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The Maunding Souldier, or the Fruits of Warre is Beggery

Martin Parker
Language: English


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[1629?]
Printed at London : for F. Groue on Snow-hill.
Lyrics: M. P. [Martin Parker]
To the tune of Permit My Friend

maunding


Nelle nostre città, ed in quelle di tutta Europa, si sono vendute fino alla memoria dei nostri nonni, agli angoli delle strade, per pochi centesimi. Sono le Canzoni da foglio volante (questa l'origine del nome “volantino”), che nel mondo anglosassone si chiamano Broadside Ballads. Per secoli, in ambito cittadino, le ballate da foglio volante hanno svolto la funzione di “notiziario popolare”, ricettacoli generalmente di fatti e fattacci, turpi episodi di cronaca e pubbliche esecuzioni di delinquenti scritti da poetastri specializzati, di solito ignoti, e da cantarsi “sull'aria di” (o to the tune of) qualche canzone popolare conosciuta da tutti. Se è facile ironizzare sulla qualità poetica dei testi, che sono usualmente spazzatura a base di quintali di linguaggio aulico non di rado infarcito di strafalcioni e errori grammaticali, non è però il caso di generalizzare sempre e comunque, né sugli argomenti e né sugli autori -quando conosciuti.

Martin Parker (1600-1656), londinese, di mestiere faceva probabilmente l'oste di una taverna. Verso il 1625 cominciò a scrivere ballate da broadside, ma di una qualità inusuale per quei tempi e anche per quelli successivi. Tant'è che un poeta e drammaturgo maggiore come John Dryden, uno dei grandi nomi del '600 inglese, lo considerò come il “migliore scrittore di ballate” della sua epoca. Così, i broadsides contenenti le sue ballate non hanno fatto la fine di tutti gli altri, buoni per accendere il fuoco (per non dir di peggio), e sono invece finiti nella collezione Roxburghe della British Library. Quello della nostra canzone è il British Library Roxburghe 1474-1475 (il doppio numero è dovuto al fatto che la ballata consta di due parti).

Non era raro che le ballate da foglio volante esprimessero una qualche forma di “protesta”, seppur blanda; certamente, nel XVII secolo inglese, esprimere violentemente una protesta popolare tramite dei fogli stampati e venduti per le strade avrebbe portato in galera autore, stampatore, venditori e compratori. Ciononostante, una qualche forma di protesta compariva, ed è il caso di questa ballata che, del resto, nel suo stesso titolo proclama che “Il frutto della guerra è mendicare”. Bisogna a questo punto calarsi bene nel periodo; se si accetta l'ipotesi del 1629 come anno di composizione, siamo in piena Guerra dei Trent'Anni (la quale, comunque, durerà fino al 1648). The Maunding Souldier è il lamento di un soldato mutilato che si è ritrovato, al suo ritorno, a dover mendicare per vivere, data la sua invalidità.

Un simile argomento doveva forzatamente “fare presa” sul pubblico, che si riconosceva nella vicenda. Nello stesso periodo storico, in tutta Europa, si ha una fioritura di canzoni che protestano contro la guerra e sulle sofferenze che infligge alle popolazioni (non a caso questo sito ha un percorso apposito sulla Guerra dei Trent'Anni). Detto questo, occorre anche dire che, generalmente, tali canzoni non condannano esplicitamente la guerra come tale e neppure i leader che la vogliono. Si tratta, con alcune eccezioni notevoli, di canzoni di lamentazione piuttosto che di protesta esplicita, le quali non propongono alcuna soluzione né ribellione contro lo status quo. Voci di esplicita protesta del periodo, e di vera coscienza antibellica e antimilitarista, sono molto rare; una di queste è Sia maledetto chi ha trovato la spada del fiorentino Piero Salvetti, scritta nel 1644.

Canzoni come The Maunding Souldier sono quindi del genere: “Ho combattuto, ho servito la Patria e il Re, ho partecipato a mille episodi di guerra, e la ricompensa è l'invalidità e dover chiedere la carità.” Si può dire che tale scenario appartiene a tutte le guerre di tutte le epoche, ed è vero; lunga è stata la strada affinché si formasse una vera coscienza antimilitarista, e chi ha combattuto ha sempre contribuito a formarla, raccontando ciò che gli era accaduto, le proprie esperienze e che cosa lo ha atteso al ritorno. Lungo la strada che ha portato a essere contro la guerra, ci sono state delle tappe. Questa ne è una, e il taverniere londinese dotato per scrivere ballate ha fatto il suo possibile, per l'epoca e per le condizioni.
The Maunding Souldier:
OR,
The Fruits of Warre is Beggery.
To the tune of, Permit me Friends.


Good, your worship, cast your eyes
Upon a Souldier's miseries;
Let not my leane cheekes, I pray,
Your bounty from a Souldier stay,
but, like a Noble friend,
some Silver lend,
and Jove shall pay you in the end:
and I will pray that Fate
may make you fortunate
in heavenly, and in Earth's, estate.

To beg I was not borne (sweet Sir)
And therefore blush to make this stirre;
I never went from place to place
For to divulge my wofull case:
for I am none of those
that roguing goes,
that, maunding, shewes their drunken blowes,
which they have onely got
while they have bang'd the pot
in wrangling who should pay the shot.

I scorne to make comparison
With those of Kent-street Garrison,
That in their lives nere crost the seas,
But still at home have lived at ease;
yet will they lye and sweare,
as though they were
men that had travel'd farre and neere;
true souldiers' company
doth teach them how to lye:
they can discourse most perfectly.

But I doe scorne such counterfaits
That get their meanes by base deceits:
They learne of others to speake Dutch;
Of Holland they'l tell you as much
as those that have bin there
full many a yeere,
and name the townes all farre and neere;
yet they never went
beyond Graves-end in Kent,
but in Kent-street their dayes are spent.

in Olympicke games have beene,
Whereas brave battels I have seene;
And where the Cannon use to roare
My proper spheare was evermore:
the danger I have past,
both first and last,
would make your worship's selfe agast;
a thousand times I have
been ready for the grave;
three times I have been made a Slave.

Twice through the bulke I have been shot;
My braines have boyled like a pot:
I have at lest these doozen times
Been blowne up by those roguish mines
under a barracado,
in a bravado,
throwing of a hand-grenado:
Oh death was very neere,
for it tooke away me eare,
and yet (thanke God) cham here, cham here.

The Second Part. To the same tune.


I have uppon the Seas been tane
By th' Dunkerks, for the King of Spaine,
And stript out of my garments quite,
Exchanging all for canvis white;
And in that poor aray
For many a day
I have been kept, till friends did pay
A ransome for release;
And having bought my peace,
My woes againe did fresh increase.

There's no land-service as you can name
But I have been actor in the same;
In th' Palatinate and Bohemia
I served many a wofull day;
At Frankendale I have,
Like a Souldier brave,
Receiv'd what welcomes canons gave;
For the honour of England
Most stoutly did I stand
'Gainst the Emperour's and Spinolae's Band.

At push of Pike I lost mine eye;
At Bergen Siege I broke my thigh;
At Ostend, though I were a lad,
I laid about me as I were mad.
Oh you would little ween
That I had been
An old, old souldier to the Queene;
But if Sir Francis Vere
Were living now and here,
Hee'd tell you how I slasht it there.

Since that, I have been in Breda
Besieg'd by Marquesse Spinola;
And since that made a warlike dance
Both into Spaine, and into France;
And there I lost a flood
Of Noble blood,
And did but very little good:
And now I home am come,
With ragges about my bumme,
God bless you, Sir, from this poore summe!

And now my case you understand,
Good Sir, will you lend your helping hand,
A little thing will pleasure me,
And keepe in use your charity:
It is not bread nor cheese,
Nor barrell lees,
Nor any scraps of meat, like these;
But I doe beg of you
A shilling or two,
Sweet Sir, your purse's strings undoe.

I pray your worhsip, thinke on me,
That am what I doe seeme to be,
No rooking rascall, nor no cheat,
But a Souldier every way compleat;
I have wounds to show
That prove 'tis so;
Then, courteous good Sir, ease my woe;
And I for you will pray
Both night and day
That your substance never may decay.

Printed at London for F. Grove on Snow-hill.
FINIS.
M.P.

Contributed by Riccardo Venturi - 2014/11/4 - 20:35



Language: Italian

Traduzione integrale di Riccardo Venturi
4/5 novembre 2014

Due parole del traduttore. Meglio gettarcisi subito senza tanti indugi, in una traduzione del genere. A parte la sua lunghezza, non sarebbe stata un'agevole lettura per molti, penso: l'inglese seicentesco non è roba per studentelli di "economia" della Bocconi e nemmeno per Marchionne, se per questo. E, probabilmente, anche un parlante inglese moderno avrebbe parecchie difficoltà nell'intendere tutto quanto. Per finire, io stesso mi sono trovato, in diversi punti, a malpartito e costretto all'inusuale e faticoso gesto di tirar fuori l'OED* dal suo reliquiario, visto che pesa quindici chili o roba del genere. Altrimenti non si poteva fare per dar voce al "soldato mendicante" del taverniere londinese. Con tutta probabilità, si tratta della prima traduzione di questa venerabile canzone in una qualsiasi lingua; la tentazione sarebbe stata quella di farla in italiano dell'epoca, ma vi ho eroicamente resistito e la traduzione è condotta in un normale italiano contemporaneo. Però vi sono, forzatamente, delle note esplicative e linguistiche, senza le quali, qua e là, non si caverebbe un ragno dal buco.

*Oxford English Dictionary
Il Soldato Mendicante:
OVVERO,
Il Frutto della Guerra è Mendicare.
Sull'aria di: Permit me Friends.


Eccellenza 1, buon uomo, gettate
uno sguardo alle miserie d'un soldato;
non negate a un soldato, vi imploro
con le mie gote scarne, la vostra generosità 2,
ma, come un nobile amico,
donate qualche moneta d'argento
e, alla fine, Giove vi ripagherà: 3
e io pregherò il Fato
che vi renda fortunato
così in cielo come in terra.

Buon signore, io non nacqui per mendicare,
e quindi mi vergogno di fare questo gesto;
mai sono andato da un posto all'altro
per render noto il mio sventurato caso:
ché io non sono tra coloro
che vanno a far bricconate,
e che, nel mendicare 4, mostrano lividi da ubriaconi
che si sono procurati soltanto
mentre si pigliavano a bicchierate
azzuffandosi su chi doveva pagare la bevuta 5.

Detesto fare confronti
con quelli della guarnigione di Kent Street, 6
che dicono di sé d'aver traversato i mari
ma che han vissuto belli tranquilli a casa;
eppure giureranno, mentendo,
di essere stati uomini
che hanno viaggiato in lungo e in largo;
stando in compagnia di veri soldati
imparano a dire menzogne:
e sanno conversare alla perfezione.

E poi detesto quei bugiardi
che si guadagnan credito con volgari inganni:
imparan da altri a parlare olandese
e dell'Olanda vi parleranno come
quelli che davvero ci sono stati
per parecchi anni, e vi diranno
i nomi delle città vicine e lontane;
e invece non sono mai andati
oltre Gravesend nel Kent, 7
e passan le loro giornate in Kent Street.

Quelli son stati a fare le Olimpiadi 8
mentre io ho visto ardite battaglie;
e il mio campo d'azione è sempre stato
dove il cannone usa rombare:
i pericoli che ho passato,
sia i primi che gli ultimi,
vi farebbero restare, Eccellenza, a bocca aperta;
per mille volte ho rischiato
di finire nella tomba
e per tre volte sono stato fatto schiavo.

Due volte ho avuto il corpo trapassato; 9,
il mio cervello è bollito come in pentola:
come mimimo per dozzine di volte
sono saltato in aria su quelle vili mine 10
dietro a una barricata 11
in una coraggiosa azione
mentre lanciavo una bomba a mano:
oh, la morte è stata assai vicina
dato che mi ha preso un orecchio
eppure ancora, grazie a Dio, sto qui, sto qui. 12

Seconda Parte. Sulla medesima aria.


Sono stato catturato 13 sui mari
vicino a Dunkerque 14, per il re di Spagna,
mi hanno tolto tutti i miei vestiti
e al loro posto mi han messo una tela bianca; 15
in tale misero abbigliamento
per molti giorni mi han tenuto,
finché degli amici non han pagato
un riscatto per il mio rilascio;
e pur essendomi acquistato la pace
i miei guai son ricominciati ben presto.

Non c'è campagna militare che potete nominare
senza che io vi abbia preso parte;
nel Palatinato e in Boemia
ho servito per molte tristi giornate;
a Frankendaele 16, come
ogni soldato coraggioso,
ho ricevuto quel che danno i cannoni;
per l'onore d'Inghilterra
ho resistito assai fieramente
contro la banda dell'Imperatore e di Spinola. 17

Combattendo a spinta di lancia 18 ho perso un occhio,
all'assedio di Bergen-op-Zoom 19 mi son rotto l'anca;
a Ostenda, sebbene fossi un ragazzo,
tiravo colpi a dritta e a manca come un pazzo.
Oh, avreste poco da lamentarvi 20
che io sia stato
un vecchio, vecchio soldato della Regina;
ma se sir Francis Vere 21
fosse qui, ancora vivo,
vi direbbe come menavo, là.

Da allora, sono stato a Breda 22
assediata dal marchese Spinola;
e poi ancora, ho ballato in guerra
sia in Spagna che in Francia;
e là ho fatto versare un fiume
di sangue nobile,
e di bene ne ho fatto assai poco:
e ora che sono tornato a casa
con stracci attorno al culo,
Dio vi benedica, signore, per questo poco che mi date!

E ora che intendete il mio caso,
buon signore, mi volete dare una mano?
Una cosina mi farebbe piacere
e vi farebbe esercitare la carità:
non è né pane, né formaggio,
e neanche feccia d'un barile
o ritagli di carne come questi;
bensì io vi chiedo
uno scellino o due:
mio buon signore, slacciate la borsa!

Vi prego, Eccellenza, considerate
quel che appaio essere:
non un teppista o un imbroglione,
ma un soldato tutt'affatto ammodo;
ho ferite da mostrare
che lo provano;
quindi, gentile e buon signore, alleviate la mia pena;
e io pregherò per voi
notte e giorno
che la vostra ricchezza mai venga meno.

Stampato a Londra per F. Grove sulla Snow-hill.
FINIS.
M.P.

2014/11/5 - 01:03


NOTE esplicative alla traduzione

Avvertenza. Alcune di queste note hanno un carattere prettamente linguistico, ai fini di chi volesse meglio intendere il testo nell'originale.

[1] E' caratteristica dei mendicanti di ogni tempo rivolgersi alla persona cui si chiede la carità con titoli roboanti (un po' come i parcheggiatori abusivi che chiamano tutti “dottore”). Qui si è reso your Worship con “Eccellenza” dato che non esiste un corrispondente letterale italiano (“vostra Venerazione”).

[2] Il termine bounty aveva, all'epoca, ancora il significato originale (e etimologico) di “bontà, generosità” (francese antico bontee, bountee); in tale significato, probabilmente, la famosa nave fu chiamata Bounty. Si sviluppò in seguito il significato di “premio”, di “dono per l'arruolamento militare” e, infine, di “taglia” (derivato evidentemente da quello di “premio”: un bounty killer era colui che ammazzava per incassare il premio di cattura e eliminazione di un ricercato).

[3] Per tutta la canzone si deve notare la totale assenza di riferimenti religiosi cristiani: Dio, Gesù, Madonne e Santi sono del tutto assenti dalla sua “perorazione”. Non è Dio che ricompensa, ma Giove! Si potrebbe però intendere questa cosa anche col puritanissimo understatement inglese, per cui la comunissima esclamazione by Jove! nasconde un impronunciabile by Jesus.

[4] Il termine, presente anche nel titolo, non è più conosciuto nell'inglese attuale come verbo. Si usa invece ancora Maundy nel particolare significato di “lavanda dei piedi che si fa ai poveri il giovedì santo”; il Maundy money è l'elemosina distribuita nell'abbazia di Westminster per conto del Re, il giovedì santo. Da qui, tout court, Maundy Thursday = Giovedì Santo. Il termine sembra derivare dal latino mandatum, tramite il francese mandé, nel senso di “comandamento”, in quanto si tratta di un comandamento all'umiltà che Gesù effettuò lavando i piedi ai poveri (Giovanni 13: 14-17). Secondo un'altra ipotesi etimologica, potrebbe però derivare direttamente dal latino mendicare.

[5] In mezzo all'inglese seicentesco, con tutti i suoi termini desueti, una parola popolare attualissima: shot nel senso di “bevuta” (anche “colpo” si usa talvolta in italiano in questo senso). Insomma, lo shottino dei bar e delle movide ha radici molto antiche.

[6] La Old Kent Road, anticamente Kent Street, si trova nella parte sudorientale di Londra, nel distretto di Bermondsey. Si tratta di una strada antichissima, di origine addirittura romana, che era parte dell'ancor più antica Watling Street che conduceva da Dover a Holyhead. Proprio su questa strada transitavano i pellegrini di Geoffrey Chaucer, via Southwark, diretti a Canterbury. Uscendo da Londra, vi si trovava naturalmente una guarnigione militare fissa che viene qui “presa di mira” dal soldato mendicante: quelli là millantano ogni cosa standone belli al calduccio a casa, mentre lui che ha combattuto si ritrova a chiedere la carità.

[7] Visto che “quelli” della guarnigione si trovano sulla strada del Kent, pur millantando di essere stati chissà dove non si sono mai spinti al di là di Gravesend, che si trova giustappunto nel Kent, alla foce del Tamigi. Ci saranno andati per il clima: Gravesend è nota per essere tra le località più asciutte e soleggiate della Gran Bretagna, e per le sue estati insolitamente calde (nel famoso agosto del 2003 vi si raggiunsero i trentotto gradi).

[8] Probabilmente nel senso di “stare a giocherellare, a bighellonare, a divertirsi”. Chiaramente, nel XVII secolo le Olimpiadi moderne erano ben al di là dal venire, ma è interessante questo riferimento agli antichi giochi Olimpici come occasione di perdere tempo. Detto da un vecchio soldato, non si può fare a meno di pensare che vi sia anche un riferimento al fatto che, nell'antichità, si sospendeva ogni guerra e conflitto in occasione delle Olimpiadi. Ora, invece, si sospendono le Olimpiadi.

[9] Nel XVII secolo, il termine bulk, ben conosciuto agli informatici, significava anche “corpo” o “pancia”; ma pure il significato originale di “mucchio, grande quantità, massa” è antico. E' termine di origine scandinava (antico islandese bulki “mucchio; carico di una nave”) da una radice indoeuropea *bhel- dal significato di “gonfiare”. Il significato di “corpo” o “pancia” sembra però essere stato dovuto alla confusione con bouk, termine ora obsoleto, dall'antico inglese buc “formato, dimensioni”. In tale senso è usato anche da Shakespeare.

[10] Le disavventure belliche del soldato mendicante possono apparire esagerate e addirittura fanfaronesche, ma quel che appare dal suo racconto è la Guerra dei Trent'Anni nella sua realtà storica. Per molti versi è stata la prima guerra di sterminio moderna, con uso massiccio di armi da fuoco, cannoni, esplosivi e mine. L'immagine popolare della mina (la palla spunzonata) è ancora quella delle mine seicentesche.

[11] Comincia qui una serie di nomi in -ado di origine spagnola; si trattava di una moda linguistica del tempo, dovuta senz'altro al contatto con la Spagna proprio durante la Guerra dei Trent'Anni. Curiosamente, in inglese, i termini spagnoli in -ada (barricada, bravada, grenada) assunsero un' “esotica” forma in -ado. Dei tre nominati nel testo, solo bravado è ancora in uso così com'è (“bravata, azione temeraria”). Gli altri sono diventati barricade e grenade. Abbiamo qui la primitiva forma della “barricata” (barracado), da intendersi nel senso originale spagnolo: una forma di riparo ottenuta con barili vuoti di polvere da sparo (barrica “barile”, fr. barrique).

[12] Ho tradotto con un semplice “sto” il cham del testo, ovvero quello che è l'inglese attuale champ. Propriamente, il vecchio soldato usa un termine soldatesco: “sto qui accampato”.

[13] Si ha qui un'antica forma, tane, del participio passato del verbo take “prendere”.

[14] Per la sua “leggerissima” posizione strategica, la città di Dunkerque ha avuto delle vicissitudini storiche che non cominciano certo con la II guerra mondiale. All'epoca della canzone, cambiava stato di appartenenza ogni due mesi o giù di lì: durante la rivoluzione olandese, gli olandesi ne ebbero il controllo per breve tempo, ma fu presa poi dagli spagnoli guidati da Alessandro Farnese (da qui il nome spagnolo di Dunquerque). Nel 1646 venne conquistata dai francesi (da qui Dunkerque) ma ripresa dagli spagnoli poco dopo. Nel 1657 fu annessa al Commonwealth of England di Cromwell, e aveva già il nome tradizionale inglese di Dunkirk (nella canzone: The Dunkerks); ma il 17 ottobre 1662 fu definitivamente ceduta alla Francia da Carlo II d'Inghilterra, al prezzo di 620.000 sterline. Propriamente, il suo nome è fiammingo: Duunkerke “chiesa sulla duna” (in neerlandese standard: Duinkerke). Dunkerque ha sempre fatto parte dell'area di lingua neerlandese, che tuttora vi si parla sebbene sia stato quasi del tutto soppiantato dal francese. Per inciso, avrebbe anche un nome tradizionale italiano, Doncherche; ma non si usa quasi più.

[15] Il grezzo abbigliamento del prigioniero: un pezzo di tela bianca. Nel verso precedente, “per il Re di Spagna” è sicuramente da intendersi: il soldato è stato catturato “a causa” del re di Spagna, perché stava combattendo contro di lui.

[16] Frankendaele (“Valle dei Franchi” o “dei liberi contadini”), o Frankendaal, è attualmente un sobborgo di Bruxelles. Vi si svolse una delle mille battaglie di quel periodo.

[17] Si tratta di don Ambrogio Spinola Doria, marchese di Los Balbases. Nato a Genova nel 1569 da antica e nobilissima famiglia, fu generale al servizio della Spagna. Fu il protagonista dell'assedio di Breda, che prese nel 1625 (v. nota 22). Incaricato dalla Spagna di occuparsi militarmente della guerra di successione di Mantova e del Monferrato, tornò nella natia Genova nel 1629 portandosi dietro un attempato artista, tale Peter Paul Rubens. Morì il 25 settembre 1630 a Castelnuovo Scrivia, pare pronunciando le parole “onore” e “reputazione”. E' antenato diretto del famoso António de Spínola, il generale portoghese che fu prima protagonista della Rivoluzione dei Garofani del 1974, nonché primo presidente della Repubblica Portoghese dopo la fine della dittatura salazarista, e poi costretto all'esilio per aver tentato di abbatterla con un colpo di stato l'11 marzo 1975 e instaurare a sua volta una dittatura di destra.

[18] L'espressione at push of pike indica una ben precisa forma di combattimento corpo a corpo: i contendenti si spingevano a vicenda con le lance, cercando di trapassare l'avversario al momento buono. Non di rado, naturalmente, si trapassavano assieme: l'imbecillità della guerra sta anche in questi piccoli particolari. Si ha qui, comunque, un pizzico di guerra all'arma bianca in una canzone che trabocca di cannoni e esplosivi.

[19] In un primo momento avevo pensato che si trattasse della città belga di Mons (che nel 2015 sarà “Capitale europea della cultura”), nominata col suo nome fiammingo di Bergen. E' la traduzione esatta del nome vallone, che sarebbe propriamente Mont; “Mons” è la sua latinizzazione. Naturalmente non va confusa con la città norvegese di Bergen. C'era però un piccolo problema storico: Mons fu si sottoposta a un duro assedio, ma da parte dei francesi del Re Sole. Fu presa l'8 aprile 1691, molti anni dopo la fine della guerra dei Trent'Anni. Si tratta quindi dell'assedio di un'altra Bergen, vale a dire Bergen-op-Zoom (attualmente nei Paesi Bassi), che si svolse nel 1588 ed al quale prese parte, nel campo degli assediati olandesi, il Sir Francis Vere di cui alla nota 21. Tale episodio non fa però direttamente parte della Guerra dei Trent'Anni.

[20] Qui la canzone usa un antico verbo non più in uso, ween, per “piangere, lamentarsi”. Rimasto però comunissimo in tedesco, weinen.

[21] Sir Francis Vere (1560-1609) fu un famoso militare inglese, ma che combatté per l'esercito olandese. Dopo aver combattuto eroicamente all'assedio di Bergen-op-Zoom nel 1588 (per questo il soldato-mendicante porta una “testimonianza diretta”), fu protagonista della battaglia di Nieuwpoort del 2 luglio 1600, sbaragliando gli spagnoli, e della difesa di Ostenda (anch'essa nominata nella canzone) del 1601-1602. Nel 1603 Sir Francis Vere si ritirò a vita privata nel Surrey; nel 1607, all'età di cinquantadue anni, sposò la sedicenne Elizabeth Caesar, figlia di un amico che si chiamava, ebbene sì, Julius Caesar. Dopo aver sposato la giovanissima figlia di Giulio Cesare, visse felice e contento per altri 22 mesi, forse spompato dalla giovanissima moglie. Beato lui; morì il 18 agosto 1609.

[22] Per l'assedio di Breda non c'è che l'imbarazzo della scelta: la città olandese ne subì infatti ben quattro in pochi anni (1581, 1590, 1625 e 1637). Meglio forse ricordarla per essere stata la città natale di Peter Bruegel il Vecchio. Qui, palesemente, il soldato mendicante si riferisce al già nominato assedio del 1625, condotto vittoriosamente da Ambrogio Spinola (v. nota 17) al servizio degli spagnoli. Il nome della città suona familiare in italiano: è l'antico germanico *braida- nel significato di “slargo, spianata” (cfr. il tedesco breit e l'inglese broad “largo”), per via gotica o longobarda assai presente in Italia sia come toponimo che come cognome (Breda, Braida). Anche alla base, con rotacismo, di Brera, come si evince tra l'altro dallo stupefacente attacco “etimologico” de La vita agra di Luciano Bianciardi (“Tutto sommato sono d'accordo con l'Adelung...”)

Riccardo Venturi - 2014/11/5 - 13:44




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