Il nostro santo Ambrogio disse, rivolto a coloro che hanno il denaro e il potere:
“Ricordati padrone e signore,
quando ti capita di sentirti importunato
perché qualche pezzente grida al di là delle mura,
dove tu stai tranquillo dentro la tua casa, con amici e gente della famiglia, e tu ordini a un servo di
scendere a minacciare quel piagnone perché se ne vada e smetta di implorare aiuto,
ricordati
che quel meschino disperato è Gesù Cristo, oh signore.
E quando lanci i tuoi cani perché azzannino quel poveraccio che chiede solo un po’ di pane da te e magari
che tu conceda loro il permesso di ripararsi sotto il tetto del tuo atrio per dormirci,
ricordati
che difficilmente i cani lo aggrediranno; loro di certo non capiscono granché di religione, ma si asterranno
dal mordere per la semplice ragione che… ti sembrerà strano… ma essi hanno più umanità di te, oh
signore.
Perché hai tanto risentimento?
E pensare che tu non è che sia nato signore, già padrone di terre e di palazzi.
Anche tu hai dovuto faticare, anche tu hai avuto il dolore di esistere, mortificato e umiliato e cacciato.
Oggi, te ne sei dimenticato, addirittura arrivi a non voler concedere nemmeno gli avanzi del tuo pranzo a
quelli che si lamentano fuori, oh signore.
Ricordati.
Scusa se mi ripeto, ma quelli che si lamentano alla tua porta non sono soltanto poveri cristi, ma proprio
Gesù Cristo in persona!
Eh … verrà il momento, anche per te perché …
lo ripetiamo sempre, ma non ci crediamo, viene per tutti che …
Sentirai il respiro andare via, la testa che se ne esce per l’aria e capirai che è arrivato il tuo momento,
allora anche tu emetterai lamenti.
Implorerai: “Aiutami, aiutami Signore”
Ma il Signore, detto fra noi, Gesù Cristo userà la stessa attenzione che tu hai usato per lui.
Ma poi, siccome in fondo è una brava persona, si affaccerà e forse, magari, ti allungherà una mano, ma
non potrà perdonarti, anche se è normale per lui perdonare gli uomini e dare ascolto…
ma non a quelli che son sordi alla sua sofferenza”
“Ricordati padrone e signore,
quando ti capita di sentirti importunato
perché qualche pezzente grida al di là delle mura,
dove tu stai tranquillo dentro la tua casa, con amici e gente della famiglia, e tu ordini a un servo di
scendere a minacciare quel piagnone perché se ne vada e smetta di implorare aiuto,
ricordati
che quel meschino disperato è Gesù Cristo, oh signore.
E quando lanci i tuoi cani perché azzannino quel poveraccio che chiede solo un po’ di pane da te e magari
che tu conceda loro il permesso di ripararsi sotto il tetto del tuo atrio per dormirci,
ricordati
che difficilmente i cani lo aggrediranno; loro di certo non capiscono granché di religione, ma si asterranno
dal mordere per la semplice ragione che… ti sembrerà strano… ma essi hanno più umanità di te, oh
signore.
Perché hai tanto risentimento?
E pensare che tu non è che sia nato signore, già padrone di terre e di palazzi.
Anche tu hai dovuto faticare, anche tu hai avuto il dolore di esistere, mortificato e umiliato e cacciato.
Oggi, te ne sei dimenticato, addirittura arrivi a non voler concedere nemmeno gli avanzi del tuo pranzo a
quelli che si lamentano fuori, oh signore.
Ricordati.
Scusa se mi ripeto, ma quelli che si lamentano alla tua porta non sono soltanto poveri cristi, ma proprio
Gesù Cristo in persona!
Eh … verrà il momento, anche per te perché …
lo ripetiamo sempre, ma non ci crediamo, viene per tutti che …
Sentirai il respiro andare via, la testa che se ne esce per l’aria e capirai che è arrivato il tuo momento,
allora anche tu emetterai lamenti.
Implorerai: “Aiutami, aiutami Signore”
Ma il Signore, detto fra noi, Gesù Cristo userà la stessa attenzione che tu hai usato per lui.
Ma poi, siccome in fondo è una brava persona, si affaccerà e forse, magari, ti allungherà una mano, ma
non potrà perdonarti, anche se è normale per lui perdonare gli uomini e dare ascolto…
ma non a quelli che son sordi alla sua sofferenza”
Contributed by Bernart Bartleby - 2014/8/26 - 15:47
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Testo di una canzone, datato 23 maggio 2002, scritta da Dario Fo per Enzo Jannacci. Con l’annotazione “da controllare”. Inedita.
Trovato sull’Archivio Franca Rame.