It was a summer evening,
Old Kaspar's work was done,
And he before his cottage door
Was sitting in the sun;
And by him sported on the green
His little grandchild Wilhelmine.
She saw her brother Peterkin
Roll something large and round
Which he beside the rivulet
In playing there had found;
He came to ask what he had found
That was so large and smooth and round.
Old Kaspar took it from the boy,
Who stood expectant by;
And then the old man shook his head,
And with a natural sigh --
“'Tis some poor fellow's skull,” said he,
“Who fell in the great victory.
I find them in the garden,
For there's many here about;
And often when I go to plough,
The ploughshare turns them out.
For many thousand men," said he,
"Were slain in that great victory."
"Now tell us what 'twas all about,"
Young Peterkin, he cries;
And little Wilhelmine looks up
With wonder-waiting eyes;
"Now tell us all about the war,
And what they fought each other for."
"It was the English," Kaspar cried,
"Who put the French to rout;
But what they fought each other for
I could not well make out;
But everybody said," quoth he,
"That 'twas a famous victory.
"My father lived at Blenheim then,
Yon little stream hard by;
They burnt his dwelling to the ground,
And he was forced to fly;
So with his wife and child he fled,
Nor had he where to rest his head.
"With fire and sword the country round
Was wasted far and wide,
And many a childing mother then,
And new-born baby died;
But things like that, you know, must be
At every famous victory.
"They said it was a shocking sight
After the field was won;
For many thousand bodies here
Lay rotting in the sun;
But things like that, you know, must be
After a famous victory.
"Great praise the Duke of Marlbro' won,
And our good Prince Eugene." --
"Why, 'twas a very wicked thing!"
Said little Wilhelmine.
"Nay ... nay ... my little girl," quoth he,
"It was a famous victory."
"And everybody praised the Duke
Who this great fight did win."
"But what good came of it at last?"
Quoth little Peterkin.
"Why, that I cannot tell," said he,
"But 'twas a famous victory."
Old Kaspar's work was done,
And he before his cottage door
Was sitting in the sun;
And by him sported on the green
His little grandchild Wilhelmine.
She saw her brother Peterkin
Roll something large and round
Which he beside the rivulet
In playing there had found;
He came to ask what he had found
That was so large and smooth and round.
Old Kaspar took it from the boy,
Who stood expectant by;
And then the old man shook his head,
And with a natural sigh --
“'Tis some poor fellow's skull,” said he,
“Who fell in the great victory.
I find them in the garden,
For there's many here about;
And often when I go to plough,
The ploughshare turns them out.
For many thousand men," said he,
"Were slain in that great victory."
"Now tell us what 'twas all about,"
Young Peterkin, he cries;
And little Wilhelmine looks up
With wonder-waiting eyes;
"Now tell us all about the war,
And what they fought each other for."
"It was the English," Kaspar cried,
"Who put the French to rout;
But what they fought each other for
I could not well make out;
But everybody said," quoth he,
"That 'twas a famous victory.
"My father lived at Blenheim then,
Yon little stream hard by;
They burnt his dwelling to the ground,
And he was forced to fly;
So with his wife and child he fled,
Nor had he where to rest his head.
"With fire and sword the country round
Was wasted far and wide,
And many a childing mother then,
And new-born baby died;
But things like that, you know, must be
At every famous victory.
"They said it was a shocking sight
After the field was won;
For many thousand bodies here
Lay rotting in the sun;
But things like that, you know, must be
After a famous victory.
"Great praise the Duke of Marlbro' won,
And our good Prince Eugene." --
"Why, 'twas a very wicked thing!"
Said little Wilhelmine.
"Nay ... nay ... my little girl," quoth he,
"It was a famous victory."
"And everybody praised the Duke
Who this great fight did win."
"But what good came of it at last?"
Quoth little Peterkin.
"Why, that I cannot tell," said he,
"But 'twas a famous victory."
envoyé par Bernart Bartleby - 6/11/2014 - 13:50
Langue: italien
Traduzione italiana di Gabriele Poole, dalla sua lezione di dottorato citata nell’introduzione.
DOPO BLENHEIM
Era una sera di estate e il lavoro
Per il vecchio Kaspar era finito
E lui sulla porta della casa
Al sole seduto stava
E accanto a lui sul prato
La nipote Wilhelrnine giocava
Vide il fratello Peterkin
Far rotolare una cosa grossa e tonda
Che aveva trovato sulla sponda
Giocando laggiù al ruscello.
Ma cos’era mai quella cosa grossa e tonda
Chiedeva, che stava sulla sponda?
Il vecchio Kaspar la prese dal ragazzo
Che accanto a lui stava aspettando
Poi scosse la testa lentamente
E un sospiro spontaneo gli sfuggì,
“È il teschio di un poveraccio senza gloria
Che cadde nella grandissima vittoria.”
“Ne trovo anche nel giardino
Perché tanti ce ne sono qua
E spesso anche quando sto arando
Il vomere li fa spuntare qui e là
Perché molte migliaia dice la storia
Son morti nella grandissima vittoria.”
“O dicci allora che successe”
Grida allora il giovane Peterkin;
E alza lo sguardo la piccola Wilhelmine
Con occhioni già meravigliati;
“Dicci tutto quel che sai di quella guerra
E perché si son scontrati in questa terra.”
“Furono gli inglesi” esclama il vecchio Kaspar
“Che i francesi costrinsero alla fuga,
Ma il motivo per cui fecero battaglia,
E in verità un po’ tutta quella storia,
Non l’ho capito mai, ma tutti dicono
Che è stata una grandissima vittoria.
Al tempo, mio padre stava a Blenheim
Vicino a quel fiumiciattolo laggiù;
Ma vennero il fuoco ad appiccare
E lui a scappare fu costretto
Con la moglie, e con me piccoletto
E non aveva più un posto dove stare.
A ferro e fuoco tutta questa zona
Fu devastata in lungo e in largo
E molte donne che aspettavano un bambino
E molti neonati non videro il mattino
Ma ahimè succede sempre questa storia
Ad ogni grandissima vittoria.
Dicono che orrenda era la vista
Del campo di battaglia a cose fatte;
Migliaia e migliaia di corpi dappertutto
giacevano marcendo sotto il sole;
Ma ahimè succede sempre questa storia
Dopo una grandissima vittoria.
Al Duca di Marlbro e al principe Eugenio
Tutti quanti gridarono: Evviva!”
Disse allora la piccola Wilhemine.
“Ma allora fu una cosa molto brutta!”
“No piccola mia, non è così la storia
In realtà fu una grandissima vittoria.
E tutti fecero complimenti al Duca
Che aveva vinto la battaglia.”
“Ma alla fine a che è servito?”
Fa Peterkin, che era stato muto.
“Questo non so, ma sappiamo dalla storia
Che è stata una grandissima vittoria.”
Era una sera di estate e il lavoro
Per il vecchio Kaspar era finito
E lui sulla porta della casa
Al sole seduto stava
E accanto a lui sul prato
La nipote Wilhelrnine giocava
Vide il fratello Peterkin
Far rotolare una cosa grossa e tonda
Che aveva trovato sulla sponda
Giocando laggiù al ruscello.
Ma cos’era mai quella cosa grossa e tonda
Chiedeva, che stava sulla sponda?
Il vecchio Kaspar la prese dal ragazzo
Che accanto a lui stava aspettando
Poi scosse la testa lentamente
E un sospiro spontaneo gli sfuggì,
“È il teschio di un poveraccio senza gloria
Che cadde nella grandissima vittoria.”
“Ne trovo anche nel giardino
Perché tanti ce ne sono qua
E spesso anche quando sto arando
Il vomere li fa spuntare qui e là
Perché molte migliaia dice la storia
Son morti nella grandissima vittoria.”
“O dicci allora che successe”
Grida allora il giovane Peterkin;
E alza lo sguardo la piccola Wilhelmine
Con occhioni già meravigliati;
“Dicci tutto quel che sai di quella guerra
E perché si son scontrati in questa terra.”
“Furono gli inglesi” esclama il vecchio Kaspar
“Che i francesi costrinsero alla fuga,
Ma il motivo per cui fecero battaglia,
E in verità un po’ tutta quella storia,
Non l’ho capito mai, ma tutti dicono
Che è stata una grandissima vittoria.
Al tempo, mio padre stava a Blenheim
Vicino a quel fiumiciattolo laggiù;
Ma vennero il fuoco ad appiccare
E lui a scappare fu costretto
Con la moglie, e con me piccoletto
E non aveva più un posto dove stare.
A ferro e fuoco tutta questa zona
Fu devastata in lungo e in largo
E molte donne che aspettavano un bambino
E molti neonati non videro il mattino
Ma ahimè succede sempre questa storia
Ad ogni grandissima vittoria.
Dicono che orrenda era la vista
Del campo di battaglia a cose fatte;
Migliaia e migliaia di corpi dappertutto
giacevano marcendo sotto il sole;
Ma ahimè succede sempre questa storia
Dopo una grandissima vittoria.
Al Duca di Marlbro e al principe Eugenio
Tutti quanti gridarono: Evviva!”
Disse allora la piccola Wilhemine.
“Ma allora fu una cosa molto brutta!”
“No piccola mia, non è così la storia
In realtà fu una grandissima vittoria.
E tutti fecero complimenti al Duca
Che aveva vinto la battaglia.”
“Ma alla fine a che è servito?”
Fa Peterkin, che era stato muto.
“Questo non so, ma sappiamo dalla storia
Che è stata una grandissima vittoria.”
envoyé par Bernart Bartleby - 6/11/2014 - 13:50
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Versi del poeta romantico inglese Robert Southey (1774 - 1843)
Posti in musica da compositori quali Sidney Homer (1864 - 1953) ed Ernst Bacon (1898 - 1990)
“La battaglia di Blenheim (o Blindheim) fu un episodio decisivo della guerra di successione spagnola. Fu combattuta il 13 agosto 1704, nei pressi del villaggio di Höchstädt am Donnau, in Baviera. La battaglia vide schierati da una parte gli inglesi, guidati dal duca di Marlborough, e le truppe dell’impero Austro-Ungarico, guidati dal principe Eugenio di Savoia. Opposti ad essi, i francesi, guidati da Tallard e Marsin, e i bavaresi, guidati dal principe elettore Massimiliano II Emanuele di Baviera. Gli inglesi e i loro alleati riportarono una vittoria decisiva, che segnò la prima grande disfatta francese in cinquant’anni, salvò Vienna dalla conquista e costrinse la Baviera a ritirarsi dalla guerra, passando in parte sotto il controllo dell’Austria.
Nelle due settimane precedenti la battaglia, nel tentativo fallito di indurre le truppe bavaresi a dare battaglia prima di essere rinforzate dalle truppe di Tallard, Marlborough aveva mandato cinquemila soldati a razziare e devastare deliberatamente la campagna bavarese. Un testimonianza del tempo chiarisce cosa significasse più della Enciclopedia Britannica, che glissa su questo aspetto della vicenda: ‘Razziammo senza pietà i poveri abitanti. Non risparmiammo nulla, uccidendo, bruciando o distruggendo in qualche modo tutto quello che non potevamo portare via.’”
(Gabriele Poole, "Tricky Poems: Quattro poesie con la sorpresa (e una senza)". In “Lezioni di dottorato”, cura di Luciana Piré. Cassino. Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Dipartimento di Lettere e Filosofia, anno 2013)
Questo per quanto riguarda le doverose notizie storiche.
Ma contribuisco questa poesia per la sua esplicita, per quanto indiretta, condanna di ogni guerra, dell’inutilità e dell’incomprensibilità di ogni guerra. Come chiarisce Gabriele Poole nella sua lezione citata, Southey opera qui un vero e proprio “ribaltamento” per cui ciò che sembra l’esaltazione di una grande vittoria militare è in realtà il suo opposto, la sua condanna senza appello.
Insieme anche alla considerazione che spesso il popolo ha la memoria corta e, dopo essere stato carne da cannone e da macello, finisce col credere alla falsa Storia come raccontata dai vincitori e dai potenti.