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Lettre à des amis perdus

René Guy Cadou
Langue: français


René Guy Cadou

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[1946]
Versi di René Guy Cadou (1920-1951), poeta francese, nella raccolta intitolata “Pleine poitrine” pubblicata nel 1946.
Musica di Julos Beaucarne, dall’album intitolato “20 ans depuis 40 ans” pubblicato nel 1997


20 ans depuis 40 ans

Nel 1940, all’inizio dell’occupazione nazista della Francia, René Guy Cadou era un giovane insegnante a Saint-Aubin-des-Châteaux nella Loira Atlantica, dipartimento bretone integrato nella regione dei Paesi della Loira.



Fui qui che il 22 ottobre 1941, mentre si recava a scuola in bicicletta, Cadou incrociò i camion tedeschi che trasportavano alcuni dei prigionieri, quasi tutti militanti comunisti, che di lì a poco sarebbero stati fucilati in rappresaglia per la morte del tenente colonnello Karl Hotz, ucciso a Nantes in un attentato. E’ da quel momento che le poesie di Cadou si concentreranno sull’orrore della guerra, sulla barbarie nazista e sulla necessità della libertà, dell’amore e della fratenità per tutti gli uomini.
Vous étiez là, je vous tenais
Comme un miroir entre mes mains
La vague et le soleil de juin
Ont englouti votre visage
[Ont englouti votre visage
Ont englouti votre visage]

Chaque jour, je vous ai écrit
Je vous ai fait porter mes pages
Par des ramiers, par des enfants
Mais aucun d'eux n'est revenu
Je continue à vous écrire
[Je continue à vous écrire]

Tout le mois d'août s'est bien passé
Malgré les obus et les roses
Et j'ai traduit diverses choses
En langue bleue que vous savez
[En langue bleue que vous savez
En langue bleue que vous savez]

Maintenant j'ai peur de l'automne
Et des soirées d'hiver sans vous
Viendrez-vous pas au rendez-vous
Que cet ami perdu vous donne
En son pays du temps des loups ?
[En son pays du temps des loups ?]

Venez donc car je vous appelle
Avec tous les mots d'autrefois
Sous mon épaule, il fait bien froid
Et j'ai des trous noirs dans les ailes
[Et j'ai des trous noirs dans les ailes
Et j'ai des trous noirs dans les ailes]

[Vous étiez là, je vous tenais
Comme un miroir entre mes mains
La vague et le soleil de juin
Ont englouti votre visage
Ont englouti votre visage
Ont englouti votre visage]

envoyé par Bernart Bartleby - 14/1/2015 - 16:50



Langue: italien

Dedicato a Bernart da un vagone dondolante, forse come quello di "Incontro"....

Ricordo che l'interpretazione di Julos Beaucarne è presente anche nel CD omaggio a Cadou edito da EPM - Poètes & Chansons nel 2002.
LETTERA A DEGLI AMICI PERDUTI

Eravate là, io vi tenevo
come uno specchio fra le mani
l’onda e il sole di giugno
hanno inghiottito il vostro viso

Ogni giorno io vi ho scritto
vi ho fatto portare le mie pagine
dai piccioni, dai bambini
ma nessuno di loro è mai tornato,
così continuo a scrivervi.

Il mese di agosto è passato
nonostante le granate e le rose
e ho tradotto diverse cose
nella “lingua blu”* che conoscete.

Ora ho paura dell’autunno
e delle sere d’inverno senza voi
non verrete all’appuntamento
che questo amico perso vi dà
nel suo paese dal “tempo da lupi”?

Venite dai, io vi chiamo
con tutte le parole di un tempo,
fa freddo sulle mie spalle
e ho dei buchi neri nelle ali.
* La cosidetta "Langue bleue" o "Boulak" è una lingua creata e divulgata a proprie spese da Léon Bollack (1859 – 1925) nel 1899.

envoyé par Flavio Poltronieri - 28/6/2017 - 19:56


merci

4/11/2016 - 21:21


Caro Bernart, è un delitto che in Italia non esista una traduzione delle poesie di René Guy Cadou, sono liriche talvolta strazianti come Testament...credo che anche L'idiot o L'Enfant Prodige potrebbero trovare spazio nel sito...che dici?

Flavio Poltronieri - 21/6/2017 - 20:57


Ciao Flavio,

grazie per le dritte. Sì, è incredibile che un grandissimo poeta come Cadou sia pressochè sconosciuto da noi.

Però ho appena offerto un contributo, stimolato dal tuo intervento: si tratta della Chanson de la mort violente. E pure di questa splendida poesia non è che ci siano molte tracce nella Rete, nemmeno sui siti francesi.

Mi è piaciuta molto. Magari nei prossimi giorni proverò a tradurla, se riterrò di essere in grado.

Un abbraccio

Bernart Bartleby - 21/6/2017 - 23:10


Bene, allora offri questo dono ai poveri italiani che sono costretti a tradursi da soli la poesia di Rene Guy...si vede che nessun illuminato l'ha mai considerato un grande, si vede che non basta scrivere frasi d'amore tipo: "Ti aspettavo come si aspettano le navi negli anni di siccità quando il grano non cresce più di una spanna sopra l’erba
e ascolta impaurita la grande voce del tempo" per essere degno di una traduzione nella nostra lingua....io ho incrociato la sua arte in Bretagna tanti, tanti anni fa assieme a quella di un altro poeta di laggiù: Tristan Corbière (a cui mi sono parecchio dedicato a suo tempo). Personalmente credo che la grandezza della parola scritta si possa misurare anche dall'emozione che suscita a venir musicata da altri, è affascinante vedere come si trasformi toccata da più voci di epoche anche differenti e l'intensità aumenti...:una magia impagabile! Ieri mi ero permesso di suggerirti altre due poesie: "L'Enfant Prodige" che vedrei nella sezione dedicata alla "violenza sull'infanzia" e "L'Idiot" ne "I lager dei matti: la guerra dei manicomi". Kenavo à l'Occitan d'Occitanie.

Flavio Poltronieri - 22/6/2017 - 18:36


Grazie Flavio, ci proverò, anche se non sono in grado di fare una traduzione poetica. Farò del mio meglio.
Salut

B.B. - 22/6/2017 - 21:44


Se vuoi puoi farmela leggere in anteprima utilizzando la mia mail personale

Flavio Poltronieri - 23/6/2017 - 08:39




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