Sciogli pur, Livorno mia
la tua libera canzone
chi vigliacco ti tradìa
cadrà estinto innanzi a te
Via de' regi la corona
solo il popolo sia re!
la tua libera canzone
chi vigliacco ti tradìa
cadrà estinto innanzi a te
Via de' regi la corona
solo il popolo sia re!
envoyé par Bernart Bartleby - 8/10/2014 - 11:09
Evidentemente, in questi giorni hai deciso di "scrivermi la Storia", come si suol dire.
Queste sono le lapidi apposte sulla Porta S. Marco, a Livorno, in memoria dei livornesi vittime della repressione dell'insurrezione del 1849. Come avevo accennato nella pagina della "Tirolese", tra i caduti c'è pure un Venturi.
Purtroppo è l'unica foto che sono riuscito a trovare delle lapidi; la prossima volta che andrò a Livorno ne farò una migliore.
Quando abitavo a Livorno, stavo a trecento metri da Porta S.Marco (il quartiere si chiama, non per niente, San Marco - Pontino). A distanza ancora minore c'era la casa dov'era nato il "Gatto" Bartelloni. Naturalmente non credo che il Venturi caduto nel 1849 fosse un mio avo, anche se c'è la singolare cosa che Venturi non è un cognome livornese (e nemmeno elbano: la mia famiglia ha remotissime origini ferraresi, di Bondeno esattamente). Ma quando scoprii la cosa mi sentii parecchio orgoglioso.
Quanto ai fiorentini, si dice che il famoso barone Ricasoli, quello del vino, incitasse gli austriaci a cannoneggiare i popolani livornesi con parole di disprezzo. Ho sempre diffidato da chi fa vini troppo pregiati, sempre baroni e altri aristocratici di merda. Meglio il vinaccio del livornese Piero Ciampi! Ah, ça ira, les aristocrates à la lanterne!
Queste sono le lapidi apposte sulla Porta S. Marco, a Livorno, in memoria dei livornesi vittime della repressione dell'insurrezione del 1849. Come avevo accennato nella pagina della "Tirolese", tra i caduti c'è pure un Venturi.
Purtroppo è l'unica foto che sono riuscito a trovare delle lapidi; la prossima volta che andrò a Livorno ne farò una migliore.
Quando abitavo a Livorno, stavo a trecento metri da Porta S.Marco (il quartiere si chiama, non per niente, San Marco - Pontino). A distanza ancora minore c'era la casa dov'era nato il "Gatto" Bartelloni. Naturalmente non credo che il Venturi caduto nel 1849 fosse un mio avo, anche se c'è la singolare cosa che Venturi non è un cognome livornese (e nemmeno elbano: la mia famiglia ha remotissime origini ferraresi, di Bondeno esattamente). Ma quando scoprii la cosa mi sentii parecchio orgoglioso.
Quanto ai fiorentini, si dice che il famoso barone Ricasoli, quello del vino, incitasse gli austriaci a cannoneggiare i popolani livornesi con parole di disprezzo. Ho sempre diffidato da chi fa vini troppo pregiati, sempre baroni e altri aristocratici di merda. Meglio il vinaccio del livornese Piero Ciampi! Ah, ça ira, les aristocrates à la lanterne!
Riccardo Venturi - 8/10/2014 - 12:57
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Canzoncina risorgimentale dalla Repubblica di Livorno, nata nel gennaio del 1849 dopo la fuga del granduca Leopoldo. Traditori furono i fiorentini (controrivoluzionari!) che si opposero al governo repubblicano. I livornesi decisero di resistere alla restaurazione ma furono travolti dai sopraggiunti austriaci, in forze 10 volte superiori agli insorti. Livorno resistette per due giorni, dal 10 all’11 maggio, ma poi gli austriaci dilagarono, fucilando e saccheggiando. Tra i 90 e gli 800 livornesi, a seconda delle fonti, perirono per mano austriaca.
Si veda al proposito la curatissima pagina dedicata a La Tirolese (E semo livornesi).