretta dal Maestro Stefano Campolucci  e la splendida Più forte della morte è l’amore, omaggio a Gabriele Moreno Locatelli, religioso e pacifista dei Beati Costruttori di Pace ucciso da un cecchino a Sarajevo, uno dei veri eroi e Giusti di quest’epoca, calda ballata ricca di soul con la sezione dei fiati in grande spolvero .

La Resistenza ritorna in Ottavo chilometro, delicata, poetica e nostalgica ballata per “… partigiani una volta, partigiani per sempre …” con una deliziosa fisarmonica di Garth Hudson e non mancano temi più attuali come in Marenostro, lunga struggente invocazione, quasi una  preghiera, per quei disperati che arrivano e spesse volte muoiono, nelle traversate coi barconi dall’Africa. 

Da segnalare il primo singolo Nel mio giardino, brano rock-soul, insolitamente “nero” per i Gang, con un  grande uso dei fiati che qui conducono decisamente la danza, e Perché Fausto e Iaio, dove con suoni potenti, hammond in evidenza, due lap steel, i Gang ci regalano un altro brano epico da cantare ai loro concerti, in ricordo dei due ragazzi uccisi da cinque anonimi sicari fascisti nella Milano degli anni ‘70  ( a proposito non perdetevi il bel libro che Daniele Biacchessi ha dedicato alla loro vicenda ).  

Uno splendido  lavoro che ci riporta, dopo oltre venti anni, ai grandi fasti di due capolavori comeLe radici e le ali e Storie d’Italia, un disco suonato e arrangiato (e sì, si  sente la presenza di Jono Manson) alla grande, con testi che lasciano sempre il segno e che fanno riflettere, un album  che ci pervade totalmente. 

Abbiamo bisogno dei fratelli Severini, fanno parte di quelle necessità fondamentali, come pane, giustizia e libertà, abbiamo bisogno di loro, di questo potente antidoto contro le banalità e le superficialità della vita, il razzismo dilagante, la guerra, la perdita di memoria storica .

Ora e sempre Gang!

mescalina

Sangue e cenere - Non finisce qui - Alle barricate - Ottavo chilometro - Marenostro - Perché Fausto e Iaio - Nino - Gli angeli di Novi Sad - Più forte della Morte è l’Amore - Nel mio giardino - Mia figlia ha le ali leggere

Marenostro ascolta ti prego
questa notte porta pazienza
c'è una barca in mezzo alle onde
è una barca che porta speranza

Non ha vela e non ha motore
non c'è porto e non c'è faro
ma son tanti lì sopra li vedi
quella barca è il loro riparo

Marenostro guardali bene
sotto i piedi portano il mondo
e negli occhi chissà quanta cenere
quante lacrime avranno sepolto

Sono loro la storia del grano
il fuoco che torna al tramonto
il pane spezzato e diviso
alla fine del giorno

Mare ti prego stanotte
non li affogare
mare nostro mare

Marenostro tu sai chi li guida
è quel Dio che non ha frontiere
che cammina sull'acqua e sul fuoco
e che spezza tutte le catene

è il Dio di tutti i colori
che combatte la fame e la guerra
e per lui nessuno è straniero
come in cielo così come in terra

Sono loro la storia del grano
il fuoco che torna al tramonto
il pane spezzato e diviso
alla fine del giorno

Mare ti prego stanotte
falli passare
mare nostro mare

Mare nostro portali a riva
prima che muoia l'ultima stella
prima del cambio di guardia
che non li veda la sentinella

Che la riva non sia galera
né manette né foglio di via
ma sia strada bagnata dal sole
non sia mai una strada cattiva

Sono loro la storia del grano
il fuoco che torna al tramonto
il pane spezzato e diviso
alla fine del giorno

Mare ti prego stanotte
falli arrivare
mare nostro mare

Contributed by DonQuijote82 - 2015/2/11 - 18:26




Languages: Italian, Sardinian

Versione italo-sarda di Carlo Crisponi, con Fabrizio Bandinu e Carlo Boeddu


Mare nostru


Voce Carlo Crisponi 
Organetto Carlo Boeddu 
Launeddas Roberto Tangianu 
Chitarra e arrangiamenti Fabrizio Bandinu 
MARE NOSTRU

Marenostro ascolta ti prego
questa notte porta pazienza
c'è una barca in mezzo alle onde
è una barca che porta speranza

Non ha vela e non ha motore
non c'è porto e non c'è faro
ma son tanti lì sopra li vedi
quella barca è il loro riparo

Marenostro guardali bene
sotto i piedi portano il mondo
e negli occhi chissà quanta cenere
quante lacrime avranno sepolto

Sono loro la storia del grano
il fuoco che torna al tramonto
il pane spezzato e diviso
alla fine del giorno

Mare ti prego stanotte
non li affogare
mare nostro mare

Mare nostru chie los guida
E su deus chene fronteras 
Chi camminada in s’abba e in su vogu 
E chi sega tottus sas cadenas 

E su deus de tottu cantos 
Chi est lottende  sa gana e sa gherra
Chi po issu non b’ar zent’istranza 
Comment’ in  chelu già est’in terra

De su trigu suni s’istoria 
De su vogu a s’iscurigada
Su pane segadu po tottus 
A die finida

Mare ti prego istanotte
Lassalos colare
Mare nostru
Mare 

Mare nostru chi tocchen’a terra
Prima chi, morza s’istella 
Prima chi , cambie sa guardia 
Non los bia sa sentinella 

Chi sa terra non sia galera 
Ne manettas ne ispatriados 
Dae su sole siene bagnados 
Chi non sia malu su camminu 

De su trigu suni s’istoria 
De su vogu a s’iscurigada
Su pane segadu po tottus 
A die finida 

Mare ti prego istanotte
Chi arrivene sanos 
Mare nostru 
Mare

Contributed by Dq82 + Carlo Crisponi - 2020/3/5 - 11:51




Language: French

Version française – Notre Mer – Marco Valdo M.I. – 2015
Chanson italienne – Mare nostro – Gang – 2015

Mer, porte-les à terre  <br />
Avant que ne meure la dernière étoile
Mer, porte-les à terre
Avant que ne meure la dernière étoile
NOTRE MER

Notre Mer, je t'en prie, écoute.
Cette nuit, aie de la patience et du cœur
Il y a un bateau au milieu des vagues
C'est un bateau qui porte l'espoir

Il n'a pas de voile et pas de moteur
Il n'y a pas de port et pas de phare
Mais, vois, ils sont nombreux
Ce bateau est leur sauvegarde

Regarde-les bien, ils sont nombreux,
Sous leurs pieds, ils emportent leur monde
Et dans leurs yeux qui sait combien de cendres ?
Combien ont-ils enterré de larmes ?

C'est eux l'histoire du grain
Le feu qui revient au coucher du soleil
Le pain rompu à la main,
Partagé à la fin du jour.

Mer, je t'en prie, cette nuit
Ne les noie pas !
Mer, notre Mer

Notre Mer, celui qui les guide, c'est ce Dieu
Qui n'a pas de frontières
Qui marche sur l'eau et sur le feu
Et qui brise toutes les chaînes.

C'est un Dieu de toutes les couleurs
Qui combat la faim et la guerre
Pour lui, personne n'est d'ailleurs
Aussi bien dans les airs que sur terre

C'est eux l'histoire du grain
Le feu qui revient au coucher du soleil
Le pain rompu à la main,
Partagé à la fin du jour.

Mer, je t'en prie, cette nuit
Ne les noie pas !
Mer, notre Mer

Mer, porte-les à terre
Avant que ne meure la dernière étoile
Avant la relève de la garde
Pour que ne les voie pas la sentinelle,

Que la terre ne soit pas prison,
Menottes, immatriculation,
Mais une route par le soleil baignée
Qui ne soit jamais une route mauvaise.

C'est eux l'histoire du grain
Le feu qui revient au coucher du soleil
Le pain rompu à la main,
Partagé à la fin du jour.

Mer, je t'en prie, cette nuit
Ne les noie pas !
Mer, notre Mer

Contributed by Marco Valdo M.I. - 2015/2/13 - 21:46




Language: English

Versione inglese di Jono Manson (che è stato anche produttore del disco)

"2° Chautauqua streaming Circus Show", al minuto 11:00
Mother Ocean


Jono Manson & Gang - Marenostro (in italiano)
MOTHER OCEAN

Mother Ocean I pray you, please listen
shed your patience on this darkest of the nights
there is boat in amidst of the waves
bringing hope, carrying life

It has no sail, it has no engine
there's no lighthouse, there is no harbor,
there are many boats and you see them,
this boat is their only shelter

Mother Ocean, please look with him
with just under feet comes the world
and tears too many have fallen
burying ashes and stories untold

And their song the story of weed
the fire that returns every sunset
the bread broken and given
at the end of the day

I beg of you tonight
don't pour them under
we pray to you, oh Mother

Mother Ocean, you know who guides them
it is a God who does not see borders
and who frees all people from bondage
and who walks upon fire and on water

He's the God of all and of every
fighting war and ... hunger
and for him no one is a foreigner
on Earth as it is in Heaven

And their song the story of weed
the fire that returns every sunset
the bread broken and given
at the end of the day

I beg of you tonight
let them pass over
we pray to you, oh Mother

Mother Ocean, please bring them to shore
before the last star fade in the sky
and the sentry won't know and won't see them
before the change of the guard passes by

And on the shore there is no prison
nor handcuffs nor gun in a tower
just a road ... in sweet sunlight
pay the dreams in light with wildflowers

And their song the story of weed
the fire that returns every sunset
the bread broken and given
at the end of the day

I beg of you tonight
let them pass over
we pray to you, oh Mother

Contributed by Dq82 - 2020/5/10 - 11:53




Language: English

Versione inglese di Federico
OUR SEA

Our Sea, listen, I beg you
this night be patient
there is boat amidst the waves
it's a boat which brings hope

It does not have sail nor engine
there's no harbour, no lighthouse
but, you see them, they are many
that boat is their shelter

Our Sea, look at them
under their feet they carry the world
and who knows in the eyes how much ash
how many tears they have buried

They are the story of grain
the fire that comes back at sunset
the bread broken and shared
at the end of the day

Sea I beg you this night
do not drown them
Sea, Our Sea

Our Sea, you know who leads them
it's the God who has no borders
who walks on water and on fire
and who breaks all the chains

it's the God of all colours
who fights hunger and war
and for which nobody is a foreigner
on earth as in heaven

They are the story of grain
the fire that comes back at sunset
the bread broken and shared
at the end of the day

Sea I beg you this night
let them through
Sea, Our Sea

Our Sea, bring them to the shore
before the last star dies
before the changing of the guard
lest the sentinel see them

and may the land not be prison
nor handcuffs nor deportation
may it be a road washed by the sun
may it never be a bad road

They are the story of grain
the fire that comes back at sunset
the bread broken and shared
at the end of the day

Sea I beg you this night
let them arrive
Sea, Our Sea.

Contributed by Federico - 2015/12/8 - 17:09




Language: Spanish

Traduzione spagnola di Lorenzo Masetti rivista da Gustavo Sierra Fernández

Foto di Sergey Ponomarev. World Press Photo 2016


Pensando a cosa è diventato il Mediterráneo di Serrat ho provato a fare questa traduzione. Gustavo ha gentilmente messo a posto alcuni particolari.
MAR NUESTRO

Mar nuestro escucha te ruego
esta noche ten paciencia
hay un barco en medio de las olas
es un barco que trae esperanza

No tiene vela y no tiene motor
no hay puerto y no hay faro
mas son muchos allí encima ¿los ves?
ese barco es su reparo

Mar nuestro míralos bien
bajo sus pies llevan el mundo
y en los ojos quizás cuántas cenizas
cuántas lágrimas tienen enterradas

Son ellos la historia del trigo
el fuego que vuelve al atardecer
el pan partido y compartido
al final del día

Mar te ruego esta noche
no los ahogues
mar nuestro mar

Mar nuestro tu sabes quién les guía
es el Dios que no tiene fronteras
que camina sobre el agua y el fuego
y que rompe todas las cadenas

Es el Dios de todos los colores
que combate el hambre y la guerra
y para él nadie es extranjero
en el cielo así como en la tierra

Son ellos la historia del trigo
el fuego que vuelve al atardecer
el pan partido y compartido
al final del día

Mar te ruego esta noche
déjalos pasar
mar nuestro mar

Mar nuestro tráelos a la orilla
antes de que muera la última estrella
antes del cambio de guardia
que no los vea el centinela

Que la orilla no sea prisión
ni grilletes ni carta de expulsión
mas sea ruta bañada por el sol
nunca sea un mal camino

Son ellos la historia del trigo
el fuego que vuelve al atardecer
el pan partido y compartido
al final del día

Mar te ruego esta noche
deja que lleguen
mar nuestro mar

2018/10/20 - 16:00


SONO INDIGNATO
Padre Alex Zanotelli

Sono indignato per quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi verso i migranti, nell’indifferenza generale. Stiamo assistendo a gesti e a situazioni inaccettabili sia a livello giuridico, etico ed umano.
È bestiale che Destinity, donna nigeriana incinta, sia stata respinta dalla gendarmeria francese. Lasciata alla stazione di Bardonecchia, nella notte, nonostante il pancione di sei mesi e nonostante non riuscisse quasi a respirare perché affetta da linfoma. E’ morta in ospedale dopo aver partorito il bimbo: un raggio di luce di appena 700 grammi! 
È inammissibile che la Procura di Ragusa abbia messo sotto sequestro la nave spagnola Open Arms per aver soccorso dei migranti in acque internazionali, rifiutandosi di consegnarli ai libici che li avrebbero riportati nell’inferno della Libia.
È disumano vedere arrivare a Pozzallo sempre sulla nave Open Arms Resen, un eritreo di 22 anni che pesava 35 kg, ridotto alla fame in Libia, morto poche ore dopo in ospedale. Il sindaco che lo ha accolto fra le sue braccia, inorridito ha detto :”Erano tutti pelle e ossa, sembravano usciti dai campi di concentramento nazisti”.
È criminale quello che sta avvenendo in Libia, dove sono rimasti quasi un milione di rifugiati che sono sottoposti-secondo il il Rapporto del segretario generale dell’ONU, A. Guterres- a “detenzione arbitraria e torture, tra cui stupri e altre forme di violenza sessuale, a lavori forzati e uccisioni illegali.” E nel Rapporto si condanna anche ”la condotta spregiudicata e violenta da parte della Guardia Costiera libica nei salvataggi e intercettazioni in mare.
È scellerato, in questo contesto, l’accordo fatto dal governo italiano con l’uomo forte di Tripoli, El- Serraj (non c’è nessun governo in Libia!) per bloccare l’arrivo dei migranti in Europa.
È illegale l’invio dei soldati italiani in Niger deciso dal Parlamento italiano, senza che il governo del Niger ne sapesse nulla e che ora protesta.E’ immorale anche l’accordo della UE con la Turchia di Erdogan con la promessa di sei miliardi di euro, per bloccare soprattutto l’arrivo in Europa dei rifugiati siriani, mentre assistiamo a sempre nuovi naufragi anche nell’Egeo: l’ultimo ha visto la morte di sette bambini!
È disumanizzante la condizione dei migranti nei campi profughi delle isole della Grecia. “Chi vede gli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi- ha detto l’arcivescovo Hyeronymous di Grecia a Lesbos- è in grado di riconoscere immediatamente, nella sua interezza la “bancarotta dell’umanità.”
È vergognoso che una guida alpina sia stata denunciata dalle autorità francesi e rischi cinque anni di carcere per aver aiutato una donna nigeriana in preda alle doglie insieme al marito e agli altri due figli, trovati a 1.800 m , nella neve.
Ed è incredibile che un’Europa che ha fatto una guerra per abbattere il nazi-fascismo stia ora generando nel suo seno tanti partiti xenofobi, razzisti o fascisti.“Europa , cosa ti è successo?”, ha chiesto ai leader della UE Papa Francesco. E’ questo anche il mio grido di dolore.Purtroppo non naufragano solo i migranti nel Mediterraneo, sta naufragando anche l’Europa come “patria dei diritti”.
Ho paura che, in un prossimo futuro, i popoli del Sud del mondo diranno di noi quello che noi diciamo dei nazisti.Per questo mi meraviglio del silenzio dei nostri vescovi che mi ferisce come cristiano, ma soprattutto come missionario che ha sentito sulla sua pelle cosa significa vivere dodici anni da baraccato con i baraccati di Korogocho a Nairobi (Kenya).
Ma mi ferisce ancora di più il quasi silenzio degli Istituti missionari e delle Curie degli Ordini religiosi che operano in Africa.
Per me è in ballo il Vangelo di quel povero Gesù di Nazareth:”Ero affamato, assetato, forestiero…” è quel Gesù crocifisso, torturato e sfigurato che noi cristiani veneriamo in questi giorni nelle nostre chiese, ma che ci rifiutiamo di riconoscere nella carne martoriata dei nostri fratelli e sorelle migranti. E’ questa la carne viva di Cristo oggi.

Alex Zanotelli
Napoli, 24 marzo 2018

 

2018/3/28 - 22:46


Gli accordi dalla Pagina ufficiale dei Gang

https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v...

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Dq82 - 2018/6/7 - 18:02


L'interpretazione di Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones
Con un bel nome d'avventura (2018)
avventura

Dq82 - 2018/6/21 - 10:40


Mare nostro e Marenostro sono preghiere nella forma, con invocazioni e richieste, il pronome allocutivo “tu”, e già nei titoli implicano un “noi” e richiamano «Padre nostro», ma la variazione nominale ricontestualizza le parole nell’attualità della cronaca delle stragi, riecheggia l’operazione “Mare nostrum” (2013-2014) ed evoca per l’Italia eventi riconducibili al dominio sul Mediterraneo (dall’antica Roma alla retorica fascista). Il Padre nostro è inoltre citato nei versi di entrambe, anche con variazioni («che non sei nei cieli» in De Luca, «come in cielo così come in terra» nei Gang), e nel sistema verbale (gli imperativi della preghiera, dacci e rimetti, ritornano in accogli, custodisci e fai in Mare nostro). La poesia e la canzone sono testi a loro volta dichiarativi e cercano di persuadere, ma l’unica divinità è “Marenostro” nella canzone dei Gang, una sorta di figura intermedia tra umani e Dio, a cui si rivolge la voce narrante mantenendo la forma della supplica, mentre De Luca, abbandonandola, si rivolge solo agli uomini. Dice infatti: «Mare nostro che non sei nei cieli», responsabilizzando i fratelli, escludendo interventi divini. Di fatto, però, “Marenostro” e “Mare nostro” sono personificazioni del medesimo problema: il mare diventato una tomba. Il focus slitta in entrambe dal nome all’aggettivo, che diventa da oggettivo a soggettivo, dal Padre a cui apparteniamo al mare che ci appartiene: è quindi la presa di coscienza di una responsabilità (storica, politica, economica) il centro del discorso. Il cortocircuito tra preghiera e nuovo contesto rifunzionalizza così le parole della preghiera, il testo si rivolge agli uomini e da parapersuasorio diventa persuasorio.

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Erri De Luca, i Gang e il Padre nostro per i migranti

 
Nel mese di novembre la IOM ha espresso preoccupazione per l'aumento dei decessi di migranti nella rotta africana verso le Canarie, mentre le agenzie lanciavano notizie di naufragi nel Mediterraneo, e la pagina con cui dal 3 ottobre 2013 il Corriere della Seradocumenta la situazione, in collaborazione con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), segnava ...

2020/12/29 - 18:21


2018
Yayla musiche ospitali

yayla

Artisti Vari – Yayla: Musiche Ospitali (Appaloosa/Ird, 2018)

Il 20 giugno è uscita questa bella raccolta: un disco di incontri, di storie e di collaborazioni strane, inusuali e belle. La data non è casuale: quel giorno ricorre infatti la Giornata Mondiale del rifugiato. “Yayala” è una parola turca che significa transumanza, la migrazione periodica con cui si cercava un clima più mite e una terra più ospitale, per poi tornare alla propria; nel nome di questa Yayla, artisti italiani e stranieri (non solo musicisti, ma anche attori e scrittori) ci raccontano questo tempo ruvido e doloroso. I proventi della vendita del doppio cd andranno al Centro Astalli che da anni fornisce servizi per i rifugiati e promuove campagne di sensibilizzazione sul tema. Ben 130 i musicisti coinvolti, i più famosi di loro sono Antonella Ruggiero, Neri Marcorè, Edoardo Bennato che, insieme a Jono Manson e al cantante pakistano Salif Samejo, canta una “Isola che non c’è” senza tempo e senza luogo, gli americani Bocephus King, James Maddock e Thom Chacon (con una sorprendente Violante Placido), l’irlandese Ben Glover, la bravissima italo-somala Saba Anglana, i Gang e Giua. Vi sono poi quattro inserti recitati con Erri De Luca, Valerio Mastandrea, Donatella Finocchiaro e Evelina Meghnagi, che si esibisce anche in uno dei brani più toccanti del disco, la ninna-nanna “Hashemesh”. Scegliere alcuni brani e segnalarli come i migliori, specie in una compilation di questo tipo, può sembrare fuori luogo, ancor più vista la media decisamente alta delle canzoni, molte delle quali incise per l’occasione. Segnaliamo comunque la bellissima “Diventano Mare” del duo palermitano IO (ovvero Irene Ientile e Ornella Cerniglia), “By Foot, by Boat, by Train”, dell’inedito duo Saba Anglana/Bocephus King, le due belle canzoni scritte da Andrea Parodi per Alfina Sforza e per Neri Marcorè e Giua, l’ottima “Addhrai” dei Domo Emigrantes, che dell’integrazione e della multietnicità fanno una loro bandiera, ospitando il polistrumentista kurdo Ashti Abdo, la sempre brava Antonella Ruggiero, la sardo-umbra Sara Marini con “Una Rundine in sas Aeras” e il curdo Dyar Uren Mehrovi con la bella “Zozan”. Un disco che fa della qualità la sua cifra e che abbina una qualità non comuna alla corretta opera di sensibilizzazione al fenomeno migratorio e alla convivenza.  
bloogfolk.com



Dq82 - 2024/4/11 - 15:55




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