Noi inchiodati
qui
a scrivere poesie.
So
che questa
non è poesia.
È la storia di un treno.
So
che su quel treno
c'erano
un barbone
un emigrante
un operaio
una studentessa
un padre di famiglia.
So
che il barbone
ha la mia età
senza denti
senza capelli
e ride e piange
e non va da nessuna parte
e non ha nessuna valigia.
So
che l'emigrante ha cinquantatré anni
e viene dalla Germania.
So
che va in Sicilia
e nella valigia
una stecca di cioccolata.
So
che l'operaio
lavora all'Alfa Romeo.
So
che ha quarantadue anni
nella valigia
l'ultima busta paga.
So
che la studentessa
è molto bella
e ha diciassette anni.
So
che va a vedere Roma,
nella valigia
la macchina fotografica.
So
che il padre di famiglia
ha gli occhiali sessantadue anni
un nipote a Bari
e nella valigia
"la cena per i suoi rondinini".
So
che stanno aspettando qualcosa
e ridono
e il treno ride
e le valigie ridono
e la democrazia
nascosta sotto i binari
come sempre
ride.
Bum.
qui
a scrivere poesie.
So
che questa
non è poesia.
È la storia di un treno.
So
che su quel treno
c'erano
un barbone
un emigrante
un operaio
una studentessa
un padre di famiglia.
So
che il barbone
ha la mia età
senza denti
senza capelli
e ride e piange
e non va da nessuna parte
e non ha nessuna valigia.
So
che l'emigrante ha cinquantatré anni
e viene dalla Germania.
So
che va in Sicilia
e nella valigia
una stecca di cioccolata.
So
che l'operaio
lavora all'Alfa Romeo.
So
che ha quarantadue anni
nella valigia
l'ultima busta paga.
So
che la studentessa
è molto bella
e ha diciassette anni.
So
che va a vedere Roma,
nella valigia
la macchina fotografica.
So
che il padre di famiglia
ha gli occhiali sessantadue anni
un nipote a Bari
e nella valigia
"la cena per i suoi rondinini".
So
che stanno aspettando qualcosa
e ridono
e il treno ride
e le valigie ridono
e la democrazia
nascosta sotto i binari
come sempre
ride.
Bum.
Contributed by Bernart Bartleby - 2014/12/31 - 11:26
La versione originale in friulano della breve poesia in introduzione
AL DESTIN DE UN OM
Al podeva capitâte anç a ti
nasce t’un pegnatòn
tra zovàtz e zùfignes
de stries cencja proces
e al dolour grant de ‘na mare.
Ma soi cjatât a passâ
de chê’ bandes
Al podeva capitâte anç a ti
nasce t’un pegnatòn
tra zovàtz e zùfignes
de stries cencja proces
e al dolour grant de ‘na mare.
Ma soi cjatât a passâ
de chê’ bandes
Bernart Bartleby - 2014/12/31 - 23:28
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Musica dei Bande Tzingare, progetto musicale e poetico dell’artista friulano Guido Carrara.
Nell’album “Necal” del 2001.
Federico Tavan, friulano, è stato un’Alda Merini al maschile.
nascere in un pentolone
tra rospi e intrugli
di streghe senza processo
e il dolore grande di una madre.
Io mi sono trovato a passare
da quelle parti.”
(Federico Tavan, “Il destino di un uomo”)
Rimasto orfano, fu rinchiuso in manicomio a soli dodici anni e visse presso una struttura sanitaria di Maniago fino al 2008, quando gli fu concesso un assegno straordinario, in base alla Legge Bacchelli, cosicchè potè tornare nel paesino natale di Andreis, vicino a Pordenone, dove è morto a 64 anni nel 2013.
Federico Tavan ha scritto molte poesie, in friulano e italiano, pubblicate in molte raccolte tutte edite dal Circolo Culturale Menocchio di Montereale Valcellina.
Questa sua poesia parla della stagione della strategia della tensione, quella in cui il Terrore arrivò ad usare le bombe nelle piazze, nelle stazioni, sui treni… Non so se si riferisca ad una strage in particolare, ma non ha molta importanza… Gioia Tauro, 1970, 6 morti e 60 feriti; Italicus, 1974, 12 morti e 105 feriti; stazione di Bologna, 1980, 85 morti e 200 feriti; Rapido 904, 1984, 17 morti e 260 feriti…
Quel che importa è che “la democrazia, nascosta sotto i binari, come sempre ride. Bum.”